Titolo originale: A perfect denial ; Autore: SecretLifeOfAChemNerd; Data di pubblicazione: 11/11/2010; Sito: www.fanfiction.net; Lingua originale: inglese; Conteggio parole: 2297; Genere: Angst/Romance; Pairing/ Ship: Dave Karofsky/ Kurt Hummel; Rating: giallo; Avvertimenti: One shot (completa), Slash, Traduzione.
Una
perfetta negazione
Dave
Karofsky NON era
gay.
Anche
solo accennare a qualcosa di così ridicolo avrebbe portato
ad avere la faccia spaccata per gentile concessione della Furia e, come
risultato, lui trascorreva la maggior parte del suo tempo desiderando
di
prendersi a pugni in faccia per i sogni che faceva la notte tardi,
quando tutti
quanti in casa dormivano.
Aveva
tredici anni quando iniziarono. E potete scommetterci che lo
spaventarono veramente a morte. Tutto a causa di quel cazzo di Kurt
Hummel e i
suoi pantaloni da donna e la sua vocina acuta.
Era
tutta colpa sua.
Se
lui fosse stato semplicemente normale ed eterosessuale non
avrebbe mai fatto provare a Dave quelle strane emozioni.
Perché
tutto questo non era normale, quei sogni che stava facendo.
Si
risvegliava sudando freddo, con gli occhi spalancati e così
eccitato; era davvero fottutamente assurdo. Perché nessun
ragazzo avrebbe
dovuto fargli perdere la testa in quel modo. A lui piacevano le ragazze
e
quell’irritante piccolo ragazzino gay non lo avrebbe
cambiato.
Ogni
sera prima di andare a letto, ripeteva a se stesso di non
sognare Kurt.
Non
ci fu mai una notte in cui non ci riuscisse o non cedesse,
perché quando era sveglio poteva negare i suoi sentimenti,
dicendosi che non
erano reali o che non contavano, che era solo la sua mente che si stava
prendendo gioco di lui; ma di notte, mentre dormiva e i suoi sogni lo
portavano
a credere che avesse Kurt... beh, non poteva negarlo.
Non
poteva dire che era nulla perché quando aveva quelle visioni
oniriche lui era davvero felice.
Felice per quei pochi momenti di gioia che il sogno riusciva a rubare
alla sua
parte razionale. Non importava quanto duramente provasse a disconoscere
il
fatto che volesse Kurt: il suo subconscio sapeva che era una stronzata.
Così
Dave si ripeteva il suo mantra, ogni sera prima di dormire:
"Tu stanotte NON sognerai Kurt ". Se lo sussurrava mentre si
rannicchiava
sotto le coperte nel letto, pregando che la sua mente lo ascoltasse e
non lo
torturasse con immagini che avrebbero combattuto per avere l'attenzione
nella
sua testa tutto il giorno, se avesse poi fatto il sogno.
E
nonostante se lo dicesse ogni notte, questo non significava che
funzionasse sempre.
C’erano
ancora notti in cui si risvegliava in uno stato altamente confusionale,
pieno di dolore a causa del desiderio, della voglia e
dell’amore che provava.
Perché,
sì, forse lui sentiva una specie d’amore ogni
volta che lo
sguardo di Kurt incontrava il suo, anche se lui lo guardava con astio e
odio, e
ultimamente Kurt lo aveva guardato a quello stesso modo MOLTE VOLTE, ma era
il modo in cui le cose dovevano essere.
Non
poteva fare a meno di strapazzare il piccolo soprano. Aveva
bisogno di qualche tipo di contatto, di qualsiasi tipo e, se questo
significava
spingere Kurt in un armadietto o gettarlo nei cassonetti, lui lo
avrebbe fatto.
Non
tanto da fargli del male veramente, perché non avrebbe mai
voluto fare del male a Kurt, e se gli avesse mai fatto del male fisico,
pensava
che si sarebbe ucciso. Ma poi si ricordava che lui era il ragazzo che
gli
faceva provare sentimenti strani, confusi e improvvisamente non gliene
fregava
più nulla. Perché tutto quanto era colpa di
Hummel.
Se
non lui fosse stato così maledettamente irresistibile, Dave
non
avrebbe mai avuto nemmeno un problema, non avrebbe mai provato alcun
tipo di
attrazione per lui, ma no, Kurt doveva andare in giro ed essere tutto out and proud
svolazzando in giro come se
lui fosse il cazzo di padrone della scuola.
No,
Dave non poteva sopportare tutto questo. Lui non ce la faceva;
qualcuno doveva ficcare un po’ di sale in zucca a quel
ragazzo.
