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Autore: KikiWhiteFly    21/03/2011    4 recensioni
[Johnny Depp/Vanessa Paradis]
Era quello il momento che più amava: poter riflettere per un attimo sul senso di una vita insieme, magari ogni tanto distrarsi per un alito di vento che spirava da Nord oppure il rumore di un'imposta sbattuta. Ripercorrere le tappe di un viaggio mai concluso, immaginare le mete che ancora si potevano raggiungere ed elevarsi a qualche metro dal suolo – andando contro ogni legge fisica, Vanessa era convinta che esistessero delle cose che mettessero le ali, era inevitabile –, poi accorgersi che il cielo non era né sotto né sopra ma confinava con se stessi.
Confinava con se stessi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    Il cielo confina solo con se stessi.













Dovevano essere passati parecchi anni dalla prima volta che si erano incontrati, non si erano neppure resi conto di quanto tempo fosse trascorso.

Eppure erano successe tante cose, la loro vita aveva subito un radicale cambiamento: non davano più scandalo come un tempo, ormai le loro relazioni occasionali potevano considerarsi estinte.

Johnny avrebbe voluto dimostrarle la sua gratitudine ma, in verità, non v'era modo: avrebbe dovuto ringraziarla continuamente e, conoscendola, lei gli avrebbe ricordato che non le spettava alcun merito.

Era fatta così Vanessa, forse quello era uno dei tanti motivi per i quali si era innamorato di lei; c'era alchimia tra loro, ma non solo: poteva considerarla la sua compagna così come la sua amica ed amarla, in ambedue i casi, allo stesso modo. Vanessa sapeva metterlo sempre di buon umore, possedeva la strana capacità extra sensoriale di leggergli nel pensiero.

«Smettila di pensare a domani, c'è ancora tutta la notte.»

Appunto, proprio quello che intendeva.

Leggere nei suoi occhi, poi, le riusciva ancora meglio; Johnny le sorrise, poi le strinse con delicatezza la mano. In quel momento non doveva pensarci, si disse, era giunto il momento di godersi le prelibatezze che Vanessa aveva preparato.

Aveva allestito un banchetto davvero irresistibile, in effetti: ciò gli faceva pensare che avrebbe sentito parecchio la sua mancanza, Venezia non era proprio a due passi.

Le riprese di “The Tourist” sarebbero iniziate da lì a pochi giorni, si prospettava una nuova impresa; sarebbe stato un peccato rifiutare quel ruolo, la trama era ottima così come l'introspezione del personaggio.

Johnny si sarebbe impegnato a fondo, pur passando sopra al fatto che avrebbe dovuto lasciare per un po' di mesi la propria abitazione; Lily-Rose e Jack se ne erano rammaricati molto, nei loro occhi aveva potuto leggere il dispiacere, avevano salutato il loro papà poco prima di andare a letto. Johnny aveva promesso loro che un giorno sarebbero andati tutti insieme a Venezia; i suoi bambini, allora, si erano rallegrati improvvisamente ed erano andati a dormire con un sorriso.

Vanessa, allora, non mancò di ricordargli che i bambini ricordano ogni promessa e che, in effetti, la loro presenza non sarebbe passata inosservata. La popolarità da una parte era una gran fregatura: mai spazi per sé, la libertà era un'utopia e ciò, spesso e volentieri, coinvolgeva le persone a lui più care. Vanessa, tuttavia, aveva accettato di buon grado quel compromesso; tanto, da decidere di accompagnarlo ogni anno ai Golden Globe o di prendere parte a festini e serate in occasione di una promozione di un film. Insomma, poteva considerarsi quasi adeguata al suo stile di vita; d'altronde, anche lei aveva i suoi impegni, sebbene meno fitti di quelli del compagno. Ogni tanto Johnny le mancava ma sapeva che il suo non era solo un lavoro, bensì una vera e propria dedizione.

Lo ammirava, davvero, alcune volte si meravigliava di avere accanto a sé un uomo tanto meraviglioso e di aver avuto la possibilità di averci costruito insieme una famiglia.

Per un attimo la mente cominciò a vagare altrove, poi Vanessa sentì un sonoro squillo da parte della cucina e si convinse che il pollo con le patate era davvero cotto; lasciò la mano di Johnny e si scusò per un'infinitesimale secondo, dopodiché si dileguò.

Poteva sembrare sciocco, ma quella era una delle tante gioie della vita familiare: poter cucinare almeno una volta al mese solo per loro due, avere una serata tutta per sé, poter accendere le candele profumate comprate mesi prima in vista di un evento ormai così raro... ecco, tornare i fidanzatini di un tempo, un passo indietro.

Per fortuna, era accorsa appena in tempo; Vanessa prese due presine da cucina e ne tirò fuori una prelibatezza unica nel suo genere. Dietro di sé, la risata incontrollata del compagno che la fissava senza alcun riguardo dallo stipite della cucina.

«Beh, cosa c'è da ridere?»

Fece lei, vivamente spiazzata.

