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Autore: Mirokia    18/03/2011    10 recensioni
-E così, adesso fai coppia fissa con quel damerino?- gli chiese, sempre a distanza sin troppo ravvicinata.
-Sì. Ti dà forse fastidio?- rispose Kurt, già più sollevato per il fatto che la granita non gli fosse finita sul suo abito da sera.
-…Tu che dici?- il tono di Karofsky cambiò improvvisamente, tanto che Kurt si spaventò e allargò gli occhi in segno di sorpresa.
-Io…che dico?- si ritrovò a ripetere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Little sparkling fairy makes my eyes tired

Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Blaine Anderson, David Karofsky, Azimio Adams [nominato: Scott Cooper]
Genere: Generale (un genere che mi salva sempre XD)
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Note: Avevo già intenzione di scrivere una roba che avesse come tema il ballo scolastico, il prom insomma. E, boh, ho letto alcuni spoilers al riguardo, ma non poi così tanti, quindi non so bene nemmeno se faranno una puntata sul prom, but I think so.

Io, comunque, ho voluto lo stesso scrivere qualcosa –qualcosa che credo non accadrà mai, ma pace. Chisseneimporta. Voglio solo portare un pochetto di Kurtofsky in questo triste mondo ç_ç (Sì, per me il fandom di Glee è il mondo XD)

Va beh, godetevela. E’ autobetata, quindi shh, fate finta di niente se ci sono errori di forma, eccetera. u.u Scherzo, ditemelo D:

 

Little sparkling fairy makes my eyes tired

 

 

Che pena.

Erano quelle le due parole che continuavano a ripetere i neuroni solitari nei cervelli dei bulli della scuola.

Che.Pena.

Tutto faceva pena, quella sera. La palestra addobbata a festa, i palloncini che scendevano dal soffitto, le luci soffuse e colorate, la band spiantata che si esibiva su un palchetto allestito sul momento in fondo alla stanza, gli stuzzichini posizionati in maniera ordinata su lunghi tavoli ricoperti da tovaglie rosse a cuori, le vasche –perché sì, erano vasche- piene di quel liquido rosso che era il poncho.

Ma ciò che più faceva innervosire i ragazzoni era sicuramente l’orgia di persone vestite di tutto punto che si accingevano a passare una serata romantica col proprio boyfriend o con la propria girlfriend. Era…disgustoso.

Ma di certo, non potevano perdersi l’occasione di prendersi gioco di un sacco di sfigati. Insomma, erano tutti lì, pronti ad essere strattonati, spinti sulle crostate alla frutta, riempiti di poncho o di, naturalmente, granita tutti gusti.

Così si erano presentati, belli, tutti in fila, ognuno con un bicchiere di diverso colore in mano, pieno di aranciata o granita. E nessuno si era sognato di fermarli: pure gli insegnanti si erano messi a ballare. Will Shuester ballava con la coach Beiste. Era…inguardabile. Ribrezzo puro.

Azimio Adams sorrise quando adocchiò la figura di Scott Cooper che ballava in modo assolutamente ridicolo con una tizia addirittura più alta di lui. E anche brutta forte. C’era da fare un filmatino, e poi metterlo su MySpace.

-Scusate, io non riesco a resistere. Devo andare a stendere Cooper.- annunciò il ragazzo di colore, poi abbandonò la fila di bulli per dirigersi sghignazzando verso il povero capitano della squadra di Hockey.

-Sfigato! Come va?- gli urlò da dietro. Quello si voltò un po’ impreparato, e in pochi secondi il suo perfetto smoking gli si inzuppò di poncho. –Più in basso di così non potevi cadere. E in tutti i sensi.- aggiunse gettando occhiate schifate alla ragazza alta almeno due metri che stava con lui.

Tutti gli altri bulli risero dell’impresa di Azimio, poi ispezionarono la palestra con lo sguardo, in cerca di qualcuno da prendere di mira. Alcuni di loro si staccarono dalla fila, pronti a umiliare altri sfigati barra sfigate.

Ma altri erano rimasti ancora indecisi sul da farsi: uno di questi era Karofsky, che si guardava intorno un po’ scocciato. Quelle coppiette appiccicate come sanguisughe gli facevano venire la nausea.

Poi, ecco. Lo trovò qualcuno. Ma sì, perché non ci aveva pensato subito? Beh, in realtà era stato il suo primo pensiero, ma mica poteva darlo a vedere.

Lo guardò mentre aveva le braccia appese al collo del nano della Dalton che si era trasferito al McKinley insieme a lui. Quello tutto sopracciglia e lacca. Sì, quel tizio lì.

Un altro conato di vomito.

Karofsky tirò una gomitata al bullo che aveva alla sua destra e gli indicò Hummel.

-Che ne dici?- fece Karofsky con tono persuasivo.

