Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    11/03/2011    1 recensioni
"Con un sospiro, finì la fasciatura, poi tornò ai fornelli: “Vai di sopra a chiamare Shin-kun, la cena è quasi pronta e Ryo, Seiji e Touma dovrebbero tornare a breve.” Dichiarò lei, annodandosi il grembiule attorno ai fianchi; subito, il Samurai scattò in piedi, “Posso aiutarti, non è nulla!” si difese il ragazzo. Ma Nasty fu irremovibile: “Non voglio che la tua distrazione ti causi altri guai, qui me la cavo da sola. Vai di sopra, cambiati quella maglietta tutta sporca, poi scendi con Shin. Chiaro?” disse lei, minacciandolo col mestolo sporco di sugo."
Cos'è che tormenta il povero Shu? E cosa ha ache fare questo con gli avvertimenti YAOI presenti nei dati della fic? =) Scopritelo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON CI CONOSCI ABBASTANZA

“Shu! Shu!”

La voce acuta di Nasty fece sobbalzare il Samurai della Terra che, in piedi accanto a lei, sembrava apparentemente intento a cucinare.

Ma un occhio attento, al contrario, avrebbe notato sicuramente che era invece distratto, assente, perso nei suoi pensieri che conferivano al viso, qualunque essi fossero, un’espressione quasi malinconica.

Con espressione smarrita, Kongo tornò a bomba alla realtà, rischiando di rovesciarsi addosso la pentola del curry; e qualche spruzzo di sugo gli finì sulla maglietta, sporcandola all’altezza del cuore.

Il calore della pietanza sulla pelle, scottandolo, lo fece del tutto rinsavire.

“Ahio!” si lamentò il ragazzo, le mani gli tremavano inconsultamente, mentre cercava di afferrare con una lo strofinaccio e con l’altra di rimettere la pentola al suo posto sul fornello.

“Si può sapere che hai?” gli chiese preoccupata la ragazza, prendendo da sotto il lavello la cassetta del pronto soccorso per fasciargli la mano ustionata dal contatto col metallo rovente della pignatta: “Sei strano…” notò lei, facendolo sedere, “Non è da te ridurti in questo modo.” borbottò la ragazza, passando un panno umido sulla pelle bruciata.

“Scusa…”  biascicò il giovane, senza però guardarla negli occhi: “è successo qualcosa?” domandò lei inquieta, “Stai male?” proseguì, passandogli la mano sulla fronte per saggiare la temperatura; eppure tutto pareva normale…

Shu scosse la testa, cercando di sorridere: “No, nulla… è che…” ma le parole gli morirono in gola, qualunque cosa avesse voluto dire, non ci riusciva; Nasty potè vedere come un lampo spaventato passare attraverso i suoi occhi, sempre luminosi e allegri, e si spaventò ancora di più.

Ma non poteva forzarlo a parlare.

Con un sospiro, finì la fasciatura, poi tornò ai fornelli: “Vai di sopra a chiamare Shin-kun, la cena è quasi pronta e Ryo, Seiji e Touma dovrebbero tornare a breve.” Dichiarò lei, annodandosi il grembiule attorno ai fianchi; subito, il Samurai scattò in piedi, “Posso aiutarti, non è nulla!” si difese il ragazzo. Ma Nasty fu irremovibile: “Non voglio che la tua distrazione ti causi altri guai, qui me la cavo da sola. Vai di sopra, cambiati quella maglietta tutta sporca, poi scendi con Shin. Chiaro?” disse lei, minacciandolo col mestolo sporco di sugo.

Shu dovette arrendersi: “D’accordo, ma se hai bisogno, chiama.” esclamò, prima di sparire nel corridoio che portava alle scale.

§§§

La stanza sua e di Shin era immersa in un’oscurità e un calore quasi soffocanti quanto Shu entrò.

Praticamente alla cieca, cercò di identificare l’interruttore, ma in quelle condizioni era praticamente impossibile e sono Seiji era in grado di muoversi a suo piacimento nell’oscurità senza aver bisogno di una fonte luminosa.

Oh, al diavolo!

A tentoni, riuscì a raggiungere, finalmente, il proprio comodino, e si conseguenza la lampada che c’era sopra; l’abat-jour illuminò debolmente la stanza, e subito Kongo notò una presenza familiare, rannicchiata nella vecchia e sformata poltrona al centro della stanza.

Shin dormiva profondamente, con un vecchio libro in grembo e l’aria beata di chi è immerso in un sogno piacevole; il maglione che indossava sopra la camicia era leggermente stropicciato e il colletto della camicia era sbottonato: si poteva vedere parte del collo.

Shu deglutì a fatica, quasi fosse un boccone troppo grosso per lui quella visione.

Poi, si chinò su di lui, poggiando la propria fronte sulla sua, i loro capelli si sfiorarono, così come le punte dei nasi e infine le labbra; per un attimo, il bacio restò sospeso nell’aria, congelato in un unico istante, lunghissimo. Poi Shu, alla fine, poggiò le sue su quelle del compagno, carezzandole affettuosamente.

