Anime & Manga > Majin Tantei Nougami Neuro
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Autore: Fiamma Drakon    03/03/2011    1 recensioni
Riflessioni di Neuro mentre è convalescente dallo scontro con HAL ed aspetta il ritorno di Yako.
Rilassò la schiena contro il divano su cui era accomodato, appoggiando la testa sulla sommità dello schienale, scrutando il soffitto con finto interesse: in quel frangente, in quella parte del mistero indubbiamente più succulento che avesse mai incontrato fino ad allora, lui era perfettamente inutile; eppure, nonostante una parte di sé si rodesse per quell’obbligata mancanza d’utilità, l’altra parte era in un certo senso compiaciuta della cosa, in quanto la situazione avrebbe messo alle strette la sua serva al punto che, con buone probabilità, sarebbe riuscita a diventare autosufficiente - anche se entro un certo limite.
[Personaggi: Neuro Nōgami]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Waiting for Her Neuro non era ancora al massimo delle sue forze.
Con il suo ultimo tentativo di sopraffare HAL, quest’ultimo aveva invece avuto modo di sopraffare lui.
Ricordava ancora bene, forse anche troppo, la penosa figura che aveva fatto innanzi a Yako: un demone, per giunta ferito, che si abbassa a chiedere l’aiuto di un essere umano per arrivare alla soluzione di un mistero - e poco importava che gliel’avesse chiesto perché la sua mentalità demoniaca non poteva neppure concepirla.
Non era una bella cosa per la sua razza, considerato il fatto che erano indubbiamente superiori agli umani sotto una molteplicità d’aspetti impressionante.
Rilassò la schiena contro il divano su cui era accomodato, appoggiando la testa sulla sommità dello schienale, scrutando il soffitto con finto interesse: in quel frangente, in quella parte del mistero indubbiamente più succulento che avesse mai incontrato fino ad allora, lui era perfettamente inutile; eppure, nonostante una parte di sé si rodesse per quell’obbligata mancanza d’utilità, l’altra parte era in un certo senso compiaciuta della cosa, in quanto la situazione avrebbe messo alle strette la sua serva al punto che, con buone probabilità, sarebbe riuscita a diventare autosufficiente - anche se entro un certo limite.
Era l’occasione che non si era mai presentata per far sì che il suo cervello iniziasse a funzionare per proprio conto, senza che lui intervenisse in alcuna maniera, né psicologicamente, con le sue brillanti deduzioni, né fisicamente a proteggerla.
In quella parte dell’indagine avrebbe dovuto fare tutto da sola; tuttavia, un tarlo insistente e fastidioso continuava a ronzare nella testa di Neuro, ponendogli sempre la stessa domanda: “ci riuscirà?”.
Il demone socchiuse gli occhi, stirando le labbra in un sorriso sghembo dal quale trapelava un po’ della sua strafottenza, ma anche una sottilissima traccia di una sicurezza intrinseca.
Era certo che ce l’avrebbe fatta e non solo perché era l’unico appiglio cui potesse aggrapparsi per cercare di risolvere quel mistero, ma anche perché Yako aveva avuto modo di guardarlo all’opera, di ascoltare le sue logiche e brillanti ricostruzioni dei precedenti casi - Neuro non mancava certo di modestia...! - ed avere degli esempi di come si affronta un’indagine come si deve, contemplando e tenendo in considerazione una varietà non indifferente di situazioni e procedimenti differenti l’avrebbe senz’altro aiutata.
Oltretutto, nonostante si ostinasse a trattarla sempre nel peggior modo possibile, offendendo lei e la sua condizione di misero essere umano, Neuro aveva avuto modo di constatare che la sua mente, in apparenza vuota e senza la benché minima scintilla di ragionamento logico proprio, in realtà riusciva ad “assorbire” tutto quanto.
Ecco perché era dell’opinione che, se sottoposta alle dovute pressioni ed in mancanza della sua assistenza, Yako avrebbe potuto farcela.
Lui, adesso, non doveva far altro che attendere sia il suo ritorno sia che i suoi poteri si ristabilissero completamente.
Continuando a riflettere, spostò di lato la testa, annoiato: aveva osservato il soffitto tanto a lungo da essere riuscito ad individuare tutte le sottili crepe che correvano sull’intonaco.
Quanto ci avrebbe messo Yako a trovare la soluzione...? Era difficile prevederlo, ma poteva dedurre che sarebbe riuscita a risolvere l’enigma entro la fine del giorno - dopotutto, gliel’aveva ordinato lui.
Il demone alzò una mano, portandosela innanzi agli occhi, osservandola con un’espressione assorta, come se fosse sovrappensiero: il recupero dei suoi poteri si stava lentamente avvicinando a completezza. Non mancava ancora molto, forse un paio d’ore.
La porta si aprì all’improvviso, sbattendo contro la parete.
Neuro spostò gli occhi dal proprio arto e li portò sulla figura minuta che era apparsa sulla porta, piegata in due mentre cercava di riprender fiato. Doveva aver fatto una bella corsa per arrivare lì talmente spompata: sembrava che avesse attraversato addirittura tutta la città.
Mentre l’osservava, squadrandola da capo a piedi, lo sguardo del demone si accese di un immediato e nero entusiasmo.
«Hai trovato la password, Yako...?» domandò, appuntando infine gli occhi sul suo viso, in trepidante attesa.
Passò un momento prima che la ragazza riuscisse a drizzarsi e fissarlo a propria volta, per poi replicare: «Riesco a pensare... ad una cosa sola».
I suoi occhi erano animati da una viva fiamma di determinazione che non le aveva mai visto nello sguardo e che contribuì a rafforzare la forza e la fermezza delle sue parole.
Le labbra di Neuro si arricciarono in un sorriso beffardo e compiaciuto.
«Andiamo, Yako» esclamò.
Non era al massimo della forma, ma poco importava: l’attesa era finalmente giunta al termine.
Yako aveva trovato la password ed aveva maturato almeno un po’ quell’indipendenza su cui tanto contava.
Adesso toccava a lui scendere in campo, per darle modo di arrivare ad inserirla.
Da quel momento iniziava un altro tipo di attesa, quella in cui pregustava il mistero che si apprestava a risolvere.
E poi avrebbe potuto mangiare
.
   
 
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