Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: AmaleenLavellan    08/03/2011    2 recensioni
Il Carnevale, a Colonia, è qualcosa di religioso, sacro, ben più importante di qualsiasi altra ricorrenza. E questo, Ludwig, lo sa bene. Per questo vuole che tutto sia perfetto e speciale, ma.. Ci riuscirà?
Dopo una UsUk Natalizia, una Ludwig!Centric per Carnevale. Perché Colonia mi ha conquistato, anche se è stata solo una sera.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccolo chiarimento iniziale: Alaf è una esclamazione caratteristica di Colonia, propria del Carnevale, che somiglia molto a un Hip Hip Hurrà. Si ripete tre volte.

Silenzio.
L'aria era immobile, attorno a lui.
Fatica.
Non credeva di essersi mai trovato di fronte a una sfida tanto grande.
Concentrazione.
Perché lui aveva un solo obiettivo.
Ludwig si passò una mano sulla fronte, con fermezza, per tergersi il sudore dalla tempia. Con un veloce movimento della lingua si inumidì le labbra, fissando la schiera di nemici davanti a lui.
Maledetti nemici.
Non gli restava molto tempo. Doveva fare in fretta, non poteva permettersi di ritardare, non quel gior-
- West! Allora, te la dai una mossa?! È una giornata che siamo qui dentro! Il Magnifico Me si sta magnificamente annoiando, voglio andare a casa! - esclamó una voce irritata alle sue spalle. Ludwig non rispose. Aveva bisogno di concentrazione.
Perché altrimenti rischivano sul serio di non uscire più da quel negozio.
Fissava con insistenza quei nemici di fronte a lui, e decise di stare per avere una crisi isterica, lui, la potente Germania. Perché non era possibile, nè per un umano nè per una nazione, essere così indecisi su un vestito di carnevale.

