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Autore: TheDarkSkull    17/03/2011    1 recensioni
La storia di Morzan, primo e ultimo dei Rinnegati. Com'è cominciato tutto? E perchè è andato a finire così? Dal Capitolo 1:
L’uovo, però, cominciò a tremare e, in meno di un minuto, ne uscì fuori un cucciolo di drago rosso. Il cuore di Morzan batteva a mille. Non sapeva come comportarsi, che cosa dire, dove andare. Il cucciolo gli si avvicinò e gli sfiorò la mano, scatenando un’energia tale da far cadere il robusto ragazzino a terra.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio in carrozza verso Ilirea non fu lungo quanto previsto. Morzan lo passò giocando con Castigo: il cucciolo gli mordicchiava affettuosamente le mani e il ragazzo lo tirava su e giù, quasi fosse un bebè. Quando Castigo notò il dito mancante del ladruncolo, non gli disse nulla a parole, maespresse tutto il suo affetto e conforto mentalmente e gli leccò lievemente il moncherino. Morzan si sentì inspiegabilmente protetto, anche se sapeva che, almeno per i primi tempi, sarebbe stato lui a proteggere il suo piccolo amico. Allòn, che viaggiava con loro, stette in silenzio tutto il tempo, osservando di tanto in tanto il nuovo Cavaliere.
Con tutti i giovani di buona famiglia che ci sono in Alagaësia, proprio un disgraziato del genere doveva capitarmi? Ah, maledetto sia tu, Morzan, e anche tu, Castigo!
 
“Siamo arrivati a Ilirea, Morzan. Ci sei mai stato prima?” La voce di Allòn lo distrasse dai giochi con Castigo.
“No,” ammise lui “mai.” Non si sentiva esattamente in vena di parlare con quell’uomo che solo il giorno prima si era rifiutato di stringergli la mano. Il ragazzo guardò fuori dal vetro della carrozza, colpito dalle vie così larghe e organizzate della capitale del regno; Dras-Leona era una città caotica con strade strette e palazzi costruiti senza criterio estetico, e pure con molto poco criterio pratico. Le uniche case belle erano quelle della zona presso il lago, larghe ville con giardino dei nobili cittadini. Morzan aveva sempre desiderato avere una residenza presso il lago, con un ampio giardino e una servitù a sua disposizione. Ilirea, rispetto a Dras-Leona, era molto più bella: lì, anche i cittadini più poveri avevano abitazioni quantomeno dignitose.
Procedendo per la città, la carrozza entrò nella zona dei Cavalieri: presto Morzan, Allòn e Castigo si ritrovarono di fronte alla famosa sede dell’Ordine, attesi da due elfi.
Uno dei due aveva i capelli argentei, lunghissimi e liscissimi, ed era vestito con una tunica gialla, impreziosita da fili d’oro.  Al fianco gli pendeva una spada color oro e sembrava vecchio. L’altro, i capelli biondi legati in una treccia, sembrava più giovane, ma – così pensò subito Morzan – anche più potente. Nello sguardo aveva un che di autoritario e forse un po’ arrogante, mentre il vicino sembrava più saggio e pacato. L’elfo con la treccia, molto più bello di Allòn, era vestito con una tunica verde scuro tenuta ferma in vita da una cintura di platino e al fianco aveva una spada molto più larga di quella del compagno, color verde brillante.
L’elfo vestito di verde si avvicinò.
“Benvenuto, giovane Cavaliere, e benvenuto, giovane drago. Io sono Vrael, il capo dell’Ordine. Quali sono i vostri nomi?”
Morzan si inchinò al famosissimo Vrael. Ieri mattina incontrare Vrael in persona mi sembrava un sogno impossibile, e oggi ce l’ho proprio davanti!
“Mi chiamo Morzan, signore, e lui è Castigo” Il draghetto balzellò avanti e indietro.
“Castigo?” Vrael alzò un sopracciglio.
“Gli piaceva questo nome.” Rispose il ragazzo all’istante, un po’ troppo spavaldamente.
Vrael notò subito quest’attitudine del nuovo Cavaliere, ormai abituato ad accogliere nuovi membri da secoli.
“Vedo che non sei timido. Bene, ti troverai sicuramente bene con lui.” E indicò l’elfo più vecchio.
“Buongiorno, ragazzo…Come hai detto che ti chiami?”
“Morzan.” La risposta fu un po’ troppo secca.
“Bene, Morzan, io sono Oromis e d’ora in poi sarai il mio apprendista. Prima di tutto, ti chiedo di rispondermi più cortesemente e di rivolgerti a me chiamandomi Maestro. Ora sei scusato, in fondo sei appena arrivato. Seguimi, ora, ti mostrerò la mia dimora, dove vivrai per i prossimi anni. Lì avremo molto tempo per parlare e conoscerci meglio.”
“Va bene, Maestro.” Inutile a dirsi, a Morzan non andò a genio l’atteggiamento autoritario del vecchio elfo, essendo egli per natura un ragazzo orgoglioso e ribelle.
Si congedarono da Vrael e –con gran gioia del ragazzo- da Allòn e, preso in braccio Castigo, si avviarono verso la casa di Oromis. Allòn disse qualcosa sottovoce a Vrael, e quest’ultimo annuì fissando il giovane con la tunica rossa che si allontanava con il suo mentore.  
  
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