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Autore: valentinamiky    11/03/2011    3 recensioni
So già che il risultato di sta cosa, scritta in preda ad una illuminazione mistica sarà orrendo, ma babbeh...
Ambientata durante l'infanzia dei Corvi. In seguito a uno scherzo di Tokusa e di un annoiato Madarao, il piccolo Link si ritrova chiuso, senza permesso, nell'ufficio del Sovrintendente. Qualcosa lo colpirà a tal punto da fargli prendere una decisione radicale...come la prenderà Lvellie? Ho messo OCC per sicurezza ^^
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio , Link
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Amo profondamente Link. Spulciando su Photobucket alla ricerca di immagini su di lui, ne ho trovata una troppo carina ed è proprio da quell’immagine che è nata la malsana idea di questa fic, scritta peraltro di getto. Perdonatemi.
Non ha molta attinenza col manga (chissà come mai è una prerogativa delle mie fic XD) ma spero che possa comunque piacervi.
Non scrivo a scopo di lucro, i personaggi sono frutto della mente geniale della Hoshino (anche se prima o poi rapirò l’Ispettore bwahahahah) e...beh, anche se non sono tutti maggiorenni in questa fic, stranamente non c’è il rating rosso, nonostante sia una mia creazione. È tutto “amore” platonico, cari U.U
Un’altra precisazione, prima della lettura: l’OCC è di casa in questa shot, ma cercate di capire. Sono bambini, quindi è normale che Tokusa sia dispettoso. Quanto a Madarao...beh, era solo curioso (capirete). Sinceramente, credo che l’unico del gruppo “corvi” ad essere fissato con le regole già da piccino fosse Link. Gli altri avranno imparato a furia di scappellotti (passatemi questa visione) XD
Immagine:
http://media.photobucket.com/image/howard%20link/YakuzaRabi/Howard%20Link/link21-1.gif?o=82
 

Long Hair

 
Mi chiamo Howard link, ho sette anni, sono un corvo e...sono nei guai. Guai seri.
Tutta la fatica che ho fatto fin’ora per mantenere il mio tremendo segreto è andato in fumo. Ho trasgredito le regole, non ho scusanti. Lo so.
Allora perché mi sento così triste pensando che tra poco dovrò separarmi da loro?
Il Sovrintendente Lvellie mi fissa con sguardo severo; forse è una mia impressione, ma sembra anche tremendamente deluso. Che cosa ho fatto?! L’ultima cosa che desideravo era contrariarlo, dico sul serio! Non mi sarei mai sognato di fare una cosa simile, ma quando ho visto quella fotografia, sulla scrivania del suo studio (ebbene sì, anche quella volta avevo trasgredito le regole, ma non era colpa mia! Povero me!) ne sono rimasto talmente colpito...
Ora però mi vergogno da morire.
Sento le gote imporporarsi e aspetto che il Sovrintendente mi colpisca. Perché mi prenderà a schiaffi fino a lasciarmi esanime, ne sono certo. Stavolta non posso passarla liscia. Mentre attendo l’implacabile punizione, ripercorro mentalmente gli infausti eventi che mi hanno condotto a questo tragico risvolto.
 