Era proprio questa, infatti, la situazione: la sera seguente ci sarebbe stata non una festa, bensì La Festa, con la F maiuscola, ovvero il Carnevale. Era qualcosa di sacro, il Carnevale, per Germania. Per carità, chiaramente non in tutte le sue città la ricorrenza era così sentita, anzi. Peró in un luogo, un solo luogo, il Carnevale era più importante di qualsiasi cosa; più importante del Natale, più importante dei compleanni, più importante e basta: Colonia. E dato che, essendo lui una nazione, possedeva le caratteristiche di ciascuna delle sue città, la sua Köln gli imprimeva nel cuore ogni anno di più questo attaccamento quasi maniacale per La Festa.
Il tedesco sorrise un attimo al pensiero degli anni passati, delle risate, dei cori, dei balli resi ancora più allegri dai fiumi di birra. I carri, le luci: era tutto perfetto. Ma fu solo un momento, una leggera distrazione, ed il suo sguardo tornò a farsi duro: quell'anno sarebbe stato un disastro. Se lo sentiva. Innanzitutto, la festa che avrebbe dato, a casa sua, era stata programmata in maniera molto approssimativa (non era nemmeno riuscito a controllare il curriculum e il profilo psicologico di tutte le quindici cheerleader!), a causa di problemi che c'erano stati a Berlino e Francoforte e che gli avevano rubato molto tempo.
Inoltre quell'anno, per motivi diplomatici, sarebbero state presenti tutte le altre nazioni, e oltre al fatto che solo Dio sa quanto potessero essere catastrofiche, se messe insieme, a rendere le cose più difficili era intervenuto il suo orgoglio bruciante, che voleva sorprenderle, voleva stupirle, voleva dimostrare che il Carnevale, a Colonia, era qualcosa di inimmaginabile e impagabile.
Ma non era finita qui.
La sera successiva ci sarebbe stata appunto la Festa, e lui non aveva ancora trovato un costume adatto. Per questo stava lì, in preda alla frustrazione, a fissare con insistenza la parete di fronte a lui dove, sotto gentile concessione della commessa, aveva appeso tutti quelli che più gli piacevano, senza arrivare a una conclusione. Saranno stati come minimo una decina, e tutti erano naturalmente bellissimi, ma nessuno lo conquistava. Ognuno sapeva di giá visto, giá sperimentato. Nessuno era sensazionale. Quello da poliziotto era beh, ovvio, quello da cavaliere giá usato, quello da signorotto fin troppo diffuso. Inoltre, essendoci presenti le altre nazioni, non poteva travestirsi, per esempio, da spagnolo o da egiziano; sarebbe stata una mossa poco intelligente. Ma d'altronde, se non lo trovava nel negozio di costumi più fornito e di più alta qualità della Germania, quel maledetto costume, dove sarebbe potuto andarlo a cercare?
Chiuse gli occhi, passandosi una mano sul viso. Sarebbe stato un totale e completo disastro. La gentile voce della commessa, comparsa improvvisavate alle sue spalle, lo fece riscuotere dai suoi pensieri.
- Mi scusi, signor Ludwig, non ho trovato nient'altro. Le ho mostrato tutti i costumi che abbiamo, ho cercato anche nel magazzino. Mi dispiace. - La donna gli apparve così sinceramente rattristata che Ludwig sorrise.
- Non si preoccupi, Anika. Credo di avere qualche idea per un costume, che credo in effetti di avere a casa. Arrivederci. - concluse con un sorriso, facendo segno al fratello e volgendosi verso l'uscita. Naturalmente erano entrambi, sia lui che lei, coscienti che era un'immensa bugia, ma Germania era stanco, non resisteva più. Avrebbe trovato qualcosa dentro casa, uno dei costumi degli anni passati. Tanto sarebbe stato comunque un disastro.
Per evitare di dover ascoltare le proteste di Gilbert riguardo al fatto che "solo lo Splendido Lui poteva guidare quella Spledida Macchina" si sedette sul sedile del passeggero, senza una parola. Finse di stare a sentire le ciarle del fratello -qualcosa sulla nuova cornice che aveva comprato per la sua ennesima gigantografia-, mentre in realtà la sua mente vagava. Il Carnevale si basava sull'esagerare, sull'essere ció che non si era, sull'apparire. E invece lui avrebbe voluto essere invisibile. Se solo non ci fossero state le altre nazioni, per la miseria, avrebbe potuto mettersi quel costume da torero che lo faceva apparire tanto affascinante, oppure ancora quello da signorotto italiano che, essendo aderente, gli risaltava i muscoli, o ancora quello yukata leggero e di fattura meravigliosa. Ma non poteva, sarebbe stato offensivo e poco diplomatico.
Dannato mondo.
...
Un attimo.
Essere ció che non si era.
Apparire.
Invisibile.
Nazioni.
Mondo.
Mondo.
Mondo.
Quella parola gli risuonava vorticosamente nella testa.
Mondo.
- Fermati! - gridó a Prussia, che per tutto il tempo non aveva smesso un secondo di parlare, ritenendo che il fratello fosse come qualsiasi ragazza, ovvero che pendesse dalle sue labbra. Per lo spavento Gilbert inchiodó di scatto, in mezzo alla strada, che fortunatamente era vuota.
- Si puó sapere che ti prende?! - gridó con gli occhi rossi spalancati, senza Peró accennare a ripartire.
- Gilbert, torna indietro al negozio di costumi, per favore. Ho trovato qualcosa di perfetto. - affermó, con un lampo negli occhi. Era stata un'illuminazione, qualcosa di celestiale e geniale al contempo. Era davvero perfetto! Sarebbe risultato il più appariscente di tutti, di sicuro, e inoltre avrebbe stupito e lasciato a bocca aperta tutte le nazioni. Quella serata non sarebbe stata affatto un disastro: sarebbe stata la più grande ed epica di tutte. Gilbert eseguì alla lettera, infischiandosene del codice stradale e facendo un'inversione ad U, per dirigersi verso il negozio a una velocità esorbitante; era decisamente curioso di sapere cosa frullasse in testa al fratello in quel momento, e di certo non era un tipo paziente, il prussiano.

