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Autore: brenda the best    09/03/2011    1 recensioni
Sono passati tre anni ma ancora non riesco a capacitarmi della sua scomparsa. Ora mi trovo davanti alla ruota panoramica, dove l’ho visto per l’ultima volta nella mia vita e ormai come ogni anno mi trovo a pensarlo.
Questa è la mia prima fanfiction, spero che possiate apprezarla!!! Se non va bene ditemelo, cosi non vado più avanti con la storia. Grazie e buona lettura.
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stavo pensando a tre anni prima, quando all’improvviso vengo riportata alla realtà da alcuni voci che mi chiamano con insistenza. “Signorina Sato ci sente?” dissero alcune vocine leggermente preoccupate. Guardai all’inizio intorno a me e non vidi nessuno, ma poi abbassando lo sguardo vidi dei bambini. Era la squadra dei giovani detective. Mi abbassai alla giusta altezza e mise una mano con affetto sulla piccola testolina di Ayumi e dissi “ Ciao ragazzi come mai da queste parti?”. “ Il professor Agasa ci ha portato al Luna Park per farci divertire un po’ ” mi rispose Conan. Appena il piccolo Conan, fini di parlare ecco che arrivò il professor Agasa con Ai con il solito volto troppo diverso per una bambina di quell’età. “ Salve ispettrice Sato, c’è qualche cosa che non va qui al Luna Park?” disse il professore Agasa. Io gli risposi “ No, tutto ok sono qui solo per rilassarmi un po’ ”. “ Ah capito, mi scusi l’intrusione ” disse il professor Agasa. “Non si preoccupi, sentite visto che stavo andando a mangiare qualcosa in qualche bel posticino che ne dite di venire con me?” proposi. “ Sì, grazie molto volentieri” esclamò in coro la squadra dei giovani detective. Ridendo, ci avviamo verso l’uscita del Luna Park. Parlammo e ridemmo per tutto il tragitto, quando arrivammo davanti al ristorante. Vidi all’improvviso uscire dal ristorante Takagi e Shiratori, e dubbiosa chiesi: “ Ehi ciao, che ci fate qui?”. Takagi e Shiratori si voltarono verso di noi e Shiratori disse: “ Ciao, siamo qui perché abbiamo avuto una chiamata anonima che ci avvisava che c’era una bomba nel ristorante, ma a quanto pare non abbiamo trovato nulla”. “ Capisco”. “Noi stavamo giusto venendo qua per mangiare qual cosina che ne dite di unirci a noi” chiesi io. “Si molto volentieri” disse sorridendo Takagi. “ Io invece passo ho da fare, ci si vede” disse Shiratori. “ Dai Shiratori non si faccia pregare, venga con noi a mangiare qualcosa” disse il professor Agasa. “ Scusate, ma davvero non posso venire sarà per una prossima volta, ciao” disse Shiratori, avviandosi verso la macchina. “ Arrivederci ispettore Shiratori” dissero i giovani detective. Salutato Shiratori, prima di entrare stavamo finendo di decidere cosa prendere, quando all’improvviso si sente un forte rumore. Ci voltammo e vedemmo la macchina di Shiratori che era saltata in aria, ed era coperta dalle fiamme. Preoccupati per Shiratori, io, Takagi e il piccolo Conan ci precipitammo verso la macchina. Arrivati li, vedemmo che Shiratori era riuscito a uscire dalla macchina, ma purtroppo sanguinava dalla testa. “ Chiama subito un’ambulanza” gridai a Takagi presa dall’agitazione. “ Sì, subito” mi rispose Takagi. Shiratori mi porse un foglio e disse “ Sato prendi questo”. “ Che cos’è?” chiesi. “ Volevo fartelo leggere il prima possibile, perché almeno cosi il triste ricordo che ti porti dentro di te, potrai dimenticarlo” disse Shiratori. Presi il foglio e lessi “ Sono un ottimo giocatore della premier League, che in campo sa bene il fatto suo, questo è l’inizio dei tempi supplementari, la partita inizia alle 12 di domani e si conclude alle 15, vi dico subito, che è inutile schierare in campo i vostri stopper, perché alla fine della partita, la vincerò io, e se per caso volete fermare la partita, sarete voi a venire da me, aspetterò che vi arrampichiate sulla pedana sanguinante del lanciatore nel box di battuta, questo è tutto” Finii di leggere il messaggio, a ogni parole che lessi cresceva dentro di me, qualcosa che non sapendo che fosse, stringendo sempre più forte il foglio che avevo in mano. In quel momento, non m’importavo nulla, sapevo solo che tramite quel telegramma, avevo finalmente la possibilità di vendicarmi, e di sperare di ritornare a vivere.
  
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