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Autore: visbs88    20/03/2011    7 recensioni
Continuo di "Sulla scrivania, fatto".
Per una volta, Bankotsu e Jakotsu si mettono veramente a studiare, almeno finché la stanchezza non prenderà il sopravvento.
Scritta per l'iniziativa "Un prompt al giorno", prompt "Salvadanaio".
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Bankotsu/Jakotsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bankotsu x Jakotsu'
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Ehilà ragazze! Siete fortunate, o sfortunate, decidete voi xD sono qui con un’altra Ban x Jako! Sempre grazie ai prompt, ovvio ù.ù ormai ho deciso, ci ho creato una serie xD

Ringrazio Hana Angel, Lorenz_123, eien91, fmr18_onepiece, Miss Adler, Ellis_chan e Alys93 per le recensioni a “Sulla scrivania, fatto”, Hana, eien e Alys per averla messa nelle preferite e Ellis per le ricordate ^^

Ok, torniamo ai nostri ragazzi ^^ vi avviso fin da subito, questa sarà meno HERO e più fluff, molto più fluff ^^

Buona lettura!

 

- Non esiste dichiarazione idonea ad esprimere la capacità contributiva "globale", perché… perché nessuno è tenuto a dichiarare, in toto, il proprio reddito o il proprio patrimonio, ma… ehm… soltanto il reddito e il patrimonio per il quale la legge impone la presentazione della dichiarazione…

Bankotsu recitava a fatica le parole del libro di economia tenendo chiusi gli occhi blu, sforzandosi di ricordare.

- Scusa, potresti ripetere? Mi ero distratto… - lo interruppe Jakotsu, che teneva il testo sulle ginocchia.

- Oh, basta, i miei neuroni si stanno ribellando – si lamentò il giovane con la treccia, dando un pugno di stizza alla scrivania. (Ebbene sì, è la famigerata scrivania di ieri xD nd Me)

- Non sai quanto io ti dia ragione – fu la risposta stanca del compagno.

Quella mattina Jakotsu si era presentato a casa del fidanzato alle nove in punto, e incredibile ma vero si erano messi a studiare seriamente, per recuperare la giornata persa. Se il giorno prima il ragazzo dagli occhi neri aveva amato il tavolo della stanza di Bankotsu, ora non desiderava altro che dargli fuoco. Non ne potevano più di leggere, ripetere, rileggere, schematizzare, memorizzare, sottolineare, ririleggere, riripetere, e via di questo passo. Per pranzo avevano mangiato solo un paio di panini col prosciutto e una mela a testa per poi rimettersi a studiare.

Erano le quattro, e non avevano ancora smesso. Mancava davvero poco, però.

La concentrazione stava letteralmente andando a farsi benedire. Jakotsu non riusciva più nemmeno ad ascoltare ciò che Bankotsu diceva.

- Basta – borbottò il ragazzo con la treccia – Non ne posso più. Abbiamo studiato abbastanza.

Si aspettava una risposta entusiasta, e invece voltò la testa per scoprire che il compagno stava giochicchiando con sguardo assente con un elastico per capelli che aveva trovato sulla scrivania.

- Ehi, sto parlando con te!

- Oh, cosa? Sì, certo – Jakotsu parve letteralmente cadere dalle nuvole, mentre il libro che avevano in mano piombava per terra e l’elastico veniva tirato contro il muro.

- Hai cose interessanti su questo tavolaccio, alla fin fine – borbottò – Ehi! – esclamò poi  – Perché la sciarpa che ti ho regalato per Natale è qui?

Bankotsu guardò l’indumento appoggiato sul legno polveroso.

- Ops, ce l’ho messa prima. L’avevo tirata fuori, credevo che uscissimo – rispose.

- Dovresti avere più cura delle cose che ti regalo.

- Ne ho cura, l’ho solo tirata fuori dall’armadio.

- Sì, lo so. E’ che non sapevo cosa dire. Ho il cervello fuso totale.

