Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: ChaserKatieBell    21/03/2011    2 recensioni
[SPOILERS QUINTA STAGIONE]"L'orologio è incrinato" gli aveva fatto notare lei. "Quasi come una crepa nel tempo." Era stata la sua risposta.
Eleven/Romana
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Crack In Time


Amy e Rory sapevano essere da diabete, se volevano.
O meglio, se Rory voleva ed Amy era troppo stanca per opporsi.
Al Dottore non dispiaceva troppo guardarli, però: gli piaceva il modo in cui gli umani si dimostravano affetto. I Signori del Tempo tendevano ad essere molto più “sottili” in questo; in tanti anni su Gallifrey, poteva giurarlo, non aveva mai visto una coppia amoreggiare - non nel senso terrestre del termine, almeno.
Non era sempre una buona cosa, doveva ammetterlo. L'eccessiva dolcezza gli procurava nausea - almeno a quest'ultima incarnazione (la precedente ci sguazzava, in sentimenti e reazioni come l'amore, la sofferenza, il pianto...era stato fin troppo umano, quel decimo Dottore, per i suoi gusti). Però alcune manifestazioni del genere non gli dispiacevano affatto. Insomma, l'incontro ravvicinato con Marilyn Monroe non era certo stato male.
Se poi lei non si fosse rivelata una stalker sarebbe stato anche meglio.
Anche lo “scambio d'opinioni” con Reinette era stato piacevole – e lo sarebbe sicuramente stato anche con Rose, se avesse avuto modo di sperimentare. Il Dottore aveva qualche dubbio su come le cose stessero andando, tra Rose e il Dottore umano, metà Signore del Tempo e metà Donna Noble. La parte Gallifreyiana sicuramente la adorava, come i suoi nono e decimo “sé” l'avevano adorata a loro tempo; la parte donnesca, però...beh, diciamo che il Dottore riusciva ad immaginare un paio di caratteristiche di Rose che avrebbero di certo mandato Donna su tutte le furie. Tuttavia, a vedere se stesso baciarla sulla baia del Lupo Cattivo ebbe l'impressione che quel Dottore alternativo si stesse divertendo un mondo.

Rose.

Non è che l'avesse dimenticata. Né che avesse smesso del tutto di amarla. Se ami una persona, la porti con te per sempre, questa era una delle cose che aveva imparato a proprie spese, in tutti quegli anni in cui era stato costretto a dire tanti addii. Non aveva smesso di “amare” nessuno dei suoi compagni di viaggio. E Rose era stata più importante della grande maggioranza di loro. Probabilmente non perché fosse speciale, certo non perché fosse migliore di loro, ma per il momento in cui era arrivata. Perché, dopo aver perso tutte le persone che aveva mai amato, l'unico luogo che (nonostante tutto) avesse mai considerato come la propria casa, insomma, dopo aver perso la propria identità, lei era salita a bordo del Tardis, e l'aveva fatto sentire amato. Se Rose aveva una caratteristica positiva, era la sua capacità di dimostrarti il proprio amore, se voleva. Per Mickey era stata una fidanzata tremenda, la peggiore che si potesse augurare a qualcuno, forse, ma al Dottore aveva quasi urlato il proprio amore in ogni occasione, anche se sapeva che non avrebbe dovuto, anche se lui le aveva detto che non era possibile.
Dopo averla lasciata al suo destino felice (o, almeno, a quello che all'epoca lui era convinto che sarebbe stato un destino felice...per il “numero Dieci”, come a lui piaceva chiamarsi, era impensabile che con Rose potesse non essere tutto rose e fiori), si era imposto di non pensare mai più a lei, di chiudere quel periodo della sua vita in un cassettino della propria memoria, e non andarlo ad aprire mai. E così aveva fatto, per evitarsi dolore inutile.

Finché, un giorno, il giorno di Natale, guardando Abigail e Kazran insieme sotto la neve, il cassetto si aprì di sua spontanea volontà, senza che il Dottore potesse far nulla per evitarlo. I ricordi lo assalirono di colpo: gli sguardi al cielo, il sorriso di Rose che aveva finalmente accettato la sua rigenerazione, le dita che si intrecciavano, l'inizio di un rapporto ancora più intenso di quanto non fosse stato nei mesi precedenti.
E, sorprendentemente, non faceva male.
Quel dolore pungente che si aspettava, che avrebbe dovuto trafiggergli il cuore e far scendere lacrime indesiderate lungo le sue guance non arrivò.
Fu a quel punto che il Dottore decise di analizzare la situazione. Di riprendere in mano ogni ricordo, sfogliarlo, studiarlo. Tentare di capire.

