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Autore: GoRiotGo    11/03/2011    2 recensioni
Una visione improvvisa e un pò triste, nata così, di getto, da un bisogno di grattare via un pò di schifo da dentro il cranio. Particolare, attenzione.
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Ho deciso di farne una raccolta, raggruppando tutte le storie e le filosofie percolate nel mio cuore grazie ai barboni e ad una vita alla Bukowski e ai cani rognosi dei buchi meno battuti e cresciuti a forza di manganellate nella periferia dimenticata dai sindaci e da Dio. Tanto per raccontarvi una Roma vissuta oltre i bordi patinati delle cartoline.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere, ho un paio d'appunti da fare. Non ho idea del perchè io abbia sentito tale bisogno, ma ho dovuto scrivere questo pezzo nella mia lingua madre. Per chi non è di Roma o dintorni potrebbe risultare alquanto complicato capire, sebbene mi sia sforzato di essere il più trasparente e meno "borgataro" possibile. In caso voleste leggere comunque il pezzo senza avere nemmeno un'infarinatura di romanesco, potreste incorrere in vari pantani semantici e in tal caso, se avete voglia di un paio di risposte, non avrò problemi a "parafrasarvi" i vari passaggi, anche se, a mio avviso, ripeto, dovrebbe essere più che comprensibile. Appunto, per tal fine mi sono premurato di modificare la struttura morfologica di alcuni lessemi, inserendo le doppie quando vi è un suono forte sebbene possano essere due parole distinte e unite da una ripetizione quindi, e cambiando le lettere qua e là per conformare la parola in questione al suono che realmente ha nel parlato (es. per k intendo una c dura, come in chiacchiere).
Detto questo, se avete le palle di tentare, buona fortuna.

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Io vedo 'a gente morì
pe 'n grammo de tera
io vedo 'a gente morì
pe 'na lacrima ner kore.

'Sto sacco ner petto
'n sacco de lame
de codeina demmerda
de sogni de plastica.

'Na vorta se stava
così, zitti e boni
a godesse l'ore
er tempo de 'na paja

'na paja dimenticata
'na paja k'ha dato
foco a 'e tende
a 'e madonnine

suj scaffali ai gesùccristi
appesi ae pareti
'n lamento nea notte

er lamento doo zinghero
che frigna e se lagna
e se magna l'unghie
nea speranza de

scardasse a gola
un goccio de rosso
ner gargarozzo
du stelle nell'occhi

mentre fissa er palazzo
che esplode quann'ormai
i santini bbruciati
so cascati

come 'e corna
der diavolo
sue tubbature der
gasse.

'Na vorta...

Er tempo de 'no
schioppo 'n tiro
'no scozzo e 'e foto
dei pupi de i compari

persi dar bianco ennero
ai colori dell'arcobaleno
ner botto.
Ner botto.

Io vedo 'a gente
morì
'a gente morì
'a gente morì

'a gente morì
'a gente stirà
'a gente pregà
pettroppo poco.
  
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