Il ragazzo addormentato si mosse nel sonno con un mugolio infastidito, il libro cadde per terra e, lentamente, le palpebre di Shin si sollevarono, mostrando i suoi occhi velati di stanchezza: “Ben svegliato.” gli sussurrò dolcemente Kongo, allacciando le mani dietro il suo collo e premendoselo contro con urgenza; sfregò il viso sul maglione del compagno e lo prese praticamente in braccio.

Shin restò sorpreso da quel comportamento: non che gli spiacesse, ovvio, ma sentiva che c’era qualcosa che non andava, era troppo…

Troppo…

Troppo forte la sensazione che a Shu fosse successo qualcosa per ignorarla.

“Shu-kun, che hai?” gli chiese Suiko, aggrappandosi a lui come a un salvagente: “Mi fai spaventare così.” Notò il ragazzo, cercando di fargli alzare il viso, ma non riuscì a ottenere alcunché, né una risposta o un cenno, nulla; Kongo restava ostinatamente col volto celato nel maglione di Shin.

Poi, il Torrente sentì qualcosa di strano scivolargli lungo il collo scoperto, qualcosa di morbido e soffice ma che non riusciva a riconoscere; solo quando, dopo qualche minuto, Shu ebbe sciolto l’abbraccio, capì, e la sensazione di disagio aumentò, perché il suo prezioso compagno aveva la mano fasciata?

“Che hai fatto?” questa volta, il tono di Shin non ammetteva un silenzio, voleva delle risposte. E le avrebbe ottenute.

“Non ce la faccio più…”

La voce del Diamante suonava spenta e senza allegria, era così brutto sentirla così triste: “Io non ce la faccio più…” ripetè, lasciandosi sfuggire un singhiozzo; per un attimo, il cuore di Shin si crepò, il ragazzino sgranò i grandi occhi chiari, lucidi, che voleva dire?

“Ma che…?” biascicò il Torrente, confuso e sull’orlo delle lacrime: “Cosa intendi?” domandò con voce arrochita, “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese con un tono di voce vagamente vicino a quello di un isterico, era stridulo.

Shu mollò la presa sulle sue spalle, cadendo in ginocchio ai suoi piedi: “Non riesco più a sopportare questa situazione!” urlò, col viso rigato di lacrime, “Io non voglio più nascondermi… Voglio parlare agli altri… mi sento come un criminale in questa situazione. E non è giusto, non è un crimine ciò che provo per te!” urlò il ragazzo, abbracciandogli le ginocchia e poggiando la testa in grembo al bruno.

Con un sospiro sollevato, Shin scrollò la testa, accarezzandogli i capelli e il collo, teso fino allo spasimo: “Non è nulla…” gli sussurrò all’orecchio Suiko, cercando di calmarlo, “Cos’è che ti frena? Ne abbiamo già discusso, ora che finalmente ci siamo assestati… non c’è più ragione per tenere tutto nascosto a Ryo e agli altri.”.

Si era spaventato, doveva ammetterlo.

Ma ogni paura si era sciolta come neve al Sole nel momento in cui quel corpo massiccio gli era caduto di fronte, singhiozzante e in preda ai tremiti.

Non sopportava di vederlo piangere, e anche se era una cosa rara, era comunque sbagliato.

“Ho paura… Io amo te, Shin… eppure non sopporterei di perdere l’amicizia e la stima dei nostri compagni, non sopporterei le parole di rabbia e gli insulti… è una cosa che mi ucciderebbe. Per cui potrei uccidere. Non voglio dover scegliere tra te e loro! Non sarebbe giusto!” gridò il ragazzino, stretto ancora al compagno, “Non voglio dover sacrificare ancora qualcosa!” urlò, singhiozzando senza controllo.

“Shu! Cosa diavolo stai dicendo?!”

La voce familiare di Ryo risuonò innaturalmente severa nella stanza, facendo scattare Shu come una molla in piedi: sulla soglia, il Samurai della Vampa li osservava con sguardo indecifrabile, i grandi occhi blu di Rekka splendevano nell’oscurità; a larghi  e lenti passi, il giovane moro si avvicinò a loro, sembrava arrabbiato.

Istintivamente, Shu si parò di fronte a Shin.

Ma non era il Torrente l’obiettivo della Vampa, quanto piuttosto il Diamante.

Che venne sollevato di peso, senza tante cerimonie fin sopra la testa del compagno d’armi.

Sanada lo scagliò sul letto, mandandolo a cozzare con la schiena contro la parete; dolorante, Shu cercò di muoversi, ma la mano di Ryo si strinse attorno al suo polso fasciato: “Razza di stupido moccioso!” gli gridò, “Sei un idiota e mi sento offeso. Se la pensi così, vuol dire che non ci conosci abbastanza" strillò, aumentando la presa sul braccio, “Cosa vuol dire che non vuoi scegliere tra lui e noi?!” disse, sbatacchiandolo un po’ e avvicinando il proprio viso a quello dell’amico: “Non devi fare nessuna scelta, sono stato chiaro?!” urlò con tono di rimprovero.