Così
egli si assunse il compito di farlo. Se Kurt fosse stato
etero allora non avrebbe avuto il suo problema, non avrebbe avuto paura
di
chiudere gli occhi per la paura che lui infestasse i suoi sogni. Gli
piacevano
le ragazze. Gli piacevano i capelli morbidi e i fianchi, non i ragazzi,
non spalle
squadrate e braccia forti ma, d’altra parte, Kurt non era
come la maggior parte
dei ragazzi.
La
cosa che provò a negare più di ogni altra cosa
era il fatto che,
sì, forse non era solo Kurt che lo faceva sentire
più caldo del normale.
Qualche volta nello spogliatoio capitava che uno dei suoi compagni di
squadra
potesse essere svestito e lui riusciva a non guardare. Non poteva fare
a meno
di arrossire, tentava disperatamente di non far colorare la sua faccia.
Si
ripeteva più e più volte Ti piacciono le
ragazze. Le ragazze. ogni volta che tutto questo accadeva,
perché quella
era la verità.
Doveva
essere la verità.
Non
funzionò mai, perché quando Santana e Brittany
volteggiavano
assieme per i corridoi agganciate per i mignoli e il resto della
squadra di football
provava a sollevar loro le gonne (non che fosse così
difficile: la lunghezza di
quelle cose erano praticamente non esistenti, comunque), Dave si
scopriva disinteressato,
disgustato anche solo al pensiero di baciare una di loro due. Baciare
Kurt
d'altra parte non gli sembrava poi così male. E questo lo
spaventava. Perché
lui non era gay. Non poteva essere gay.
Era
etero. Doveva essere etero.
Vide
come tutti trattavano Kurt; dannazione, vide come lui stesso
trattava Kurt. La loro città non era fatta per persone come
lui, persone che erano
diverse. Se avesse dovuto subire ciò che Kurt aveva
sopportato ogni giorno a
causa delle sue preferenze sessuali… si sarebbe
semplicemente ucciso. Cavolo,
non capiva come mai Kurt non si spezzasse sotto il peso del continuo
bullismo, delle
immersioni nei cassonetti e degli slushie lanciati in faccia.
Eppure,
Kurt aveva rivelato di essere diverso. Aveva abbracciato
la sua anormalità e, di fatto, avuto il coraggio di
proclamare la sua
differenza al mondo intero. E Dave pensò che Kurt
probabilmente fosse stato il ragazzo
più coraggioso sulla faccia della terra per essere stato in
grado di farlo. Ma
ciò gli fece anche odiare se stesso per non avere lo stesso
coraggio.
D’altronde, lui non era manco gay. Era etero, non avrebbe
dovuto essere geloso
di Hummel. Era lui quello nei casini. Era lui quello sbagliato.
Perché,
fin da quando era piccolo, i genitori di Dave gli avevano
messo in testa che essere gay fosse sbagliato, che era una cosa
cattiva, e che
tutti i froci del mondo sarebbero bruciati all'inferno per il fatto di
essere
così diversi. E, sinceramente, lui pensò che
avrebbe anche potuto sopravvivere
ai compagni a scuola se avesse avuto il suo sostegno della sua
famiglia, ma non
lo aveva. Loro lo avrebbero cacciato di casa. Non avrebbe avuto nessun
posto
dove andare, nessuno ad aiutarlo.
Così
si attaccò ai suoi precetti, ripetendoli perennemente nella
sua testa, adottando l'atteggiamento che, se ripetuti abbastanza, sarebbero diventati veri. Non sognerai Kurt. Non ti
piacciono i
ragazzi. Ti piacciono le ragazze. Non c'è nulla di diverso
in te. Tutto questo
é colpa di Hummel.
Ma
più andava avanti, più diventava difficile
mentire a se stesso.
Era alla disperata ricerca di un minimo contatto, di un po’
di sollievo, di un
minimo di compassione e comprensione. Aveva bisogno di qualcuno che
sapesse
cosa stava passando, aveva bisogno di qualcuno con cui entrare in
empatia. E
l'unica persona che gli venne in mente fu Kurt.
Kurt
Hummel.
La
sua cotta segreta, l’unico che voleva più di ogni
altra cosa in
tutto il mondo.
Non
che lui lo avesse mai ammesso, nemmeno a se stesso.
Questa era la
condizione in cui si ritrovava, dopo aver
spinto Kurt contro il suo armadietto per l’ennesima volta; ma
questa volta il
ragazzino lo seguì, correndo nello spogliatoio,
sbraitandogli contro.
