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Autore: VeNoBa    14/03/2011    2 recensioni
Fanfiction a più capitoli su uno dei miei manga preferiti^^ Prevalentemente vissuta con gli occhi di Yuuki e Zero,ma ci sarà anche "parecchio Kaname" dentro :) Scritta partendo dal presupposto che tutto il passato di Kaname sia già venuto a galla...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Missione "speciale" (capitolo 16)

“Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi” (Hermann Hesse)

Ci furono due minuti di silenzio: Cross sorrideva, Yuuki e Zero si scambiarono uno sguardo, entrambi interdetti.

“Ma…mi prende in giro?” se ne uscì il ragazzo, rivolto al Direttore.

“Assolutamente no; anzi, ti dirò di più, credo che Yuuki sia particolarmente adatta a questa missione in particolare” rispose l’uomo.

“Ma non è un hunter!” sbraitò Zero.

“Lo so bene, ma tu, Kaito e Yagari…”

“Anche Yagari?” lo interruppe lui.

“Sì…considerata l’importanza “diplomatica” del compito che è mia intenzione affidarvi, ha ritenuto opportuno accompagnarvi. Con tre dei migliori hunters dell’Associazione non c’è motivo di credere che possa succedere qualcosa di male a Yuuki” se ne uscì Cross.

Il volto di Zero prese colore, subito, e lui borbottò, chiaramente spiazzato da un’affermazione simile…così acuta, oltretutto:

“Non c’entra niente, questo, è solo che non voglio persone inutili che m’intralcino”

“Non è mia intenzione farlo…non lo farò” intervenne lei, a quel punto.

A primo impatto, l’idea del Direttore le era suonata terribilmente assurda, ma…le erano bastati due minuti per farsela andare perfettamente a genio! In missione con gli hunters! Se l’uomo gliel’aveva proposto era perché, senz’ombra di dubbio, la riteneva in grado di superare la prova. Avrebbe potuto rendersi utile in qualche modo, finalmente!

Il suo vicino la trucidò con lo sguardo.

“Visto?” replicò il Direttore, giulivo.

“Mi pare di capire…che la mia opinione non conti un accidente, vero?” ringhiò il ragazzo, contrariato.

“Non vederla in questo modo, Kiryu, sei uno scorbutico senza speranza” lo prese in giro Cross.

Lui sbuffò, incrociò le braccia, come un bambino offeso, e non disse più una parola.

“In che cosa consiste, questa missione?” domandò Yuuki.

Sapeva bene che Zero era contrario, assolutamente contrario, riguardo la sua partecipazione alla missione…ma non ce la faceva proprio, neanche per far stare più tranquillo lui, a rinunciare ad un’occasione così ghiotta e che, soprattutto, non sapeva se le si sarebbe presentata una seconda volta. Era mille volte meglio di quanto avrebbe mai potuto sperare!

“Perdonami…ma ne ho bisogno” pensò, tra sé e sé, guardando in tralice il soggetto in questione.

“Dunque…suppongo entrambi sappiate che, ultimamente, le cose non stiano andando lisce, specialmente dopo quello che è accaduto con Kuran e la Shirabuki. Una delle famiglie purosangue rimaste, gli Shoutou, sta avendo vita particolarmente difficile; il capo famiglia, Sora-sama, già ai tempi in cui Rido manipolava il Consiglio degli anziani, si era apertamente schierato contro di loro, e anche dopo la distruzione di quest’ultimo, aveva espressamente dichiarato di essere dalla parte di Kuran…da questo punto in poi, tutto quello che vi dirò sono nostre supposizioni, nulla di certo al cento per cento: noi crediamo che Sara Shirabuki stia cercando di fare piazza pulita dei purosangue. Con gli Hanadagi e gli Ouri il lavoro da fare non era molto, poiché il suo fidanzato e Isaya-sama erano gli ultimi rimasti della loro casata…non sembra essere intenzionata ad attaccare i Touma, per il momento, supponiamo per una specie di alleanza stretta tra loro…” disse l’uomo.