Sospirarono insieme, mentre Jakotsu osservava un portachiavi a forma di teschio.

- Posso sapere come mai tutti i comuni mortali hanno un salvadanaio a forma di porcello, e tu invece ce l’hai a forma di pecora? – domandò mentre afferrava il piccolo oggetto. Quella minuscola pecorella di ceramica non era certamente un salvadanaio serio, ma in fondo era buffa.

- Perché non sono un comune mortale.

- No, secondo me perché due porcelli non possono stare nella stessa casa.

- Tecnicamente possono.

- Hai una mentalità troppo chiusa, Bankotsu.

- Sei tu che pensi che i maiali non possano stare in una stessa stalla.

- Hai capito quello che volevo dire all’inizio?

- Sì, non sono scemo.

- Allora usa il cervello e cerca di assecondare le mie battute.

- Non mi va di usare il cervello.

- Hai ragione, nemmeno a me.

- Sembriamo due zombie.

Ridacchiarono, perché in effetti Bankotsu aveva ragione. Quella conversazione era stata, oltre che altamente stupida, anche del tutto incolore. Erano troppo spossati per cambiare l’inflessione della voce a seconda di ciò che dovevano dire.

- Sai – riprese il giovane con la treccia – Il prompt di oggi era proprio salvadanaio. Prima che tu arrivassi stavo attentamente studiando quella pecora in cerca di ispirazione.

- Oh, non chiedermi nulla, per carità – rispose stanco Jakotsu – Temo che oggi non riuscirò ad ispirarti.

- Come se ieri l’avessi fatto – ridacchiò Bankotsu.

- Sei tu che sei schifiltoso – borbottò stizzito Jakotsu, che però sembrava aver riacquistato in parte il buon umore.

- Dai, butta via quel libro – gli disse il fidanzato – Vado a prendere qualcosa da mangiare, ho fame.

- Porti anche a me? Sono tuo ospite, in fondo – disse con un sorriso furbo il ragazzo castano.

- Ospite dei miei stivali – sogghignò Bankotsu.

- Per favore!

- D’accordo, d’accordo… - si rassegnò il padrone di casa, uscendo dalla stanza. Jakotsu rimase a giocare con un trottola di legno, sbucata fuori da chissà dove.

Poco dopo il giovane dagli occhi blu tornò nella stanza, lanciando al fidanzato una merendina.

- Buondì al cioccolato – pronunciò con aria critica Jakotsu.

- Cos’ha che non va, è buonissimo! – esclamò Bankotsu, che ne aveva già addentato un pezzo.

- Credo sia la più… calorica delle merendine italiane – disse serio il ragazzo castano – Ricoperto di cioccolato e zuccherini, con dentro altro cioccolato…

- Non metterai su pancia solo per un Buondì, fidati di me – rise l’altro, guardandolo divertito.

- Io no, ma tu sì.

- Io? – domandò stupito Bankotsu, sorridendo.

- Certo, conoscendoti sei capace di mangiarne cinque al giorno…

- Sono spiacente di doverti informare che sono perfettamente in linea – si vantò il moro, pavoneggiandosi.

- Lo so, ma ci si mette poco a trasformare quei muscoli ultra sexy in ciccia flaccida – lo ammonì Jakotsu, che tuttavia aveva già scartato il Buondì cominciando a mangiarlo.

- Ma fammi il favore – rise l’altro, che l’aveva già finito.

- Ridi ridi – fece il ragazzo dagli occhi neri, solenne – Ma io non ho intenzione di rinunciare ai tuoi addominali scolpiti. Quindi, fa’ in modo che la tartaruga non si giri.

- D’accordo, fidati di me – si rassegnò Bankotsu, lasciandosi cadere a pancia in su sul proprio letto, guardando il soffitto. Jakotsu terminò in fretta di mangiare, lasciò la carta sul tavolo, quindi si alzò e senza tanti complimenti raggiunse il fidanzato, montando sopra di lui.

- Ehi – disse piano il moro, guardando l’altro che lo sovrastava.

