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Autore: LeMuseInquietanti    12/03/2011    3 recensioni
Momenti tratti dalla quinta stagione di Skins descritti da me per "festeggiare" questo cast inedito e sensazionale, che mi ha davvero stupito ( a giudicare dalle foto promozionali li trovavo poco promettenti e adatti, invece ora mi sono completamente ricreduta... non dovrei avere pregiudizi XD )
Insomma, eccovi il primo pezzo su Rich. Se sei fedele al metal ci sono cose che non possono piacerti per principio. Per esempio le ragazze gentili e delicate. Quelle che si intrecciano i capelli in graziose bande tenute ferme da fragili fermagli, che ti sorridono e ti stringono la mano quando provi timore. Se sei un vero metallaro devono piacerti quelle pericolose, le leonesse, devono ringhiare per essere degne della tua attenzione. Con gli abiti giusti. Le ragazze della notte con cui condividere una scopata rabbiosa. Di quelle da dieci minuti in cui la afferri per i fianchi, artigli le loro braccia con le mani sudate, strappi i capelli, ansimi sul collo. Lasciandoti guidare dal ritmo, quel ritmo, che sembra a tratti insensato. Se credi nella musica non puoi sottometterti alla ragione, la musica è al di sopra, oltre le nubi e tu avresti tanto piacere nel guardare il mondo da lontano, appeso fra le stelle.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una raccolta su brevi momenti tratti dalle puntate della quinta stagione di Skins che mi hanno particolarmente colpito. I personaggi di questa stagione sono meravigliosi e volevo così cimentarmi nello scrivere di loro, spero di esser stata capace anche se ho i miei dubbi. Parto con Richard perchè ormai io sono innamorata persa di lui e mi piace moltissimo insieme a Grace. Beh, ecco a voi la mia storia. 




Rich. La   Musica.



Stordito, disilluso. Abbandonato perfino dalla musica. Una cacofonia sfuggente a saturargli le orecchie. Rimarrà sordo? Probabile. Gli avevano suggerito di non comprare quel disco. Qualcosa che costa così tanto deve essere necessariamente fuori dalla sua portata. Apparentemente è tutto fuori dalla sua portata. Compreso l’amore. Soprattutto l’amore. Se sei fedele al metal ci sono cose che non possono piacerti per principio. Per esempio le ragazze gentili e delicate. Quelle che si intrecciano i capelli in graziose bande tenute ferme da fragili fermagli, che ti sorridono e ti stringono la mano quando provi timore. Se sei un vero metallaro devono piacerti quelle pericolose, le leonesse, devono ringhiare per essere degne della tua attenzione. Con gli abiti giusti. Le ragazze della notte con cui condividere una scopata rabbiosa. Di quelle da dieci minuti in cui la afferri per i fianchi, artigli le loro braccia con le mani sudate, strappi i capelli, ansimi sul collo. Lasciandoti guidare dal ritmo, quel ritmo, che sembra a tratti insensato. Se credi nella musica non puoi sottometterti alla ragione, la musica è al di sopra, oltre le nubi e tu avresti tanto piacere nel guardare il mondo da lontano, appeso fra le stelle. Sta andando tutto male. Rich si copre gli occhi, gli viene da piangere. Si alza, si veste, non può lasciarsi andare. Gli pare di vedere Alo schifato dalla sua vigliaccheria, dopotutto qualunque ragazzo è stato rifiutato, L’Angelo della Morte non è di certo l’ultima che lo farà sentire poco lontano dalla descrizione dell’adolescente che si spaccia per metal per nascondere il fatto d’esser schifoso e arrapato che lei gli ha dipinto spiegandole il suo no.  Poi pensa a Grace. L’ha trattata così male. In fondo lei è quanto di più simile a un’amica ha. Grace ha lo sguardo sognante, e si preoccupa sempre di tutti. Forse è questo a infastidirlo. Non sa cosa pensare di lei. Forse a Grace piacciono i casi umani. Ha un forte senso dell’amicizia, così diplomatica e pronta a farsi maltrattare piuttosto che provocare ulteriori discussioni. Grace che gridava in mezzo al frastuono del pub che non gliene fregava un cazzo, che si fottessero tutti, Grace che per una volta era passata da bambola di porcellana a essere umano senza censure né limitazioni, Grace che l’aveva fatto ridere al punto da sputare tutto sul tavolo, Grace che non l’osservava come fosse uno schifoso arrapato, ma come un ragazzo, degno forse di attenzione (?) perfino da parte sua. Dopotutto era amica di Minie, il sogno erotico di Alo (e di gran parte della scuola senza alcun dubbio).
Poco dopo si stupì di essere arrivato fin lì. Faceva freddo ed era bizzarro veder scorrere le macchine nel silenzio imbarazzante della notte. Non era la notte a esser silenziosa, era lui a non vedere che i semafori scattare da arancioni a rossi e le ruote sgommare sull’asfalto appena imbiancato di neve, e i passanti concitati discutere, ognuno perfettamente calato nella sua tragedia personale, molti lo guardavano meditabondi, forse era perché aveva quegli abiti, forse si erano accorti che non ci sentiva, era abbastanza stordito, stava perdendo anche l’equilibrio ora che gli mancava l’udito? Forse non avrebbe dovuto perdere così tanto tempo nel domandarsi cosa di sbagliato quei passanti gli additassero, ci pensò solamente quando fu dentro e le luci indicarono il palco e la figura di una ballerina emerse dal sipario, dando una fugace occhiata agli spettatori delle prime file, per nulla intimorita, pareva il risveglio di un cigno. La vide emergere dal buio e scorse i suoi capelli ricci raccolti in un tupè elegante, saliva sulle punte, il candore del suo abito, l’innocenza del suo sorriso, il suo sguardo si perdeva armonizzandosi ai suoi passi, era una sinfonia silenziosa e sconosciuta, Rich pareva conoscerla come fosse stata una ninnananna che lo aveva addormentato da bambino, era qualcosa di malinconico e doloroso, aveva voglia di piangere, ma non poteva farlo, non ora che riusciva di nuovo a sentire la musica, non ora che iniziava a comprendere che la musica non era sopra il mondo, la musica era nel mondo e non c’era nulla di esoterico e mistico da comprendere se prima non si riusciva ad amare la gente, comunque essa fosse. Ma soprattutto aveva inteso che la musica poteva assumere forme poliedriche, e questa volta, la sua musica personale aveva assunto le sembianze di una giovane donna dal sorriso dolce, era Grace la sua musica, ed ora suonava soltanto per lui, sulle punte, nel fruscio del tulle, sul tracciato lucido del palco, nelle linee che le sue braccia creavano, nell’incedere delle sue gambe. Rich comprese di essersi sbagliato: non erano le parole dell’Angelo della Morte a ferirlo. Era l’esser stato talmente sciocco da non accorgersi di avere la Musica tra le mani, così vicina da poterla sfiorare, a fargli male. 

Fine.


Prossimamente pubblicherò altre storie, almeno credo, sono abbastanza incostante anche perchè sono piena di impegni. Spero vi sia piaciuta, se vorrete me lo farete sapere nelle recensioni. 
A presto, Marie. 

  
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