“I Touma? Ma…non era loro figlio, quello che ho incontrato al cimitero?” intervenne Yuuki.

“Precisamente. Non avrebbe avuto reale motivo di attaccarti, scatenando le ire di Kaname-sama, se non avesse avuto qualcosa a che fare con la Shirabuki, non pensi?”

In effetti…sì, perché mai dimostrarsi così ostile nei confronti di un altro purosangue, senza ragione? I pezzi tornavano al loro posto…

“Non sappiamo fino a che punto le intenzioni della Shirabuki siano chiare alle altre famiglie, però, fatto sta che Sora-sama è stato più volte attaccato, negli ultimi mesi; si sono introdotti in casa sua e hanno cercato di rapire suo figlio, Tsuyo…tre giorni fa, un vampiro di classe nobiliare al servizio degli Shoutou, è venuto in Associazione, per portarmi un messaggio di Sora-sama, in cui mi chiedeva di prendere in custodia suo figlio, momentaneamente, per impedire che qualcuno cercasse nuovamente di fargli del male”

“Prenderlo “in custodia”? Ma quanti anni ha?” domandò Zero, improvvisamente interessato alla discussione.

“Ha tredici anni…”

“E sua madre non ha nulla da ridire, sul fatto che dei cacciatori di vampiri le portino via il figlio?” proseguì l’hunter più giovane.

“Bhè…lei si è suicidata, un anno fa” disse Cross, con una nota grave nella voce.

I due ragazzi non parlarono…
Yuuki sentiva una strana fitta al petto, come un improvviso dolore sordo…quella donna era una purosangue, doveva aver vissuto centinaia di anni; era quello il destino che attendeva lei e quello che era rimasto dei suoi simili? L’eternità era una cosa bramata da tutti, lo era stata per millenni, dall’inizio del mondo, tutti avevano cercato il modo di ritardare la venuta della morte. Tuttavia, seppur la sua esistenza da vampira di sangue puro fosse un semplice soffio paragonata a quella dei suoi avi, poteva in parte comprendere che la bellezza dell’esistenza umana era racchiusa nel suo essere temporanea.

Gli uomini andavano a pari passo, tra loro, si guardavano crescere, si guardavano invecchiare e si guardavano morire…nascevano in un mondo che era in continua evoluzione e loro si evolvevano con esso. Avere una vita tanto lunga da logorare, consumare lo spirito, permetteva solo di vedere tutto il resto cambiare, restando sempre gli stessi;

Kaname le aveva raccontato le storie che aveva visto e sentito, tutti racconti di vita di dei vampiri purosangue, e non ce n’era stata una che avesse avuto un “lieto fine”. Le parole “per sempre”…erano il vero, grande tormento degli immortali.

“Si è suicidata…povero bambino” riuscì a sussurrare lei.

“Sora-sama dice di aver visto suo figlio trasformarsi da bambino a fantasma…non parla mai, non esce di casa, non ha più voluto che il suo maestro gli desse lezioni…si è isolato da tutti. Se ha deciso di mandarlo qui, oltre che per motivi d’incolumità, è anche perché spera che un cambiamento d’aria e di luoghi gli giovi” aggiunse il Direttore.

Zero fece un verso di scherno.
“Il ragazzino è depresso…e lui lo manda dagli hunters? Siamo sicuri che stia bene di testa?” se ne uscì.

“Tsuyo mi conosce, io e suo padre siamo amici da tanti anni, e poi qui c’è Yuuki: avere a che fare con un altro vampiro del suo rango, e con pochi anni più di lui, può darsi che lo aiuti…d’altronde, non sarebbe la prima volta che Yuuki, con i suoi modi gentili, riuscirebbe a dar pace ad uno spirito tormentato” cinguettò l’uomo, lanciando un’occhiata molto particolare al ragazzo seduto davanti a lui.

