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Autore: Arwen297    06/03/2011    7 recensioni
One-shot in onore del compleanno di Sailor Neptune che in teoria il 6 di Marzo compie gli anni, spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Note dell'autrice: La One-Shot che vi accingete a leggere in ordine temporale è situata dopo la mia seconda fan-fiction intitolata: "Abenteuer in Wien" tutta via per evitare importanti spoiler al proseguimento di "Unite per L'eternità" ho dovuto narrare la storia come se fosse successa in un momento precedente ad Abenteuer in Wien. Una volta svelati gli snodi più importanti della fanfic potrei anche decidere di riscrivere questa One-Shot per renderla a tutti gli effetti un episodio.Come sempre preferirei non ricevere recensioni dal pubblico maschile perchè sono fidanzata. 

Vi auguro buona lettura...e ancora una volta... Buon compleanno Michiru! 

Happy Birthday Michiru

 

Una delle sue coinquiline aveva tirato su la persiana della camera da letto, cosa che da sempre odiava intensamente. Odiava svegliarsi con la luce accecante del sole alle nove del mattino, che non le permetteva per qualche istante di tenere gli occhi completamente aperti. Per di più quel giorno era il 6 Marzo, il giorno in cui avrebbe compiuto ventidue anni. Si girò verso l’altro lato del letto e con sua grande delusione lo trovò vuoto. Mai possibile che la sua compagna si fosse dimenticata del suo compleanno? In effetti Heles non aveva mai avuto molta dimestichezza con le date, e molto spesso le scordava ma Milena non si capacitava di come si fosse potuta dimenticare del suo compleanno. Prima di chiamarla però decise di perlustrare la casa, nel caso fosse in qualche altra stanza, quindi si alzò dal letto combattendo contro il freddo e si mise a cercare in pigiama la guerriera di Urano.

Dopo una decina di minuti passati a vagare per casa Milena realizzò che l’unica anima presente era  Sidia che preparava la colazione in cucina e che non l’aveva neanche sentita quando si era affacciata sulla porta, Ottavia infatti si era alzata alle sette per recarsi a scuola. Tornò quindi in camera sua per cambiarsi e andare poi a fare colazione, prese con se il cellulare in modo da chiamare Heles appena finito di fare colazione.

“Buongiorno!” disse con allegria, nascondendo la delusione datole dalla sua compagna quando arrivò in cucina, sperava almeno che Sidia si fosse ricordata di che giorno era.

“A eccoti Buon Compleanno!Vecchietta!” le rispose Sidia spettinandole i capelli affettuosamente.

“Grazie Sidia” le rispose sorridendole allegra per poi piombare nei suoi pensieri appena si trovò davanti la tazza del cappuccino e i biscotti, nonostante la sua amica si fosse immediatamente ricordata di farle gli auguri, era comunque triste perché la persona per lei più importante se ne era dimenticata.

“C’è qualcosa che non va?” le chiese Sidia intuendo che la sua amica aveva qualcosa che non andava.

“Una sciocchezza Sidia niente di importante..è solo che Heles si è dimenticata totalmente che oggi è il mio compleanno e ci sono rimasta male sai?”

“Ma no Mile vedrai che non si è scordata, magari è solo uscita a farsi un giro in moto visto il sole splendente che c’è in cielo non trovi?” le disse Sidia, in effetti  Heles aveva da sempre combinato pasticci con le date ed era già tanto che si ricordava quando era nata.

“Dici? Speriamo non mi resta che aspettare per vedere se hai ragione credo..” rispose la violinista sorseggiando il capuccino dopo aver mangiato un biscotto “Tu oggi non lavori?” chiese poi all’amica.