-Come diavolo è vestito? Quelle sono…paillettes?!- ribattè l’altro disgustato.

-Io direi che vale la pena suonargliele solo per come è vestito.- suggerì il primo. Sì, non c’era da farselo ripetere. –Tieni fermo il nano mentre io trascino via Hummel.-

-Conta su di me, amico.- l’altro gli fece l’occhiolino, poi entrambi si mossero verso la coppietta molto gaia che, stranamente, non era ancora stata presa di mira da alcun bullo.

Il ragazzo grassoccio con cui si era alleato Karofsky si posizionò dietro a Blaine e gli schiacciò le mani sugli occhi.

-Cucù! Chi è?- fece con un ghigno. Hummel stava per strillare qualcosa, ma Karofsky gli tappò prontamente la bocca e poi se lo trascinò con la forza verso i bagni della palestra che, ahimè, erano già pieni di ragazzini e ragazzine che tentavano di lavar via il poncho dai propri vestiti.

-Fuori di qui, mocciosi, se non volete che prenda a pugni anche voi!- minacciò il bullo, che a fatica riusciva a tenere la mano sulla bocca di Hummel e a non far cadere la granita che stringeva nella mano sinistra.

Sopprimerlo. Sopprimere Hummel. L’obiettivo degli ultimi due anni.

I piccoletti del primo anno lo guardarono terrorizzati e lasciarono di gran carriera il bagno e Dave, finalmente, potè spingere Hummel contro le mattonelle fredde e lasciarlo respirare.

-Buonasera, fatina.- gli bisbigliò facendo quasi appiccicare le due fronti.

-Che diamine ci fai tu al ballo scolastico?! Pensavo che per te fosse roba da sfigati.- lo prese un po’ in giro Kurt piantandogli le mani sul petto per costringerlo ad allontanarsi, che era fin troppo vicino, non gli faceva bene alla salute. -…O da gay.-

-E’ certamente da gay, e tu ne sei l’esempio lampante, femminuccia dei miei stivali.- gli prese un polso e glielo strinse sopra la testa, facendolo lamentare.

-Mollami Karofsky!- strillò divincolandosi. –Non ho più voglia di avere a che fare con te! Perché diavolo non vuoi lasciarmi in pace?-

Karofsky lo guardò arrabbiato, con una voglia matta di sfigurargli il viso con una bella granita rosso sangue. Poi scese con lo sguardo e lo posò su quell’inguardabile completo azzurro munito di paillettes sberluccicose che indossava. Era a dir poco accecante, accidenti. Così fastidioso.

-Senti, a me non interessa se a te piacciono gli uomini, basta che non vieni a sculettare dalle mie parti con addosso roba luccicante che sembra presa dall’armadio di Barbie.- disse Dave tutto d’un fiato e con un dito puntatogli sul naso. –Sei solo…una fatina sberluccicosa, e mi stanchi la vista.-

-Hai solo da non guardarmi, scimmione.- fece l’altro rosso di rabbia.

-…Come m’hai chiamato?-

-Non hai sentito, scimmione? Vuoi che te lo ripeta? SCIMMIO…- Kurt si dovette interrompere, perché Dave gli si era fatto ancora una volta incredibilmente vicino. Ora mi bacia di nuovo, pensò Kurt stringendo gli occhi e serrando la labbra. E invece no, si era semplicemente fatto avvicinato, nient’altro. Nient’altro?

-Com’è che adesso hai tutto questo coraggio?- gli chiese Karofsky con la granita che fremeva tra le sue mani. Kurt riaprì gli occhi, poi fece un sorrisetto fiero: nei suoi occhi non c’era quasi più ombra di paura. Perché?

-E’ Blaine. Lui mi infonde coraggio.- rispose sostenendo lo sguardo del bullo, che per poco non lo ammazzava di botte. Blaine…Chi cazzo è Blaine? Il nano della Dalton, ecco chi è. Il fringuello canterino. La checca dai capelli gellati.

Karofsky mosse la granita verso Kurt.

-Vuoi colpirmi? Avanti, fallo.-

Un coraggio da ammirare, senza dubbio. Visto che, probabilmente, quell’abito azzurro-fata gli era costato un mucchio di soldi. Ma non avrebbe avuto più senso colpirlo. Non c’era gusto, senza la paura negli occhi della vittima.

Così, Karofsky si limitò a poggiare la granita –che ormai non era manco più fredda- sul lavandino, e dedicò nuovamente l’attenzione al povero Hummel.

-E così, adesso fai coppia fissa con quel damerino?- gli chiese, sempre a distanza sin troppo ravvicinata.

-Sì. Ti dà forse fastidio?- rispose Kurt, già più sollevato per il fatto che la granita non gli fosse finita sul suo abito da sera.

-…Tu che dici?- il tono di Karofsky cambiò improvvisamente, tanto che Kurt si spaventò e allargò gli occhi in segno di sorpresa.

