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Autore: AliF    11/03/2011    2 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Atem è tornato nel suo mondo. E adesso Yugi deve trovare la forza di ricordare.
[Yuugi Mouto] [Nuovo Personaggio]
[Introspettivo]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati dieci anni.
Sono passati dieci anni da quando ti ho visto varcare quella porta.
Quella porta.
Quella che ti ha allontanato da noi, da me.
Ma, in fondo, è stata anche colpa mia.
Dovevo perdere quella partita.
Dovevo farti vincere, come hai sempre fatto.
Eppure volevo dimostrare a tutti che io ero capace di andare avanti da solo, che non avevo bisogno di nessuno, che la vita era mia. E per questo ti ho sfidato, per questo ho vinto.
Dovevo dimostrarlo a me stesso.
I primi tempi, però, non volevo credere che tu non ci fossi più.
Tutti erano tristi per la tua scomparsa, perfino l’impassibile presidente della Kaiba Corporation.
Io continuavo a chiamarti, a cercarti nella mia mente, dove sei sempre stato. Fissavo il mio petto, il vuoto causato dal Puzzle del Millennio. Speravo che ricomparisse la piramide d’oro e quindi tu.
Non pensavo a niente, se non ai tuoi occhi viola, così simili ai miei. Eppure così diversi. 
Erano passati trecentosessantacinque giorni quando mi sono ricordato della nostra ultima battaglia. Mi sono ricordato il perché di quella sfida e di quella vittoria.
Ho iniziato a vivere, di nuovo.
Ho sentito il cuore riprendere a battere più velocemente, i polmoni riempirsi d’aria. Sul mio viso è spuntato  un timido sorriso.
L’impatto con la realtà è stato duro. Alcuni dei nostri compagni d’avventura se n’erano andati e io non sono riuscito a salutarli, a ringraziarli per quello che hanno fatto. Per quello che hanno vissuto. Vicino a me rimanevano sempre i soliti: Jono, Honda, Anzu e Seto. Loro sono rimasti.
Presto, però, anche gli amici di sempre se ne sono andati, ognuno per la sua strada. E io, sul mio tragitto, ho rincontrato Rebecca. Sembra strano che sulla mia fede ci sia scritto il suo nome, vero? Sembra strano che mi sia innamorato di quella ragazzina bionda? Già, sembra strano anche a me.
Sono andato a vivere con lei, diventando un esperto archeologo. Dopotutto, io ho sempre amato la storia.
In quel tempo il tuo ricordo è quasi svanito, rinchiuso in un angolo della mia mente.
 Rinchiuso in un piccolo sarcofago d’oro.
 Sapevo che tu eri finalmente in pace, dopo tanto tempo. Eri insieme ai Sacri Guardiani degli Oggetti del Millennio, i tuoi primi amici, non solo servitori. Eri insieme a tuo papà, insieme a Mana, insieme ai tuoi ricordi. Perché nella morte tu hai trovato la vita.
E poi in quel periodo non avevo tempo per pensare al passato. Dovevo fare come Seto ci ha sempre detto di fare, pensare solo al presente.
Rebecca è rimasta incinta di un bambino. Quando è nato ho ritrovato tutta la gioia di un tempo.
Shadi è il suo nome.
Ha i capelli biondo chiaro della mamma e le sue stesse lentiggini. E gli occhi… Per uno strano scherzo del destino gli occhi sono color ametista, così simili ai miei. Simili, non uguali o diversi, solo simili. Quegli occhi hanno riportato alla luce il tuo ricordo. Sono identici ai tuoi.
E mentre i genitori si chiedevano il perché di quello scherzo, il bambino ha iniziato a parlare e a camminare. Io non ho mai smesso di guardare i suoi occhi. Rivedevo te nello sguardo innocente di mio figlio.
Adesso però, dopo dieci anni, siamo tornati davanti alla tua tomba, quella della Stele.
Sono tornato.
 Perché la vita, in fondo, è un circolo. Finisci sempre per tornare al luogo da dove sei venuto.
Shadi ha ascoltato con meraviglia la tua storia Faraone, raccontata dalla mamma.
 Io ho osservato a lungo la lastra di pietra. Dopo tanto, ti ho rivisto. Anche solo inciso. Ho vito la maestosità dei tuoi gesti, gesti di un Faraone, e mi sono sentito intimorito dal tuo disegno. Perché sei sempre stato grande.