Madarao e Tokusa avevano deciso di combinare l’ennesima marachella e stavolta, non si sa bene come, erano riusciti a coinvolgermi...
-Ragazzi, stiamo infrangendo le regole, ci puniranno!- bisbigliai, mentre i miei amici si intrufolavano di nascosto nell’ufficio del Sovrintendente.
-Link, sei il solito guastafeste! Vogliamo solo dare una sbirciatina, non succederà nulla per pochi secondi. Hai paura, per caso?- Tokusa non perdeva occasione per punzecchiarmi.
Insomma! Non avevo mica paura, solo non volevo infrangere il regolamento! Entrare di nascosto nell’ufficio di un nostro superiore, come dei comuni ladruncoli, era qualcosa di orribile per me. Cercai di farglielo capire.
-Ma il regolamento dice che...-
-Sei noioso, Link- Tokusa non mi diede nemmeno il tempo di replicare, mettendomi a tacere.
Noioso? Io?
-Se rimani in corridoio ci farai scoprire, Link- mi fece notare Madarao. Assurdo! Ora ci si metteva anche lui? Si prendeva troppe libertà e tutto solo perché era più grande! Apparentemente aveva un’espressione tranquilla e indifferente, eppure voleva ficcare il naso!
Trattenendo il fiato  e strizzando intimorito gli occhi, varcai la porta di quello studio completamente vuoto. Sorprendentemente, quando li riaprii mi ritrovai a pensare che ne era valsa la pena: l’ufficio del Sovrintendente era di un ordine impeccabile e nella sua libreria sembravano esserci un mucchio di libri interessanti. Chissà se un giorno me li avrebbe fatti leggere...
-Allora, Link? Ti sei convinto, ora? Non c’è nessun pericolo!- ridacchiò Tokusa, dandomi una pacca sulla spalla.
Sbuffai, poco convinto: era vero che lo studio era vuoto, ma se il Sovrintendente fosse tornato, i miei amici non si sarebbero più divertiti così tanto!
-Va bene, ma adesso andiamo via...Per favore, Madarao, diglielo anche tu!- supplicai il più grande, nella speranza che mi desse ascolto.  
Per fortuna, le mie preghiere vennero esaudite e Madarao concordò con me.
-Andiamo, tanto qui non c’è niente di interessante- disse semplicemente, con il solito fare annoiato.
Sbuffai, punto sul vivo. Lo studio del Sovrintendente era bellissimo, come facevano quei due a non apprezzarlo? Mah! I loro gusti avevano sempre lasciato molto a desiderare.
Non avevamo ancora raggiunto la porta, quando Tokusa soffocò un grido.
-Oh, no! Link, Madarao...sono nei guai! Ho perso un bottone della camicia, se il Sovrintendente lo trova, saprà che sono stato qui!-
-Ehhh?- portai una mano sulla faccia, disperato. Lo sapevo che era una pessima idea! Avrei dovuto fermare quei due, accidenti a me!
Madarao indicò un punto imprecisato alle mie spalle.
-Guardate, è lì. Proprio dietro di te, Link!-
Ovviamente mi voltai, impaziente di recuperare il bottone di Tokusa e andarmene. Che ingenuo!
Per terra non c’era nulla, in compenso sentii chiaramente la porta, mentre si chiudeva dall’esterno. Per poco non collassai a terra, rendendomi conto che quelle due pesti mi avevano chiuso nello studio del nostro superiore.
-Fatemi uscire! Fatemi uscire! Madarao, per favore, apri la porta! Non è giusto, è stata una vostra idea, non voglio saperne niente! Non potete lasciarmi qui!- prima strepitai, poi piagnucolai ed infine mi accasciai a terra in lacrime.
Perché doveva sempre finire così?
Perché tutti mi prendevano in giro per il mio attaccamento alle regole e perché mai finivo sempre per essere coinvolto nei guai altrui? Perché dovevo beccarmi una punizione che non sarebbe spettata a me, solo perché i miei compagni più grandi mi sfruttavano come capro espiatorio?
Non so quanto tempo passò, mentre ero rannicchiato a terra. Non sapevo come uscire da lì, visto che quei due dispettosi mi avevano chiuso a chiave.
Mi alzai, privo di energie, ormai rassegnato ad essere punito.
Potevo almeno cercare di godermi quel passeggero “momento di gloria”, no?
Mi avvicinai alla scrivania, toccando con la manina lo spesso legno scuro. Su di essa c’erano solamente un’abatjour, dei documenti, una penna nera e una piccola cornice. La osservai, curioso.
Conteneva una foto davvero semplice, ma mi mozzò il fiato: quella donna* era bellissima, sembrava un angelo. Aveva i capelli biondi, proprio come i miei, ma erano molto più lunghi.
“Che peccato...io non potrei mai tenerli così” mi ritrovai a pensare. Scossi la testa, cercando di scacciare quel pensiero. Io ero un corvo, era impensabile che mi permettessero di far crescere i capelli. Mi sarebbero solamente stati d’impiccio.
Un improvviso rumore mi destò dalla contemplazione della fotografia. Stava arrivando qualcuno. Oh, no!
Senza pensarci, scattai verso la porta. Mi ricordai troppo tardi che era chiusa.
-Che strano, ero sicuro fosse aperta- sentii borbottare il Sovrintendente; poi la serratura scattò. La maniglia girò...
Osservai le larghe spalle del mio superiore, che si dirigeva alla scrivania per afferrare un fascicolo dal cassetto. Nascondermi dietro la porta mi aveva salvato la vita!
Ma se fossi rimasto a lungo, mi avrebbe scoperto. Stava per voltarsi, quando mi venne un’idea.
Mi portai velocemente dall’altro lato della porta, approfittando del fatto che l’avesse lasciata spalancata (probabilmente aveva intenzione di uscire subito dopo aver recuperato i documenti) e bussai, salutandolo rispettoso.
- Lvellie sama...-
Il Sovrintendente mi osservò perplesso.
-Link?-
Misi a tacere l’imbarazzo e gli posi una domanda piuttosto sfrontata**...
-Mi chiedevo se...se avesse qualche lettura interessante da prestarmi- che faccia tosta, vero?
Eppure, il mio superiore sembrò contento della domanda. Che uomo singolare. Giorno dopo giorno, lo ammiravo sempre più!
Seguii ogni suo movimento, mentre apriva la sua libreria personale, passando lo sguardo su ogni tomo alla ricerca di qualche titolo appropriato a me.
Ne scelse una decina, tutti piuttosto spessi (l’adorabile peso della cultura!) e me li consegnò, scrutandomi severo.
-Fanno parte della mia collezione privata. Restituiscili entro domani-
I tomi pesavano troppo, per le mie esili braccia, ma non mi lamentai. Anzi, lo guardai colmo di gratitudine, ringraziandolo con un inchino.
 
