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Autore: Emrys_____    18/03/2011    9 recensioni
Lanciò un'occhiata a Ginevra, rivolgendole un mezzo sorriso.
- Ero nei paraggi e avevo già tutto...-
Alzò le spalle e continuò a lavorare.
Per un folle istante alla ragazza sembrò che avesse leggermente arcuato un sopracciglio.
Più Arwen...o Merthur...ardua scelta XD
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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I personaggi presenti in questa storia non mi appartengono. Essa è frutto della mia fantasia e non è stata scritta per scopi di lucro.
Sinceramente mentre assaporavo l'idea di questa piccola fiction ho sorriso pensando alle fan che diciamo... non amano (per usare un pallido eufemismo ) l'Arwen.
Magari apprezzerete (avete il mio incondizionato appoggio, anche se non posso dire di detestare Ginevra o la storia con Artù per quanto io sia una slasher che ha fatto del Merthur la sua Bibbia.
Non so perchè ma non mi spiace Gwen anzi... certo la considero una banderuola ma piace ad Artù e quindi contento lui, scontente le slasher. XD
Buona lettura!

 

-Sorry, I was in neighborood-



Si rifugiarono in fretta all'interno del castello, dove miriadi di feriti aspettavano pietosamente delle cure. Un aiuto. Un poco d'acqua. Cavalieri sanguinanti, popolani stremati, bambini con occhi spaventati e volti rigati dalle lacrime.
Madri che cullavano piccini, cantando per coprire il suono della battaglia che infuriava fuori.
I contadini offrivano le loro cure ai guerrieri feriti che, grati per l'appoggio si lasciavano sostenere, per poi distendersi su miseri ma caldi giacigli.

Una volta oltrepassata la soglia, Ginevra, rallentò il passo, continuando a sfiorare il braccio di Artù, come se temesse che senza il suo sostegno potesse crollare.
Lo aiutò a sedersi su una panca di legno e osservò la ferita al petto, preoccupata.

Artù lanciò uno sguardo serio alla cotta di maglia strappata e ormai intrisa di sangue e respirò profondamente.
Il viso era pallido e coperto da un leggero velo di sudore.

La ragazza si chinò, sfiorando con le dita l'armatura del principe, lanciandogli diverse occhiate, consapevole che dalla sua espressione difficilmente avrebbe potuto capire quanto grande fosse la sua sofferenza.
Il suo volto era teso ma fiero.
Bello. Affascinante.
Quasi si vergognò di se stessa per aver provato un brivido nel guardarlo, ma non aveva potuto fare a meno di sentirsi catturata.
E di desiderarlo.
Perfino in un momento simile.

Si sollevò, risoluta.
Sarebbe stato inutile stare con le mani in mano.

- Cerco qualcosa per curarvi...- sussurrò, voltandosi e dirigendosi verso Gaius che poco distante da loro, stava davanti ad una lunga fila di persone, in attesa di un suo aiuto.
- Ginevra -

La voce di Artù la costrinse a fermarsi e a chiudere gli occhi.
L'inflessione della voce, il calore che sprogionavano le sue labbra nel pronunciare il suo nome, era una cosa che le aveva sempre scatenato dentro un brivido, l'aveva fatta sentire viva.
Aveva cercato di reprimere certi pensieri, di non dare importanza a quei sogni e quei desideri che spesso le avevano accarezzato la mente.
Ma non poteva.
Lo stava facendo.
Stava provando qualcosa per il suo Re.
Per una persona che si trovava ad una distanza incommensurabile, che non poteva coprire.
Neppure con la più folle corsa.
Neppure col più ingovernabile fra gli amori.
Perchè era impossibile.
In lei stava nascendo qualcosa di impossibile.

Si voltò, facendo qualche passo verso di lui.
- Volevo dirti che...- esordì Artù, respirando piano per il dolore alla spalla - Tu sei una sorpresa, per me-

Sul viso della ragazza si dipinse un lieve sorriso.
- Solo questo Sire? -

Decise di rimanere composta e non permettere alla gioia di prendere il sopravvento.
Non in quel momento comunque.

Artù corrugò la fronte, cercando di sembrare calmo e rilassato, come faceva sempre quando in realtà era nervoso e non comprendeva il motivo.
- Solo questo - borbottò.
Ginevra si voltò ancora.
Questa volta sarebbe andata da Gaius.
A fare il suo dovere.
Senza sognare.
Senza sperare.
Ma qualcosa nella frase che seguì la costrinse a girarsi e tornare sui propri passi, nuovamente al suo cospetto.
Nuovamente per lui.

- Oh, e anche...-
- Scusatemi, perdonami Gwen...-
La ragazza si sentì improvvisamente spingere di lato, quasi bruscamente, mentre nel suo campo visivo, s'intrometteva una figura esile, che reggeva un cesto di pezzuole pulite e una bacinella con dell'acqua.
Merlino si avvicinò ad Artù, chinandosi al suo fianco e cominciando a bagnare un panno con cui tamponò la ferita.
Lanciò un'occhiata a Ginevra, rivolgendole un mezzo sorriso.
- Ero nei paraggi e avevo già tutto...-
Alzò le spalle e continuò a lavorare.
Per un folle istante alla ragazza sembrò che avesse leggermente arcuato un sopracciglio.

Artù lo guardava, imbronciando leggermente le labbra per il dolore.
Il mago invece ghignava, dicendogli che lamentarsi (seppure solo con le labbra) non si addiceva ad un vero principe.
E Artù replicava, dandogli dell'idiota e usando la mano sinistra, la cui spalla non gli doleva, per punire la sua insolenza con un deciso scapaccione.
- Sto solo dicendovi di non lamentarvi, non siete più un ragazzino, forza-

- Ma se non ho proferito parola! -
- Lo so ma v'incoraggio lo stesso...-
Il biondo sorrise lievemente, alzando gli occhi al cielo, con finta esasperazione.
Poi si abbandonò alle sue cure, chiudendo gli occhi come un bambino.

Gwen strinse le labbra.
Era rimasta a guardare la scena impalata come una stupida.
Con la bocca mezza aperta e un espressione quasi oltraggiata.
Si era completamente dimenticata di lei.

- Bene. Mi troverete da Gaius se avrete bisogno di me - disse indicando col pollice alle sue spalle.
- Merlino vuoi smetterla di blaterare? Finirai per farmi venire l'ansia...-
- Scusate però è vero che-
- Allora non ci senti...-
- No ma il fatto è che-
- Merlino...-
La ragazza strinse gli occhi, riducendoli a due fessure.
Sbattè un piede per terra, poi girò sui tacchi e si allontanò.
Nelle orecchie ancora l'eco dei loro battibecchi.


FINE

   
 
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