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Autore: Astrasi    15/03/2011    2 recensioni
Nella semplicità dei gesti quotidiani, nel suo sorriso, nei suoi occhi e sulla sua pelle c'è solo l'amore di mamma e di moglie, gioia nell'essere così normale, di poter vivere ancora la sua vita. Non so se è stato davvero così, probabilmente no, ma non ho trovato modo migliore per descrivervi l'immagine che ho di lei.
Signora fiera e mamma affettuosa, orgogliosa del suo essere donna ma mai vanitosa, le piaceva sorridere e dare baci, sorridere e amare perché Linda era così, tutta chiara, con la gonna blu. 
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Linda.
 
Camminava per le vie affollate di Londra, leggera e aggraziata nel portamento, con quella appena accennata goffaggine che accomuna tutte le donne indaffarate, agili e scattanti, meno delicate ma forse più belle di qualsiasi principessa. La gonna blu al ginocchio, le scarpe basse ed una camicia bianca semi-nascosta dal cappotto leggero che era solita indossare in primavera, con le borse della spesa in una mano e una bambina bionda aggrappata al suo braccio dall’altra parte. Linda Louise Eastman sfilava così, tra uomini di lavoro e commesse, mamme e papà, macchine, autobus e il fumo della città che nascondeva il cielo e le cime dei palazzi, come mamma, come donna. Capelli biondo cenere le bagnavano le spalle di ciuffi d’oro sporco, gli occhi non truccati saettavano dalla testa color platino della figlia a ciò che le accadeva intorno, e nessuno, nessuno mai avrebbe mai pensato che fosse diversa da qualsiasi altra persona che camminava spedita lungo Regent Street. Però forse era il sorriso, a renderla più luminosa anche in quel giorno di nuvole, perché Linda sorrideva, oh si…diamine se sorrideva. Sorrideva persino con il naso, e con le orecchie; sorrideva con le mani, con le gambe e con i capelli, che teneva lunghi alle spalle.
Bellissima nel suo essere mamma, prese in braccio la piccola Heather quando inciampò in una pozzanghera sul marciapiede affollato, così sottile e fragile all’apparenza, sembrava la donna più forte del mondo anche sotto il peso della bambina. Naso contro naso, lentiggini che si sfiorano e un bacio sulla fronte del suo angioletto per poi ripartire, camminando per le vie di Londra, camminando come se fosse la comparsa di una delle sue fotografie: essenziale, in quel quadro di gente del mondo, ma non protagonista di una scena che non le ha mai interessato dominare. Signora fiera e mamma affettuosa, orgogliosa del suo essere donna ma mai vanitosa, le piaceva sorridere e dare baci, sorridere e amare perché Linda era così, tutta chiara, con la gonna blu.
 
Solo che poi arrivava a casa, posava i sacchetti della spesa e lasciava la bambina per cercare le chiavi nell’immancabile borsa blu assolutamente anonima che portava appesa alla spalla destra, apriva la porta ed entrava in casa. Si lasciava avvolgere dal suo profumo, dal profumo di musica e d’amore che aveva costruito con suo marito, il suo vero marito, come era solita chiamarlo. E cantava, mentre disfava la spesa, sorrideva, mentre guardava giocare la sua bambina con il gatto sul tappeto che copriva il parquet del salotto.
Poi quando alle sette sentiva aprirsi la porta di casa, correva giù dalle scale che la portavano all’ingresso e si tuffava come in una piscina d’amore nelle braccia di Paul. Paul McCartney, il Beatle. Ricco, famoso e bello da impazzire, idolatrato da mezzo mondo femminile, quando entrava da quel portone di legno scuro era solo Paul, il vero marito di Linda. E lei se ne fregava altamente delle fan e della fama, perché tra le sue braccia sentiva di perdere ogni traccia di anonimità, e finalmente non le dispiaceva. Le sarebbe mancata solo la corona, per diventare regina: regina del mondo e di un cuore tutto suo, il suo musicista, la sua canzone preferita. E, se possibile, il suo sorriso diventava ancora più splendente, più luminoso e bello, illuminato dagli occhi verdi del suo amante, marito e migliore amico. Era ancora più Linda, ancora più fantastica mentre tra le braccia di quell’uomo riusciva a trovare la semplicità nell’essere la donna più invidiata a questo mondo.  
 
 
 
That’s all, folk!
 
Volevo renderle omaggio, alla piccola, grande, fantastica Linda. E al suo enorme sorriso, bellissimo in tutto e per tutto. E’ un po’ indegno, brevissimo e forse anche banale…ma per me era d’obbligo dimostrarle tutta la mia stima, la adoro. Spero di aver reso l’idea, grazie a tutti, miei piccoli sogni.
Un bacio, Darl.
  

  
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