Lo fisso, stupito.
“Sei, come dire…” lascio la frase in sospeso, cercando di trovare il giusto aggettivo per completarla.
“Intelligente? Furbo? Astuto? Scaltro?” mi aiuta, pavoneggiandosi.
“Strano.” Termino, comunque non del tutto sicuro.
Apre e chiude la bocca, indignato.
“E questo cosa vorrebbe dire?! Strano in che senso?!”