Mentre io mi perdevo nei miei pensieri, il pubblico di Rebecca è salito di numero. Di bambini se ne potevano contare ben quattro adesso. Una femmina dai capelli castani e occhi blu, seria e lievemente sconcertata da ciò che Rebecca narrava, quasi non credesse al passato. Un maschietto biondo chiaro con grandi occhioni marroni che scherzava con una bambina dai lunghi capelli rossi e dagli occhi verde scuro. In quei ragazzi rivedevo i miei amici di un tempo. Anzu e Seto, Jono e Mai, Honda e Serenity.
“Il Faraone Senza Nome decise così di tornare indietro nel tempo per riavere i suoi ricordi… Non sono io, però, quella che deve raccontarvi il resto della storia” Rebecca termina così il suo racconto. “Forse, però, c’è un’ altra persona che la conosce, o meglio, altre persone”
Finalmente alzo lo sguardo e li vedo. Dopo tanto tempo, sono di nuovo vicino a me. Sorridono felici. Perfino l’impassibile Seto. E mi unisco anche io ai loro sorrisi, che presto si trasformano in risate, allegre e spensierate.
Come lo eravamo noi, allegri e spensierati. Perché, tra una battaglia e l’altra, non abbiamo mai perso la voglia di ridere.
 Come lo siamo noi, allegri e spensierati.
“Dai Yugi, racconta! Facci sognare!” esclama Jono e tutti annuiscono.
E così tocca a me raccontare della nostra ultima avventura. Quella che ci ha segnati profondamente, quella che ci ha fatto capire il valore dell’amicizia, quella che ci ha fatto crescere, quella che ha cambiato per sempre le nostre vite.
“Ricordatevi, tutti voi” dico, fissando i miei compagni di avventura” Il destino non ha guidato solo me. Tutte le persone che ho incontrato in questo lungo cammino hanno avuto un loro peso nello svolgersi degli eventi e sono pronto a scommettere che la maggior parte di loro non lo sapeva nemmeno. Ma ognuna di loro, per quanto ignara del ruolo che svolgeva, era uno dei tanti tasselli necessari per completare il puzzle della vita del Faraone. Dai coraggiosi guerrieri, alle intrepide fanciulle, questa miriade di persone aveva una sola cosa in comune: ognuna di loro aveva avuto un legame con uno spirito vecchio di migliaia di anni. E se tutti loro lo hanno aiutato, lui ha arricchito la loro vita”
Era la frase che Pegasus ha dedicato a noi, un po’ diversa. Io ho solo cambiato alcune parole, per farla diventare solo tua.
Già Faraone. Tu non ci hai mai lasciato. I tuoi insegnamenti e i tuoi valori sono sempre rimasti con noi. Sono diventati parte di noi. E con quelli abbiamo capito il vero valore dell’amicizia.
 E’ strano anche questo. Noi dovevamo insegnarti cosa voleva dire essere amici, eppure sei stato tu quello a spiegarci cos’era l’amicizia e che questa, se vera, avrebbe superato migliaia di ostacoli, anche il tempo e lo spazio.
Adesso è giunto il tempo di andare, tornare alle nostre vite quotidiane, forse con una consapevolezza in più: saremo sempre insieme, anche distanti. Alla fine poi, ci ritroveremo tutti di nuovo davanti a questa Stele, per ricordarci dei vecchi tempi.
Perché i ricordi non se ne vanno mai, sono l’unica certezza della vita.
La vita, in fondo, è un circolo, finisci sempre per tornare da dove sei venuto. E la fine non è altro che un nuovo inizio.
Solo Shadi è rimasto indietro, a fissare ancora una volta la tua immagine e quella del nostro incantatore preferito, il Mago Nero.
“Papà” mi chiama “Era davvero così importante per te questo Faraone?”
“Si, figlio mio. Lui non era solo il mio migliore amico. Lui era l’altro me. Quando se n’è andato, ha lasciato un’immensa voragine nella mia vita. In parte questa è stata colmata dal tuo arrivo”
Si gira, incuriosito “Perché papà?”
I tuoi occhi. Hanno il mio stesso colore, ma sono del tutto identici ai suoi, ad Atem, la Luce d’Egitto. Sapevo che non m’avrebbe mai lasciato. Adesso parte di lui è in te.”
Gli occhi di Shadi si illuminano di gioia e tornano a fissare la Stele.
“Chi è quella figura sopra di lui?”
E’ il nostro incantatore preferito, il Mago Nero
“E’ bellissimo” dice, continuando a fissarlo “Io voglio diventare come il Mago Nero, forte e imponente”
Sorrido, non per niente stupito. Avresti sorriso anche tu. Uno dei tuoi soliti sorrisi enigmatici a cui tanto ero affezionato.
In Egiziano Shadi significa… L’Incantatore.






 

   
 
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