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Autore: Liz    06/03/2011    4 recensioni
Snowdrops: nel linguaggio dei fiori simboleggiano la vita e la speranza.
Angela ha 19 anni, i suoi genitori sono morti da due anni, i suoi compagni la maltrattano... Solo l'incontro con Seth riuscirà a darle una ragione per andare avanti. Ma riuscirà ad avere la forza per lasciarsi tutto alle spalle?
Una storia che narra la necessità di avere qualcuno accanto.
Hope you like it!
[Dall'ultimo capitolo] "Pur cogliendo l’ironia e la sottile insoddisfazione delle sue parole Angela annuì dopo un attimo di smarrimento, chiudendo gli occhi.
Più che un bacio, fu una carezza data con le labbra: fugace e superficiale, eppure le fece tremare le gambe più del loro primo bacio.
Forse perché sapeva che sarebbe stato l’ultimo, e che non avrebbe mai potuto più riavere il viso di Seth sul suo."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Snowdrops'
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8. Morning kiss

“E se… se rimanessi qua… ancora una volta? Se io volessi dormire con te ancora una volta?”
Il moro la squadrò stupefatto, senza sapere cosa pensare: lo stava invitando a dormire o era una risposta alla frase idiota di poco prima?
Fosse stata qualcun’altra non avrebbe avuto dubbi sul come interpretare le sue parole, ma con Angela non si poteva mai sapere. Merda, ma quanto si stava rammollendo?
“Cosa vuoi dire Angela?”
Lei alzò velocemente il viso, rivelandogli due occhi luccicanti e imploranti.
Non voleva svelargli ciò che sentiva davvero, era troppo stupido: semplicemente non voleva svegliarsi ancora da sola la mattina, non voleva fare colazione in silenzio, uscire di casa senza salutare nessuno, senza aver sfogato le preoccupazioni quotidiane a qualcuno. Quando lui era rimasto a dormire la scorsa volta… era stato così bello! Le aveva ricordato quando ancora aveva una famiglia.
“Rispondimi solo sì o no” gli disse alla fine.
Seth annuì serio, decidendo che come al solito neanche chiedere direttamente con Angela funzionava, e lei gli sorrise leggermente, nascondendo l’eccessiva allegria che stava soppiantando l’imbarazzo della richiesta.
Quando tornò in camera con addosso il pigiama, Seth le sollevò le lenzuola, scostandosi su un fianco per farla accomodare bene tra le sue braccia; la percepì tremare, interpretando i brividi come reazione per il letto freddo, senza immaginare che in realtà erano derivati dal leggero dolore che le davano i lividi sulle braccia schiacciati contro il materasso.
“Hai freddo?” le mormorò vicino al viso, con voce calda.
Angela lo guardò un attimo, per poi chinare il viso rosso per l’imbarazzo. “No…”
Ma come se avesse detto di sì, Seth la strinse ancora di più, sentendola aderire al suo corpo in modo perfetto; le mani della ragazza erano appoggiate al suo petto come a tenere le distanze, ma le sue gambe erano attorcigliate alle sue in modo parecchio intimo.
“Seth… io posso dirti tutto?”
La domanda improvvisa lo sorprese: evidentemente quella era la giornata delle richieste strane.
“Certo”
“Se io ammetto di volerti bene… tu non te ne andrai mai, vero?”
Seth spalancò gli occhi, incontrando quelli di Angela.
In quel momento, come un lampo, capì cosa aveva di strano quella ragazza che gli aveva ispirato tanta protezione: evidentemente, dopo la morte dei suoi genitori, era regredita a uno stato emotivo quasi infantile, sempre in cerca di sicurezze e di legami stabili, che avrebbero saputo guidarla e far crescere. Sì, doveva essere per forza per quello che Seth non riusciva a trattarla come le altre ragazze.
L’essere rimasta sola per due anni aveva reso la sua mente pari a quella di una bambina che cercava continuamente l’amore dei suoi genitori, senza chiedersi né come né perché, ma semplicemente sentendone il bisogno necessario per poter andare avanti.
