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Autore: Favols    17/03/2011    0 recensioni
Piccole difficoltà di coppia, che a volte si risolveranno.
"Non era mia stata arrendevole, ma bensì vendicatrice. Gli morse il collo, con l’intento di ferirlo, facendolo sobbalzare e gemere per il dolore, poi leccò quello stesso punto, mutando ogni intenzione."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#Non c’è vita oltre noi.

 

E’ stato facile, non lo è stato mai.

-Istrice. Subsonica.

 

Sentì la sua anima scivolare verso il basso, andando a frantumarsi sul pavimento freddo, lasciando il suo corpo privo di significato. Lei lo avrebbe definito vuoto, ma soltanto perché non era in grado di sentire l’eco che lo riempiva.
Restando il più possibile immobile sulle proprie gambe tremanti, implorò il suo interlocutore con lo sguardo. Aveva sempre funzionato, sin da quando era bambina.
Occhi dolci a sistemare ogni pasticcio.
Ma la vita da adulti cambia, e i pasticci si trasformano in esorbitanti casini, al quale servirebbero mille parole non ancora inventate, per essere perdonati.
Trattenne il respiro, e guardò la mano di lui, così tesa da sembrare di plastica, ingoiò quel poco di se stessa che l’era rimasto, e allungò il braccio con l’intento di catturarla fra le proprie. Il tocco caldo della pelle però, la fece sentire una peccatrice, così fece vari passi indietro, e rimase a guardare.
Fu in quel momento che la stanza cominciò a girare vorticosamente, proprio quando lui si morse il labbro, e tentò di parlare, inutilmente. Quelle parole, tenute celate fra l’orgoglio e la nostalgia, misero fine alla loro passione.
Indietreggiò ancora, trovando appoggio contro il muro. Non respirava, non pensava, forse neanche viveva.
-Non andare.- Biascicò, senza però versare alcuna lacrima. -Che farai una volta uscito di qui?- Gli domandò, cercando in qualche modo di spaventarlo, ponendolo davanti a quella che in quel momento, le sembrava l’unica verità esistente. Non c’è vita oltre noi.
-E qui, che potrei fare?- Ribatté, senza prontezza.
Arianna si lasciò spostare dal desiderio, e a passi leggeri lo raggiunse. Affondò le braccia sotto la maglietta di lui, e l’avvolse con le braccia, tremando. Quel calore tanto familiare non poteva diventarle estraneo. Si sporse per cercare le sue labbra, ma lui alzò il capo verso l’alto, privandola di quel piacere. Non era mia stata arrendevole, ma bensì vendicatrice. Gli morse il collo, con l’intento di ferirlo, facendolo sobbalzare e gemere per il dolore, poi leccò quello stesso punto, mutando ogni intenzione.
Marco si arrese, le strinse il volto con entrambe le mani, la guardò negli occhi, e lei poté scorgere il desiderio mischiato alla disperazione. Si baciarono come non avevano mai fatto, con una violenza che mai avrebbero immaginato di poter manifestare.
Scivolarono sul pavimento gelido, e si accovacciarono l’una fra le braccia dell’altro.
Non fecero l’amore, incomprensibilmente si accorsero di non saperlo più fare. Avevano la loro piccola casa intorno, non più fredda e soffocante.
Si addormentarono ingenuamente, consapevoli che l’indomani nessuno dei due se ne sarebbe andato.

 
La mia prima raccolta, ispirata ad “Istrice” dei Subsonica.
Il tema sarebbero i problemi fra le coppie, che talvolta si divideranno, ma non in questo primo capitolo.
Niente di impegnativo, soltanto il frutto di un’eccessiva, quanto strana, ispirazione.
Spero possa essere piaciuto a qualcuno. Alla prossima shot (:
 

   
 
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