Germania spió, da dietro le quinte del palcoscenico, gli invitati che si stavano accomodando in sala. Era la sera della Festa, ed erano le 11.10 di sera. Tra un minuto esatto sarebbe cominciato tutto(*).
Esaminó uno ad uno gli invitati, o per lo meno, le nazioni; Feliciano era vestito da artista, con alcune macchie di colore sul camice bianco e sul viso; Kiku era vestito in un semplice yukata, forse non avendo ben capito lo spirito della festa. Antonio aveva i muscoli fasciati da un aderentissimo costume da signorotto italiano dell'800, attirando l'attenzione di tutta la componente femminile (e in parte maschile) della sala, nonostante avesse occhi solo per Lovino, per quella sera ballerino di flamenco, che invece, a bocca aperta, non riusciva a staccare lo sguardo incredulo, stupefatto e insistente dalla schiena (e ció che c'era più in basso) dello spagnolo.
E c'erano un Superman fin troppo americano che cercava di attirare l'attenzione di un cavaliere con le sopracciglia decisamente folte, una dio greco con accento francese (lo sentiva parlare da quella distanza) che era seguito come un'ombra da un tipo vestito da orso polare, di cui peró non ricordava il nome.
Stava ancora esaminando uno ad uno tutti i presenti, quando il presentatore lo annunció. Guardò un'ennesima volta il proprio corpo, osservando il costume, senza dubitare un attimo del fatto che fosse perfetto.
Poi il sipario si alzò, e lui entrò in scena.

Le espressioni della gente che lo osservava, dal basso, era qualcosa che Ludwig non avrebbe mai dimenticato. Lo guardavano stupiti, a bocca aperta. Afferró il microfono, e cominciò il suo discorso.
- A tutti voi che siete qui presenti, buonasera e grazie per essere venuti. Vi starete chiedendo perché non abbia un costume addosso, mentre la realtà è che è proprio questo, il mio costume: io sono qui, travestito da Mondo. Mi sento in dovere di raccontarvi cos'è successo ieri: ero a dir poco disperato, poiché con tutti i miei sforzi, non ero riuscito a trovare un vestito che mi soddisfacesse. - Al pensiero, il suo sguardo si perse nel vuoto - Nulla era così d'impatto, nulla era davvero perfetto. Stavo per abbandonare la speranza, quando ho pensato ai miei invitati speciali, le nazioni che vedete qui presenti. Volevo omaggiarle tutte, una ad una, ma non avevo idea del come.
Ho riflettuto anche sulla natura del nostro amato Carnevale, sul fatto che si esageri per apparire con forza. E a quel punto ho avuto un'idea. Vedete - disse, accompagnando con un gesto della mano le sue parole - non ho altro che una semplice maglietta, un paio di pantaloni e delle scarpe, sulle quali sono stampate le bandiere di tutte le nazioni del nostro meraviglioso mondo. In un certo senso, ammetto di aver ribaltato un po' la tradizione: in questo momento appaio decisamente con forza, eppure sono quasi invisibile. Nell'esagerazione ció che risalta davvero è la semplicità, e trovo la cosa stupefacente.
Concludo questo mio discorso con un ringraziamento: grazie a tutte voi, compagne mie nazioni, per aver partecipato a quella che per noi è la ricorrenza più importante tra tutte, grazie per rendere questo mondo unico e meraviglioso. Ma il mio grazie più grande va agli abitanti della mia meravigliosa Colonia, così ricca di calore, affetto e gioia; perché signore e signori, questa è una città che conquista l'anima, e che io porto nel mio cuore come fosse una figlia. Grazie a tutti voi che rendete questa Köln così speciale. Quindi, per concludere, vi prego di gridare con me:
Alaf! Alaf! Alaf! -