Ritornai in camera mia con un diavolo per capello: i due che mi avevano abbandonato al mio destino non l’avrebbero passata liscia!
-Ahahah! Link è un ingenuo! A quest’ora il Sovrintendente gli avrà dato una bella lavata di capo!-
Ignorai Madarao, che con uno sguardo eloquente aveva provato a far tacere quell’impudente del nostro compagno di stanza. Troppo tardi: il più pesante tomo che il Sovrintendente mi aveva prestato, era già calato implacabile sulla testa vuota di Tokusa.
Mi arrampicai sul mio letto a castello senza degnarli di uno sguardo: non mi sarei certo abbassato ai loro livelli di stupidità con un’inutile scenata!
Meglio dedicarsi alla lettura, non avrei sprecato un secondo di più con quei due perdigiorno!
 
Il giorno dopo mi recai nuovamente nello studio di Lvellie sama. Non per intrufolarmi, ma per restituirgli gli interessantissimi libri che mi aveva prestato.
Molti dei miei coetanei li avrebbero sicuramente bruciati, trovandoli noiosi. Ma io li avevo apprezzati davvero moltissimo e ci tenevo a ringraziare di persona il Sovrintendente.
Trovai la porta aperta, come il giorno prima. Stavo per bussare, ma la mano si bloccò a mezz’aria quando notai l’espressione assorta, quasi serena di Lvellie sama. Stringeva in mano la cornice che avevo visto il giorno prima e per qualche inspiegabile motivo, provai un moto di gelosia verso quella donna.
Non avevo dimenticato i suoi splendenti capelli biondi, così simili ai miei; solo, avevo cercato di non pensarci troppo. Però, vedere quell’espressione sul viso del Sovrintendente mi aveva fatto uno strano effetto.
Quanto avrei desiderato che provasse la stessa ammirazione anche nei miei confronti...
Probabilmente fu in quel momento che decisi di trasgredire nuovamente le regole. Volevo che Lvellie sama mi guardasse con quell’espressione serena...
 
Erano trascorsi alcuni mesi. Ormai portavo abitualmente un cappellino per celare il mio terribile segreto. Non volevo che qualcuno se ne accorgesse. Non per paura di una punizione, ma perché ormai, il corpo del mio reato era diventato una parte di me.
Mi piacevano quei lunghi e soffici fili d’oro, che liberavo solamente la sera, lontano da sguardi indiscreti. Ormai erano davvero lunghi, ben oltre le spalle ed iniziava a farsi difficoltoso nasconderli. Ma non volevo saperne di tagliarli.
Mi ci ero affezionato. Li trattavo con estrema cura, perché fossero sempre morbidi e setosi.
Se Tokusa e Madarao lo avessero scoperto, mi avrebbero chiamato “femminuccia” a vita! Ma volevo correre il rischio.
Mi domandavo spesso se sarebbero piaciuti al Sovrintendente, ma non avrei mai trovato il coraggio di farglieli vedere. Se inizialmente speravo nella sua ammirazione, man mano che passava il tempo mi rendevo conto che diventava pericoloso continuare a farli crescere. E se avessi ottenuto l’effetto contrario? Non avrei mai sopportato il suo disprezzo!
Iniziavo a provare timore e vergogna per quello che stavo facendo, ma allo stesso tempo, non volevo tagliare quelle ciocche dorate.
 
Il momento che tanto temevo è giunto e tutto per uno stupido errore durante gli allenamenti: mi è caduto il cappellino e tutti hanno visto i miei capelli! Sono stato convocato nell’ufficio del Sovrintendente, che ora mi darà la punizione che merito. La cosa che più mi dispiace è sapere che tra poco, i miei capelli verranno tagliati e non potrò più farli crescere. Mai più...
-Howard Link-
Non posso sperare nella sua clemenza.
-Dovresti saperlo che i capelli lunghi sono d’intralcio, durante i combattimenti. Il regolamento è molto severo a riguardo!- la voce perentoria del Sovrintendente mi trapassa, facendomi tremare leggermente. Io non volevo questo. Desideravo solo che mi ammirasse...
Sento i passi del Sovrintendente avvicinarsi e trattengo il fiato, in attesa delle percosse. Ma non succede nulla.
-Legali...- dice semplicemente, prima di uscire dall’ufficio.
Sento in lontananza la risata divertita di Tokusa e...quello sul volto di Madarao è un ghigno?! Quei due! Non li sopporto proprio!
Mentre li ricopro di insulti, sento qualcosa di umido sulla guancia.
Le due pesti non perdono l’occasione di prendermi in giro, ma stavolta rispondo con un semplice broncio: me lo sono meritato. Piangere di felicità, che stupido!
 
Ripensandoci, forse me lo sono solamente immaginato.
Ma mi è sembrato che Lvellie sama stesse sorridendo...
 
 
Note:
*licenza poetica, ma diciamo che potrebbe far parte della casata Lvellie XD
** il solito esagerato -__- ma è dolce anche per questo! *_*
  
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