Era questo che voleva da lui? Un affetto quasi paterno, incondizionato e totale?
Le passò una mano sul viso, sfiorandone la pelle bianca col dorso delle dita; il suo sguardo assorto nella contemplazione del suo viso fece palpitare più velocemente il cuore di Angela, già in perenne stato di tensione per la situazione creatasi.
“Tu non mi devi niente, Angela. Se hai voglia di dirmelo fallo pure, ma che tu lo faccia o no, io da qui non me ne vado”
Le labbra della ragazza si distesero in un sorriso rilassato sotto i suoi polpastrelli, mandandogli degli strani brividi freschi lungo le mani. “Grazie” bisbigliò lei, sollevata: quella domanda le era uscita senza la possibilità fermarla, come un fiume in piena.
Tuttavia Seth le sembrò sospirare turbato: avrebbe voluto chiedergli cosa avesse, ma aveva paura di essere lei la causa dei suoi pensieri.
“Davvero pensi che stasera te la caverai così?” pronunciò poi lui all’improvviso, facendola sobbalzare.
Oh andiamo, lui era un ragazzo nel fiore dei suoi anni e aveva tra le braccia la ragazza che gli piaceva: davvero era supposto che non facesse niente, che dormisse ancora una volta tranquillo senza nemmeno tentare?
Angela era ingenua, ma di certo non stupida. Dormire assieme la volta prima era dipeso un po’ dalle circostanze, ma stavolta che motivo aveva per non voler stare da sola? Seth doveva almeno provarci o sarebbe esploso. Quel caldo improvviso che lo avvolse fastidioso era colpa della ragazza, del suo stringersi a lui dolcemente come si abbraccia un orsacchiotto di peluche; si sentiva stupido come un ragazzino con gli ormoni in rivolta, per colpa delle sue mani fredde sulla sua schiena, dell’aderire del suo seno.
No, questo Angela se l’era proprio cercato.
Così in un attimo, con un gesto veloce e improvviso, Seth la prese per i fianchi e la fece girare sotto di sé, in modo da poterla sovrastare e guardarla negli occhi verdi che lo fissavano a dir poco perplessi.
“Seth, ma che…”
Ma prima di riuscire a finire la frase il moro si chinò su di lei, baciandole la fronte mentre affondava le mani tra i suoi capelli per averla come creta tra le sue dita.
“Seth…” ripetè lei, sembre più agitata e tesa.
Quando si sollevò da lei Seth le rivolse un tenero sorriso, stando ben attento però a tenerla ferma sotto di lui. “Se tu non l’avessi capito Angela, io sono un ragazzo. Non puoi abbracciarmi e parlarmi così e pretendere che io mi comporti come un fratello”
Era deciso a portare a termine almeno qualcosa quella sera: lei era lì, calda e morbida sotto di lui… come poteva resisterle?
Il suo sguardo smarrito però lo fermò un attimo, bloccandogli i bollenti spiriti: non gli piacevano per niente quegli occhi, perché significavano che lo scudo di Angela stava tornando a separarli. Quando lo guardava così si sentiva come uno sconosciuto che si era permesso una confidenza di troppo e per questo veniva giudicato strano e pericoloso.
Tanto bastò a calmarlo, deluso e amareggiato, e farlo cadere di peso sul letto, volgendo la schiena ad Angela, sempre più confusa.
“Seth?” lo chiamò lei con voce rotta, appoggiandogli una mano sulla spalla; lui non le rispose, incapace di guardare in faccia la sua sconfitta, ma trattenne il fiato quando la sentì distendersi ed accovacciarsi contro il suo dorso.
“Lo so perfettamente che tu sei un semplice ragazzo. Per questo ho così paura che tu te ne vada via da me…” gli sussurrò arrossendo, con voce flautata. “… Perché non ho nessuna garanzia di essere amata da te”.
Seth sentì una morsa alla base dello stomaco che lo costrinse a girarsi, una sorta di senso di colpa per averla fatta sentire così.
