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Autore: Nyappy    11/03/2011    2 recensioni
Matthew è un barista sull'orlo di una crisi di nervi.
My-kee il suo eccentrico coinquilino che vuole vivere di musica.
-E poi...-, lui ruppe il tranquillo silenzio che si era formato tra loro, -L'ho morso.-
Kimberley strabuzzò gli occhi. Mr Tranquillo&Posato che si metteva a mordere la gente?
-Com'era?-, chiese senza nemmeno pensarci.
-Buono.-, rispose lui sincero.

[Ovviamente slash. Linguaggio colorito ed insulti deliziosamente volgari.]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mordere, dilaniare, era di questo che aveva bisogno in quel momento.
Affondare i denti nella carne che tanto bramava e strapparla via, ottenere un piccolo trofeo sanguinolento, lappare quel sangue dal gusto sconosciuto.
Matthew non desiderava altro in quel momento, e capiva quanto questo primitivo imperativo di ferire fosse solo una necessità, pura autodifesa.
Anche un masochista possiede l'istinto di sopravvivenza, dopotutto.
Sì, perché era da masochisti continuare dopo anni di sofferenza a condividere l'appartamento con quell'idiota patentato.
Quel bellissimo idiota patentato.
Quell'idiota assurdamente gay che usciva con un ragazzo diverso alla settimana -dove li trovasse tutti quegli spasimanti era un autentico mistero per Matthew,
che gli stava sacrificando su un altare quasi due anni di astinenza, inutilmente.
Due anni di repressione non retribuita.
Non che quel cretino non ci provasse, con lui, oh no. Aveva capito subito che gli bastava sporgere le labbra e fare la sua espressione corrucciata più adorabile
per manovrare Matthew a proprio piacimento.

A Matty la giornata non era andata affatto bene, complici dei clienti particolarmente stupidi, pavimenti ricoperti di vomito ed una delle sfuriate tipiche del capo.
Odiava dover lavorare in quello stupido bar per adolescenti, ma aveva un disperato bisogno di soldi.
Tornato a casa si aspettava almeno di trovare la cena pronta -come avevano pattuito per i martedì ed i giovedì- ed invece il suo coinquilino lo aveva salutato
sdraiato mollemente sul divano in pantaloncini e t-shirt, con il telecomando in mano ed il sacchetto vuoto del cinese sul tavolo.
Quella visione paradisiaca portava il nome di My-kee Poole. Esatto, My-kee, da degno figlio di due hippie bohemienne.
E quindi Matthew, masochista sì, ma fino ad un certo punto, si fiondò in cucina per riprendersi e andare alla ricerca di qualcosa di commestibile nel frigo.
Perché My-kee era davvero una visione paradisiaca, anche se si era tagliato i capelli biondi da solo in un moto di ribellione post-qualcosa, e la sua acconciatura aveva
qualcosa di vagamente casuale. Forse era quello che attirava così tanto gli altri, quell'aria di sofisticata sciatteria, come lo smalto scheggiato di due colori, quell'espressione
sempre insolente, quella bocca carnosa che non aveva problemi a canticchiare il Fuck Me di Jeffree Star, poi passare alla politica da repubblicano convinto e insultare il
mondo con le citazioni colte e gli insulti in francese.
Vuoto, il frigo era vuoto.
Con lo stomaco brontolante tornò in sala, poggiò la felpa sul tavolino e fissò accigliato My-kee languidamente disteso tra i fiori.
Fame.
Gli si gettò sopra, individuando la spalla e affondandoci i denti con decisione.
-AH! Che cazzo stai facendo?!-, impagabile, ecco. Quello strillo era stato impagabile, pura sorpresa.
Aveva accusato bene l'impatto, schiacciato dal più grande Matthew, che sembrò stupirsi della sua azione e rialzò il viso lentamente, come in attesa di qualcosa.
-Ho fame.-, cercò di giustificarsi debolmente.
-E mi mordi? Ghigliottinati lo scroto e levati!-, My-kee se lo scrollò di dosso urlandogli contro con un tono più alto del solito.
Sì, Matthew l'aveva fatto davvero.
Il suo cervello aveva associato in qualche maniera perversa la sua voglia di hamburger con la pelle invitante di My-kee, ed in più nell'aria aleggiava l'odore del cinese...
-Vado a letto.-, si voltò di scatto e si rinchiuse in camera. Avrebbe preferito morire di fame che tornare di là.

Quando My-kee s'infilò nel letto, oltre alla solita camicia da notte ad orsacchiotti, indossava anche i pantaloni di una vecchia tuta e la rispettiva felpa, che a quel maniaco non
tornasse la voglia di morderlo in un improvviso spuntino notturno...

Così, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di diverso. Di solito non ambiento mai le mie storie nello stretto presente, e non uso un linguaggio così colorito. La continuerò?
Spero di sì. M'ispira scrivere un'originale slash, il secondo capitolo è già in cantiere. Credo che continuerò con questo stile sperimentale molto ggiovane.
My-kee m'ispira come nome, stimo Jeffree Star per l'immagine che si è costruito addosso, amando la Rivoluzione inserirò parecchie citazioni storiche, nulla d'incomprensibile.
Beh, che ne dite di questa sorta di prologo? :D il titolo è letteralmente "Il Bel Ragazzo senza Pietà", citazione da "La Belle Dame sans Merci" di Keats, una bomba della lirica.
Commenti, suggerimenti e critiche sono ben'accetti ed incoraggiati :)
Nyappy
   
 
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