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Autore: Sarugaki145    14/03/2011    3 recensioni
Era sdraiata sul letto in silenzio, immobile. Il suo respiro era lento e regolare, i pugni erano chiusi e le braccia distese aderenti al corpo. Gli occhi scrutavano attentamente il soffitto, passavano lentamente a scrutare ogni imperfezione della tintura bianca che nella sua immensità sembrava inghiottire la ragazza. Cercava di non pensare, cercava di non ascoltare quell’incessante martellare del suo cuore, cercava di dimenticare per un attimo lei chi fosse, per poter godere di qualche attimo di pace.
Eppure le era impossibile svuotare la sua mente da quella persona che dopo tanti anni era tornata così improvvisamente nella sua vita.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Promise me one thing... Please come back.

 

Una semplice lacrima.

 

 

Era sdraiata sul letto in silenzio, immobile. Il suo respiro era lento e regolare, i pugni erano chiusi e le braccia distese aderenti al corpo. Gli occhi scrutavano attentamente il soffitto, passavano lentamente a scrutare ogni imperfezione della tintura bianca che nella sua immensità sembrava inghiottire la ragazza. Cercava di non pensare, cercava di non ascoltare quell’incessante martellare del suo cuore, cercava di dimenticare per un attimo lei chi fosse, per poter godere di qualche attimo di pace.

Eppure le era impossibile svuotare la sua mente da quella persona che dopo tanti anni era tornata così improvvisamente nella sua vita.

Si, perché la sua vita era veramente cambiata da quand’era bambina, la sua vita era stravolta rispetto a pochi anni prima. Ormai il suo inglese era fluido e se non fosse stato per i suoi tratti orientali l’avrebbero scambiata per un’americana in piena regola. Viveva in America ormai da sei anni, aveva avuto una carriera in salita e proprio ora che era all’apice si era ripresentata quella persona. Come un uragano era entrata ancora una volta nella sua anima, riuscendo a sconvolgerla e facendo partire tutti i pezzi. Ora lei era alla ricerca dei pezzi mancanti, stava cercando di ricostruire quella persona che con tanta fatica aveva creato in quegli anni. Voleva ricostruire quella cantante e modella di successo, che non si fermava davanti a nulla, che era pronta a rinunciare a qualsiasi persona pur di poter puntare diritta all’obiettivo.

In quegli anni si era pian piano isolata dal mondo che la circondava, aveva creato una sorta di cupola protettiva che nessuno doveva infrangere. Non voleva più soffrire affezionandosi a persone inutili, che non avrebbero fatto altro che farla star male. Quella cupola aveva compiuto il suo intento, l’aveva fatta diventare una persona distaccata e da quel momento non aveva più versato una lacrima per un’altra persona.

Solo ora si stava rendendo conto che però quella cupola, che si era costruita minuziosamente e con tanta cura, non aveva fatto altro che isolarla dal mondo, facendola restare incredibilmente sola.

Aveva bisogno di piangere, di far fuori uscire tutta quella tristezza che pian piano in quel tempo si era accumulata sul fondo del suo cuore. Aveva bisogno di piangere come valvola di sfogo da quel mondo senza sentimenti in cui viveva.

Ma non voleva piangere. I motivi di questa cosa potevano essere molteplici, forse se avesse dimostrato questo momento di debolezza tutto quello che faticosamente aveva creato sarebbe svanito, sapeva che qualcuno avrebbe approfittato delle sue lacrime. Forse però era solo perché si stava rendendo conto di quanto fosse sola, di quanto fosse fragile e indifesa.

Senza rendersene conto sentì una goccia calda che le rigava la guancia.

Quella lacrima scese leggera sul suo viso, come un dito che ti sfiora il viso dolcemente. Fu proprio quella lacrima che distrusse in mille pezzi la cupola che doveva proteggere quella ragazza, fu come se quella lacrima fosse un pugno verso quel vetro che la imprigionava.

A quella lacrima ne seguirono altre, altrettanto amare che continuavano a rigare quella pelle senza una sola imperfezione.

Fu così, quasi per caso, che Mimi Tachikawa si rese conto di non essere più quella che era. Non era più la ragazzina che sognava di trovare il grande amore, non era più la ragazzina che rideva ad ogni battuta, non era più la ragazzina a cui si arrossavano le guance ogni volta in cui qualcuno le faceva un complimento.