Era impossibile, ormai non si riconosceva più: come poteva lui lasciarsi condizionare così da una ragazzina e poi sentirsi anche in errore? Ma ormai stava cominciando a capire che quando era con Angela doveva dimenticarsi tutto ciò che era sempre stato, tutto ciò che aveva sempre provato.
Quando la ebbe davanti, rossa in viso e accovacciata come una bambina, non riuscì a trattenere una flebile risata.  “Spiegami perché sei dolce e tenera solo quando siamo nello stesso letto…”
Angela sorrise rilassata, guardandolo negli occhi con quell’espressione un po’ assorta che a Seth piaceva fin troppo. “Non saprei. Forse al buio e al calduccio non mi fai più molta paura!”
“Ma senti questa…!” rise Seth, abbracciandola con slancio. Chinò la testa per annusare il profumo dei suoi capelli, sui quali poi lasciò una breve carezza.
“Ora dormi, signorina cameriera” le mormorò accarezzandola, mentre la ragazza chiudeva gli occhi per lasciarsi cullare dal profumo e dal caldo inebrianti del ragazzo.
“Smettila di chiamarmi così” biascicò già nel mondo dei sogni.
Appena si fu addormentata Seth sospirò affranto, ripetendosi quanto si stava rammollendo.
Com’era possibile che ogni cambiamento d’umore di questa ragazza lo condizionasse così tanto? Chi era lei per aver ridotto il suo cervello e il suo orgoglio in poltiglia?
Avrebbe dovuto andarsene non appena lei l’aveva rifiutato, ma non l’aveva fatto perché sapeva benissimo che avrebbe rimpianto amaramente una notte passata accanto a lei. Doveva fare qualcosa e per quanto non avesse la minima idea su come evitarlo, non poteva permettersi di – per carità – innamorarsi.
Perché era quello ciò che Angela gli stava facendo.
***
Non c’è risveglio migliore che aprire gli occhi e trovare qualcuno accanto, magari già sveglio da un po’, che ti accarezza dolcemente la nuca perso nei pensieri del primo mattino.
Prima di accorgersi che si fosse svegliata, Angela poté osservare per qualche secondo Seth e sentirsi in un imbarazzo enorme per la situazione a cui aveva subito collegato il volto appena sveglio di Seth accanto al suo.
Se qualcuno li avesse visti avrebbe sicuramente pensato che fossero una coppia che aveva passato la notte assieme, e non solamente dormendo.
Ma questi pensieri così nuovi per una come Angela vennero completamente rimpiazzati dal sorriso di Seth che, accortosi che si era svegliata, si era girato verso di lei interrompendo le carezze. Neanche Angela fosse il suo animaletto…
“Buongiorno” bisbigliò con voce impastata, probabilmente anche lui era sveglio da poco.
“C-ciao…” balbettò lei, arrossendo vistosamente. Ma che diamine, anche se era sveglia da sì e no due minuti era già capace di raggiungere il colorito di un pomodoro…
“Hai dormito bene?”
Angela annuì sorridendo, felice che fosse davvero così. Ormai aveva appurato che era la presenza calda e confortante del ragazzo a cacciare via i brutti ricordi e gli incubi; e ora che lo sapeva, sarebbe stato sempre più difficile dormire da sola in quella casa vuota e silenziosa.
“Mi hai sognato per caso?” ghignò Seth, alzando il viso della ragazza verso il suo con entrambe le mani. Angela stava per rispondere indignata quando il trillo fastidioso e metallico della sveglia si insinuò tra di loro.
Mentre si muoveva nel letto per spegnere il marchingegno, sfiorò coi piedi le gambe del ragazzo che ebbe un sussulto.
“Che piedini freddi, signorina…” osservò Seth, afferrandola per la vita con entrambe le mani e riportandola di peso tre le sue braccia: vi mancava da due secondi e già si sentiva vuoto.
Angela sorrise impacciata, borbottando “Scusa…”
“E di cosa? Dai, mettimeli tre le gambe, te li scaldo io” Seth si spostò un attimo per permetterle il movimento mentre lo ringraziava, approfittandone però per portare il suo viso sempre più vicino a quello della ragazza.
