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Autore: officialkagome    21/06/2003    1 recensioni
L'autore/autrice è pregato/a di inserire un'introduzione valida, ovvero che presenti una trama della storia o una citazione della stessa. Lely1441, assistente amministratrice
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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i © della serie "Il signore degli anelli" appartengono (penso!^^)

a J.R. Tolkien, come i personaggi della serie.

Sono personaggi originali: Reryth, Gindli, Smeragorn, Areth, Harton e Bilbo (questo Bilbo^,^!!!)

[Io nun ce guadagno una lira. Se ci guadagnassi qualcosa,

 non credo che continuerei ad andare a perdere tempo a scuola!]

Sarebbero graditi commenti alla mail officialkagome@hotmail.com

 

**OfficialKagome**

SottoSegretaria del

"Sindacato Autori FF comiche"

http://utenti.tripod.it/sffc/

"Le stelle non si vergognano di sembrare lucciole…"

 

Nota bene alla lettura:

Questa storia non tiene conto degli avvenimenti narrati nel “Silmarillion”.

(per cui gli elfi sono sempre là, Gandalf pure ecc ecc!^,^)

Si conta che la saga sia finita con “Il ritorno del Re”

Altrimenti ci dovevo davvero sbattere la testa!

Bye!

 

 

Il signore degli anelli- Dal fuoco, il buio.

(PROLOGO)

 

“…Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende

Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra

Nove agli Uomini Mortali, che la triste morte attende

Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra

Nella terra di Mordor, dove l’Ombra, nera, scende.

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,

Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra, cupa, scende…”

 

L’Unico era stato distrutto, dunque, gettato nel fuoco del monte Fato, e la legenda di Frodo dalle Nove dita era stata, ed era ancora, una delle storie preferite dai piccoli Mezzuomini della Contea. Gandalf il bianco si era ritirato in solitudine, e si mostrava raramente ai suoi vecchi amici. Il male era sconfitto…

O almeno così avevano creduto…

Fino a quel giorno.

 

Il signore degli anelli- Dal fuoco, il buio.

 

1.

Quando il sole colpì, dapprima timidamente, poi con più forza, il suo viso, Legolas fu costretto suo malgrado ad alzarsi. Uscì dalla sua stanza e, nel giardino, sedette in una delle sedie intagliate dalla pietra a pensare.

“Non desideravo vedere ancora questi posti” mormorò tristemente “eppure Elrond mi ha di nuovo convocato… sapeva che non mi piace ricordare il periodo oscuro…il periodo del male! Ho cercato di non contattare nemmeno i miei vecchi compagni di avventura…rivedere loro sarebbe rivedere l’Ombra dell’Oscuro signore…il che mi inquieta…non so…non so perché ho tanta voglia di dimenticare tutto…sembrerebbe quasi…abbia paura…”

Quei pensieri angosciosi furono interrotti dall’arrivo di Gandalf il bianco.

- Gandalf, anche tu qui? Quello che è successo, dunque, deve essere di inaudita gravità…!-

- Anche io sono felice di rivederti, Legolas- disse Gandalf lanciando una penetrante occhiata all’Elfo

- Scusami, hai ragione…è che quando sono preoccupato…dimentico del tutto le buone maniere…-

- Brutta abitudine, direi, mio buon elfo…-

- Già, è davvero una gran brutta abitudine…-

Il suono intenso della campana li avvisò che il Consiglio stava per iniziare…

 

Nel portico che Legolas ben ricordava, oltre lui e Gandalf, si trovavano due uomini, che sembravano provenire dal Sud, un nano e due hobbit.

Era tutto esattamente come la volta prima…

Unica differenza era che adesso si trovava al consiglio anche un altro Elfo-donna, vestita di un intenso azzurro, con i capelli biondi e gli occhi di un profondo viola.

Elrond attese qualche istante, poi iniziò a parlare

- Mi sembra strano essere di nuovo qui…alcuni di voi- e guardò Gandalf e Legolas –capiscono cosa intendo…Non è una bella sensazione. L’ultima volta nei nostri animi serpeggiava un profondo terrore, per Quello che tutti voi sapete. Fummo salvati da Frodo dalle Nove dita, passato ormai alla storia- i due hobbit annuirono –e pensavamo che il male fosse stato sconfitto…o almeno gravemente danneggiato…Ma non avevamo fatto bene i nostri conti. Sauron era potente…e purtroppo lo è ancora.-

Gandalf si alzò in piedi, sotto lo sguardo esterrefatto di Legolas…

- Purtroppo devo confermare le parole del mio fidato amico Elrond…Sauron è ancora vivo…sappiamo che si nasconde da qualche parte, a Mordor, ma non sappiamo dove…Egli è solo, ma non pensate che non possa nuocerci…-

Uno dei due Hobbit si alzò e guardò fisso Gandalf

- Sono Bilbo Baggins, figlio Di Drogo, figlio di Frodo dalle Nove dita… nelle mie vene scorre il sangue dell’eroe che ha salvato la terra di mezzo dall’oscurità. Questo- indicò l’altro hobbit –è Harton, mio fido servitore. Sono stato convocato anche io qui, benché assolutamente non desiderassi essere mischiato in queste faccende, ma adesso voglio sapere di cosa dobbiamo avere paura…-

Gandalf guardò l’Elfo vestito d’azzurro, che annuì pensieroso.