-Io…che dico?- si ritrovò a ripetere quando Dave incastrò degli occhi decisamente diversi in quelli di Kurt. Diversi? Sì, sì, erano differenti!

-Sì. Che dici?- incalzò ancora il bullo.

-…che ti dà fastidio?- optò Hummel, che adesso s’era fatto piccolo piccolo.

-No. Mi rode e basta.- disse secco. Si allontanò un secondo, perché sentiva che gli si era formato qualcosa in gola, tipo un nodo d’aria. Insopportabile. –Ti ha già baciato?- si sentì parecchio in difficoltà a pronunciare quella misera frase.

-Sì…-

In altre situazioni, Kurt avrebbe urlato un “Non sono affari tuoi!” o un “Da quando ti interessa cosa fanno le checche nel loro tempo libero?”, ma adesso rispondeva soltanto a monosillabi. Più che altro era terrorizzato dall’incredibile sincerità che albergava nell’espressione facciale di Karofsky. Se avesse detto che sembrava un’altra persona, non ci avrebbe creduto nemmeno lui stesso.

-T’ha baciato, eh?- Karofsky rise tra sé, anche se avrebbe preferito di gran lunga scoppiare in un pianto a dirotto o almeno prendere a calci qualcosa o meglio qualcuno. E il groppo in gola stava ancora lì, doloroso e immobile. Si avvicinò più lentamente ad Hummel, chiudendogli come sempre ogni possibile via di fuga.

-Poi mi dirai se preferisci i baci di…Blaine,- pronunciò con fare schifato quel nome di poca importanza.  -…O i miei.-

Kurt lo guardò interrogativo. –Cosa vuoi dire?-

Ma nemmeno finì la domanda, che Karofsky gli si era già accostato velocemente ed era pronto a baciarlo, questa volta per davvero. In altre situazioni, Kurt avrebbe pensato a Blaine e al fatto che, cavolo, non avrebbe dovuto permettere che qualcun altro a parte lui si permettesse di baciarlo. O come minimo, si sarebbe preoccupato del fatto che, se Blaine fosse entrato in quel momento e avesse visto quella scena, lo avrebbe lasciato. Sì, come minimo.

Invece, Kurt stava pensando che non era normale. Non era affatto normale ricevere un altro bacio da colui che considerava il suo più acerrimo rivale, la sua più acerrima paura, il primo sulla lista dei suoi tormentatori, l’incubo di una notte sì e una no.

Spingerlo via. Ecco a cosa pensava Kurt Hummel. Subito, adesso, prima che a Karofsky saltasse la brillante idea di prendergli il viso e baciarlo appena più profondamente. E mentre ci pensava, però, stava già accadendo. E senza accorgersene, chiuse piano gli occhi. I muscoli si muovevano contro la sua volontà, incredibile. Ma ora basta, spingilo via, Kurt. Che ti importa che quel dannato bacio è nettamente migliore degli innumerevoli ricevuti da Blaine? Devi solo staccarti, e basta.

Finalmente Kurt si decise, e con una forza che non sapeva manco lui da dove uscisse, lo allontanò da sé, e si coprì la bocca con la manica della giacca colle paillettes.

Dave, al contrario, si leccò leggermente le labbra, come se volesse trattenere più a lungo quel sapore dolce sulla bocca. Poi mise le mani sulla difensiva, abbassando lo sguardo.

-Ora puoi fuggire dal tuo principe azzurro, femminuccia.- disse, e quando vide che Kurt non si muoveva, ancora paralizzato dal bacio, gli urlò contro. –Vattene, che mi stanchi la vista!- così dicendo, lo fece finalmente scappare. Poi si mise la mano sulla fronte. –Disgustosa fatina. Mi avveleni l’esistenza, che diavolo!-

 

Il resto della serata non passò come Kurt si era aspettato, o come desiderava. Certo, lui e Blaine non potevano venire eletti re e reginetta del ballo, ma almeno avrebbe voluto ballare appeso a lui per tutta la notte, sino all’alba. Senza pensieri estranei che gli giravano per la testa.

E invece, mentre muoveva passi incerti al ritmo di musica aggrappato al collo di Blaine –che adesso era appiccicoso e sapeva di Slushie-, aveva il viso rivolto verso le panchine ai lati della stanza, dove un Karofsky piuttosto crucciato lo fissava da quasi un’ora. E la passò così, la serata. Baciando Blaine e guardando oltre le sue spalle Karofsky, che aveva lo sguardo furioso di chi moriva di gelosia.

 

 

§

 

 

Mi dispiace per le Klainers, ma Dave e Kurt sono più interessanti, e la discussione è chiusa! XD

Spero ve la siate goduta per bene. ^^

Porterò all’altare chiunque commenterà **

 

 

Mirokia

 

 

 

   
 
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