“Sembra proprio che tu abbia trovato un baby-sitter perfetto, no?”
“Mmm… non saprei. Non darti troppe arie, sei ancora in prova…” disse Angela, fingendo un tono severo.
Seth sorrise guardandola negli occhi e mozzandole il respiro. “Ma se ti scaldo pure le zampette gelate?”
“Devi ancora perfezionare i metodi! E magari devo pure pagarti?”
“Ovvio! Ho passato una nottata con te avvinghiata come un koala” non che gli fosse dispiaciuto, ma questo non poteva dirglielo.
“E sentiamo, cosa vuoi come compenso? Soldi non te li do di certo!” rise lei, ricambiando senza accorgersi la sua stretta e allacciando le mani sulla sua schiena; resasi conto del suo gesto spalancò gli occhi agitata, trovando quelli di Seth a fissarla profondi e cupi.
Si fissarono a lungo col fiato sospeso, ben sapendo quello che stava per succedere, ma senza che nessuno dei due avesse il coraggio di pronunciare le fatidiche parole: una tacita conversazione che ebbe fine quando all’improvviso la voce calda e sussurrata di Seth ruppe il silenzio, avvolgendo il cuore di Angela fino a quasi impadronirsene.
“Un bacio. Un bacio è tutto ciò che ti chiedo.”
 
Angela trattenne il fiato e sentì le guance diventare porpora, mentre gli occhi di Seth la immobilizzavano ancora. Era impossibile che stesse scherzando, non con quello sguardo serio e penetrante, che le stava piano piano sciogliendo l’anima e che sembrava pretendere una risposta affermativa.
Perché le aveva fatto una richiesta del genere?
“Allora?”
Sussultò al suono roco della sua voce, col cuore a mille e le mani sudate di freddo.
Non c’era dubbio sul fatto che Seth fosse un ragazzo decisamente affascinante e provocante, ma cos’avrebbe significato il bacio che gli avrebbe dato?
Sarebbero rimasti amici, non sarebbe cambiato nulla… vero?
Un bacio… cosa poteva essere? Doveva vederlo come un modo per ringraziarlo di tutto: al posto dei soliti biscotti gli avrebbe dato un bacio.
Vedendo la ragazza così in panico, Seth chiuse gli occhi ed arricciò le labbra, chinando la testa. “Ho capito” pronunciò secco, nascondendo la delusione.
“Va bene” disse lei all’improvviso, con un’insolita determinazione e Seth spalancò gli occhi, stupefatto. Angela non osava guardarlo mentre diceva “P-però tu devi stare immobile” e lui si sentiva particolarmente agitato. Davvero aveva accettato?
Sotto il suo sguardo ancora sconvolto Angela si mise sdraiata sopra di lui, appoggiando le braccia ai lati delle sua testa: era a dir poco paonazza e tremava, trattenendosi con le labbra serrate.
Seth non riusciva a crederci; rise d’istinto e le prese entrambe le mani, sollevandola mentre si sistemava seduto sotto di lei. Esaminò con cura il suo viso, cercando di capirne ogni emozione, e poi scese sulla pelle nivea del collo, giù fino a…
Rise a voce alta, fissando le pecorelle rosa cucite sul pigiamone bianco di flanella, mentre posava le mani sui suoi fianchi, inconsciamente alzando il tessuto spesso della maglia. “Ehi! Col buio non avevo mica notato questo bel pigiamino!”
Angela ebbe un sussulto, diventando se possibile ancora più rossa. “C-Cosa? E-e poi ti avevo detto di stare fermo!”
“Nono signorina cameriera! Una volta che hai detto sì non puoi tornare indietro…” pronunciò con voce sempre più bassa, sporgendosi in avanti verso il suo collo; la teneva stretta con entrambe le braccia, allacciate sotto la felpa attorno alla sua vita.
Le lasciò un bacio umido sulla pelle tesa, assaporandola lentamente, mentre apriva le mani a palmo per sentire la consistenza serica delle sue spalle e si accendeva un poco nel constatare l’assenza di reggiseno.
