Prologo
 
Della mia vita non so dirvi molto. Ho imparato a cavarmela da sola, ovunque e comunque.
Mi chiamo Marisòl, so poco del mio passato, soprattutto riguardo ai miei genitori. Sono una ragazza di origine spagnola. Ora però vivo a Parigi. Esperanza, la donna che si è presa cura di me fin da bambina al posto dei miei genitori vive con me in una casa campagnola della periferia di Parigi. Loro mi abbandonarono, e be…di mio padre in particolare ricordo solo il cognome.
Garcìa. È così che mi chiamo. Marisòl Garcìa.
E sono una zingara.
 
 
Cap. 1   Run!
 
-Ehi tu zingara! Riporta indietro quel pane!-
Se dovessimo raccontare di lei, be questo non sarebbe proprio il momento opportuno. Scappava da un fornaio armato di pale da pizza che la stava rincorrendo per tutta Parigi per due baguette che aveva preso dal suo forno.
Sapeva bene  che rubare non era una bella cosa, ma lo stava facendo per alcuni bambini in condizioni peggiori delle sue.
 
 
-Ah ah! Non riuscirai a prendermi!!!-  Rispose gran voce divertita
-Ridammi le mie baguetteeeee!!!!- Continuava ad urlare l’uomo dietro di lei
Si infilò nei vicoli, scavalcò dei cancelli e finalmente fu fuori dalla vista del fornaio.
-Per questa volta ti è andata bene, ma se ti riprendo….Je vais te tuer!!!-    * ti ammazzo!!*
Fece una breve risata, si voltò, fece qualche passo e iniziò a chiamare i bambini.
Tre orfani molto affezionati a Marisòl.
-Niki! Lucille! Nadin!-
-Eccociiii!- gridarono all’unisono
-sono tutte per voi…-disse porgendo loro le baguette
-Grazieee!- Risposero gioiosi addentando il pane
-Marisol! Ma quante volte ti devo dire che non devi rischiare di essere presa a botte per una baguette!-
-Ma…madre…volevo aiutarli…-
-Il tuo coraggio è ammirevole… e anche la tua generosità verso questi piccoli…ma noi i soldi li abbiamo-
-Si tuttavia…non basterebbero mai per sfamare questi tre bambini mattina e sera-
-Eh no, hai ragione…-
Sorrise soddisfatta. Non si sa perché ma quando Esperanza le dava ragione sentiva un senso di potere immenso…haha non era molto normale.
 
Insomma come avrete capito, se i guai non venivano da Marisol…Marisol andava a cercarseli!
Era una ragazza vivace e di spirito, le piaceva correre e voleva vivere la vita all’istante. Per lei, ogni giorno che le veniva incontro era una nuova, fantastica avventura.
Amava la libertà con tutta se stessa.
La gitana possedeva un fascino disarmante…avrebbe incantato chiunque con le sue movenze e la sua voce intensa.
Lunghi capelli neri con i boccoli incorniciavano il suo volto puro e sincero. I suoi occhi erano altrettanto neri… e la sua carnagione leggermente scura.
Il suo fisico invidiabile si ricopriva sempre di abiti molto larghi con decorazioni color oro caratteristici del suo popolo.
Al collo portava alcuni ciondoli e alle braccia sempre molti bracciali. Le piaceva inoltre applicarsi dei fiori sui capelli, soprattutto quelli che crescevano nel prato verde vicino alla sua ‘’casetta’’.
Ma non facciamoci ingannare dalla sua maschera tenera…in realtà lei era combattiva e sempre pronta a tutto per ciò che le stava a cuore.
C’erano due cose che la ragazza non sopportava affatto; l’egoismo e soprattutto i gran ricconi.
Quando vedeva gente nelle strade piena di soldi che non si degnavano di guardare al di là del proprio naso le veniva un senso di rabbia assurdo…ma era altrettanto impotente…cosa avrebbe potuto fare per cambiare tutto ciò?
Insomma, questo è il ritratto di Marisol.
Dovete sapere che per riuscire a mantenersi e mantenere anche la madre adottiva era solita scendere in piazza ed esibirsi in esilaranti spettacoli di danza. Non per nulla, chi la incrociava la nominava l’Esmeralda del XX secolo.
Inutile dire quanti uomini rimanessero colpiti da tanto fascino e tanta grazia, inusuali nel loro popolo. Riusciva così a mettersi da parte un invitante gruzzoletto, spendendolo di conseguenza per i bisogni primari.
Attraverso quella danza ammaliante quanto sconosciuta da chi la circondava esprimeva il suo animo.
Tuttavia anche essere così benvoluta dal pubblico maschile comportava delle controversie. Credevano fosse una donnetta facile, ma lei non era così, non Marisòl.
La fermavano a volte dicendole : ehi tu, bella gitana, ti va di venire a casa mia?
Lei ovviamente educata secondo modi rispettosi rispondeva: c’è una sottile differenza tra quel tipo di donna che coglie al volo ogni proposta e una che non lo fa. Sono io. Buona giornata.
 
Era anche per questo motivo però che era ancora sola, faceva la preziosa, non avrebbe mai rispettato le tradizioni gitane, avrebbe fatto di testa sua, e un giorno, ci sarebbe riuscita.
 
Un giorno andava girando per Parigi, questa volta si sarebbe risparmiata il pietoso rituale delle baguette per fortuna, visto che guadagnando un pochino di più il giorno prima era riuscita a comperare qualcosa anche ai suoi piccoli amici Niki, Lucille e Nadine.
Dunque, passeggiava tenendo tra le mani un lembo del vestito e guardandosi intorno spaesata quando dietro di lei apparve Nadine.
- Nadine! E tu cosa ci fai qui?-
- Ciao Marisòl!!! Ti fa piacere che sono venuta da te?-
- Ma certo piccola, sai che stasera mangiate da me? Oggi cena buona per tutti, sei contenta?-
- Si tantissimo!-
- Bene- sorrise dolcemente
- Adesso io devo tornare altrimenti gli altri due si preoccupano!-
- Haha hai ragione, vai io vi raggiungerò fra un po’.-
- D’accordo Mar, a dopo allora!-
- A dopo Nadine!-
Fece qualche passetto correndo, poi tornò indietro, le prese la mano e..
- Ti voglio bene Mar.-
E scappò via di nuovo.
 
Sorrise. 




Ma ciaooooooooooooooooooo :DDDDDDDD
Eccomi qui, con la seconda storia, spero sia di vostro gradimento :D
Ditemi cosa ne pensate come inizio? Vi garba? haha <3
Commentate in tanteeee <3
Un bacione Girlsss <3
Trilly_94