Titolo: Una
settimana di sangue.
Genere:
Comico/ Sentimentale/Thriller.
Personaggi:
Danimarca/USA, Francia/UK, Russia/Prussia, Germania/Italia del Nord,
Spagna/Italia del Sud, Svezia/Finlandia, Austria/Svizzera, Liechstein,
Un po’
tutti.
Rating:
Arancione…rosso mi sembra esagerato.
Contesto:
Una pacifica settimana bianca in Svizzera.
Avvertimenti:
Shonen-ai/ allora, ho usato il nome “Anko” per
Danimarca, “Stefan” per Islanda,
“Nikolai” per Norvegia,
“Bella” per
Belgio e qualcuno è stato trascurato alla grande ^_^
Gli
studenti del Gakuen Hetalia erano partiti per trascorrere una settimana
tra le
cime innevate della Svizzera. I più accesi sostenitori di
questa vacanza erano
stati Anko e Alfred, il primo da sempre appassionato di sport
invernali, il
secondo era stato contagiato dall’amico. Ad opporsi, a
sorpresa, era stato lo
svizzero Vash, che non voleva tornare tra le sue montagne. Ma alla fine
la
maggioranza degli alunni si era espressa a favore della gita, e Vash
era stato
costretto ad accodarsi.
All’arrivo
erano sorti i primi problemi, nessuno era d’accordo con le
assegnazioni delle
stanze. Alla fine, però, sbuffando e protestando, ognuno
prese posto nella
propria camera.
Stefan e
Nicolai si erano coalizzati contro il danese, che aveva dovuto chiedere
rifugio
ad Alfred. Tino e Berwald si erano chiusi in camera, con
l’intenzione di
rimanervi fino alla fine. Francis aveva convinto un Arthur piuttosto
brillo a
dormire con lui; Antonio aveva praticamente rapito Romano; Feliciano e
Ludwig
avevano seguito l’esempio degli Scandinavi, obbligando
così Gilbert a dormire
con un Ivan più fantasiosamente sadico del solito. I Baltici
occupavano la
stanza accanto a quella del russo e avevano aggiunto due letti per Yao
e Kiku.
Vash era in stanza con Roderich e se ne stavano in silenzio senza
nemmeno
guardarsi. Natalia e sua sorella, Elizabeth, Lili e Bella presero una
stanza
per poter stare tutte insieme per conto loro. E Matthew e Bob furono
felicemente dimenticati in una mega suite insieme a Herakle e Sadiq,
che non
facevano altro che tirarsi tutti i soprammobili presenti nella stanza.
La prima
giornata trascorse a sistemare i bagagli e a fare battaglie di palle di
neve
fuori dallo chalet. Lo scontro vide il blocco dei Nordici contrapposto
all’Occidente:
Scandinavi,
Baltici, Russia, Ucraina, Bielorussia e Prussia contro Spagna, Francia,
Inghilterra, Germania, America, Ungheria, Romano, Cina, Giappone e un
indiavolato Feliciano, che per una volta aveva deposto la bandiera
bianca. Era
stato divertente vedere come Francis, Antonio ed Elizabeth avessero
preso di
mira Gilbert, dall’altra parte della barricata.
Ma il primo
blocco, sostenuto dalla mira infallibile di Tino, aveva ottenuto una
vittoria
schiacciante.
Alla fine
erano rientrati nello chalet, stanchi ma ridenti, e completamente
zuppi.
Berwald, davanti a tutti gli altri, aveva preso Tino in braccio e se lo
era
portato in camera, ordinando che la cena gli fosse recapitata alle otto
e che
nessuno provasse a disturbarlo fino ad allora.
Francis
provò a imitarlo, ma lo sguardo truce dell’inglese
gli fece cambiare idea.
Nel
frattempo, Roderich aveva lasciato la stanza libera per Vash e sua
sorella
Lili, che avevano da discutere su alcune cose. Un paio d’ore
dopo, la ragazza
uscì piangendo, e cercò rifugio tra le braccia di
Belgio e Ungheria.
Roderich
trovò Vash disteso sul letto, che fissava il soffitto,
silenzioso e immerso nei
suoi pensieri. L’austriaco gli si sedette accanto,
porgendogli un cioccolatino
per addolcirlo.
- Cosa è
successo? – chiese a bassa voce.
- Niente.
Vuole che torniamo a casa. Insieme. – rispose lo svizzero con
voce spenta.
- E tu? –
- Non
voglio tornare a casa. Sto bene a scuola. Era per questo che non volevo
venire
in gita. Sapevo che Lili avrebbe reagito così. –
Roderich si
chinò su di lui e gli posò una mano fra i capelli.
- Vedrai
che le passerà. Adesso riposati, e pensa a svagarti un
po’. Non fai altro che
studiare, sei sempre stanco. Ti meriti un po’ di relax.
–
Vash annuì,
voltandosi su un fianco, con la testa appoggiata sulle gambe
dell’austriaco, e
si addormentò.
Nel mentre,
Matthew, che aveva deciso di far visita a Francis, dovette cambiare
idea quando
bussando sentì delle grida e il continuo cigolio del letto.
Quella notte, nessuno uscì dalla propria stanza, troppo impegnati in interessanti attività extracurricolari.
Angolino dell'autrice:
Nuova fanfiction! Spero non restiate scandalizzati dalla bruttezza di tale opera, almeno non quanto mia sorella, che appena si è resa conto che Danimarca stava con America voleva picchiarmi!
Spero
vi
piaccia...l'ho scritta tra un'ora di buco e un'altra...praticamente ho
avuto una marea di tempo libero per scriverla. Ovviamente il merito di
questa fanfiction va alla mia migliore amica, che senza volerlo mi ha
suggerito quest'idea! La mia Feli...quanto ti adoro!