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Autore: _Fragrance    20/03/2011    4 recensioni
Un Hotel a cinque stelle. Una settimana di vacanza. Una ragazzo che desidera il corpo di una ragazza. Una donzella innamorata del famosa popstar in voga, ma di un tempo. Chi cederà per primo? Sarà capace lei di cambiare il ragazzo, oltre che a farlo dubitare del se stesso di adesso? O sarà lui ad averla vinta sul corpo della fanciulla?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Time

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Living in a material world
And I am a material girl
You know that we are living in a material world
And I am a material girl

Living in a material world
And I am a material girl
You know that we are living in a material world
And I am a material girl

Living in a material world [material]
Living in a material world

Madonna- Material Girl

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sbuffai e infilai in valigia un golfino di cashmere blu notte.

Bene, adesso avevo ufficialmente finito.

Mi passai una mano sulla fronte, esausta, sedendomi sul letto.

Una settimana, una settimana di infinito relax nell'Hotel cinque stelle "Gourmet" mi stava ormai aspettando..

Mamma aveva detto che era un premio per i miei voti eccellenti, anche se sapevo che era una scusa per lei per stare lontana da papà, ma nonostante tutto apprezzavo il gesto.

Anche se effettivamente, come aveva detto Jenny, mia sorella, sembrava un nome da cibo per gatti quello dell'Hotel, ero felice, d'altronde chi non lo sarebbe nei miei panni?

Considerando la vita frenetica qui a New York, era impossibile non desiderare un po' di pace in un Hotel di lusso con pub o discoteche all'interno.

 

<< Scarlett! Muoviti! Altrimenti perderemo il volo! >>. Urlò mia mamma dal piano di sotto.

Scossi la testa, riemergendo dai miei pensieri, ed annuii ad una madre immaginaria.

Chiusi la valigia e chiamai Alan, il nostro giardiniere, per fargli portare le mie valigie davanti alla nostra villetta a schiera.

 

<< Buon giorno signorina Evans >>. Disse un ragazzo sulla ventina, tutto sudato ed esausto, lo salutai con un cenno della testa, e gli indicai le quattro valige rosa shocking posizionate ai piedi del letto e uscii, superandolo, dalla stanza.

 

 

Mi infilai un paio di ciabattine Jimmy Choo argentate e presi il lucidalabbra Chanel numero ventitré appoggiato sul mobiletto in entrata.

Mi guardai allo specchio, sorridendo cattiva alla ragazza di fronte a me, e mi passai il gloss sulle mie piccole labbra a cuore.

Mi studiai con occhio critico, cercando di capire se ci fosse qualcosa fuori posto nei miei capelli. No, era tutto okay.

Complessivamente ero abbastanza carina, viso da bambina, occhi color miele, da gatta, e capelli color mogano, si...Mi potevo reputare una bella ragazza.

 

<< Principessa! >>. Mi chiamò mio padre ed io corsi da lui per abbracciarlo, sorniona.

<< Papi mi mancherai >>. Dissi triste.

<< Anche tu Sky >>. Sorrisi, calda e lui mi scompigliò i capelli.

<< Rose >>. Si riferì a mia mamma.

<< Si caro? >>.

<< Non badare a spese per la mia piccola, falla divertire >>. Mi fece l'occhiolino ed io scoppiai a ridere, facendo sorridere mia mamma.

<< Signore? >> Si intromise David, il manager di papà che oggi si era gentilmente offerto di accompagnarci all'aeroporto, << Se volete accomodarvi, adesso avrei intenzione di partire... >>.

<< Oh certo caro. >> Aggiunse mia mamma. << Beh, salutami Jenny quando tornerà, Gregor. E stammi bene >>. Scoccò a papà un bacio sulla guancia e aprì la portiera della macchina.

Papà annuii e mi diede una pacca sulla schiena.

<< Fa la brava, piccola. E sta attenta a non cacciarti in qualche guaio >>. Mi ammonì lui. Annuii seria e montai in macchina, accavallando le gambe appena seduta, mamma era già seduta a rimirarsi le unghie leccate di rosso, sospirai e David accese il motore.

Salutai papà dal finestrino e la macchina partì: Welcome Vacantion.

 

 

 

 

 

 

Ormai ero quasi arrivata a destinazione, il viaggio in aereo era stato piuttosto movimentato, ma fortunatamente era andato tutto bene.

Ora ero a Londra, in uno sciatto taxi, che puzzava di tabacco e di chiuso.

