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Autore: Lady Hime    20/03/2011    5 recensioni
Ad Izayoi che amò un demone andando contro tutti.
Ad Inu no Taisho che amò un'umana sotto il disgusto dei suoi soldati.
Ed a Sesshomaru, patetico spettatore.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Ad Izayoi che amò un demone andando contro tutti.
A Inu no Taisho che amò un'umana sotto il disgusto dei suoi soldati.
Ed a Sesshomaru, patetico spettatore».

La storia della Hime


Izayoi amava la primavera; adorava i fiori che sbocciavano colorati all’alba di un nuovo giorno, il risveglio dolce cullato dai primi raggi del sole, la consueta festa d’equinozio che sua madre indiva per festeggiare la fine dell’inverno.
Quella primavera però, fu diversa. Sua madre morì all’alba della bella stagione, portando con sé i sorrisi, i colori, le danze. Non ci fu nessuna festa, nessun nuovo fiore. Quel giardino spoglio, dove la principessa si recava ogni mattina, non accennava a rivivere, pareva quasi in lutto per la morte prematura della propria padrona. Fu solo il primo sintomo di una spietata carestia che dilagnò il regno della Hime senza risparmiare niente, neppure i campi più miseri.
Quello stesso anno, il suo piccolo impero entrò in guerra. Regno esiguo e ricco, era preda continua di grandi potenze che volevano annetterlo ai propri possedimenti. Grandi eserciti arrivavano alle mura della città, troppi soldati tentavano di assediare il castello; serviva unirsi con un alleato potente e forte.
L’esigenza di maritarla quindi, divenne urgente. Suo padre, quel padre che non c’era mai nel castello sontuoso, mandava ambasciatori in ogni parte del Giappone per dare in sposa la sua unica figlia. 

«Bella come le notti di luna, dolce come il nettare del più colorato fiore, giusta come un giudice».

Quella descrizione le scivolava lenta sulla pelle con indifferenza e disgusto, facendola apparire agli altri ciò che non era. Risposero in tanti, ma nessun pretendente pareva soddisfare suo padre. Ne era sollevata, anche se la paura dell’assedio cresceva ogni giorno.
Quando, si chiedeva Izayoi mentre sorrideva stanca ai volti preoccupati dei suoi sudditi che attendevano la notizia di un matrimonio, la situazione era diventata così nera? 
Tutto così irrecuperabile, tutto così cupo.
L’unica cosa che poteva fare era pregare rivolta a quel cielo enorme, così lontano; a volte, desiderava ardentemente esserne inghiottita, fuggire via da tutto. Non riusciva a farne a meno, nonostante provasse vergogna nel formulare certi pensieri. Che principessa era, mormorava senza piangere nelle notti in solitudine, se preferiva la prospettiva della fuga alla prestigiosa posizione di moglie e padrona?
Il tempo intanto passava e con amarezza arrivò l’estate. Non le era permesso uscire dal castello, troppo pericoloso dopo gli ultimi spietati assedi. Ne era estremamente amareggiata; come avrebbe potuto conquistare la felicità rinchiusa tra quelle mura soffocanti?

Quello che non sapeva però, era che la felicità sarebbe venuta da lei.

Una sera afosa di un giorno d’agosto la principessa uscì nel giardino, da sola, ad osservare le stelle sotto la chioma dell’albero centrale. Ci trovò steso, sotto quello, un bellissimo demone dai capelli d’argento, addormentato così profondamente da non accorgersi di lei.
Né scappò né chiamò qualcuno; si sedette accanto allo sconosciuto ad osservare le stelle.
Chissà quanto tempo passò prima che decidesse di rialzarsi; si allontanò leggiadra chiudendosi alle spalle la shoji, con la certezza di avere gli occhi del demone puntati su di lei.
La sera seguente lo trovò nello stesso punto, seduto all’ombra dell’albero, ma con gli occhi aperti ad osservarla. Gli sorrise, senza paura o vergogna.

Che incosciente.

Si sedette nuovamente accanto a lui, presentandosi in un sospiro.
Incosciente? Eppure non aveva timore. 
Quel demone tornò tutte le sere, perfino quando le stelle erano offuscate dalle nubi autunnali. La principessa Izayoi venne baciata in quel giardino in una fredda serata d’inverno. 
La consapevolezza che la felicità era finalmente giunta da lei arrivò quando le labbra calde di Inu no Taisho si posarono sulle sue. 

E l’inverno divenne la sua stagione preferita.




Il resto lo conoscete già

   
 
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