Lui colse perfettamente l’allusione, ma fece finta di nulla, distogliendo lo sguardo.

“Yagari è un Maestro da molti anni, di ragazzi ne capisce parecchio, soprattutto di quelli “difficili”. Mente tu e Kaito, Zero, siete giovani e…avete avuto i vostri problemi, alla sua stessa età, quindi saprete certamente come prenderlo”

L’hunter più giovane, a quel punto, iniziò a sub-dorare quale fosse la vera intenzione di Cross. Alzò un sopracciglio e, accigliato, borbottò:
“Questa missione è un…come dire… “andare, caricare, tornare indietro, scaricare”, no?”

L’altro sorrise, sistemandosi gli occhiali.

“Avevo pensato, a dirla tutta, di far sì che…voi mi concedeste un po’ di plus”

“Plus?” ripeté Zero, quasi ringhiando.

Yuuki guardò il Direttore: aveva capito dove voleva arrivare.
Per “plus”…intendeva…

“Sarebbe una gran cosa se vi curaste di lui, voi tre e Yuuki, una volta che lo avrete portato qui” replicò lui.

Il ragazzo ridacchiò: quello non cambiava mai!

“Ha intenzione di togliere da qualunque genere di missione me, Kaito e Yagari, per farci fare da baby-sitter?!” esclamò.

“Se ci sarà bisogno di voi, sarete inviati dove occorrerà, non sto certo parlando di un “lavoro” a tempo pieno. Ma quel poverino ha estremo bisogno di riabituarsi alla gente”

“Noi non siamo “gente”, siamo hunters! A lei piace fare di tutta l’erba un fascio, vampiri, esseri umani, hunters, per lei sono tutti uguali! Ma non è così! Lo mandi in un asilo per vampiri se gli servono degli amichetti!” sbraitò Zero.

“Oh, Kiryu!” sbottò l’uomo, esasperato.

“Dove ha pensato di farlo stare? Qui in Associazione?” intervenne Yuuki.

“No…” sbiascicò Zero, già in allarme.

“Pensavo di farlo stare nel mio alloggio” rispose Cross.

“Eccolo lì, lo sapevo!” esclamò il ragazzo.

“Se per te non è un problema, Yuuki, naturalmente” aggiunse, ignorandolo completamente.

“Certo che è un problema!” rispose Zero, in sua vece.

“No, per me no…piuttosto, non so se starà bene a lui” disse la ragazza.

“Oh, sai, questo non è materia di discussione, suo padre lo ha già avvisato che sarebbe rimasto qui per un po’ e di essere collaborativo. Dove gli dirò di stare, lui starà”

Ci fu un minuto di silenzio.

Zero si alzò, lentamente.

“Lei è il Presidente dell’Associazione, avendomi assegnato quest’incarico, io ho tutta l’intenzione di portarlo a termine, come sempre; sappia, però, che non condivido affatto quello che sta facendo…è una pessima, pessima, pessima, idea” disse.

“Non mi aspettavo che tu fossi d’accordo, Kiryu, anzi…hai avuto esattamente la reazione che io e Yagari avevamo previsto” ribatté l’uomo.

Yuuki ruotò il viso: l’espressione di Zero, fino ad un secondo prima concitata e ansiosa, era ritornata quella fredda, impassibile e neutra di sempre. Era come se…si fosse “ricomposto”, avesse indossato nuovamente la sua maschera di cera, imperturbabile.

“Questo è tutto?” chiese, rigido.

“Sì, questo è tutto. Partirete tra due giorni, il tempo di fare i bagagli e preparare tutto quello che occorre per il viaggio”

“Va bene. Devo aspettare che arrivi Kaito o posso andare?” domandò.

“Puoi andare, con Kaito posso parlarci da solo, avrete comunque modo di discutere della faccenda, prima di mettervi in viaggio” concluse Cross.

L’hunter, senza aggiungere altro, si voltò e marciò fino all’uscita.