“No oggi mi sono presa una giornata libera la settimana scorsa ho saltato il mio giorno di riposo e quindi lo recupero questa settimana di diritto, ne avevo bisogno di due giorni di riposo almeno riesco a staccare la spina anche se minimamente” disse la bruna

“A ho capito, direi che io vado a cambiarmi perché rimanere tutta la giornata in pigiama non mi sembra proprio il caso” concluse Milena dopo aver finito di fare colazione alzandosi dal tavolo, era ben decisa a chiamare Heles per sentire dove fosse andata a finire, il suo sesto senso le confermava che non era successo niente di male alla sua compagna, anche perché il mare per fortuna aveva deciso di starsene ben tranquillo quel giorno, ma era preoccupata lo stesso: era da qualche giorno infatti che Heles le sembrava al quanto sfuggente, e solitamente quando era così non prometteva nulla di buono. Concluse che comunque un sms di auguri qualsiasi cosa la impegnasse poteva pure mandarlo.  Per casa scelse di mettersi una tuta anche se l’abbigliamento maschile e i pantaloni non era proprio il suo genere, ma almeno sarebbe stata comoda visto che aveva giusto intenzione di festeggiare il compleanno con le sue tre coinquiline e basta quella sera perché non aveva per niente voglia di stare in mezzo alle persone. Meno che tutte in mezzo al gruppo di Bunny che da sempre era molto esuberante e vivace. Quel pomeriggio avrebbe dedicato il tempo a se stessa, senza correre e rilassandosi il più possibile.

Dopo essersi finita di cambiare prese l’iPhone 4 che aveva preso qualche mese prima a Vienna e compose a memoria il numero di telefono di Heles, il segnale di linea libera tardò ad arrivare segno che sicuramente la sua compagna aveva il telefono spento, e infatti l’idea della ragazza fu confermata dalla voce della ragazza della compagnia telefonica che recitava. “Il numero da lei chiamato è inesistente o momentaneamente non disponibile, la preghiamo di richiamare più tardi Grazie”. La scoperta del telefono spento la fece rabbuiare ancora di più, Heles aveva forse da nasconderle qualcosa che teneva il telefono spento? E se si che ragione c’era di fondo?  

Il buon senso della ragazza la portò a scacciare dalla sua testa qualsiasi pensiero malevolo come ad esempio un possibile tradimento da parte di Heles giusto per non rovinarsi il suo compleanno, e anche perché doveva essere una giornata all’insegna del relax personale e quei pensieri avrebbero fatto di tutto tranne che rilassarla come lei avrebbe voluto, ragion per cui si diresse verso il suo studio. Appena aprì la porta l’odore intenso degli acquarelli e delle tempere la investì in pieno viso. La stanza doveva ammetterlo era abbastanza disordinata, nel centro c’era il cavalletto con la tela sul quale pian piano stava prendendo forma un quadro che aveva in mente ormai da una settimana buona, su un tavolino alla sinistra del cavalletto c’era un tavolino sul quale facevano bella mostra colori di ogni sorta: pastelli acquerellabili, acquarelli, colori ad olio e tempere, ciascuno su un piano a lui dedicato. Sul piano in cima invece c’erano dei porta penne trasformati in porta pennelli e la tavolozza con gli ultimi colori usati il giorno prima ormai secchi. Vicino alla porta dello studio invece c’era il leggio con alcune composizioni che stava creando e raffinando per poi aggiungerle in un suo eventuale nuovo repertorio musicale. Raggiunse la finestra che dava sul terrazzo per schiacciare il bottone che tirava su automaticamente le serrande, rivelando ancora di più la confusione che regnava in quella stanza: contro uno dei muri c’erano tutti i suoi quadri ancora non venduti, oppure quelli che avevano un significato particolare per lei e che quindi non sarebbero mai stati venduti ma giusto esposti alle eventuali mostre alle quali partecipava tra un concerto e l’altro.

La restante mattinata Milena la trascorse dietro alla pittura, mezzo con il quale riusciva a incanalare quelle emozioni che non si potevano necessariamente incanalare con la musica, semplicemente perché erano troppo complicate. Il quadro al quale stava lavorando raffigurava un soggetto marino, era uno di quei quadri che fanno vedere sia la superficie del mare sia il fondale e i pesci al di sotto, sopra spiccava una balena che saltava fuori dall’acqua al chiaro di luna insieme al suo cucciolo, al di sotto invece vi era una moltitudine di creature viventi esistenti e anche mitologiche, tra queste spiccava una guizzante sirena dalla coda e le squame color zaffiro che giocava con dei pesci tropicali multicolori circondata da un insieme di bolle come se fossero un cerchio di quelli della ginnastica ritmica. Il quadro una volta terminato, così come se lo immaginava la pittrice, avrebbe dovuto possedere un’atmosfera surreale, quasi magica.