Mentre la gente gridava con lui quell'Alaf, quel grandissimo Alaf che gli stava riempendo le orecchie e l'animo, sentì che la sua commozione era anche la commozione di ciascun abitante. Osservó ogni uomo che gioiva, mentre le donne si asciugavano, gridando anche loro, gli occhi umidi. Era quasi sicuro di aver visto Feliciano singhiozzare sulla spalla di un imbarazzatissimo Kiku. E in quel momento seppe di avercela fatta. Perché non solo i suoi abitanti erano fieri di lui, quanto lui era fiero di loro, ma perché aveva dato alle nazioni che ora gli battevano le mani e si univano al coro un chiaro esempio di cosa in realtà fosse, il Carnevale: pura e semplice gioia, affetto che intercorreva tra la città ed i suoi cittadini. Ne era valsa la pena, di stare sveglio la notte per dipingere su maglietta, pantaloni e scarpe la bandiera di ogni singola nazione. Era stata ricompensata la fatica di cercarle tutte, l'attenzione che ci aveva messo, ma soprattutto era stato corrisposto l'amore con cui, come ultimo tocco che aveva reso tutto perfetto, aveva impresso sul petto, dove si trovava il cuore, lo stemma con i colori di Colonia.

 

- Kölle Alaf, Alaf! Kölle, Alaf! - si trovó a cantare, scendendo tra la sua gente, facendosi stringere ed abbracciare e cominciando ad ondeggiare, sottobraccio a un Feliciano che rideva e un Kiku leggermente più disinibito del solito.
A un tratto vide avvicinarsi Gilbert, travestito da.. Beh, se stesso (d'altronde a suo parere non c'era nulla di magnifico quanto lui), con un boccale di birra in mano. Con sguardo serio -tanto serio che il tedesco si spaventò- gli sorrise.
- Sei stato grande, fratello. - gli disse, per poi abbracciarlo con forza. Quel gesto valse più di mille parole. - Grazie - gli rispose, per poi ricominciare a cantare e gridare, con lui.
- Alaf! -

Piccole Note Utili
• Il discorso della festa che comincia alle 11.11 è spiegato dal fatto che il numero del Carnevale (non ho idea del perché) è proprio l'11. A Colonia, infatti, i festeggiamenti del carnevale cominciano addirittura l'11 Novembre (11.11) con performance di bande e cose simili.

Angolo Personalidiotissimo di Moon
Avete mai visto il Carnevale di Colonia? Beh, è una cosa pazzesca. Sono stata solo ad una festa, io, ed è stato incredibile. Un po' noioso se non sapete il tedesco, peró davvero fantastico. Si canta, si beve, si balla braccio a braccio con qualcuno che neanche conosci ma che in quel momento è tuo fratello, per il semplice fatto che state tutti e due festeggiando. Io penso che sia incredibile. Mi ha colpito così tanto, questa festa, che DOVEVO scriverci qualcosa. Spero sia stato di vostro gradimento ^^
Avete colto i costumi delle altre nazioni? Avrei voluto elencarle tutte, ma la lista sarebbe stata troppo lunga xD Feli-Artista lo trovo adorabile, poi Signorotto!Antonio non posso neanche immaginarmelo, perché mi viene un nosebleed colossale al solo pensiero xD stesso vale per Flamenco!Lovino *ç* Si, lo so, sono allo stadio non-ritorno di fangirlsmo acuto.
Poi c'erano ancora SuperAlfred e Knight!Arthur, oltre a Divinità!Francis (oddio, muoio -ç-) e PolarBear!Matthew (ora muoio sul serio **). Avevo anche pensato a una Audrey!Elizaveta e un Princess!Feliks, e un Egyptian!Lily e ancora un Pirate!Austria (muoio di nuovo **) e un Indian!Ivan e tante cose del genere. Ma.. Insomma, sono troppi xD mi pare di aver detto tutto, credo xD
Alla prossima fic, con la speranza che questa vi sia piaciuta xD
_Moon
P.S. Oddio, Antonio vestito da signorotto.. Signorotto.. Sign- *muore di nosebleed* 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: AmaleenLavellan