- Sei bellissimo – mormorò Jakotsu, avvicinando il proprio volto a quello dell’altro. Si fissarono negli occhi per lunghi secondi.

- Ti voglio. Ho ancora fame, ma di te – sussurrò ancora il ragazzo castano, accarezzando il viso del fidanzato con una mano – Ti amo.

- Non sarei molto in vena, lo studio mi ha esaurito – disse Bankotsu a bassa voce, come a non voler rovinare quel momento romantico.

- Sai, è scientificamente provato che fare l’amore rilassa e fa stare meglio – bisbigliò Jakotsu, anche se senza troppa convinzione.

- Oggi mi basta averti vicino.

Il ragazzo castano arrossì lievemente. Non era molto abituato al romanticismo, riteneva meno imbarazzati conversazioni sconce. Di solito si limitava a dire “Ti amo”, o poco più. Prima che se ne accorgesse, le braccia di Bankotsu gli circondarono il busto, costringendolo ad avvicinarsi di più al giovane con la treccia, che lo fece rotolare verso destra. Si ritrovano entrambi distesi su un fianco, faccia a faccia, adagiati sul morbido letto sotto di loro. Jakotsu sorrise, notando in quel momento che un angolo della bocca dell’altro ragazzo era sporco di cioccolato. Lo leccò con delicatezza, per poi baciare le dolci labbra rosee del ragazzo, stringendosi a lui. Fu un bacio lungo e pieno di sentimento, tanto che si sentirono piuttosto tristi quando si dovettero staccare. Rimasero fermi così, abbracciati, per qualche secondo, prima che Jakotsu mormorasse:

- Ti amo, Bankotsu. Dimmi che mi ami.

- Ti amo – sussurrò di rimando l’altro – Anche se sei stupido.

- Tu sei un incrocio tra un bradipo e un maiale – ridacchiò Jakotsu. Guardò il volto di Bankotsu. No, in realtà quel ragazzo pareva il figlio di due angeli del cielo.

- Oggi ci piacciono gli animali, eh? – bisbigliò il moro, strofinando il proprio naso con quello del compagno, che sorrise in risposta, dandogli un altro bacio. Jakotsu probabilmente non sarebbe mai stato sazio di quelle labbra. Era da parecchio, se ci pensava, che lui e Bankotsu non si facevano delle sane, semplici e dolci coccole come in quel momento. La passione aveva sempre avuto la meglio, ma il ragazzo castano decise che per una volta era meglio evitare e godersi quei momenti tanto teneri. Si strinse al petto di Bankotsu, ascoltando il battito del cuore e il respiro regolare del ragazzo, rilassandosi fra le sue braccia forti, inebriandosi del suo profumo. Chiuse gli occhi, lasciando che quella dolcezza lo cullasse, per un tempo che gli parve infinito, provando di tanto in tanto a stringersi di più a quel corpo così caldo. Bankotsu lo teneva stretto con delicatezza, accarezzandogli teneramente la schiena, finché non si addormentarono insieme, entrambi con un dolce sorriso stampato sulle labbra.

 

Awwwwwwwwwwwww *.* sono caduta nell’ultra fluff alla fine! *.* dai, questi due si punzecchiano sempre, e ogni volta fanno i passionali… per una volta, che si facciano un po’ di coccole ^.^

Allora allora… l’inizio intanto è preso dal libro di economia di mio fratello, che non pensiate che mi sia inventata io una cosa del genere xD poi, avrete notato l’abbondanza di animaletti in questa shot xD tra parentesi, il salvadanaio a forma di pecorella ce l’ho sul serio xD penso che i Buondì al cioccolato siano bombe caloriche, ma li amo, e poi… mi sembra di aver sentito che davvero è provato che fare l’amore fa bene ù.ù quindi… ^^

Ok, ho finito! Spero vi sia piaciuta e di non avervi fatto venire il diabete con l’eccessiva dolcezza!

Visbs88

   
 
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