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Autore: Ceci Princessofbooks    19/03/2011    6 recensioni
-Mi meraviglio di lei- replicò il tenente, spalancando rabbiosamente le palpebre, mentre l'indignazione trapelava sempre più dolorosamente dai suoi gesti, dalla sua cadenza, dal fremito rovente e iroso delle sue spalle: -Hanno appena detto che c'è un morto e lei...- esitò, sfiorando il suo viso con uno sguardo ansioso, incapace di capire: -...se ne sta seduto. Potrebbe essere il Capitano Kirk, l'unico amico che lei abbia mai avuto!- .
O potrebbe essere lui, gli esplose d'improvviso nella mente, potrebbe essere il Dottor McCoy.
Brevissima riflessione da "Trappola umana" sui pensieri di Spock e sul suo legame col dottore. Pre-slash ad interpretazione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era da tempo che volevo scrivere qualcosa ispirato direttamente da un episodio della serie, ma finora non avevo mai limato bene questo estratto, sebbene il nucleo fosse pronto da secoli...

Ehm ehm, passando ad altri argomenti, l'episodio in cui si inserisce è “Trappola Umana”, in cui Bones e Jim giungono su un pianeta per incontrare un celebre archeologo, ma vengono attaccati da una misteriosa creatura. La storia riguarda il momento in cui viene annunciata a tuta la nave la morte di uno dei membri della squadra di sbarco, e Spock e Uhura hanno un'accesa discussione: ovviamente, la mia mente ci ha visto certe implicazioni. Questa è una delle prime volte in cui pubblico così, di slancio, ma ora la mia creatura è pronta, e non vedo l'ora di sapere come volerà.
Ceci


How harsh you are, Mr Spock

Quando arrivò l'annuncio, Spock era seduto sull'ampia poltrona nera del ponte, le mani quietamente adagiate sui braccioli, lo sguardo calmo e fermo, senza tensione. Il Capitano e il Dottor McCoy si erano recati dal Professor Crater già da circa mezz'ora, ma il loro silenzio non era ancora allarmante, e, in ogni caso, si trattava dei due individui nell'intero universo in cui riponeva la fiducia più solida e profonda; oltretutto, aveva disciplinato abbastanza il proprio spirito da saper arginare con efficacia le ipotesi più cervellotiche ed inquietanti, riuscendo a mantenersi invece in una confortevole, placida lucidità. Il lavoro ai comandi era il familiare, monotono brusio di voci e macchinari; lo spazio si stendeva davanti a loro in una vasta notte innocua, senza sorprese e senza minacce; era persino riuscito a scherzare con Uhura, o perlomeno ad esasperarla con le sue glaciali, sintetiche precisazioni. Poi ci fu il lungo gemito dell'interfono, e il freddo raggelò per un istante la sala.
-Teletrasporto a ponte: la squadra di sbarco è tornata. Uno di loro è morto.-
Le parole precipitarono d'improvviso, bruscamente, cadendo con la cruda chiarezza del metallo. Spock dovette aspettare due, tre, quattro, cinque secondi, perché la sua voce non tremasse. -Qui Ponte. Ricevuto.- .
Il ghiaccio li avvolse di nuovo, e il Primo Ufficiale serrò le labbra, impercettibilmente, tentando di impedire che visioni febbrili e deduzioni crudeli gli soffocassero la mente, che sentimenti feroci prendessero forma e accecassero il suo sguardo. Il respiro rimase regolare, ma il mento si contrasse, e il profilo del Vulcaniano sembrò diventare più affilato; e osservando con attenzione, il suo volto fu d'un tratto nettamente più pallido.
Due caldi occhi scuri, cupi di collera, avvamparono dietro la sua nuca. -Non riesco a crederci- ringhiò Uhura, tendendosi verso di lui con furia a stento trattenuta, conficcando le lunghe unghie curate nella pelle della poltrona fin quasi a strapparla.
Il viso di Spock si sollevò di scatto, le sopracciglia aggrottate, circospette, come se avesse appena ricevuto un colpo, o ne temesse l'arrivo: -Che vuol dire?- domandò, e il suo tono per un istante sembrò stanco.
-Mi meraviglio di lei- replicò il tenente, spalancando rabbiosamente le palpebre, mentre l'indignazione trapelava sempre più dolorosamente dai suoi gesti, dalla sua cadenza, dal fremito rovente e iroso delle sue spalle: -Hanno appena detto che c'è un morto e lei...- esitò, sfiorando il suo viso con uno sguardo ansioso, incapace di capire: -...se ne sta seduto. Potrebbe essere il Capitano Kirk, l'unico amico che lei abbia mai avuto!- .
O potrebbe essere lui
, gli esplose d'improvviso nella mente, potrebbe essere il Dottor McCoy. Il pensiero sorse piano, splendendo, graffiando, e dietro di lui ne precipitarono d'improvviso altri cento, in una catena di lampi sottili, scintillanti, inarrestabili, come una cascata di bianche accecanti comete. Una voce limpida, meno rigida, più libera della sua, ma che sembrava sprigionarsi da una porzione profonda e segreta del suo essere, cominciò a tramutarli in parole. Potrebbe essere l'uomo che mi dimostra meno rispetto, e che forse rispetta parti di me di cui non sono consapevole neppure io. Potrebbe essere colui che custodisce da tre anni le nostre menti e i nostri corpi; potrebbero essere le mani che mi hanno guidato, e ricomposto, e conosciuto più di tutte. Potrebbe essere quella creatura bizzarra, scostante, eccezionale, differente da me ma non per questo lontana, che sa ragionare come un sapiente e sceglie di sanguinare come gli altri uomini.
Spock sollevò lo sguardo sul suo tenente, ma non contraddisse la sua esclamazione: perché il ricordo del Dottor McCoy non scuoteva le corde schiette e chiare che fremevano per Jim, ma una più sotterranea, misteriosa, sfuggente, e il cui eco continuava tuttavia a rimbombargli nelle orecchie. -Le manifestazioni di dolore non cambierebbero gli eventi, Tenente. Se gli umani riuscissero a capire questo, si eviterebbero molte inutili sofferenze- .
Nei suoi occhi balenò una durezza brusca, che poteva essere un bagliore di irritazione, o lo scudo contro un tremito lontano. Ma Uhura non colse quel sussulto, come sarebbe accaduto a due sfrontati occhi celesti; e non immaginò neppure che in quel momento, per un solo, impalpabile istante, l'anima del suo superiore fu completamente nuda di fronte a lei.
Invece, la donna rimase in piedi, tremando di offesa e di incomprensione; poi si voltò di scatto, e si immerse di nuovo tra i ronzii nitidi e meccanici della sua postazione.
Il Primo Ufficiale si limitò ad uno dei suoi secchi cenni del capo, intrecciando compostamente le lunghe dita pallide; con calma efficienza, appena inasprita da una nota vagamente discordante, tornò a dirigere i compiti della plancia di comando, evitando di richiedere ulteriori resoconti, e ignorando lo sdegno furioso che il suo tenente stava premendo contro la sua schiena.
Ma quell'eco, l'impronta sconosciuta e confusa che il pensiero del dottore aveva evocato in lui, continuò ad assordarlo finché non poté chiamare l'Infermeria, e uno sguardo vigile e azzurro incontrò il suo attraverso lo schermo.


   
 
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