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Autore: Maryjed    04/03/2011    2 recensioni
Questa FF è una revisione della versione originale ambientata nella nostra epoca dove però i personaggi originali sono delle persone vere che conducono la giovane Alice alla scoperta di un mondo nuovo, reale e soprattutto alla scoperta del vero significato di certi rapporti umani.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mia non è un'opera parodica nè critica nei confronti di questo meraviglioso libro. Ho solo pensato di interpretare la storia a modo mio e di riambientarla nella nostra epoca e nel mio mondo(quello del metal e dei rave party) per cui spero che possa comunque piacere.
Buona lettura ^-^



Il suono del metal fuoriusciva dalle cuffie di Alice,

“Alice vuoi ascoltarmi per favore?”, le chiese la madre irritata.

“Ma certo mamma…”,rispose la figlia mettendo la musica ancora più alta.

Si lasciò trasportare dall’urlo quasi disumano del cantante e guardò la madre che apriva la bocce e gesticolava: proprio non capiva che lei odiava la convenzionalità, che non le piaceva molto la gente e soprattutto avere amici perché tanto ,prima o poi, o tutti ti voltano le spalle o tutti ti tradiscono. La vita è così e non c’è verso di cambiarla: puoi metterci tutta la buona volontà del mondo a far funzionare le cose con le altre persone, ma per quanto ti sforzi tutti,se possono, fanno i propri interessi e a volte ti manipolano.

Quella sera era uscita per la solita passeggiata di fine giornata del suo cane Oreste, forse lui era l’unico amico che si ritrovava, ma solo perché non poteva aprire bocca perché altrimenti anche lui avrebbe fatto lo stesso effetto delle persone: finchè le osservi ti sembrano a posto e pure interessanti, ma quando cominciano ad aprire bocca beh… Arrivi alla conclusione che sarebbe stato meglio non avvicinarsi.

“Scusa hai da accendere?”, le chiese un ragazzo con una cresta bianca e il resto dei capelli rasati.

“Sì, certo…”, si bloccò a guardare il tatuaggio sul suo braccio: un coniglio bianco.

“Sai dirmi anche che ora è?”, le chiese sorridendo.

“Sono appena le dieci”, rispose imbambolata.

“Cavolo è tardissimo, devo andare. Grazie sei stata gentilissima”.

Scappò correndo.

Alice continuò a guardarlo fin quando non si ritrovò a seguirlo istintivamente e lo vide entrare dentro un recinto, alzò lo sguardo e notò la montagna di alberi che c’era.

“Ok Oreste so benissimo che non dovrei seguirlo perché questi non sono affari miei, però in fondo… Non c’è nulla di male”, legò il cane alla ringhiera ed entrò anche lei.

Sarebbe stato tutto buio intorno se non fosse stato per le lanterne che illuminavano un vialetto: incontrò un uomo con un vistoso giubbotto blu:

“Mi scusi… Potrebbe aiutarmi per caso?”, l’uomo non sembrava averla minimamente sentita.

“Mi scusi sto cercando un ragazzo con un tatuaggio di un bian coniglio, sa dove può esser scappato?”.

L’uomo finalmente la guardò con uno sguardo perso nel vuoto, riprese il suo spinello in mano:

“Chi essere tu?”.

“Mi chiamo Alice, sto cercando un ragazzo con…”.

“Lo so, ti ho sentita, ma io ti ho chiesto chi sei”, continuò.

“Ma io le ho detto di chiamarmi Alice”.

“E cosa ci fai qui essere umano che non sa chi è?”, le domandò: quell’uomo era sconcertando e portò la ragazzina in confusione.

“Oh ma io so chi son… E lei chi è?”.

“Io sono un uomo che si è costruito un rifugio in questo posto e adoro aiutare la gente a trovare se stessa”.

“Ma io sono solo una ragazza che sta seguendo…”

“Silenzio!”, la interruppe irritato,”Io sono io! Mi stai per caso dicendo che non ho uno scopo nella vita? Io? Eh? Mi stai forse dicendo questo?”, urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni, la guardò con uno sguardo d’odio e poi riprese a fumare.

Alice si allontanò ricordandosi di non parlare con altri matti con in mano uno spinello.

Continuò a camminare: quel posto era veramente strano, non avrebbe mai immaginato che nella sua città ci potesse essere nel parco un’altra mini-città.

Si ritrovò di fronte una casa, vide uscire dalla porta il ragazzo con il tatuaggio: si era cambiato, aveva indossato un paio di jeans neri strappati, una cintura borchiata e una canottiera nera.