Mi morsi le labbra, testa e nauseata.

Mamma sembrava pensarla come me, nonostante non volesse darlo a vedere più di tanto.

 

<< Bene sono centoventi sterlina >>. Aggiunse il taxista.

Mamma annuii e porse le banconote all'uomo sulla quarantina di fronte a lei.

 

Eravamo arrivate.

Mi guardai in torno, sbalordita.

Era una reggia, altro che hotel.

Il paesaggio era principalmente composto da fiori colorotissimi e fontane enormi ed elaborate, c'era poi, un grandissimo cancello, in ferro battuto, dove era incisa la parola "Hotel Gourmet".

Sorrisi estasiata, e mi incamminai trascinando la valigia più piccola su una stradina fatta di piastrelle bianco latte.

 

<< Salve signorina, lei dovrebbe essere? >>. Mi chiese un ragazzo, probabilmente un cameriere, vestito di bianco dalla punta ai piedi, con un cartellino finemente decorato, appoggiato al petto, con scritto: "Ed".

<< Mi chiamo Scarlett Evans, sono la figlia di Gregor Evans >>. Aggiunsi, fiera.

<< Oh, certo. Beh venga, non la aspettavamo così presto >>. Ammise il ragazzo, imbarazzato, accompagnandomi su un bellissimo divano in pelle rossa.

<< Si accomodi, vado a prendere le chiavi della vostra stanza >>.

Annuii, distratta e incominciai a guardarmi attorno, incantata.

La sala d'attesa era splendida, tutta in vetro, c'erano decorazioni composte da design elaboratissimi e moderni, e la tematica principalmente riguardava l'oceano, infatti le tende erano sottili, azzurre e blu, sovrapposte, per dare l'impressione delle più sfumature. Rimasi con il fiato sospeso, era tutto meraviglioso.

<< Scarlett, cara. Andiamo? >>. Chiese mia mamma, sventolandomi una chiave dorata sotto il naso, annuii, imbambolata e mi alzai.

<< Ed mi ha dato la chiave, mi ha detto che sarà il nostro cameriere personale >>.

Continuammo a camminare per il corridoio, fino a quando uscimmo attraverso una porta sempre in vetro, un lungo corridoio, bianco e decorato con della sabbia artificiale ci faceva da sfondo.

Sorrisi, stupita per tanta bellezza.

E finito il corridoio, ci trovammo fuori, in giardino, anzi, in un enorme giardino.

Vidi un'enorme piscina a forma di mezzaluna, ed una perfettamente circolare.

Essendo buio, non potei notare altri particolare, ma il giorno dopo sarei andata in esplorazione, quindi non mi feci più di tante domande.

 

<< Tesoro, siamo arrivate >>. Mi confesso mia madre, fermandosi davanti ad una casetta a schiera, tutta bianca con il tetto nero.

La facciata principale era formata da un portone, in legno scuro, e due finestre, sempre del medesimo colore della porta principale.

Mamma infilò la chiave nella serratura, girandola verso destro finchè non uscì un: Stock.

Aprii la porta in modo teatrale, gustandomi il momento.

E appena si aprì, trattenni il fiato, estasiata.

Era sempre tutto in vetro, tranne i muri e il pavimento, ma i mobili, gli oggetti o le decorazioni erano in vetro scintillante.

Entrai, lasciando la mia valigetta davanti alla porta, e camminai, accarezzando un fiore vicino a me.

In entrata c'erano delle decorazioni composte da Swarovski e fiori gialli.

Attraversai la stanza, ed entrai nel piccolo salotto, dove si trovavano un televisore al plasma enorme, un divano bianco anche esso molto grande e un mobile, sempre in vetro, dove sopra c'era un telefono e un'agenda.

Andai in cucina, il tavolo e il piano cucina erano in vetro, ancora. E le sedie leccate in nero lucido.

Sorrisi, e salii le scale, che erano davanti l'entrata.

Sopra c'erano due stanze e due bagni.

Entrai in una, era bella, molto bella.

Il colore dominante era il bianco. Il letto era un matrimoniale anonimo, ma la cosa che rendeva l'atmosfera così bella era il dipinto sul muro, un fondale marino.

Mi diressi verso l'altra camera, era leggermente più piccola della precedente, ma la preferivo ad essa.

Aveva un letto, grande e a baldacchino, bianco. Un comodino, vicino al letto, bianco, e un morbidissimo tappeto, in pelo, anch'esso bianco.