“ BUON COMPLEANNOOOOOOOO!!!!!”

Milena fu quasi spaventata dall’urlo improvviso per quanto era concentrata sulla sua creazione artistica.

“Ottavia! Mi hai fatta spaventare, ti sembra il modo di piombare in una stanza dove siede un’anziana signora?” rispose

“Ah ah ah ah ah ah anziana signora tu??!!??” le rispose la ragazzina.

“ Grazie per gli auguri stella” concluse Milena dando un bacio sulla guancia a Ottavia “A scuola come è andata?” chiese poi

“Mah.. le solite cose Mile, ci stressano per l’esame per il diploma già ora che siamo a Marzo figurati poi a Giugno come staranno messi i professori, io che sono una delle più brave della classe già sto sclerando pensa quelli che vanno male.. rischieremo sicuramente una crisi di nervi prima ancora di iniziare l’esame credimi”

“ be dai Ottavia pensa che comunque è il tuo ultimo anno di scuola, credimi farei volentieri cambio con te, è veramente il periodo più bello quello della scuola, a volte  vorrei tornare indietro…e poi per la Tesina puoi contare su di me, anche perché credo sia ovvio che porti un argomento musicale o artistico giusto?”

“Si avevo intenzione di portare un  argomento che c’entri comunque con la musica si esattamente” rispose la ragazzina.

“ E allora no problem uno dei prossimi giorni ci mettiamo e ti aiuto nella scelta”

“Grazie Mile” sorrise la ragazzina concentrando poi l’attenzione sul quadro che la ragazza stava dipingendo prima del suo esuberante arrivo in camera “Oddio ma è stupendo!” esclamò stupita.

“ Grazie.. si in effetti credo sia uno dei quadri più belli che ho fatto nell’ultimo anno”

“E’ PRONTO IN TAVOLA” sentirono urlare le due dalla cucina, era Sidia.

Ottavia partì alla volta della cucina, mentre Milena fece una tappa in bagno per risciacquare i pennelli e togliere le tracce di pittura dalle sue mani e soprattutto dalle sue unghie, che doveva necessariamente tenere lunghe perché le risultava più pratico premere le corde del violino quando suonava, ma che erano uno strazio quando dipingeva perché il colore si infilava fin sotto le unghie. Dopo un lavaggio accurato delle mani le asciugò con il suo asciugamano per poi provare nuovamente a chiamare Heles: per tutta la mattinata infatti non si era fatta ancora sentire, ne era rientrata a casa per il pranzo. Pochi secondi dopo che fece iniziare la chiamata le rispose il messaggio automatico. Spento. Ancora spento. Non lo aveva neanche acceso perché altrimenti avrebbe ricevuto un sms che l’avvisava. Il suo morale calò nuovamente mentre si dirigeva verso la cucina per poi lasciarsi cadere, in modo fin troppo goffo per la sua persona sulla sedia.

“ Heles l’hai sentita?” le chiese Sidia

“No ancora no ha il cellulare spento da stamattina” rispose lei triste. Iniziando a mangiare, come sempre Sidia aveva dato il meglio di se in cucina, era da sempre una delle più brave in cucina dei due gruppi, le altre due erano Morea e Milena per l’appunto. Sidia però cucinava spesso piatti particolari, che ancora non si usavano a Tokyo ma erano usatissimi nel futuro e quindi erano quasi sempre sapori nuovi, a volte delicati a volte intensi e speziati, ma sempre ottimi.