“Ehi tu! Aspettami!”, urlò Alice ma il ragazzo non la sentì e continuò per la sua strada, lei cercò di seguirlo, ma due uomini la bloccarono:

“Ciao! Ti va di festeggiare con noi?”.

“Festeggiare cosa?”, chiese Alice incuriosita.

“Ma come cosa la festa!”, urlò un ragazzo con uno strano cappello in testa.

“Sì, ma quale festa?”.

“La festa!”, risposero in coro i due ragazzi brindando con due bottiglie di vodka.

Tra una supplice e una preghiera,Alice riuscì a liberarsi di quei due matti e proseguì la sua ricerca, ma si rese conto di essersi persa.

Il suo cuore accelerò i propri battiti e le gambe della ragazzina iniziarono a tremare dalla paura: si chiese il motivo per il quale aveva deciso di seguire quello strano ragazzo, maledicendo la sua stupida curiosità.

“Ehi, ma tu stai piangendo, cosa c’è che non va?”, le chiese una voce preoccupata.

La ragazzina buttò giù la saliva e gli chiese se sapesse l’uscita di quel posto.

“Ma certo, però ormai che sei qui potresti venire al rave!”, le sorrise fiducioso il ragazzo: aveva due occhi azzurri sinceri.

“Ok…”, gli sorrise e insieme si incamminarono verso il luogo della festa e finalmente si sentì al sicuro, ma una voce femminile interruppe quell’attimo di tranquillità.

“E tu chi diavolo sei? Cosa cazzo ci fai qui?”, le chiese una mora truccata pesantemente e con una mini da urlo: era una figa enorme.

“Io pensavo di partecipare al raive”, si giustificò Alice cercando il “Gatto”, come il ragazzo che l’aveva accompagnata le aveva detto di chiamarlo, ma non lo trovò.

“Sì certo! Con questi bei capelli pettinati biondi e la catenina Chanel!”, la scrutò la dark, assieme alle sue amiche.

“Tu sei nel posto sbagliato!”, le urlò la ragazza,”Tornatene nel tuo mondo noi non ti vogliamo! Sei di troppo!”.

Gli occhi di Alice si riempirono di lacrime:

“Ma io… Veramente…”, per la prima volta in vita sua si sentì davvero sola, senza nessun amico che le somigliasse, sentì di non appartenere davvero a nessun “mondo” di quella società.

“Scusa bambolina, ti ho fatto piangere?”, rise la dark lasciandola sola.

Alice pensò alla sua vita: è vero che la gente ti tradisce però bisogna rischiare per sapere davvero che sapore ha l’amicizia e l’affetto di un’altra persona.

“Ehi ti ho trovata finalmente!”, le si avvicinò Gatto.

Alice sorrise, forse lui poteva essere un inizio.

“Guarda lì c’è il ragazzo con il tatuaggio del bian coniglio!”, indicò il ragazzo sul palco.

Il cuore di Alice iniziò a batterle prepotentemente al petto alla vista quello splendidi giovane: non le era mai successo.

Iniziò a suonare la sua batteria e la voce della cantante iniziò a percuotere tutto il parco, la gente iniziò a saltare e Alice si sentì lasciate indietro,messa di nuovo da parte.

“Lei è regina!”, la prese per mano Gatto,”Ha organizzato lei questo rave di musica metal!Qui è considerata la regina della metal”.

“E’ davvero molto brava”, guardò stupita la ragazza, ammirandola per l’energia che sprizzava solamente con la sua voce.

Alice allora capì che non bisogna odiare il mondo per combatterlo, ma bisogna in un modo o nell’altro lottare per cambiarlo perché anche il più piccolo cambiamento può essere importante.

Alla fine del concerto Gatto presentò Alice al ragazzo del tatuaggio.

“Ciao, ma tu sei la ragazza dell’accendino”, sorrise il ragazzo stupito.

“Sì…”, riuscì a malapena a rispondere imbarazzata.

“Mi chiamo Rabbit!”, le porse la mano.

“Alice!”.

“Sono contento di conoscerti”, le sussurrò all’orecchio felicemente,”Ti accompagno”.Il volto pallido di Alice si colorò di rosso.

I due ragazzi uscirono dal recinto, Oreste era ancora lì ad attendere il ritorno della sua padroncina.

“Allora ci vediamo domani”, le disse Rabbit fissandola con i suoi splendidi occhi castani.

“Ok… Buonanotte”.

“Buonanotte Alice”, la baciò sulla guancia.

Alice chiuse il portone di casa sua dietro di sé, si concedette al silenzio della casa: erano già le due.

Pensò che la curiosità l’aveva portata a quella strana serata, che per una volta nella vita era davvero felice e questo grazie a gente che per la prima volta poteva davvero chiamare AMICA. 

   
 
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