“Sto
parlando con te!”
Dave teneva gli occhi
puntati sul suo armadietto, tirando le sue scarpe fuori e appoggiandole
sulla
panchina.
“Lo spogliatoio delle
ragazze è nella stanza accanto”-
disse, la voce inespressiva, priva di emozione,
sapendo bene ciò che quel ragazzo avrebbe potuto fargli
nelle immediate
vicinanze. Era ciò che voleva. Aveva voluto che Kurt lo
seguisse e gli
chiedesse di sapere quale fosse il problema con lui. Voleva abbattere i
muri e
ammettere qualcosa che non aveva neppure ammesso ancora a se stesso.
“Ma
che hai che non va?”-
gridò
Kurt, avvicinandosi a lui.
“Come
scusa?”
Dave
provò a coprire la sua incontrollabile voglia con la
collera,
spaventato all’idea di lasciarsi andare, non importava quanto
ne avesse
bisogno. Non importava che questo fosse ciò che voleva.
“Come
è che hai così paura?”
“A
parte tu che ti intrufoli qui dentro
per sbirciarmi il pacco?”
“Oh,
giusto. L'incubo di ogni maschio etero e' che noi gay miriamo
segretamente a
molestarvi e convertirvi. Ma indovina un po', ciccio bello? Non sei il
mio
tipo!”
Ok, questo non
avrebbe dovuto ferirlo così tanto come fece. Il suo cuore non si stava
spezzando. Non
si stava sentendo come se fosse stato preso a calci nello stomaco. E il
pensiero di non essere il tipo di Kurt Hummel furiosamente NON
gli fece desiderare di strisciare sotto le coperte e piangere
come una bambina.
“Ma davvero?"-
disse di nuovo, usando la rabbia per coprire il suo dolore e la sua
confusione.
“Già,
i paffutelli che sudano troppo e che a trent'anni saranno pelati, non
mi
piacciono per niente.”
E
anche
provocatoriamente non
aumentò
la sensazione di vuoto che stava crescendo nel suo petto.
“Non
scherzare col fuoco, Hummel!”- disse Dave,
alzando la
sua mano serrata come avvertimento.
“Mi
darai un pugno?”
Gli occhi di
Kurt andarono sulle dita chiuse di Dave. E
dopo ritornarono alla sua faccia; sfida e sicurezza emanarono dal suo
aspetto.
“Fallo!”
“Non
scherzare col fuoco!”-
sbatté
chiudendo l’anta del suo armadietto, desiderando che Kurt
scappasse, perché non
sarebbe riuscito a colpirlo. Non con quei grandi occhi celesti che
stavano
fissando i suoi, animati da un fuoco che non aveva mai visto prima.
“Colpiscimi pure, tanto non
cambierà
la persona che sono.
Non
puoi spazzare via la mia
omosessualità a suon di pugni, come io non posso spazzare
via a pugni
l'ignorantone che c'e' in te!”
"TI HO DETTO DI SMETTERLA!"-
urlò, sapendo come sarebbe
finita se ne avessero continuato a quel modo.
Kurt
era troppo vicino, troppo potente, era troppo forte di una
presa stretta intorno a lui senza nemmeno saperlo.
"Non
sei altro che un ragazzino
spaventato che non riesce ad accettare il fatto
di
essere straordinariamente ordinario!"
E
all'improvviso, Dave non ne poté più.
Lasciò
che la parte di lui che aveva fatto del suo meglio per annullare
ogni giorno uscisse. La parte che aveva negato con i suoi mantra e i
suoi precetti.
Lasciò che il vero lui emergesse in superficie.
E
prima ancora che potesse comprendere quello che aveva fatto, le
sue labbra erano su quelle di Kurt, le sue mani a coppa sulla faccia
del
soprano.
Non
era stato come baciare una ragazza. Era stato giusto, era
stato bello, era stato... naturale,
come se tutto questo fosse stato come avrebbe dovuto sempre essere.
Ma
Dave avrebbe
anche potuto dire che Kurt si raggelò sotto il tocco delle
sue mani. Non ci fu
reciprocità.
Lui
aveva
scioccato Kurt.
Era
ovviamente
l’esatto opposto di ciò che pensava sarebbe
successo. Così si allontanò e
guardò dentro quei bellissimi occhi, che si erano riempiti
di choc, terrore e
dolore. Ma non riuscì a farne a meno: Dave si tese di nuovo,
pronto a catturare
le labbra di Kurt ma, prima che potesse, venne spinto via con una forza
che non
avrebbe mai pensato potesse uscir fuori dal piccolo ragazzo.