“Magari ha solamente la batteria scarica o sciocchezze simili” propose nuovamente Sidia

“No è impossibile lo ha messo sotto carica ieri sera, per tutta la notte” rispose la violinista, sapendo benissimo che le domande di Sidia avrebbero aumentato nuovamente i suoi dubbi e i suoi pensieri malevoli, anche se poteva essere come diceva la guardiana del tempo: ovvero che aveva riscontrato dei problemi al telefono, ma non era una scusa accettabile: esistevano pur sempre le cabine telefoniche in città e poteva farle una telefonata con quelle, sempre che Heles non si fosse dimenticata del suo compleanno, cosa molto probabile conoscendola.

Dopo pranzo la ragazza si mise a suonare, perfezionando l’esecuzione del pezzo che aveva presentato per la prima volta a Vienna ottenendo un discreto successo al debutto, e poi successo sempre crescente in  seguito: “Outer Senshi Theme” l’aveva finito di comporre proprio durante il viaggio di andata a Vienna, e quindi doveva ancora assimilarlo bene non tanto nell’esecuzione che come sempre era perfetta ma doveva assimilarlo ancora totalmente nella sua testa: non era infatti molto abituata a leggere sullo spartito anche perché si esibiva con pezzi di sua creazione, raramente con pezzi di musicisti famosi quali Mozart e Chopin ad esempio; ragion per cui ormai suonava quasi ad occhi chiusi.

Ottavia intanto decise di mettersi a studiare: la musica classica fin da quando era piccola le aveva sempre conciliato lo studio, e quest’abitudine continuava a protrarsi anche se ormai aveva quasi finito le scuole.

Verso le sei di sera tuttavia Sidia fece capolinea sulla porta della camera di Heles e Milena aspettando che la violinista finisse di suonare per non interromperla, cosa che sapeva innervosirla.

“Dimmi” le disse Milena sollevando lo sguardo verso di lei.

“Senti hai voglia di accompagnarmi in un locale stasera? È di una mia amica, lo inaugura proprio stasera e almeno non stai a pensare al fatto che Heles è sparita per tutta la giornata, vedrai che ti sentirai meglio se ti svaghi” rispose Sidia “Viene anche Ottavia”

“Si ok volentieri anche perché non avevo altri programmi stasera, come mi devo vestire?”

“Da sera ma non eccessivamente elegante, non è una festa aristocratica per intenderci”

“Ok va bene, per che ora andiamo?”

“La mia amica mi ha detto di essere li per le otto”

“Ok si dai in un’ora posso farcela, mi preparo e arrivo”

“Ok”

Detto questo Milena ripose con cura il violino nella sua custodia e allentò i crini che facevano parte dell’archetto per evitare che la continua tensione li spezzasse, dopo di che aprì l’armadio e cercò il vestito, la ragazza sapeva già cosa mettersi: un vestito nero e fucsia molto particolare che aveva preso a Vienna e che era piaciuto subito ad Heles in uno dei pomeriggi liberi in cui avevano fatto shopping. Poi mise una collana a giro collo con dei cristalli Swarovski, abbinati a orecchini e bracciale e dopo una spruzzata di profumo e le scarpe era pronta. Per il trucco aveva deciso di mettersi una leggera matita sugli occhi e un rossetto intonato al fucsia del vestito ma che considerata la sua pelle molto chiara le stava d’incanto.

Quando giunse in sala vicino all’entrata Sidia era pronta mentre Ottavia stava finendo i preparativi, e passarono altri dieci minuti prima che la ragazzina fece capolinea dalla sua camera. Erano tutte pronte, ma a Milena le mancava la presenza di Heles che ancora non si era fatta minimamente viva e ormai era tutta la giornata che non la sentiva, aveva più volte chiamato nel pomeriggio la compagna sul telefonino senza ottenere risultati, per di più si era accorta anche che aveva lasciato la ricetrasmittente a forma di orologio a casa.

Raggiunsero in silenzio la macchina nel garage che, vista la stagione fredda, era con il tetto decappottabile alzato, ovviamente guidò Silvia che sapeva dove era il locale, mentre Ottavia messaggiava con Chibiusa per tenersi in contatto e comunicarle alcune cose chiave della loro posizione, Chibiusa infatti era con Heles e con il resto del gruppo a dirigere la macchina che si stava per chiudere.