“Solo, Zero, non credere che tutto quello che è successo e la nuova missione che ti ho affidato possano farmi dimenticare della faccenda in sospeso che c’è tra noi due…e tu sai di cosa parlo”aggiunse, infine.

In tutta risposta, il ragazzo si sbatté la porta alle spalle.

“Faccenda in sospeso?” si chiese la ragazza, tra sé e sé.

Il Direttore e Yuuki non fecero in tempo a dire una parola che la porta dell’ufficio si aprì nuovamente: era Kaito.

“Salve” disse, sedendosi accanto a Yuuki.

“Ho fatto prima che ho potuto…ma Zero, dov’è?”
Guardò Yuuki…

“Ha mandato la mascotte?” ridacchiò, indicandola con il capo, rivolto al Presidente.

“Se n’è appena andato…”

L’uomo e Kaito passarono i seguenti venti minuti a discutere della faccenda “missione speciale”. Il ragazzo non si mostrò certo entusiasta della cosa, ma neanche oppose particolare resistenza.

L’hunter rimase a grattarsi la testa, per un secondo, pensieroso.
Yuuki, in seguito ad un’improvvisa illuminazione, intervenne:

“Stavo pensando…crede che sarebbe un problema se…Aidoh si unisse a noi, in missione?”

“Come??” esclamò Kaito.

Poté vedere il volto di suo padre cambiare espressione…
“Non è una brutta idea, sai? Rendersi utile lo aiuterà a distrarsi dal pensiero della morte di suo padre…naturalmente, se non si sentirà di farlo, non insisterò, e ti prego di fare altrettanto, però forse vale la pena tentare. Gli manderò una convocazione ufficiale, per domani, in modo da discuterne di persona” asserì Cross.

Lei sorrise, di cuore.

L’altro, già perplesso dall’intera faccenda, all’udire quell’affermazione non riuscì a trattenersi:
“Scusi, ma, non le sembra di esagerare un tantino? Voglio dire…d’accordo il ragazzino triste, d’accordo la sua figlioccia annoiata…ma adesso vogliamo metterci in mezzo pure il vampiro in lutto? Questa è una missione oppure un’associazione di beneficenza morale? Se ci aggiungiamo anche Wakaba, l’amica di questa vampira, possiamo tranquillamente chiamarla “gita scolastica” ”

“Kaito…ti prego, già Zero mi ha dato non poco filo da torcere, non ti ci mettere anche tu” gli disse il Direttore, sospirando.

Lui, dopo un attimo di esitazione, annuì, rassegnato. Si alzò.

“Il Capo è lei. Se ci sono novità, la prego di farmelo presente in tempo utile…buona giornata” concluse, andandosene.

Quando furono rimasti soli lui e la figlia, Cross si accasciò sulla sua poltrona, stanco.
Yuuki sapeva bene che era molto sotto pressione, ultimamente…era un uomo insistente e molesto…ma aveva sani principi, dava l’anima per quello in cui credeva e lei lo aveva sempre rispettato profondamente, per questo.

Un pensiero le attraversò la mente, ripensando al colloquio tra il Direttore e Zero, poco prima.

“Era furioso…anche se…non capisco perché, se devo essere sincera. Capisco che stare dietro a un ragazzino non sia la sua massima aspirazione, ma…”

“Non credo fosse il suo “fastidio” più grande, quello; io ho percepito, piuttosto…il suo rifiuto ad avere a che fare con qualcuno che…ha sofferto e…ha reagito come lui, a quella sofferenza. Ha diciotto anni…e…io credo che vedere Tsuyo, gli potrebbe far rivivere qualcosa, del suo passato, che continua a farlo soffrire tutt’oggi”

Yuuki spalancò gli occhi: l’immagine dello Zero tredicenne, arrabbiato con tutti, compreso se stesso, le balenò davanti agli occhi…
Diede un’occhiata a Cross…quell’uomo era…era…non c’era una parola per descriverlo.

  
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