La prima conclusione che trasse fu che quest'undicesima incarnazione, con grandi probabilità, non si sarebbe mai innamorata tanto di Rose. Ripensò poi all'uomo che era stato prima dell'ultima rigenerazione, e capì che quel Dottore lì, verosimilmente, si sarebbe innamorato di qualunque compagna fosse arrivata per prima. Martha, per esempio. Ad incontrarla adesso, non l'avrebbe mai tenuta a bordo così tanto, con tutto quel lagnarsi perché non poteva avere il suo amore. Ma, se fosse arrivata prima di Rose (e, di conseguenza, non avesse avuto motivi per cui piagnucolare e fosse stata molto più gradevole), il suo precedente sé avrebbe certo preso una bella sbandata anche per lei.
Con Donna forse no. Ok, con Donna sicuramente no. Lei non gliel'avrebbe mai permesso, non avrebbe mai trovato davvero attraente un tipo magrolino e capellone come lui.
Ma Martha sì – ed anche altre compagne del passato, se fossero arrivate più tardi. Sarah, ad esempio. O Ace. Per Ace forse avrebbe perso la testa per davvero. Anche per lei avrebbe bruciato un sole per dirle addio, il numero Dieci.
Non che non sarebbe stato contento di riavere Rose con sé, ovvio. Gli mancavano le sensazioni che lei aveva saputo fargli provare. E, in fin dei conti, se aveva qualche dubbio sulla decima incarnazione, era invece convinto che la nona fosse perfetta per Rose, che per lei provasse un'attrazione al di là di qualunque giustificazione possibile. Aveva un carattere molto più deciso, l'incarnazione che aveva messo fine alla Guerra del Tempo. Non sarebbe crollato come un salame davanti alla prima bella ragazza che si trovava di fronte. Rose lo faceva divertire, l'aveva fatto ridere per la prima volta dopo tanto tempo, e questo non poteva negarlo nemmeno quest'undicesima incarnazione, che faceva tranquillamente a meno della biondina londinese.

Ma perché tutto questo “accanimento” nei confronti di Rose, poi? Perché il Dottore sentiva il bisogno di provare a se stesso che non era la donna della sua vita, che i suoi sentimenti per lei erano giustificati dalla debolezza del momento, e dalle caratteristiche di una determinata incarnazione?
Non ne era sicuro – o, più che altro, non voleva esserlo.
Sempre per quella dannata abitudine a chiudere i ricordi dolorosi nei cassetti.
Ma la verità era che Abigail non gli aveva ricordato soltanto Rose. Con i suoi capelli lisci e biondi, il viso angelico, l'essere l'unica persona in grado di mettersi sullo stesso piano di Kazran, al primo sguardo al suo volto la mente del Dottore aveva sovrapposto quello di qualcun altro.
Romana.
Romanadvoratrelundar, a voler essere precisi.
O Fred, anche.
Insomma, quella donna che gli era piombata tra capo e collo, impostagli dall'Alto Consiglio di Gallifrey, e che pretendeva che lui la trattasse come una sua superiore. Quella donna bellissima che, in molte cose, sua superiore lo era davvero.
La donna che si era lasciata rinchiudere in una minuscola realtà parallela pur di salvare un popolo straniero, che aveva guidato il proprio pianeta verso la prosperità, e che aveva rinunciato a se stessa per salvarlo e, alla fine, ne aveva accettato la distruzione pur di proteggere l'universo.
Tutti i suoi compagni avevano fatto tanto, sotto l'influenza del Dottore e dopo averlo lasciato, mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Anche Romana aveva imparato tanto da Dottore, bisogna ammetterlo, però lui era convinto che avrebbe sacrificato se stessa per il bene altrui anche se non avesse mai varcato la soglia di quella cabina telefonica del '63.
Romana era sempre stata meravigliosa.
Testarda, con la puzza sotto al naso, egocentrica e incapace di accettare i suoi suggerimenti (salvo poi comprendere che aveva ragione), ma meravigliosa.
Se solo quella particolare personificazione del Dottore non fosse stata così testona.
Non l'aveva minimamente capito. Così come non aveva notato la cotta stratosferica che Sarah aveva avuto per lui (né di quanto avesse poi amato Harry), non si era accorto nemmeno di quello che lui stesso provava per Romana. Giustificava i moti d'affetto verso di lei dicendosi che era il fatto che fosse una Signora del Tempo a renderli tanto affini.
L'aveva anche lasciata andare senza fare tragedie, piangere, rischiare di distruggere l'universo per salutarla. Salvo poi pentirsene ogni giorno, e tornare ciclicamente da lei.
Fino al giorno in cui l'aveva uccisa, insieme al resto della loro specie.


