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Autore: sakura_hikaru    20/03/2011    4 recensioni
Songfic dei Queen. Milo affronta Camus e la sua morte. Post Santuario e Pre Hades.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vuoto. Un semplice scheletro, immerso in un silenzio mortale. Corpo senz’anima, privo della cosa più importante per rendere questo luogo veramente sacro. Manca la sua unica anima. Manchi tu. Camus.

Già un arco di stagioni è passato, dall’ultima volta che ti ho visto. Il tuo sguardo era così terribilmente triste: sapevi forse a quale ingrato destino andavi incontro? Quando mi hai rivolto il tuo saluto e mi hai girato le spalle per andare ad affrontare la tua battaglia, ho sentito che quella sarebbe stata l’ultima.

Perché mai il tuo orgoglio ti ha mosso a tanto? Il tuo assurdo desiderio di sacrificare te stesso, pur di far crescere quel ragazzo, impartirgli l’ultima lezione. E te ne sei andato. La fiamma si è spenta lentamente e con dolore … il mio dolore … il mio migliore amico …

Sono stato l’unico con cui ti confidavi, anche quel giorno … il dolore immenso che hai provato per Hyoga. Per la prima volta ho visto le lacrime in quegli occhi, che tutti rifuggivano per la loro freddezza. Ma io sapevo che era solo pura apparenza: la tua unica difesa contro il mondo che tanto ti soffocava.

Ooh, you make me live
Whatever this world can give to me
It's you, you're all I see
Ooh, you make me live now honey
Ooh, you make me live
Oh, you're the best friend
That I ever had

 

Ricordo bene la prima volta che ti vidi: te ne stavi tutto solo in un angolo, lontano dal rumoroso vociare di noi altri bambini del Santuario. Eri appena giunto in Grecia e conoscevi ancora poco della nostra lingua: fosti così scorbutico quando ti rivolsi la parola.

“Ciao! Io mi chiamo Milo” dissi col tono più gioviale.

“Mmh …” e voltasti lo sguardo dall’altra parte. Devo dire che al momento il tuo comportamento mi diede abbastanza sui nervi: avrei voluto darti un pugno, ma qualcosa mi trattenne. Così incollai il mio viso al tuo, in modo che non potessi evitare il mio sguardo. Per un attimo il tuo atteggiamento superbo venne meno: il tuo viso si mutò in una mezzaluna rossa e finalmente parlasti.

“Staccati subito da me!” gridasti. Ma io continuai imperterrito.

“Dimmi il tuo nome prima!”.

“Ca-Camus!” mormorasti. Beh, non era molto, ma era già qualcosa. Mi sedetti accanto a te e parlai per tutto il tempo degli allenamenti e dei ragazzi. Non mi degnasti nemmeno di uno sguardo, ma sapevo che mi stavi ascoltando. Continuammo così per circa un mese. Intanto imparavi in fretta il greco, così riuscivi a capire quasi tutto ciò che dicevo. Finalmente un giorno successe qualcosa. Stavo parlando (come al solito) delle noiose lezioni di matematica che ci impartivano, quando:

“Te l’ha mai detto nessuno che parli un po’ troppo?” quelle parole non mi diedero fastidio, anzi. Credo che mi si stampò in faccia un sorriso ebete, perché tu continuasti.

“Che cosa c’è da sorridere?”.

“Finalmente hai parlato!”.

“Credevi che non sapessi farlo?”.

“Beh, forse …” e in quel momento mi arrivò un pugno in testa. “Ehi, ma che fai?”.

“Ti ho tolto quell’espressione stupida!” e un sorriso comparve finalmente su quelle labbra, così spesso serrate in una finta non-espressione, o peggio in un broncio. Quel sorriso era talmente bello che il dolore del pugno scomparve subito: quel sorriso mi aveva dato il buonumore. Un sorriso che avresti sempre riservato solo a me. Un sorriso così prezioso che mi curava da ogni dolore e tristezza.

Anche quando ci siamo separati. Ricordo bene quel giorno, quando sono partito per il mio addestramento: eravamo nello stesso luogo dove ci eravamo conosciuti. Io ero terribilmente triste: non sapevo se sarei tornato, né sapevo se ti avrei mai rivisto. Non potevo trattenere le lacrime, non di fronte a te.

Smettila Milo! Non ti servirà piangere!” la tua voce era ferma, ma sentivo una punta di dolore in essa. Non potevo, non riuscivo a smettere di piangere: volevo rimanere con te. Il mio migliore amico … Sospirasti e poi … già come dimenticare quel momento?

Il gesto più tenero che ho mai ricevuto nella mia vita. Il tuo abbraccio, stretto, forte e protettivo. “Milo non devi piangere …” la tua voce era così dolce e calma, che finalmente le mie lacrime smisero di scendere. Poi mi prendesti per le spalle e mi guardasti e con un bellissimo sorriso mi scaldasti il cuore. Mi hai asciugato le lacrime e poi hai detto una cosa che non mi dimenticherò mai.