Il locale era situato nella Tokyo più benestante e aristocratica, e a Milena questo proprio non quadrava: Sidia non le aveva detto che non doveva vestirsi in modo aristocratico? E se si fosse sbagliata e avesse capito male la sua amica? Non che non fosse elegante con l’abito che indossava, ma poteva senz’altro esserlo di più con altri.

Il locale prescelto si chiamava “Sol Levante” e il nome già ispirava molto, Milena scese dalla macchina e aspettò sia Sidia che Ottavia perché non conosceva i padroni del locale e le sembrava quindi giusto far entrare Sidia per prima visto che era loro amica.

“Milena vai pure avanti tu” le disse Sidia

“Ma no figurati sei tu amica dei padroni del locale, io non sapevo manco dell’inaugurazione”

“Ma stai tranquilla Mile cavolo sei l’astro nascente della musica classica giapponese vuoi che non ti riconoscano? Ho detto che sei mia amica no?Vai tranquilla!”

Milena allora annuì e si avviò verso l’entrata del locale, che però almeno dall’esterno sembrava praticamente buio, e se si fossero sbagliate di giorno? Decise comunque di entrare e con sua enorme sorpresa la porta del locale era aperta. Dopo essere entrata non riuscì neanche a capire che cosa stesse succedendo, improvvisamente da buio totale, il locale si illuminò all’improvviso costringendola a dover chiudere gli occhi.

“BUON COMPLEANNO MILENAAAAA!!!!”

Sentì urlare da un punto impreciso della stanza mentre almeno da quanto le sembrava dei coriandoli le arrivavano addosso. Appena riuscì ad aprire gli occhi, notò subito il grande festone appeso alle volte a crociera del locale con scritto in fucsia: “Happy Birthday Michiru” Michiru infatti era il corrispondente del suo nome secondo la tradizione giapponese, Milena era la versione all’occidentale. Mentre ancora stava cercando di realizzare quello che le stava succedendo sentì due braccia stringerla in vita da dietro di lei: era Heles, di quello era sicurissima avrebbe riconosciuto quelle braccia tra quelle di un milione di persone, visto che bastava il loro tocco a scatenare un maremoto dentro di lei.

“Be non dici niente ti è piaciuta la sorpresa?” le chiese Heles

“ Non so che dire…” si limitò a dire lei con gli occhi pieni di lacrime, forse lacrime senza senso quello si, ma era risaputo tra il suo gruppo di amici che lei era estremamente emotiva e queste lacrime forse erano sintomo della sua emotività che arrivava ad essere visibile. “Cioè ragazze grazie è una bellissima sorpresa veramente” si sforzò a dire con la voce rotta dal magone.

“ Bè? E ora perché piangi? Sciocchina!” la pungolò Heles

“No è che… mannaggia a te Heles!! Mi hai fatta preoccupare per tutta la giornata, mi sono fatta i pensieri più strani su cosa stessi combinando e invece guarda qui che cosa bellissima che hai messo su”

“Sei te che pensi sempre male” le rispose l’altra. “Dai andiamo a festeggiare che le lacrime ti serviranno dopo” concluse Heles ricevendo un’espressione interrogativa dalla compagna, ma cosa stava combinando? Fu il pensiero di Milena in quel momento.

E in effetti Milena quel locale realmente non lo conosceva, ma le pareva bellissimo, aveva i muri che sembravano fatti di pietre antiche e il soffitto era cosparso di arcate a crociera. Lo stile complessivo del locale contrastava con la struttura, ma l’effetto era strabiliante: il locale infatti aveva dei tavoli di un materiale molto simile alla plastica di un bianco satinato, ma al loro interno avevano delle luci che variavano ciclicamente il loro colore cambiando anche l’atmosfera del locale: blu,viola,fucsia,rosso,arancio,giallo, verde e il ciclo ricominciava. Nel bel mezzo del locale vi era un tavolo molto lungo davanti al banco, mentre intorno vi erano dei tavolini più intimi circondati da delle tende perlate quasi trasparenti, tra il tavolo lungo e il locale vi erano le colonne che reggevano le volte a crociera scaricando il peso dell’intero edificio sul terreno.