Lei era cambiata. Era diventata una fredda donna in carriera, che non guardava in faccia nessuno pur di ottenere i suoi scopi.

Lei non era stata così.

Sentiva l’amarezza di quella lacrima, sentiva la vera Mimi che si mostrava dopo anni con quella lacrima, sentiva che non riusciva più a tenere imprigionate troppe emozioni nel suo cuore.

E solo allora Mimi si rese conto che non ricordava come si facesse a sorridere veramente. Non ricordava come le labbra si incurvassero senza il proprio volere, non ricordava come gli occhi si socchiudessero e come si formassero quelle due fossette sulle sue guance lisce. Voleva sorridere, aveva l’esigenza di esprimere quella Mimi Tachikawa che era stata sopita per anni. Aveva voglia di ridere in modo spensierato, aveva voglia di spazzare con una risata la profonda tristezza che l’opprimeva da troppo tempo.

Si girò nel letto, soffocando quelle lacrime nel cuscino, lasciando andare finalmente tutte le lacrime che non avevano mai avuto modo di uscire.

Quando, con gli occhi arrossati e il fiatone, smise di piangere e si accoccolò sul fianco, in modo da farsi piccola, sotto una pesante coperta in pile.

Si mise a pensare a quella persona che era riuscita a farla tornare fragile solo per un’occhiata. Solo perché i loro occhi si erano incrociati per un attimo.

Allungò la mano, aprì il cassetto del comodino e prese una foto. Era una fotografia stropicciata, i soggetti erano due ragazzini, mano nella mano, che sorridevano al fotografo. Mimi si mise a scrutare quella bambina che sorrideva senza un solo pensiero che la turbasse, semplicemente felice di essere al fianco di quel ragazzo.

Guardò il viso del ragazzo, sorrideva sarcastico, mentre i due occhi chiari risaltavano incorniciati da ciuffi di capelli biondi scompigliati.

Le scappò un mezzo sorriso ripensando a quando erano bambini insieme, quando giocavano e sognavano un futuro roseo. Subito però il suo volto si fece nuovamente triste ripensando all’espressione cupa sul viso dell’uomo che aveva visto quel giorno. Non aveva gli occhi limpidi che possedeva in quella foto, non aveva un sorriso imbarazzato.

Era diventato un uomo.

Era già incredibilmente bello da ragazzo, ma ora aveva raggiunto una maturità che lo rendeva ancora più affascinante. I capelli sempre biondissimi rimanevano sempre scompigliati ed andavano a incorniciare quegli occhi che Mimi non aveva mai dimenticato.

Nel momento in cui si erano incrociati i loro sguardi il cuore di Mimi aveva accelerato i battiti in maniera anormale.

Chissà se l’aveva riconosciuta?

Fu con questo interrogativo che Mimi si addormentò, abbracciando forte il cuscino, probabilmente per sentirsi un po’ meno sola.

 

***

 

Due ore prima:

 

-Un nuovo produttore?? Finalmente!! Non potevo sopportarlo quello precedente!!-

Mimi sembrava sollevata da quella notizia, l’uomo di fronte a lei le sorrise divertito

-Beh, diciamo che era un corteggiatore assai pressante..!-

-Pressante??- Rispose esasperata la ragazza- Non c’era giorno che non mi regalasse dei fiori!! Insomma se rispondo di no è un no e basta!!-

L’uomo che le stava di fronte scoppiò a ridere

-Era stressante anche per me, che sono il tuo manager avere un produttore così!! Quello nuovo non credo che ti creerà fastidi!-

-Come mai?-

Chiese la ragazza curiosa

-Sembra un tipo piuttosto chiuso e taciturno.. è anche molto affascinante, sai?-

Lei scoppiò in una risata cristallina

-La tua definizione di uomo affascinante mi sconcerta..! Sarà sicuramente un vecchiettino pieno di soldi!!-

-Pieno di soldi lo è, ma ha giusto un paio d’anni più di te..-

La ragazza lo guardò interessata

-Ah si??- chiese – è veramente così giovane??-

L’uomo le sorrise, soddisfatto di aver catturato la sua attenzione

-E’ un cantante anche lui..! Ha però deciso di prendersi un periodo di pausa e non ho capito cosa l’abbia convinto a diventare tuo produttore! Avrà ascoltato qualche tua magnifica canzone e si sarà innamorato di te!!-

Concluse l’uomo ammiccante. Mimi era però immersa nei suoi pensieri, cercando di capire come fosse veramente quest’uomo e perché avesse deciso di diventare proprio il suo produttore. In fondo era pieno di ragazze come lei in America, perché proprio lei?