“T-ti avevo detto che ti davo un bacio solo se… solo se stavi fermo” ansimò Angela, allontanandolo a fatica.
 “Uff! Ok…” Seth sbuffò lasciandosi cadere a peso morto sul letto, mentre la ragazza si chinava nuovamente su di lui, aggiustandosi i capelli dietro le spalle che ancora bruciavano per il tocco vellutato delle sue dita.
Lentamente, molto lentamente, Angela stava portando i loro visi sempre più vicini, ancora indecisa su cosa fosse meglio fare ma sentendosi ormai completamente persa tra le sue iridi buie e il suo respiro caldo che le sfiorava la pelle.
Portò le mani sulle sue guancie, assaporando la ruvidezza della barba leggera e stirando la pelle coi pollici; Seth mugugnò impaziente facendo scappare ad Angela un sorriso, fino a quando non appoggiò le labbra sulle sue con calma, come avesse paura di rompere quel sottile equilibrio che si era creato tra di loro.
Le fece aderire cauta perfettamente, godendo del suo sospiro al contatto appena avvenuto, e scoprendo come fossero morbide e piene, dolci e allo stesso tempo forti.
Perché era tutto così dannatamente facile con lui?
Scherzare, parlare, confidargli i suoi segreti più profondi, toccarlo, persino baciarlo: non temeva nulla di tutto ciò. Quando era con lui Angela non aveva più il controllo di sé stessa; quando erano vicini, il potere sul suo corpo, sul suo cuore, apparteneva a Seth, come se fosse… innamorata.
Ma come era possibile? Aveva bandito quel sentimento dal suo cuore! Molto meglio dei legami semplici e di poco spessore, che quando si spezzano meritano a malapena una lacrima.
Ma ormai era ben consapevole che il suo legame con Seth era andato ben oltre questa soglia di almeno qualche decina di chilometri, e quel bacio ne era la testimonianza.
Stava sbagliando, forse. Oh, ma a chi importava alla fine?
Come poteva riuscire a ragionare così immersa nel suo calore e nel suo profumo, sentendo il suo corpo solido tendersi e rilassarsi nell’assecondare le carezze delle sue labbra?
Seth la strinse forte incrociando le braccia sulla sua testa e azzardò un movimento delle loro bocche che la fece fremere d’emozione.
Piano piano, un passo alla volta, ponderando ogni azione per non rischiare di farla fuggire via: era dalla prima volta in cui le aveva parlato che voleva baciarla ed ora che finalmente c’era riuscito gli sembrava impossibile.
A lui, che era abituato a far ben altro con le donne! Eppure quel contatto gli pareva così puro ed innocente… ma forse perché era con Angela che stava avvenendo.
Con quella ragazza che voleva essere scontrosa ed orgogliosa ma alla prima occasione gli chiedeva di non lasciarla mai, con colei che gli faceva battere il cuore come poche volte era successo in ventuno anni di vita.
Ogni tentativo di resisterle era ormai crollato, opponendo ben poca resistenza: come doveva comportarsi ora?
Stranamente – anche se il desiderio era tanto – non riusciva a voler andare fino in fondo: gli sarebbe bastato benissimo continuare a baciarla ed allungare i secondi in cui poteva gustare il suo sapore dolce e umido. Si sentiva eccitato come se fosse stata la prima volta che avesse avuto quel genere di vicinanza.
Si rincorrevano, si assaporavano e si scoprivano come se fosse un gioco in cui nessuno dei due voleva perdere; si separarono alla fine spossati e ancora più agitati di prima, senza smettere di guardarsi negli occhi, in una sfida costante nel vedere quale sarebbe stata la prossima mossa dell’altro.
“Ora ci credi che ho già dato il mio primo bacio?” disse Angela, senza accennare a staccarsi dal corpo di Seth, che annuì ridendo. “Mmm… sì direi di sì, ma non ne sono molto sicuro. Forse se me ne dai un altro posso capirlo meglio…”
La ragazza fece finta di indignarsi, mascherando il leggero sfarfallio nello stomaco. “Mi dispiace, l’accordo esplicava chiaramente un bacio soltanto!”
