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Autore: Kate_88    19/03/2011    10 recensioni
È quasi la festa del papà e Chibiusa vorrebbe fare un grande regalo all'ormai re Endymion. Ce la farà, aiutata soprattutto dalla sua mamma?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Endymion, Serenity
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Eccomi a tutti voi! Questa one shot la troverete molto breve, lo so, ma volevo scrivere qualcosa in omaggio a tutti i papà.

È banale e probabilmente scritta in modo veloce ma quello che m'interessava era far trasparire qualche sentimento. Spero d'esserci riuscita e come sempre, buona lettura.

 

Kate_88

 

 

 

Il grande regalo.

 

 

Per Endymion e Serenity essere Re e Regina non aveva significato cambiare il loro essere.

Il re rimaneva una persona altruista e studiosa, attento sempre ad aiutare i cittadini di Crystal Tokyo con le sue cure mentre la Regina nonostante fosse buona e simbolo della giustizia, ogni tanto si lasciava andare come ai vecchi tempi, causando disastri a castello e facendo impazzire Luna.

Dall'amore dei due innamorati era nata Chibiusa che spesso era fuori a giocare con gli amici oppure rientrava alla ricerca dell'affetto dei due genitori.

Negli ultimi tempi, tuttavia, era maggiore il tempo che trascorreva con la madre poiché il padre era spesso impegnato a curare i cittadini dopo una terribile influenza che aveva colpito tutti.

Un po' questa situazione pesava sul cuore della piccola Chibiusa ma la madre era sempre lì a dispensare consigli, ad abbracciarla ed impartirle giuste lezioni di vita perchè, nonostante fosse sbadata, la regina aveva affrontato tante battaglie e di esperienza ne aveva.

Era una brava madre, nessuno avrebbe potuto dire il contrario ed anche il re era un padre speciale, per questo per la festa del papà, Chibiusa andò dalla madre, nel lettone.

« Mamma dov'è papà? » disse la ragazzina cercando un posto tra le braccia della madre, nel letto.

« È uscito da poco. Volevi vederlo. »

La ragazzina annuì, poi però scosse il capo.

« Si però se non c'è uguale. Domani è la festa del papà, posso andare in città a comprargli un regalo? »

« Un regalo? Hai in mente cosa regalargli? »

« Qualcosa di speciale! È il mio papà e quindi voglio dargli tante cose! »

« Sai Chibiusa, io credo che papà sarà felice indipendentemente dal regalo. Perchè non provi a confezionare qualcosa tu? »

« Mi faccio aiutare da Diana! »

« Certo. Se hai bisogno vieni pure a chiamarmi. Oggi devo svolgere alcune commissioni ma se ti serve aiuto arriverò. Mi raccomando però, non arrenderti alle prime difficoltà. Ricorda che il tuo papà non si arrende mai. »

« Si! »

Chibiusa diede un bacio sulla guancia alla madre, poi, si sistemò un po' nel letto mormorando: « Posso restare un po' qui? »

« E va bene, ma solo un po' che è già tardi. »

Tale madre, tale figlia qualcuno direbbe e così entrambe si addormentarono finchè non si fece l'ora di pranzo.

Le senshi cercavano la regina per tutto il castello, ignare che si trovasse ancora nel suo letto e quando questa si svegliò, rendendosi conto dell'ora, iniziò a svegliare anche Chibiusa.

« Corri, svegliati. Ci siamo riaddormentate. Corri a preparare il regalo a papà sennò non è pronto per domani! »

« Oh no! »

« Mi raccomando, acqua in bocca su stamane! »

Giocosa come sempre, la regina aiutò la piccola a cambiarsi, d'altronde avrebbe avuto cinque anni per una bambina normale.

Stare con la madre le piaceva tanto.

L'aiutava, la viziava e la sgridava quand'era necessario. L'aiutava nelle piccole cose e anche in quelle grandi e si divertiva quando insieme provavano a preparare i biscotti.

Anche il Re vedeva questo grande affiatamento e proprio per questo, la sera, era ben felice di tornare a casa e rivedere quelle due meraviglie.

 

Il pomeriggio Chibiusa aveva deciso che avrebbe creato una statuina che raffigurava il suo papà, vestito da tuxedo kamen, immaginandolo come la mamma glielo aveva sempre descritto.

Bello. Forte. Indispensabile. Dolce. Coraggioso.

Iniziò a modellare la creta sotto la visione di Diana e anche di Artemis che, da padre geloso, non toglieva gli occhi di dosso da quella sua piccola gattina.

Chibiusa aveva tutto il viso con delle piccole macchie di creta, il grembiule era già macchiato di quel colore terracotta e la statua ancora non prendeva forma.