E
allora capì
cosa aveva fatto.
Aveva
appena
baciato Kurt Hummel, negli spogliatoi, nel bel mezzo di una giornata
scolastica. Aveva sbagliato. Davvero, davvero sbagliato. Tutto questo
avrebbe
rovinato la sua vita, si sarebbe fatto cacciare di casa e sarebbe
rimasto senza
amici.
Era
stato
stupido. Un completo e totale idiota.
Non
aveva
ascoltato se stesso, non aveva ascoltato la logica che la sua testa gli
aveva
suggerito. Il suo cuore aveva vinto.
E pensò di aver sempre saputo da qualche parte dentro di
sé che sarebbe finita
così.
Kurt
portò la
sua mano alla bocca, si formarono delle lacrime in quei suoi bellissimi
occhi.
Lacrime che lui stesso aveva causato. E questa volta non per un
soprannome o
per dei vestiti rovinati. Era perché lo aveva baciato.
Perché gli aveva
mostrato ciò che era troppo impaurito nel rivelare a qualcun
altro. L’unica
persona che avrebbe potuto aiutarlo era disgustata da lui e non poteva
riuscire
a reggerlo.
Così,
scappò
via. Colpì il suo armadietto e fuggì, non
voltandosi mentre il suo cuore gli
faceva male nel petto. Non preoccupandosi che fosse a scuola e che
avrebbe
dovuto essere in classe.
Doveva
allontanarsi
da lì. Uscire. Andare dove le cose avrebbero avuto senso.
Ma
le cose non
avevano senso. Non importava dove andasse, lui sarebbe stato sempre
circondato
dalla confusione e da domande a cui rispondere troppo difficili per un
liceale.
Sperava più di tutto di poter tornare indietro a un momento
in cui niente di
tutto questo gli importava, quando era piccolo e poteva far passare la
sua
ripugnanza per le ragazze dicendo “Hanno
i germi” e nessuno poteva contestarlo.
Più
di tutto,
voleva solo tornare a un tempo e a uno spazio dove fosse felice.
Perché, lì,
non era affatto felice. Era al confine tra la depressione dichiarata e
il
disprezzo di se stesso.
Mai
nella sua
vita avrebbe voluto più prendersi a pugni in viso come in
quel momento, perché
non riusciva più a negarlo, non con il bacio che vedeva in
replay nella sua
testa come se fosse stato un film, non quando aveva ancora il sapore di
Kurt
sulle labbra, non quando poteva ancora richiamare alla mente il modo
esatto in
cui l’aveva fatto sentire.
Lui era gay e si odiava per questo.
***
Angolo della traduttrice
Hi everybody! Prima volta che posto da fin troppi mesi e prima volta che lo faccio in questo fandom (che dalle storie KurtxDave che ho lurkato qui in modo alquanto disperato negli ultimi tempi, qui c'è un livello altissimo di storie Kurtofsky e me ne compiaccio moltissimo come lettrice *_*); ovviamente, il mio cuore shipper batte per Dave e per Kurt assieme. Mi hanno veramente preso tanto ultimamente e spero davvero che questa storyline fantastica venga approfondita bene dal signor Ryan Murphy (hai capito Mr. RM? Non fare come a tuo solito, che lasci le cose a metà e non sprecare questo potenziale immenso pieno zeppo di sexual tension, chemistry - eh sì, il Klaine lo trovo irrimediabilmente poco dotato di chimica, sorry ù_ù - e angst) entro questa stagione o nella prossima *fingers crossed*.
Questa storia l'ho trovata davvero ben sviluppata e in IC (tranne qualche accenno out of character svirgolato qua e là che ho perdonato LMAO) e spero che la mia prima traduzione (avvenuta per tutto il tempo sotto le note di Born this way, chissà come mai - fischietta...) venga apprezzata. Specifico che il dialogo nello spogliatoio (meraviglioso... ringraziamo in coro lo sceneggiatore Brad Falchuck *.*) è tradotto seguendo le battute inserite nella puntata da Subsfactory.it. Grazie a chiunque leggerà questa mia opera! ^_^
Ps: traduzione dedicata alla mia gioia, Klaine dichiarata ma comunque ben orientata verso un possibile risvolto Kurtofsky (fondamentalmente perchè la costringerò muahahahah- scherzo!). Je t'aime mon amour!Ps del ps: l'icon che vedete è fatta da moi. Credits to speranza19@livejournal.net. ^^