Poi si scostò rapidamente, come se si fosse scottato: “Mi hai deluso profondamente, Shu Rei Fuang,” era la prima volta che Ryo lo chiamava col suo nome completo, non era un buon segno, “Quando mai, tra noi, è stato lasciato indietro qualcuno?! Quando, eh? Quando mai, nel nostro rapporto, qualcuno ha dovuto scegliere tra uno o gli altri?! Eh?! Dimmelo!” la voce della Vampa suonava insanamente stridula, “Dimmelo e mi rimangio tutto! Ma non troverai di sicuro una risposta, perché non è mai successo nulla di tutto questo, razza di zuccone!”.

Shu si fece piccino piccino.

“Siamo compagni, fratelli… Come è possibile che anche solo uno di noi venga lasciato a sé stesso? E guardami quando ti parlo!” lo rimproverò, alzandogli il viso solcato di lacrime: “Prima di essere Samurai Troopers, siamo esseri umani, che provano sentimenti e passioni, e queste non vanno in alcun modo represse o, peggio, plasmate in qualcos’altro… Shu, ho sentito quello che tu e Shin vi siete detti. Nasty mi ha detto che eri strano e mi sono preoccupato per te, sono salito qui e ti sento fare discorsi del genere. Tu non sei strano, sei totalmente malato e impazzito.”.

Le parole di Ryo trafissero il cuore di Shu, strappandogli un gemito di dolore.

“Se tu ami Shin, non c’è alcun problema. Discorsi come quello di prima non dovrebbero passarti neppure per l’anticamera del cervello, stupido di un fratellino. Hai perso la mia amicizia? Non mi sembra, perché altrimenti non sarei qui a prenderti a pugni. Seiji e Touma ti odiano? Probabile, visto che hanno una fame da lupi e stanno aspettando noi per mangiare. Ma il resto non cambia assolutamente di una virgola, mi sono spiegato?”.

Si che s’era spiegato, e anche a sufficienza.

In un momento, tutte le remore di Shu erano scomparse e il viso del Diamante era sprofondato nell’incavo tra spalla e collo di Ryo, e le braccia attorno alla sua vita, Rekka si ritrovò stretto in una morsa affettuosa senza pari.

“Sanada Ryo, se hai intenzione di rubarmi il fidanzato, devo avvertirti. Si tratta di una proprietà privata.”.

La battuta di Shin strappò una risata alla Vampa: “Non ci tengo, tienitelo pure. Dopotutto, io sono già sufficientemente impegnato.” replicò il moro, facendo cenno al Torrente di avvicinarsi.

I tre rimasero abbracciati per qualche minuto, prima che la voce arrabbiata di Touma riecheggiasse in tutta la casa: “Giuro che se vengo fin lassù, faccio passare a tutti e tre un bruttissimo quarto d’ora!” gridò l’Etere, “Cosa diavolo state…!” ma le imprecazioni, all’improvviso, si azzittirono.

Ryo ridacchiò tra sé e sé, sotto gli occhi di uno stupito Shu: “Grazie Seiji-kun. Le mie orecchie ti sono molto grate per aver azzittito quella linguaccia biforcuta.”.

Dal piano inferiore, si udì la risposta del Nimbo: “Di nulla, ma spero per voi che non stiate facendo nulla di compromettente. Perché Touma sarà pure una linguaccia biforcuta, ma io, te la taglio direttamente, la tua.”.

“Però poi, a rimetterci, sarete entrambi.” notò sardonicamente Ryo.

“Forza, scendiamo, prima che vengano a prenderci seriamente per un orecchio.” dichiarò Shin, afferrando Shu per un braccio e mettendolo in piedi, “Ora spero che tu ti sia calmato.” concluse Suiko, baciandolo dolcemente sulle labbra.

“E la prossima volta che ti sento fare discorsi del genere, ti spedisco a far compagnia ai MaSho, mi sono spiegato?” aggiunse il moro.

Ma Ryo sapeva che non li avrebbe mai più fatti, non almeno in quella vita. E lo dimostrava la naturalezza con cui stringeva a sé il corpo snello del bruno, baciandolo tra i capelli.

Sul suo viso comparve un sorriso nel momento in cui il suo pensiero andò a Touma e Seiji, che li aspettavano giù assieme a Nasty: decisamente, doveva farsi perdonare parecchie cose più tardi.

“Stasera, fatemi la cortesia di non fare troppo chiasso, per favore… o la povera Nasty, stanotte, non riuscirà a prendere sonno.”.

“Il discorso dovrebbe valere maggiormente per voi tre, Fuocherello.”.

“Ci hai mai sentito?”

“Un paio di volte, e credo che pure Nasty se ne sia accorta. Io, personalmente, ero tentato di prendere la cannetta dal giardino e inondarvi la camera, ma ho preferito evitare. Non vorrei mai che il povero Fuocherello si spegnesse.”.

Ryo arrossì vistosamente: “Questo è un colpo basso…”.

 

Dedicato alla sorellona Heather per il suo costante supporto e la sua amicizia. E perchè un po' di threesome non fa mai male xD

   
 
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