Lo sguardo non tradiva una certa determinazione, pronta a terminare quella statuetta anche se fosse stata notte fonda.

Serenity ogni tanto, sbirciando dalla fessura della porta, lasciata socchiusa, osservava il lavoro della sua bambina, allontanando il re nei momenti in cui cercava la figlia, con banali scuse che lasciavano bene intendere che nascondesse qualcosa.

Chibiusa intanto continuava il suo lavoro e la statua aveva preso una forma decente, tanto da indurla a cuocerla, aiutata stavolta da Makoto che le regolò il forno e la teneva d'occhio.

« Chibiusa hai letto quanto deve cuocere? »

« No. Ma sono certa che riconoscerò quando sarà pronto. »

« Mh... »

Poco convinta, Makoto andò a leggere quant'era il tempo di cottura e solo grazie a lei, la statuina non fece una brutta fine.

Chibiusa era contenta e prima di dipingere quel piccolo capolavoro, corse per tutto il castello alla ricerca della madre, gridando come un'ossessa per rintracciarla.

Ormai l'aveva trovata quando, sarà per un destino crudele, non inciampò mettendo un piede male, cadendo a terra e lasciando la statuina ormai rotta.

Iniziò a piangere.

Non c'era nulla, forse, che potesse arrestare quel pianto, d'altronde la statua del suo papà era appena andata distrutta e tra poche ore sarebbe stata la sua festa.

Serenity inizialmente non sapeva come consolare la piccola e si limitò a stringerla forte, per poi mormorare: « Abbiamo ancora tanto tempo. Domani mattina gli prepariamo dei biscotti, ti va? »

Chibiusa aveva ancora le lacrime agli occhi quando annuì alla madre, continuando tuttavia a piagnucolare un po' contro il suo vestito.

 

Il giorno dopo Serenity fu chiara con Endymion: guai a lui se tornava a casa prima di pranzo.

Quel povero re annuì, non potendo fare altro e nuovamente uscì da quel grande castello.

Le senshi, a guardia del palazzo, si occupavano di non fare rientrare il re e di dare l'allarme nel caso si vedesse all'orizzonte. Diana e Luna stavano sfogliando alcuni libri di ricette mentre Artemis era costretto a guardare le sue due micie mentre complottavano tra di loro.

Serenity, Chibiusa, Luna e Diana, in poco tempo, si chiusero in cucina.

Burro, farina, cioccolato e tanti altri ingredienti ed ecco che i biscotti prendevano forma.

Diana intanto, aveva deciso di andare più sul classico e regalare al papà una bella ciotola di latte al cioccolato, solo per lui.

Dopo più di due ore che le ragazze erano in cucina, ecco che i biscotti presero forma.

Una forma un po' strana, ma pur sempre una forma, infatti l'idea era di farli a forma di coniglio tuttavia a volte sembrava che al coniglio avessero mangiato le orecchie o distrutto il viso.

Fiere del loro risultato, senza neanche assaggiarli, li misero in una bustina trasparente e richiusero con un nastro azzurro.

Era tutto pronto ed era anche l'ora di pranzo.

 

Endymion tornò al castello e notò che tutto era tranquillo, intanto Artemis girava per i vari corridoi alla ricerca di Luna e Diana che erano sparite.

Le trovò, alla fine, nella loro stanza con quella grande ciotola, messa lì da Serenity e un piccolo biglietto con scritto auguri papà.

Artemis si sentì il gatto più fortunato del mondo e gongolò un po' prima di andare a baciare le sue due micie e godersi quel buon latte al cioccolato.

Anche il re, dopo aver a lungo cercato, trovò la sua bimba e la moglie in un salotto, entrambe sorridenti.

Chibiusa tuttavia, si sentì per un attimo imbarazzata e quasi non voleva avanzare, così spinta un po' dalla madre, andò lenta verso il papà porgendo quel sacchetto di biscotti.

« Auguri Papà! »

Era così dolce e carina che in quel momento ad Endymion battè forte il cuore. Ogni anno era un'emozione speciale e non sarebbe mai cambiato nel corso degli anni.

Sorrise alla moglie e prese in braccio Chibiusa.

« Avanti. Dai un biscotto a papà che è curioso di sentire quant'è brava la sua bimba in cucina » la esortò Endymion.

La bambina, in braccio al papà, aprì il sacchetto e imboccò il primo biscotto.

L'espressione di Endymion variò.

E va bene, forse i biscotti non erano dei migliori, forse Sale e Zucchero si confondevano un po' troppo tra di loro ma quella era la sua festa ed era fin troppo felice di passarla con la sua amata bimba e con la moglie.

Lui era l'uomo più felice della terra.

   
 
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