“Non è affatto giusto…” replicò lui, mettendo il broncio mentre Angela si alzava cercando le ciabatte perse sotto il letto.
“Non lamentarti e muoviti, o farò tardi…”
Seth la fissò pensieroso, appoggiandosi su un fianco senza lasciar trasparire la minima intenzione di uscire dalle coperte “E se oggi ti rapissi dalla scuola?”
Angela alzò il viso verso il suo con gli occhi sgranati. “Sei serio?”
“Ahaha, cosa c’è? Non dirmi che non hai mai fatto sega a scuola, signorina cameriera!” chiese il moro incredulo, squadrandola con interesse e facendola arrossire violentemente.
“Che… certo che no! Io sono una persona seria a differenza di qualcuno!”
Seth sghignazzò profondamente divertito dalla reazione di Angela; poi allungò la mano a cercare la sua, trovandola fredda e tremante: si era proprio offesa!
“Allora… vuol dire che c’è sempre una prima volta!”
Angela imprecò sottovoce, distogliendo il viso da quello del moro, che continuò a parlare mettendosi seduto. “Dai! Ti porterò a mangiare le brioches più buone della città e poi al parco, che la mattina è sempre deserto e tranquillo! E se fa freddo andremo in giro per il centro…”
“E va bene…” biascicò alla fine la ragazza, trattenendo il sorriso che stava nascendo sul suo viso al solo sentire le parole di Seth, che le lasciò andare la mano osservandola con un’allegria contagiosa.
“Allora ti lascio preparare con calma…” le disse prima di uscire dalla stanza.
Angela rimase immobile ad osservare la porta che aveva appena chiuso, chiedendosi cosa fossero tutte quelle emozioni che la stavano travolgendo.
Un’intera mattinata con lui a parlare e ridere, a discutere di cose idiote come di massime esistenziali. Una giornata al suo fianco, senza sentire mai la mancanza dei suoi lineamenti o del tono della sua voce, assuefatta dal suo profumo… Era talmente bello da sembrarle impossibile.
Che tutto questo stesse capitando proprio a lei le faceva esplodere il cuore in mille coriandoli, facendole girare la testa: si dovette sedere per contenere la propria gioia.
Si preannunciava una giornata memorabile, di quelle che ti ricordi per tanto tempo col sorriso sulle labbra, magari rievocate da una semplice canzone.
Con una frenesia che non le apparteneva Angela aprì l’armadio per scegliere i vestiti più adatti, trovandosi però davanti un immenso nulla: voleva essere carina per Seth, ma i vestiti che aveva davanti le sembravano vecchi e inadatti, grigi e noiosi.
Effettivamente negli ultimi due anni non aveva avuto molta voglia di andare a fare shopping, quando proprio le serviva qualcosa la sceglieva a caso tra il meno peggio… e un armadio praticamente vuoto era il risultato di questa negligenza.
Alla fine scelse dei normali jeans chiari a vita bassa e un maglione blu di lana grossa, ideale per quelle giornate ancora fredde di metà febbraio. Dispose i capi sul letto mentre si toglieva un po’ a malincuore il pigiamone di flanella e si infilava il reggiseno, quando all’improvviso Seth aprì la porta.
“Angela dove tieni il…” la domanda del ragazzo morì a metà non appena Seth si rese conto di avere davanti Angela in reggiseno.
“Ah… I-io credevo che ormai avessi finito…” balbettò arrossendo un poco, senza togliere gli occhi da lei che stava lentamente assumendo un colore tendente al bordeaux.
Seth si schiarì la voce e richiuse la porta velocemente, annegando nell’imbarazzo: come gli era saltato in mente un gesto così stupido? Poteva almeno bussare prima di entrare, no?!
Oh, ma almeno aveva visto qualcosa di davvero interessante… Come pensava, Angela doveva avere una terza, anche se non molto abbondante e… all’improvviso Seth spalancò gli occhi, chiedendosi se avesse visto bene.