Heles aveva organizzato una specie di festa a buffet e ovviamente Banny si era già fiondata a riempirsi il piatto di pietanze che occupavano la metà del tavolo più vicina a loro, mentre la restante metà era apparecchiata elegantemente. Milena allora si diresse verso il tavolo del buffet per servirsi e poco dopo fu affiancata da Sidia.

“Ma tu eri sua complice?”

“Ovvio”

“Ma potevi almeno tranquillizzarmi un po’ no?”

“ah ah ah ma io l’ho fatto solo che non è servito” le rispose Sidia beccandosi di rimando un’occhiataccia.

Il tempo della cena passò molto veloce e ben presto, come in ogni compleanno che si rispetti, arrivò il momento della torta. Heles infatti aveva pensato anche a quella, dopo che Milena ebbe spento tutte e ventidue le candeline, arrivarono anche le foto di turno con tutti. Non che non ne furono scattate durante tutta la sera, nelle pose più buffe e anche in momenti poco appropriati, come ad esempio quando scattarono una foto a Marta mentre tossiva perché le era andata di traverso l’acqua frizzante; oppure quando Banny si sporcò con la salsa degli onigiri tutta la faccia vicino alla bocca.

Dopo la torta che ovviamente fu squisita, come ogni torta che veniva ordinata dal pasticcere di fronte all’ingresso del parco dove sei mesi prima Milena si era vista con Adrien. Dopo la torta arrivò presto il momento dei regali, momento che Milena aveva sempre temuto fin da piccola, perché si sentiva quasi impacciata ad aprire i regali, anche se essere al centro dell’attenzione non le era mai dispiaciuto, e questa caratteristica l’aveva accompagnata anche negli anni durante le esibizioni musicali. I regali che ricevette Milena furono i più svariati: da Marzio, Banny e Chibiusa ricevette una camicia a maniche lunghe di sangallo, con una specie di volant davanti che le dava un aspetto molto elegante, dal gruppo di Banny invece ricevette un coordinato di orecchini, bracciale e collana in oro rosa con due ciondoli, uno in ametista e uno che sembrava un chicco di riso tutto traforato, erano della Pomellato marca italiana di oreficeria molto conosciuta.Gli orecchini erano uguali al secondo ciondolo traforato, mentre il bracciale riprendeva la catena della collana e aveva dei ciondoli uguali a questa. Tranne Amy infatti le sue amiche aveva iniziato tutte a lavorare ecco perché il regalo era comunque molto costoso oltre che difficile da trovare in Giappone.

“Ragazze ma dove li avete trovati? La Pomellato è difficilissima da trovare qui”

“Segreto del mestiere” le rispose Morea

“Allora non indago…Grazie” rispose lei mentre si sollevava la marea di capelli per permettere a Heles di chiuderle il gancio della catenina, lo stesso fece con il bracciale mentre invece gli orecchini riuscì a metterseli da sola senza problemi. La parure vista la pelle candida le stava d’incanto. Il gruppo di Akane invece riuscì a farle un ciondolo che su Ridel, il loro pianeta di origine era molto usato dalle ragazze ed era particolarissimo, di fattura quasi elfica e aveva una pietra trasparente retta da un ricamo fittissimo del metallo simile ad argento che la sorreggeva.

“Mile abbiamo fatto i salti mortali per trovarla, siamo andate a Ridel qualche giorno fa per vedere com’è la situazione sul nostro pianeta, e per fortuna e tutto a posto e l’abbiamo presa, dicono che porti fortuna a chi la indossa” le spiegò Akane.

“Grazie anche a voi, sicuramente ne avrò bisogno di fortuna, quella non basta mai” sorrise Milena.