-E che tipo è?-

Chiese osservando con i due immensi occhi color miele l’uomo che le sedeva di fronte.

-Te l’ho detto.. Un tipo taciturno..!- rispose il manager- Quando ci siamo visti mi ha detto solo che sei brava, che hai molto talento, che la tua musica è molto apprezzata, ma ha anche detto che hai una pecca fatale.-

Mimi guardò il suo manager con aria interrogativa. Lei aveva una pecca nella sua musica?? Non se n’era mai accorta e nessuno l’aveva mai trovata. Iniziò a pensare a che cosa potesse essere, scervellandosi su qualsiasi suo difetto.

-Per caso sta nel fatto che talvolta faccio delle steccate?? Penso che succeda a tutti.. E poi le canzoni che escono sono rifatte più volte in modo da evitarle..-

Il ragazzo le fece un sorriso rassicurante. Aveva una trentina d’anni, gli occhi scuri erano racchiusi da un paio d’occhiali, i capelli erano chiari e ricci. Era una persona gradevole, sia come aspetto che come compagnia, un uomo allegro e sempre con la battuta pronta. A Mimi era piaciuto in quanto possedeva tutto l’ottimismo che a lei mancava, rideva spesso e riusciva a far sentire Mimi a proprio agio in ogni momento.

-No no.. E’ una cosa molto più particolare! Io, personalmente, non l’ho mai notata e non capisco come  il tuo nuovo produttore, che non ti ha mai conosciuta di persona, possa dedurre questa cosa dalle tue canzoni..!-

Lo sguardo della ragazza era un misto tra curiosità e inquietudine. Doveva capire cosa non andasse nella sua musica, non poteva non tormentarsi ora che le avevano detto una cosa del genere.

-Stai calma e non ti mangiare le unghie Mimi!! Il tuo nuovo produttore ha detto che tu nei testi non metti il cuore. Ha detto che i tuoi testi sono privi di sentimento, che usi troppi giri di parole. La sue parole sono state:  “Una bella canzone non nasce solo da come la si canta. Deve contenere anche l’anima del cantante.” Poi ha chiesto se le tue canzoni abbiano davvero per tema ciò che vorresti gridare dal profondo del cuore. Nel senso che non trasmetti quello che provi veramente, ma passi solo quello che vorresti provare.-

Mimi lo guardava immobile, mentre quelle parole pesavano come piombo sul suo cuore. Il manager, vedendola sconvolta, la rassicurò dicendo

-Non prendere troppo sul serio questa cosa!! A me sembra che nei tuoi testi ci sia il riflesso del tuo cuore!! E se sono così sulla cresta dell’onda un motivo ci sarà, non credi?-

Mimi lo guardò poco convinta, poi con un sorriso annuì. Era un po’ confusa in quel momento, non capiva chi potesse aver capito quella cosa solo ascoltandola e senza conoscerla. In quel momento nessuno la conosceva così bene da poter dedurre quella cosa, non era possibile.

-Oh!! Eccolo che esce dalla riunione!! Guarda è quell’uomo biondo!!-

Mimi fu riportata alla realtà da quella frase e subito si girò verso il gruppo di uomini che indicava il suo manager. L’uomo che doveva individuare le balzò immediatamente all’occhio. Era piuttosto alto e i capelli biondissimi spiccavano particolarmente. In quel momento l’uomo si girò e gli occhi dei due si incrociarono.

Uno sguardo freddo come il ghiaccio immobilizzò Mimi per qualche istante. Gli occhi erano incredibilmente chiari ed altrettanto freddi. Quello sguardo risvegliò in Mimi un misto di sensazioni assopite da tempo.

Lei conosceva quegli occhi.

Lei gli conosceva fin troppo bene.

Una domanda echeggiava a vuoto nella sua testa

Che cosa ci faceva in quel posto Yamato Ishida??

 

 

 

  
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