 

I've been with you such a long time
You're my sunshine
And I want you to know
That my feelings are true
I really love you

“Non devi dimenticare quello che sei … il mio unico sole, il mio unico grande amico …” hai detto queste parole arrossendo, poi hai abbassato lo sguardo e hai aggiunto, mormorando. “Ti voglio bene …torna presto da me!” e sei fuggito via, senza darmi modo di risponderti.

E sono tornato da te, come tu da me. Diversi, cambiati nel profondo, ma eternamente amici. E da allora siamo rimasti sempre assieme, siamo cresciuti e diventati uomini.

Tu, il freddo e distante Camus ed io l’allegro e gioviale Milo. Diversi, opposti, forse per questo così vicini. Saremmo potute essere le uniche persone sulla faccia della Terra e nulla sarebbe cambiato: io avevo te e tu avevi me. Ero felice. Felice ed appagato.

Fino a quel maledetto giorno. Quando mi hai detto addio … ho sentito il tuo cosmo, sfiorare debolmente il mio, l’ultima tua carezza, l’ultimo tuo pensiero … erano per me. Solo per me. Ho pianto, quante più lacrime avevo in corpo. E quando gli occhi hanno estinto il loro dolore, il cuore si è spezzato e ha inondato tutto il mio corpo, rendendolo così pesante e insopportabile.

E ancora sanguina ed io non so che fare.

 

***

 

“Milo!”.

E’ la tua voce che mi chiama nel sonno? No … che sciocco sognatore che sono … è solo il mio eterno desiderio che mi da queste allucinazioni.

Milo! Svegliati!” ancora la tua voce. Apro gli occhi: non voglio permettere al signore dei sogni di giocare ancora col mio cuore. E quando ogni nebbia attorno a me svanisce, ti vedo. Sei tu … tu!

“Camus!” non posso che gettarmi tra le tue braccia e stringerti con possessione. Sì, sei tu: non è un sogno, sei vivo, vivo!! Piango, ma le lacrime scorrono felici sul mio viso. Sono con te e nulla potrà succedere ora …

“Sei tornato da me! Ora sono felice!” riesco a dire tra i singhiozzi. Ti scosti un attimo da me e sorridi. Perché sei così triste?

“Sì sono tornato … per te, solo per te” e mi stringi in quell’abbraccio di tanto tempo fa.

 

(ooh) oh, you're my best friend
Ooh, you make me live
Ooh, I've been wandering round
But I still come back to you (still come back to you)

Perché sento che ci sarà un nuovo addio? No, Milo, devi cancellare questo pensiero dalla tua testa. Camus è ritornato ancora da te … e questa volta è per sempre. Non ci sarà più nessuna stupida guerra a strapparlo via da te, nessuna persona a spezzare la sua vita. Perché allora quel turbamento nei suoi occhi?

“Resterai con me … per sempre?” mormoro io. La paura ha preso il sopravvento nel mio cuore. Ho paura di perderti … non voglio morire di nuovo! Non ora che mi hai riportato alla luce … non puoi …

“Lo vorrei …” dici in un respiro. Cos’è quello che sento nella tua voce, rassegnazione?!

“No! Devi rimanere con me! Non lasciarmi di nuovo …” grido con esasperazione.

“Smettila Milo!” e mi guardi con quegli occhi freddi e tristi. Perché ora vi leggo solo rabbia? Rabbia per me, oppure … rabbia verso te stesso?

Il silenzio cala su noi due. Dalla finestra aperta entra una fredda folata di vento che ti accarezza dolcemente. Ti volti ad assaporare quel tocco, ad occhi chiusi ed io ti osservo, rapito da quell’espressione dolce e triste.

Ti accarezzo la guancia, nel tentativo di togliere quel grigio velo che ti copre … o forse solo per imprimere nella mia memoria la forma del tuo viso. So che non potrei mai dimenticarlo, ma ora la paura di perderti domina tutti i miei sensi e la mente trema agonizzante al solo pensiero della morte.

Morire … perderti di nuovo e questa volta per sempre.

Prendi la mia mano e la stringi fra le tue.

“Scusami … ti prego! E’ solo che …” Mi osservi e per un attimo uno strano pensiero fugace sfiora la tua mente. “Non fare caso a quello che ho detto … sono a casa e sono con te” finisci con un sorriso. Perché tutta questa dolcezza? E’ perché siamo rimasti lontani così a lungo … vero?

 

In rain or shine
You've stood by me boy
I'm happy at home (happy at home)
You're my best friend

Passiamo tutto il giorno assieme, parliamo (ma come sempre sono io quello a manipolare la conversazione): ora che sono con te, mi pare che tutto il mondo abbia preso interesse, che tutto sia diventato bello e lucente, solo per il tuo ritorno.

E oggi sei così estremamente dolce e sorridente con me … che tutto pare quasi un sogno … un sogno troppo dolce, troppo irreale. Ma poi la tua mano si poggia sulla mia spalla, un gesto per rincuorarmi … e mi accorgo che nulla è sogno, ma solo il presente, il mio sogno di mille notti tormentate, trasformato d’improvviso in realtà.

E allora sorrido, sorrido al mio sole, al mio cuore, al mio migliore amico … a te, Camus.