Aprì la porta ed entrò nella stanza, raggiungendo Angela con passo veloce e deciso.
“SETH! Ma che diavolo stai facendo!?” urlò lei coprendosi rapidamente col maglione, ma il moro non le rispose; le prese il braccio con forza, in modo da farle rivelare il suo corpo, e guardò la pelle della ragazza che presentava lividi violacei un po’ dappertutto e dei tagli ancora arrossati sull’avambraccio. Sì, purtroppo prima aveva visto bene.
La sentì tremare e la scrutò disorientato. “Angela… ma che significa…?”
Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime e scostarsi dai suoi, trasparendo agitazione e… paura. Eccolo di nuovo il muro di Angela, venuto per tenerlo estraneo alla sua vita: ma un conto erano le avances un po’ troppo spinte, un altro quei segni così orrendi da annebbiargli la mente.
“Ti ho fatto una domanda” la esortò ancora, alzando la voce mentre sentiva montare la rabbia.
Angela chiuse gli occhi e con una mossa improvvisa riuscì a liberarsi dalla stretta del moro. “Non sono affari tuoi! Vattene!” gridò a testa bassa, incapace di guardarlo, ma il successivo silenzio di Seth la costrinse a farlo: la stava fissando con la fronte contratta e i pungi serrati, in un’ espressione scocciata piena di amarezza che la fece sprofondare.
“Come vuoi” pronunciò lui con voce dura, dirigendosi verso l’uscita con passo spedito.
“…No…” sussurrò Angela, sentendosi improvvisamente vuota e gelida.
“E allora non comportarti sempre come una cazzo di bambina. Pensavo fosse chiaro che io sono qui per te, ma evidentemente non sono ancora abbastanza degno dei tuoi segreti” esplose lui, mantenendo un tono basso ma tradendosi con le mani tremanti di rancore “Ed io, di implorarti per una risposta, non ne ho la minima voglia. Ciao”
Dopo pochi secondi Angela sentì la porta di casa sbattere violentemente, coprendo il rumore del suo cuore che si spezzava ancora una volta.
Ed ogni volta faceva sempre molto, molto più male.
 
 
 
 
Note poco serie
Salve! Come state?
Vi prego risollevatemi il morale ç_ç da domani infatti ricominciano i corsi e addio vita ._. tornare tutti i giorni alle 7 di sera… ma chi me lo fa fare!
Comunque.
Sono felice che Seiry piaccia anche a voi >.<
Il prossimo capitolo è ancora a metà, o meglio: ci sono l’inizio e la fine, ma c’è quel pezzo a metà che mi crea problemi. Spero che nelle prossime due settimane questo si risolva per il meglio… sì, perché dal prossimo capitolo la cadenza tornerà ogni due settimane, sempre di domenica, ovviamente perché il tempo per scrivere sarà davvero poco. Detto questo, spero che questo capitolo vi piaccia.
Angela e Seth si baciano, ma ci terrei a precisare che ancora non si amano. Sono sulla giusta via per esserlo, ma ancora no. Quel bacio significa poco o niente per entrambi… era più che altro uno sfizio da togliersi, anche se da dire così è brutto. Lo spirito è forte, ma la carne è dobole, non ci sono più le mezze stagioni e sotto la panza la mazza avanza. Scusate la volgarità, ma è il proverbio del giorno… lasciamo stare, così vi ho dato un’impressione ancora peggiore.
E appena fatta la pace… una nuova lite! Stavolta è Angela ad aver agito “male”: Seth ha fatto di tutto per farla aprire e lei lo caccia via. Lui si sente tradito, ecco. È deluso.
Ma lo vedrete tra due settimane!
 
Piccola anticipazione: “Lo aveva ferito e deluso, lo sapeva e voleva farsi perdonare, ma il suo comportamento era altrettanto sbagliato!
“Ma cos’ aveva stasera Seth?” domandò Sarah sconcertata.”
 

http://twitter.com/LizEFP
 
Alla prossima!!
Liz
 
   
 
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