Io il tuo epitaffio
non lo voglio scrivere
con parole
nere
d’inchiostro
di lacrime;
ma con il giallo –
con il giallo del sole
dei fiori fuori scuola
del tuo costume nuovo.
Io il tuo epitaffio
non lo voglio scrivere
su un foglio
bianco
di paura
di vuoto;
ma sulla sabbia –
sulla sabbia del mare
e il mare lo laverà via
via da me.
Giallo sulla sabbia
nessuno lo vedrà
e potremo fare finta
di non averlo visto
di aver sognato
quei solchi di sole –
e mi sembrerà
di aver sognato un ricordo
una risata sott’acqua
un abbraccio nel vento gelido.
I tuoi capelli lassù
sono una costellazione
che ho paura di trovare;
e il mare è un po’ più freddo
mentre racconto alle onde
di com’eri bella
e il vento mi punge gli occhi
mentre grido
che il tuo epitaffio
io non lo voglio scrivere.
· · L'angolino di Rò · ·
Un paio di piccole annotazioni.
Ho scritto questa poesia qualche mese fa, non spinta dall'onda dell'emozione o chissà cosa, ma perché la mia professoressa d'inglese voleva che scrivessimo una poesia in inglese per non so che conconrso (mai andato in porto).
Ho preso l'iPod ed è partita Yellow dei Coldplay. Non so, non ricordo, ma mi sembra che le parole siano venute fuori da sole.
Non ho mai riletto o ricontrollato o corretto nulla, né intendo farlo. Questo è quello che il mio dolore mi ha fatto scrivere, questo è quel che ho scritto, questo è quel che resterà di Mò, per me.
Dico sempre che con le poesie non ci so fare, mi piacciono ma ci metto tempo a capirle e soprattutto non le so scrivere.
Ma ci sono persone che la vita te la cambiano, in un modo o nell'altro.
Mò era una di queste persone, e anche oggi che se n'è andata da un anno, senza un preciso motivo, continua ad esserci, più o meno.
E mi manca. Tanto.
Vostra,
Rò.