Titolo: Ego Illam Feram Cum in Mano Mors Sit?
Autore: Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Verde
Genere: Slice of Life, Drammatico,
“Storico”
Avvertimenti: Drabble, Missing
Moments
Personaggi: Romanus/Impero
Romano; Lucio Anneo Seneca
Pairing: Nessuno
Trama: Sangue secco di lame affilate,
nere trame di morte sulle labbra della coppa, gocce di gelo nell’infuso di
cicuta. (…)Romanus si getta in ginocchio.
-Ahimè! Nerone t’uccise! Non lo fermai!
Dedica: a Silentsky
Note: Ohibò, non potevo
rimanere troppo lontana dal mondo latino, vi pare? E così, dopo le Drabble con
Anna Korev ed Edith Piaf, eccone una con Lucio Anneo Seneca, o, più
semplicemente, Seneca. [http://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Anneo_Seneca]
Ma vi do comunque qualche nota veloce.
Seneca vive sotto il periodo di
Nerone, di cui è maestro e precettore. Dapprima egli vede nell’Imperatore la
realizzazione di uno Stato che oggi definiremmo “Illuminato”, ma quando Nerone
accentra sempre di più il potere nelle proprie mani, il filosofo abbandona la vita
politica (negotium) e si dedica alla
vita contemplativa (otium) [Invero,
la questione così è molto semplificata. Vi sto solo dando una infarinatura per
capire quello che succede in seguito].
Nel 62 d.C. una congiura (la Congiura
detta dei Pisoni) attenta alla vita
di Nerone: fra i congiurati vi sono personaggi di spicco quali Petronio (autore
del Satyricon e arbiter elegantiae alla corte di Nerone) e Lucano (autore de Bellum Civile) Non si sa se Seneca prese
parte attivamente alla congiura, ma è più che certo che ne fosse stato
informato. Nerone invia un centurione a Seneca, intimandogli il suicidio.
La morte eroica del filosofo ci è
descritto da Tacito negli Annales:
Seneca dapprima si recide le vene delle braccia, ma data la sua età avanzata e
il lento flusso del sangue, tagli anche quelle delle gambe e delle ginocchia. L’agonia
è lunga, così decide di bere la cicuta, ma anche quella, visto che il sangue
circola più lentamente a causa delle vene recise, non fa effetto. Si fa
immergere dunque in una vasca colma di acqua calda e lì trova la morte. La moglie
Paulina si recide anch’ella le vene per seguire il marito, ma per ordine di
Nerone viene salvata ricucendo i tagli.
Sto cominciando a scrivere solo
Drabble. E tutte coi personaggi di Hetalia che incontrano persone realmente
esistite. Mi chiedo se la cosa non sia piuttosto inutile. No..perchè ora mi
vengono i dubbi?!
Ah, ovviamente ringrazio le persone che mi hanno commentato le precedenti Drabble! Fidatevi, vi rispondo!
Il titolo è preso da una epistola
rivolta a Lucilio, e la traduzione è la seguente “Io dovrei sopportarla
[Sottinteso “La Sorte”] quando nella mia mano c’è la morte [Leggasi: un
pugnale]?”
Wordcounter: 100 parole (titolo escluso)
Ego Illam
Feram Cum In Mano Mors Sit?
Roma, 65 d.C.
Sangue secco
di lame affilate, nere trame di morte sulle labbra della coppa, gocce di gelo
nell’infuso di cicuta.
Paulina
gemente in un angolo, l’affianca un cerusico, il polso destro ancora stilla
lacrime scarlatte.
Ed il buio
serpeggia tra i vapori soffocanti, si avvinghia a quelle braccia livide, dove
la pelle incartapecorisce tra mille rughe nodose, sul quel volto inclinato all’indietro,
su quegli occhi vuoti, d’un bianco infinito, su quelle labbra cianotiche,
aperte nell’ultimo spasmo di un respiro negato.
Romanus si getta in
ginocchio.
-Ahimè!
Nerone t’uccise! Non lo fermai! Oh Seneca, son io il tuo assassino!-