«Niente. È solo molto divertente vederti fare la casalinga disperata...»

La sua risata infantile, un po' presuntuosa ed un po' ingenua – una delle tante cose che non riusciva proprio ad odiare di lui –, avevano lo strano potere di scioglierla.

«Ehi, non sono disperata...», gli puntò l'indice contro, «... solo un po', un po'...»

E, nel mentre cercava il termine più adatto, la presina quasi le sfuggì di mano insieme a tutto il lavoro e la fatica. Per fortuna, Johnny era proprio a pochi centimetri di distanza da lei ed aveva già capito la situazione, intervenendo in tempo.

«... Imbranata?»

Suggerì, riponendo l'infornata sul ripiano della cucina.

Ecco, quelle erano le classiche situazioni in cui avrebbe mandato la cena al diavolo per passare direttamente al momento successivo; i capelli di Johnny sfioravano le sue guance troppo rapidamente, per riprendersi aveva bisogno di qualche secondo. E se dopo più di dieci anni di distanza ancora le faceva quell'effetto, beh, Vanessa avrebbe dovuto farsi qualche domanda.

«La cena era buonissima.»

Ecco, ora poteva considerarsi sinceramente fregata; già, forse avrebbe dovuto farsi più di “qualche domanda.”

Era il momento che veniva dopo aver fatto l'amore che in realtà Vanessa amava, non tanto lo svolgersi dell'atto: sebbene ora i loro corpi combaciassero perfettamente, il divampare della passione fosse ormai inevitabile e si desiderassero più che mai in quel momento, era il dopo che la soddisfaceva di più.

Ma non aveva tempo di pensare al dopo, non ora che le mani del compagno cercavano con così poca grazia la stoffa del suo vestito, fin quasi a strapparlo; e quando ebbe trovato l'estremità, allora la sua mano iniziò a cercare la pelle ed allora i sussulti di piacere furono quasi naturali. Non si aveva il tempo di pensare quando l'agire umano prendeva il sopravvento; la razionalità andava in crisi e l'istinto diveniva più incontrollato che mai.

Ed era bello, dopo tanti anni, potersi ancora dire tante cose, amarsi come dieci anni prima, credere di vivere in una favola pur con la ferma consapevolezza che quella era la realtà, la cosa più bella che avessero mai conosciuto.

Era come rinascere, ogni giorno, sulle sue labbra e vedere il mondo l'uno con gli occhi dell'altro; era bello, sì, era speciale e solo loro erano in grado di capire la magia di quel sentimento.

Così, in uno scontro fisico inevitabile, sul ripiano della cucina – decisamente scomodo –, per confidarsi quel che ancora non si erano detti ma a suon di baci. E, in effetti, era la migliore arma per contrattaccare.

Trascinarsi a passi lunghi e poco coordinati verso una stanza da letto, con le labbra ancora incatenate e senza intenzione di lasciarle andare; magari ci avrebbero messo mezz'ora, magari un'ora, magari il tempo non avesse confine... E forse, per loro, era veramente così.

Era una serata come tante ma si respirava un profumo diverso. Il vento, quella sera, spalancava le imposte e, ogni tanto, si sentivano dei rumori irrequieti da una parte della camera; Vanessa era sicura che presto avrebbe cambiato direzione, portando con sé profumi di risate ed abbracci mai spezzati, trasportando un piccolo granello di felicità.

Ora poteva tornare a respirare, i loro animi si erano acquietati un po': Johnny dormiva accanto a sé, le stringeva forte la mano – come se non dovesse lasciarla andare neppure in sogno –, sarebbe stato bello ritrovarsi anche inconsciamente.

Era quello il momento che più amava: poter riflettere per un attimo sul senso di una vita insieme, magari ogni tanto distrarsi per un alito di vento che spirava da Nord oppure il rumore di un'imposta sbattuta. Ripercorrere le tappe di un viaggio mai concluso, immaginare le mete che ancora si potevano raggiungere ed elevarsi a qualche metro dal suolo – andando contro ogni legge fisica, Vanessa era convinta che esistessero delle cose che mettessero le ali, era inevitabile –, poi accorgersi che il cielo non era né sotto né sopra ma confinava con se stessi.

Confinava con se stessi.

Lo ripeté sottovoce, per esserne più sicura; poi, il suo sguardo si posò sull'espressione sorniona di Johnny e sulle sue labbra, quasi istintivamente, affiorò un sorriso.

Era sicura che si sarebbero presi per mano anche in sogno.







    Fine.






Questa è decisamente più fluff, sì XD.

Non era mia intenzione essere eccessivamente melensa, è solo che la situazione richiedeva una narrazione più delicata; mi ha preso molto, devo dire, tra l'altro. Ho immaginato il giorno prima della partenza di Johnny per andare a girare “The Tourist” (ho letto che gli attori sono stati via parecchi mesi, per girarlo), sto amando questi due alla follia, se non si nota XD.

Forse mi verrà in mente qualcos'altro, chissà – quando mi fisso è la fine, già XD.


Kiki;


   
 
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