E da allora pensava di averla proprio buttata via, la chiave di quel particolare cassetto. E invece no, era nascosto da qualche parte, tra la polvere. E quella notte di Natale l'aveva presa e messa in bella mostra, finché lui non s'era deciso ad infilarla nella serratura e girarla.

Romana non sarebbe andata bene solo per una o due particolari incarnazioni, pensò il Dottore.
Ogni incarnazione del Dottore aveva un'incarnazione di Romana assolutamente perfetta per lui. O anche più di una.
Ne era certo: in qualche parte, nello spazio e nel tempo, c'era una Romana che avrebbe indossato un fez che si intonasse al suo. Ed una che avrebbe accompagnato volentieri Dieci a cercare in lungo e in largo un Alonso. E un'altra per cui tutto fosse fantastico. E quando era stata costretta a bandire Otto dall'universo, una parte di Romana l'aveva seguito, di questo era sicuro. E andiamo! La cotta di Romana per quel biondino dal naso a patata e a cui nessuno prestava mai ascolto era più che evidente.

Il Dottore non riusciva più a mettere Rose sul piedistallo perché gli sembrava di mancare di rispetto a Romana.
E già l'aveva fatto abbastanza in passato, non mostrandole apertamente i propri sentimenti, come lei avrebbe meritato in ogni attimo passato insieme – o anche lontani, su pianeti diversi, o addirittura in realtà parallele. Lei aveva meritato il suo amore e la sua fedeltà con ogni respiro emesso.
Accidenti, non era certo da lui diventare così melenso.
Il punto, però, era che non avrebbe potuto negarlo nemmeno provandoci con tutte le proprie forze.
Romana era la sua anima gemella e lui, con la sua solita tendenza ad allontanarsi da tutto ciò a cui teneva maggiormente, si era separato da lei una, dieci, mille volte: ogni occasione in cui s'incontravano di nuovo, era anche una nuova occasione in cui dirle addio.
Continuava a farlo, ben sapendo che lei non sarebbe mai venuta meno ai suoi obblighi morali per corrergli dietro, e l'avrebbe lasciato scappar via dai propri sentimenti una volta di più.
Anche queste fughe erano uno dei tanti modi per non soffrire, d'altro canto – proprio come il forzarsi a dimenticare.

Come avrebbe desiderato avere un'ultima possibilità, con lei. Questa volta non l'avrebbe sprecata; aveva finalmente capito che, in fondo, quando si ama qualcuno si ha quasi il dovere di dimostrarglielo.
Romana meritava la stessa felicità che lei aveva donato a lui, e a tanti altri.
Razionalmente, si ripeteva che era troppo tardi, che era inutile sperare di poterla rivedere.
Ma il suo cuore – anzi, i suoi cuori erano in attesa. Come se sentissero che, alla fine, Romana fosse da qualche parte, là fuori, nell'universo. Che ci fosse un modo per riportarla accanto a sé.
Le crepe nel tempo.
Quelle crepe che, fin dal primo momento, gli avevano ricordato il ritratto di Romana che quell'artista parigino aveva abbozzato di nascosto. Una donna con un orologio al posto del volto. Un orologio crepato.
“L'orologio è incrinato.” gli aveva fatto notare lei, indicando il disegno.
“Quasi come una crepa nel tempo.” Era stata la sua risposta.
Poteva essere solo una coincidenza, in fondo.
Ma lui aveva imparato a non credere nelle coincidenze.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: ChaserKatieBell