Il pacco più grosso fino a quel momento fu quello di Sidia e Ottavia, e non voleva sbagliarsi, ma a Milena era sembrato di vederlo vibrare mentre era sul tavolo quando in teoria doveva rimanere fermo visto che nessuno lo aveva toccato, era quasi un mistero. Preso il pacco, anche abbastanza pesante iniziò a sfasciarlo dall’alto, scoprendo da prima una maniglia, poi man mano dalla carta emerse quello che in tutte le forme sembrava un trasportino per animali, più precisamente per gatti.  E infatti pochi secondi dopo vide spuntare un musetto molto chiaro con dei grandi occhi azzurri, che sembrava spaventatissimo da tutto il rumore che sentiva intorno a se. Ma era appurato: era un gatto, ed era pure bellissimo sicuramente di razza, a prima vista sembrava un birmano ma Milena non ne era molto sicura. Ringraziò sia Sidia che Ottavia, ben sapendo che la scelta del regalo era stata fatta da Ottavia, perché un compagno a quattro zampe era desiderato anche dalla ragazzina da un sacco di tempo. Mentre le altre aspettavano il caffè, molto discretamente Heles la chiamò da parte e le fece strada verso quello che era una terrazza di grandi dimensioni che si affacciava sulla strada, anche se era talmente in alto che il rumore del traffico si sentiva a malapena. Quello che colpì invece Milena fu la presenza di rose sul terrazzo, erano rosse e curate benissimo, non vi era infatti neanche una pianta malata, e stranamente erano anche fiorite con due mesi d’anticipo. Cosa che non doveva sorprenderla visto il caldo improvviso delle ultime settimane.

“Be piaciuta la festa?” le disse Heles, cingendola da dietro, conoscendola avrebbe detto sicuramente di si.

“Moltissimo, quasi quasi ti perdono pure il brutto comportamento che hai avuto oggi nei miei confronti” rispose lei provocandola.

“A si? Grazie è!!” disse Heles sfilando poi senza farsi vedere una scatolina dalla tasca dei pantaloni. “ Senti, visti gli avvenimenti di questi mesi, e anche visto che ormai facciamo quasi sei anni insieme, bè mi sembrava giusto che anche tu avessi uno di questi”

“Hel non ti seguo” disse l’altra girandosi a guardarla, anche se un po’ immaginava quello che Heles intendeva, e al solo pensiero sentì il cuore battere forte. Heles dal canto suo quando la vide voltarsi sotto i raggi bianchi della luna, che illuminavano il suo viso facendo luccicare i ciondoli che la ragazza portava al collo, cancellò quasi tutte le paure che aveva tenuto in serbo fino a quel momento. Si ne era convinta era la cosa giusta, il gesto che stava per fare era sicuramente importante, ma gli ultimi mesi le avevano fatto capire quanto amava quella ragazza che era entrata come una temporale estivo a scombussolarle la vita.

“Intendevo questo…” le disse lei aprendole la scatola sotto il naso, non era mai stata brava a esporre i suoi sentimenti, soprattutto nei momenti importanti come quelli, e se Milena le avesse detto che cinque anni, quasi sei erano troppo pochi?

Milena appena la sua compagna aprì la scatolina nera con l’interno in velluto che sosteneva… cosa?? Non ci poteva credere era un anello e di preciso un Solitario, questo vuol dire che Heles come lei aveva avuto la necessità di rendere, per così dire, ufficiale il loro fidanzamento.

“Amore è bellissimo, oddio ma quanto cavolo hai speso? E’ stupendo” rispose lei saltando al collo di Heles prima di baciarla con tutto l’amore che sentiva scorrerle in corpo. E in effetti l’anello era particolare: era o in oro bianco o in platino quello non poteva saperlo, ma la montatura del diamante che vi era sopra sembrava come un cappio sulla sinistra del diamante, mentre sulla destra il diamante era retto da un filo singolo e non a cappio, e il diamante era infilato dentro il cappio come se fosse un piccolo bottone che chiude una giacca. Dopo un bacio di diversi minuti le due si staccarono, e l’anello fu infilato sulle dita affusolate della violinista.

Si Milena ne era convinta: quello era stato il compleanno più bello della sua vita, lo aveva trascorso con le persone che amava e sicuramente la giornata che aveva appena trascorso sarebbe stata una di quelle che avrebbe ricordato per sempre.

   
 
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