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Autore: LadyNorthstar    07/03/2011    4 recensioni
Mio caro Ezio,
scrivo queste poche e confuse righe senza l’intenzione di sottoporle ai tuoi occhi o al tuo giudizio, ma più nella speranza di portare un po’ di pace al mio cuore il tumulto...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ezio Auditore, Niccolò Machiavelli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio caro Ezio,

scrivo queste poche e confuse righe senza l’intenzione di sottoporle ai tuoi occhi o al tuo giudizio, ma più nella speranza di portare un po’ di pace al mio cuore il tumulto.

Forse non è a te che mi sto rivolgendo, ma a quella parte del mio cuore preda di questa velenosa ossessione, che mi divora e depriva di ogni giudizio, e che strenuamente si oppone alle obiezioni che la mia mente razionale continua a gridare a gran voce.

Ti amo, innegabilmente, come mai mi è capitato di amare: Cupido ha lentamente straziato il mio debole cuore di mille frecce, che come spade lo trafiggono ancora, e mi impediscono di ignorare quel che provo e bramo.

Mi basta il pensiero di te perché il mio animo gravato di preoccupazioni si senta più leggero, mi basta la tua presenza perché il più nero dei giorni sia attraversato dai timidi raggi della speranza, mi basta il tuo tocco per dimenticare chi sono e siamo… e allora perché devo sentirmi imprigionato?

Perché ciò che mi dona tanta gioia e sollievo deve essere avversato dal mondo?

Perché la gente per la quale liberta versiamo il nostro sangue, getterebbe i nostri corpi nelle fiamme se sapesse, se sospettasse?

No, neppure i Novizi che tu stesso hai salvato e accolto, neppure loro sarebbero pronti a perdonare quello che è ed è sempre stato il più nemico della Ragione e del Credo definisce peccato.

Ma nonostante il terrore di essere scoperti, facendo crollare il fragile castello di carte che hai faticosamente creato tramite quella VIRTU’ della quale mi hai mostrato il fulcro, nonostante questo io non posso fare a meno di te.

Se chiudo gli occhi ti vedo dormire placido, facendo del mio braccio il tuo guanciale, e sento il rantolo lieve del tuo respiro, l’odore acre ma dolce del tuo corpo stanco e ancora sudato. Posso sentire sotto le dita la tua pelle resa ruvida dalla costellazione si piccole cicatrici, ognuna testimone della tua infinita devozione che io colpevolmente ho messo in dubbio una volta.

Oh Ezio, se solo potessi fare a meno delle tue labbra, se solo non fossi incatenato al desiderio di possedere il tuo corpo, si sentirlo fremere sotto il mio tocco… perché derivo tanto piacere dalla tua debolezza, mio amato?

Tu, sempre sprezzante e sicuro, la cui presenza è così imponente da gettare la propria ombra sul più potente degli uomini, facendo vacillare il più risoluto dei guerrieri, eppure tu, chiuso l’uscio delle mie stanze, lasci scivolare a terra la pelle di leone di cui ti vesti, e mi mostri i tuoi dubbi, le tue paure, le tue ansie, che non sono meno grandi delle mie. Ti abbandoni a me con la cieca fiducia che solo chi ama sa riporre in qualcun altro, riveli la parte di te che contegno e necessità ti impediscono di svelare… è forse per questo?

E’ per via della tua dolce resa, che mi trovo così privo di difese nei confronti di questo amore, destinato a terminare presto perché consumato dalle distanze e dai doveri o perché affogato nelle lacrime e nel sangue?

Oh Fortuna, che ami giocare con me come il gatto col topo, cosa devo opporre a te se non la mia risoluzione?

Non più giovane e spregiudicato, posso ancora io sperare di superare le prove alle quali ci sottoporrai?

 
Niccolò Machiavelli

 
Post scriptum: Ezio, se per sventura o per fato questa lettera capitasse tra le tue mani, ti prego di non ridere delle tribolazioni di un uomo che a nulla ha mai creduto se non al proprio giudizio e alla propria ragione. Sappi che puoi fregiarti della consapevolezza di essere stato il primo e l’unico essere umano a farmi vacillare, e che non provo rancore né rammarico per questo.
  
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