 

Ooh, you make me live
Whenever this world is cruel to me
I got you, to help me forgive - oo oo ooh
Ooh, you make me live now honey
 

Tra un passo e l’altro, il destino ci guida nel luogo del nostro incontro, all’ombra di quella grande quercia che ci ha visti crescere e dire addio. Ti fermi e alzi lo sguardo verso l’intreccio di rami e foglie che si protende verso il cielo e sospiri.

“Ti ricordi?” mi chiedi.

“Come potrei dimenticarmi? Il nostro primo incontro e scontro …” e una piccola risata – da quanto non la sento in me? – sgorga dalla mia bocca. Tu sorridi solamente, chiudi gli occhi e ti appoggi con la schiena all’albero.

“Sai … speravo che venissi proprio tu da me …” dici d’un tratto. “Mi piaceva il modo in cui sorridevi e ti arrabbiavi … lo facevi senza paura, come ora! E invidiavo gli altri bambini ai quali rivolgevi l’attenzione” guardi il mio viso stupito ed arrossisci. “So di non essere mai stato un buon amico … però tu per me sei e sei stato molto importante …mi eri vicino, anche nei momenti più difficili …” e la tua mente torna al passato, a quel giorno di primavera, quando uno dei tuoi discepoli perse la vita. Isaac … e poi Hyoga …

“Non potevo certo lasciare il mio migliore amico … non l’avrei mai fatto, nemmeno se me l’avessi chiesto tu …”. Questa cosa mi sembra quasi una confessione. “Perché mi stai dicendo tutto ciò … ora?”

Mi guardi, forse non sai cosa rispondermi …

“Perché non te l’ho mai detto …” mormori lentamente e una lacrima bagna il tuo viso. La cancelli in fretta, ma l’ho vista chiaramente.

 

Ooh, you make me live
Oh, you're the first one
When things turn out bad
You know I'll never be lonely

 

“Ma io lo sapevo … anche senza che me lo dicessi …”.

“Era importante che te lo dicessi, credimi”. E la serietà cattura per un attimo fugace i tuoi occhi. Dopo un momento, mi dici qualcosa che mi fa sussultare. “Ti prego promettimi una cosa … una sola! Se dovesse succedermi qualcosa, tu …”.

No! Non ti accadrà nulla!” ti interrompo con rabbia.

Il tuo tono non cambia. Mi fai sedere, non con forza, ma con ostinazione e ti accucci di fianco a me. Poni un dito sulla mia bocca e rimango in silenzio.

“Se … se io dovessi non tornare più … promettimi che non piangerai”.

“Ma … io...” di nuovo le lacrime bruciano i miei occhi.

“Non potrei essere felice, pensandoti così …” mi dici asciugandomi le lacrime che inesorabilmente sono scese. “Promettilo … fallo per me, solo per me …”.

E’ così difficile promettertelo, ma … farei qualunque cosa, per te. Sospiro e con un filo di voce lo dico.

“Lo prometto”.

Sorridi, come se un macigno fosse stato sollevato dal tuo cuore. E poi sfiori con la bocca la mia fronte, un gesto così intimo e fraterno. E’ il primo bacio che mi dai e non hai idea quanto mi abbia reso felice il pensiero di essere stato l’unico a riceverlo. Ma non capisco … sono confuso …

“Grazie Milo … grazie di essere stato il mio migliore amico …”.

 

You're my only one
And I love the thing
I really love the things that you do
Oh, you're my best friend
Oh, ooh, you make me live
 

D’improvviso, mi sento stanco, tutti i miei sensi, stanno soccombendo ad un desiderio non mio. Gli occhi si fanno pesanti e anche la tua immagine sbiadisce a poco a poco.

“Ca … mus …” riesco appena a mormorare. Un suo ultimo dolcissimo sorriso mi abbraccia completamente.

“Ti voglio bene Milo …” le tue ultime parole sono lontane, ma inspiegabilmente chiare.

 

***

 

Mi sveglio, lentamente e mi riscopro ancora nel letto. Allora è stato tutto un sogno? Tu non sei tornato da me … sono di nuovo solo … solo … Ma quando allungo la mano sul letto, qualcosa mi sfiora. Mi volto e incontro un foglio di carta e, impresse su di esso, queste poche parole:

 

I'm happy at home
You're my best friend
you're my best friend
you make me live
You, you're my best friend

 

Camus… non era un sogno … cerco il tuo cosmo, in ogni angolo conosciuto della Terra. Ma non ti trovo.

Te ne sei andato. Di nuovo.

Avvicino il naso a quel foglio e posso sentire ancora il tuo profumo di muschio. Voglio imprimermi questo ricordo nel cuore e mentre lo faccio gli occhi si inondano di nuovo e rinnovato dolore.

No, non posso … te l’ho promesso! Cancello con forza le lacrime e sospiro profondamente: ripiego con cura quell’ultimo tuo ricordo e lo ripongo, qui, vicino al cuore.

Dove sei sempre stato, per tutti questi anni e dove sarai fino alla fine dei miei giorni … finché non ci ritroveremo, io e te, nelle infinite pianure dell’Elisio …

  
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