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Autore: cyberPOISON    13/03/2011    1 recensioni
Qualche tempo dopo la porta si aprì. Maka si alzò in piedi di scatto e vide il suo partner con una grande scatola di cartone. La guardò con gli occhi cremisi rivolgendole un caldo sorriso.
"Bentornato" brontolò "vuoi la cena? Probabilmente è fredda, ormai". Soul scosse la testa.
"No. Non ho fame". Zoppicava lungo il corridio nella sua stanza con la scatola e Maka lo seguì istintivamente. Poggiò con delicatezza lo scatolone sul suo letto.
"Che cos'è?"chiese, allungando il collo per vedere cosa ci fosse scritto sulla scatola. Soul sospirò.
"Cavolo, Maka, non ti hanno insegnato a farti gli affari tuoi?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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The Keyboard The Keyboard ;
Traduzione della fanfiction The Keyboard di GoldenOutcast. {}



Maka poggiò la forchetta sul tavolo, sopra il tovagliolo piegato ordinatamente e collocato con precisione affianco al piatto. Sorrise e fece un passo indietro per ammirare la tavola apparecchiata per due. Anche se avrebbe potuto semplicemente mettere del cibo in due piatti e posarli sul tavolino del soggiorno, si sentiva meglio quando la tavola era apparecchiata. Sfilò una sedia dal tavolo e si sedette, guardandosi intorno, l'assenza del suo partner era, oltre che fastidiosa, davvero evidente. Circa trenta minuti prima, Soul era uscito, aveva indossato il giubbotto in pelle, avvisandola semplicemente che sarebbe tornato in tempo per la cena. Questa era uno dei lati fastidiosi del suo carattere. Non aveva detto nient'altro. Sospirando si sistemò le code. Prima la sinistra, poi la destra. Il mento appoggiato sulla mano mentre aspettava Soul. Per qualche motivo non voleva mangiare senza di lui. Quando sarebbe tornato lo avrebbe rimproverato per il ritardo e gli avrebbe detto che se la cena era fredda era esclusivamente colpa sua.
'Chissà che cosa doveva fare...' pensò, cercando di immaginare perchè fosse uscito senza spiegazioni, proprio prima di cena. Purtroppo, nulla le venne in mente. Lo avrebbe aspettato. Nel mentre si mise a giocherellare con la forchetta, tracciando il motivo della tovaglia.

Qualche tempo dopo la porta si aprì. Maka si alzò in piedi di scatto e vide il suo partner davanti alla porta con una grande scatola di cartone. La guardò con gli occhi cremisi rivolgendole un caldo sorriso.
"Bentornato" brontolò "vuoi la cena? Probabilmente è freddo, ormai". Soul scosse la testa.
"No. Non ho fame". Zoppicava lungo il corridio verso la sua stanza con la scatola e Maka lo seguì istintivamente. Poggiò con delicatezza lo scatolone sul suo letto.
"Che cos'è?"chiese, allungando il collo per vedere cosa ci fosse scritto sulla scatola. Soul sospirò.
"Cavolo, Maka, non ti hanno insegnato a farti gli affari tuoi? Se proprio lo vuoi sapere, è una tastiera. Ora lasciami solo, voglio suonare qualcosa". Maka ne fu sorpresa.
"Hai comprato una tastiera? Perchè? C'è un pianoforte a scuola...".
"Non lo so. La volevo". Aprì la scatola e ne esaminò con interesse il contenuto.
"Okay Soul. Fa come vuoi". Disse lasciando la stanza, chiedendosi perchè mai avrebbe dovuto aver bisogno di comprarsi una tastiera quando c'era un piano perferttamente funzionante a scuola. Camminò verso la cucina, afferrò il suo piatto, lo riempì con due fettine di pollo alla griglia e un cucchiaio di verdure. Si sedette al tavolo e iniziò a mangiare.
Proprio mentre terminò il pasto e mise il piatto nel lavandino, sentì delle note musicali provenienti dalla stanza del suo partner. Procedeva con curiosità, lentamente lungo il corridoio. Quando arrivò davanti alla porta della sua camera, era socchiusa. La melodia era molto lenta e malinconica, non la conosceva, ma era molto bella. Aprì un po' la porta e infilò dentro la testa, guardandolo suonare. Era molto bravo a suonare il pianoforte. Aveva sempre desiderato suonare uno strumento. Aprì la porta, centimetro dopo centimetro, e silenziosamente entrl nella stanza, senza mai staccare gli occhi dalle sue dita esperte. Rimase in silenzio, guardandolo, affascinata, fino a quando la canzone finì con una nota bassa. Si guardò intorno e le sorrise.
"Sei di nuovo qui, eh?" Maka annuì. Prese una sedia da sotto la scrivania e si sedette di fronte a lui.
"Mi è piaciuta la canzone". Disse tranquillamente.
"Ho improvvisato. Non era niente di speciale, davvero". Maka spalancò gli occhi.
"Hai improvvisato?" Lo fissò incredula. Aveva suonato come se l'avesse fatto già centinaia di volte.
"Qual'è il problema, Maka? Era solo un pezzo qualunque".
"Sei veramente barvo. Ho sempre ammirato il tuo modo di suonare il pianoforte. Vorrei essere brava come te". Soul sorrise, e fece una pausa prima di parlare.
"Vieni qui, posso insegnarti qualcosa se vuoi". Maka ne fu sorpresa.
"O-okay!" disse lentamente, sedendosi affianco alla sua arma. Fissò i tasti per un po' prima che Soul iniziò a parlare.
"Okay, questo è il Do, qui". Spiegò con un tono un po' annoiato. Le afferrò la mano con dolcezza e posiziono l'indice su un tasto al centro della tastiera. Le sue mani erano fredde, ma... confortanti, in qualche modo. Maka annuì.
"Otto note formano la scala" continuò lui. Mise il pollice su un'altro tasto e cominciò a suonare, nominando le note dopo averle suonate.
"Do... Re... Mi... Fa... Sol... La... Sì... Do" disse. Maka annuì di nuovo, senza parlare.
"Ora fallo tu". Maka lo guardò, lui sospirò. Iniziò a premere i tasti con le dita incerte. Maka sorrise. Calò un silenzio imbarazzante, fino a quando Soul borbottò:
"Bè, è sufficente per ora. Ho bisogno di suonare qualcosa di più difficile, ora". Maka sorrise e si alzò dalla sedia.
"Certo, Soul" disse cercando di dare un'intonazione neutra a quelle parole. "Buon divertimento". Iniziò a camminare lungo il corridoio.
"Ehi, Maka". La chiamò Soul.
"Eh?"
"Quella scala, andava abbastanza bene. Giusto per fartelo sapere".
"Grazie, Soul". Sorrise tra sé.
Forse questa tastiera non era così male dopotutto.


  
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