Il motivo per cui scelsi questa camera fu il balconcino.

C'era un piccolo balcone che dava sulla spiaggia artificiale dell'Hotel, dando l'illusione di essere alle Maldive.

 

Mia mamma, che mi aveva raggiunto, dovette tornare al piano terra perchè ci avevano portato tutte le valige, e lei doveva aprire la porta.

Mi sedetti sul letto e quasi ci sprofondai dentro.

Risi, ed iniziai a muovermi, facendo ondeggiare il letto.

<< Scarlett! Non fare la bambina di due anni! Disfai le valige e riposati! Sarai distrutta! >> Mi rimproverò mia mamma.

Effettivamente avevo diciassette anni, ed era una cosa un po' infantile quella che stavo facendo, ciò nonostante solo pochi minuti dopo iniziai ad disfare la valige.

 

 

Quando finii, aprii il beauty-case, ed estrassi lo spazzolino e le creme varie, appoggiandole al ripiano vicino al lavandino, in bagno.

Mi lavai i denti, e tolsi il trucco, per poi mettermi la crema per la notte ed andare a letto.

Quando appoggiai la testa sul cuscino mi addormentai subito, stanca quant'ero.

 

 

 

 

 

 

<< Scarlett, tesoro, sono le dieci e un quarto, che ne dici di alzarti? >>. Mi chiese gentile mia mamma, accarezzandomi la guancia, mugugnai per poi girarmi dall'altra parte e appoggiare un cuscino sopra la testa.

<< Fa come vuoi >>. Si rassegnò. << Se hai bisogno di me sono nella Spa >>. Non le risposi neanche, e continuai a dormire.

 

Quando mi alzai ufficialmente erano le undici.

Mi infilai un paio di ciabattine nere e andai in bagno a farmi un bagno.

Quando finii, mi avvolsi l'accappatoio addosso, e mi diressi in cucina, scendendo le scale lentamente.

Aprii il frigo e presi una mela, per poi addentarla.

Mi giarai e mi accorsi che alle mie spalle c'era un ragazzo.

<< Ciao >>. Dissi con la bocca piena.

<< C...Ciao >>. Lo guardai stralunata, che aveva?

<< Tutto ok? >>. Chiesi.

<< No. C'è, sì. E' che sei... >>. Mi indicò con il mento, e mi accorsi che effettivamente il mio accappatoio si era slacciato, aprendosi, e facendo intravedere il mio corpo nudo.

<< Ah, si scusa. >>. Dissi lentamente mentre me lo sistemavo.

<< Beh ecco...Io dovrei pulire... >>. Disse ancora rosso d'imbarazzo.

Io ero ancora impassibile, che c'era di strano nel vedere una ragazza nuda?

<< Certo fa pure, adesso vado su, mi cambio, e ti lascio tutto libero, ok? >>. Chiesi facendogli l'occhiolino per poi girarmi e salire le scale, e come dispetto mi tolsi l'accappatoio, lasciandolo per terra, davanti le scale.

 

Davanti all'armadio, mi infilai un trikini nero, e un prendisole rosa confetto, lungo fino pocomeno metà cosci.

Preparai la borsa, mettendo il telo male, la crema solare, il telefono ed il portafogli.

E mi diressi all'uscita della casa.

Chiusi la porta alle mie spalle, senza salutare il ragazzo e mi misi gli occhiali da sole, pronta ad una nuova avventura.

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO MIO {Mi farebbe piacere che voi lo leggeste tutto} :

 

 

 

Salve ragazze, sono _Fragrance.

E questa è la mia prima storia su Justin Bieber.

Ho letto tutte quelle in questo settore, e ammetto che solo cinque o sei mi sono piaciute veramente...

 

 

 

Le mie autrici preferite sono: Dacey, Cleer e xmaybelove.

Mentre come storie adoro:

 

I'm Growing Up

Can I be your best friend? {Mi piace tanto come è scritta}.

 

 

 

Cose che potrebbero REALMENTE INTERESSARVI:

 

Si, come vedete (o come vedrete) non ho problemi ad affrontare la tematica del sesso.

Beh, nel prossimo capitolo comparirà Justin, che anche lui alloggerà all'interno dell'Hotel per un po' di tempo.

Questo comunque è un prologo, il vero capitolo sarà il prossimo.

 

Beh che dire?
Spero vi piaccia, e spero anche di riscuotere un bel po' di recensioni.

Alla prossima,

_Fragrance .

  
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