Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: CriminalDanage    10/03/2011    2 recensioni
Si lui era un Traditore, ma anche i traditori hanno i loro sogni, i rimorsi e le loro paure.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daemon Spade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tante volte 
ho pensato 
di appallottolarvi 
come carta. 
Per donarvi al vento 
della cenere.”

 

Coricato sull’erba ancora un po’ umida dopo una giornata di pioggia estiva, rimirava il cielo stellato. Nel corso degli anni il cielo era l’unica cosa a non esser cambiata: d’inverno, d’estate, era sempre rimasto lo stesso.

Il cielo era ormai l’unico appiglio al passato che gli rimaneva, oltre a quell’orologio da taschino, una miriade di ricordi e i rimorsi, che soffocava continuamente, ma che inesorabilmente non tardavano a presentarsi di nuovo. Pensava di esser riuscito a chiuderli in quel cassettino dove sperava di averli relegati, di cui credeva di aver buttato via la chiave … invece eccoli lì.

Non era solo questo, peggio erano i sentimenti che si agitavano nel petto e in fondo allo stomaco, che non gli permettevano di dormire la notte.

I sentimenti che lo avevano portato a scegliere fra la giustizia –o almeno, il suo modo di interpretarla- e lui. Alla fine aveva optato di seguire i suoi ideali piuttosto che il proprio cuore, costatando che tutto sarebbe cambiato, e la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Aveva un po’ paura, ma allo stesso tempo non riusciva in alcun modo a rattristarsene.

Ma alla fine anche Giotto l’aveva tradito, era colpevole quanto lui, meritava di vivere il suo stesso Inferno. Giotto gli aveva promesso che l’avrebbe seguito all’Inferno, dicendo che anche una persona piena d’ideali come lui, era colpevole … era un peccatore.

 

L’uomo che odiava.

 

L’uomo che ha cercato di portare alla rovina.

 

L’uomo che probabilmente l’avrebbe ostacolato anche questa volta, attraverso il suo discendente. In quel ragazzino aveva visto le medesime paure, la stessa determinazione, persino lo stesso odio misto a quella patetica aria di compassione – odiava quello sguardo perché lo faceva sentire un perdente, lui non aveva bisogno della compassione degli altri.

E sebbene tutto questo facesse male, non poteva cedere. Questa era una battaglia troppo importante, non poteva abbandonarla ora.

Per questo l’avrebbe distrutto un’altra volta, con le sue stesse mani, avrebbe distrutto ogni traccia della sua discendenza, finché persino le ceneri miste al sangue delle battaglie non sarebbero state trascinate via dal vento.

 

«Vada all’Inferno da solo, Primo

 

Stringendo l’orologio da taschino fra le dita, aveva mormorato quelle parole con disprezzo, ma chissà perché ogni volta che cercava di liberarsi di quel ricordo … qualcosa lo bloccava.

   
 
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