-Ti conosco bene, Bilbo- disse lo stregone sorridendo –seguo le tue gesta da quando sei nato. Anche se tu e i tuoi avi non mi avete mai visto, io ho sempre vegliato su voi e sulla Contea, fino a quando mi è stato possibile. I tuoi parenti si fidavano ciecamente di me, e gradirei lo facessi anche tu.

Non posso spiegare né a te né agli altri cosa sta succedendo, poiché nemmeno io sono sicuro di quello che mi è stato riferito…

Vi chiedo, però, di restare qui da Elrond, che da parte sua non credo abbia remore ad ospitarvi, fino a quando non sarò tornato…allora partiremo…per ritrovare l’Unico…-

-L’Unico è stato distrutto da Frodo!- obiettò Bilbo scrutando gravemente Gandalf.

-Quell’Unico è stato distrutto…e solo fisicamente, temo. Pare che il suo potere sia rimasto immutato, ed ora si sia incastonato in una pietra preziosa…pietra che alcuni nani, ignari, hanno estratto dal monte Fato e hanno usato come ornamento per un anello…un nuovo Unico…-

Gandalf terminò la frase sospirando. Solo lui e Legolas erano a conoscenza di cosa volesse dire, in realtà, una missione del genere…

Il rischio era davvero altissimo.

Legolas si alzò e prese a sua volta la parola. Si schiarì la voce e guardò gli altri negli occhi. Il suo sguardo fu, per un attimo, incatenato dagli occhi viola della donna elfo.

-Io- esordì, esitante – non mi tirerò certo indietro. Come Gandalf ho partecipato alla precedente avventura, quella che ha consacrato il mio buon amico Frodo e lo ha inserito e buon diritto in tutte le leggende della terra di Mezzo. Quando Elrond mi ha richiamato qui, se devo essere sincero, mi ha infastidito, ma non sapevo che si trattasse di una questione di tale importanza. Sono a disposizione per qualsiasi cosa mi si chieda, se essa potrà servire a salvare la mia terra…e la vostra.

So che quello che vi si chiede è un grande sacrificio, ma è indispensabile che voi accettiate di darci una mano. Nemmeno io so bene quale sarà il mio compito, ma di sicuro lo accetterò di buon grado, senza fare troppe domande…- l’elfo ammiccò allo stregone –anche perché ho imparato che con Gandalf è inutile fare domande…-

A Legolas sembrò di veder passare un’ombra di sorriso sulle labbra della donna-elfo, che lo guardava seduta davanti a lui.

Gandalf rise

- Bel discorso, amico mio! Avrai certamente convinto tutti. Tuttavia non pretendiamo che ci diate ora una risposta. Avete tutto il tempo che volete per pensare…ma passiamo alle presentazioni! L’elfo loquace che avete appena udito si chiama Legolas, ed è un formidabile arciere. I due Hobbit, come avrete capito, sono Bilbo Baggins (nipote del più celebre Frodo Dalle Nove Dita) e Harton Pange, suo fedele amico e servitore. Lì seduti accanto ai due mezzuomini ci sono Smeragorn Del Sud, pronipote di Aragorn figlio di Arathorn, e Areth, suo arciere di fiducia. Il nome del nano che vedete più in la è Gandli. Infine la bellissima donna-elfo che certamente avrà attirato la vostra attenzione per tutta la durata del nostro incontro risponde al nome di Reryth, e viene dall’Ovest.-

Elrond riprese allora la parola

-Bene, per adesso è tutto. Tornate pure nelle vostre stanze. Se avete bisogno di parlare con qualcuno di quanto sta per avvenire potrete rivolgervi a me o a Gandalf…saremo sempre nei paraggi, a gironzolare come da nostra abitudine…-

 

Legolas restò ancora per un po’ solo, nel portico, a ripensare all’accaduto. Dunque l’Oscuro signore era tornato, intenzionato a far danni come e più di prima, e l’Unico Anello era ancora dalla sua.

In un momento di sconforto si ritrovò a pensare che forse era inutile combattere, che era meglio lasciarsi andare, poiché comunque, dopo ogni loro vittoria, il Male sarebbe tornato con una nuova forma a minacciare la Luce.

Sospirò

-Legolas- si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti Reryth

-Questi pensieri non ti fanno onore..- Legolas fece per replicare ma lei lo zittì con un sorriso

-So che l’impresa è ardua e la sfiducia inonda il tuo cuore. Ma non lasciate che sia lei a sopraffarti, non ora. Abbiamo bisogno di te, abbiamo tutti bisogno di te. Sei parte della compagnia, come tutti, e noi partiremo con l’intenzione di vincere. Senza pensare al dopo. Vincere ora è la nostra missione. E non è certo con quello stato d’animo che potrai aiutarci…ti prego, Legolas, di pensare solo che il Bene è sempre mille volte più forte del Male, e che l’opera che, pare, sia stata lasciata incompiuta noi dobbiamo finirla. E la finiremo, costi quel che costi…-

Legolas chinò il capo, poi si rialzò e fece per replicare, ma Reryth era scomparsa…

Al suo posto, con sguardo grave, si trovava Gandalf

-Oh Gandalf…dov’è andata Reryth?-

-Non fare caso ai suoi spostamenti…appare e scompare come vuole, è fatta così! Sa essere silenziosa quando vuole, molto silenziosa. La conosco da tanto tempo ma a volte riesce a sorprendere anche me.

Ma bando alle ciance, amico mio. Questa notte io e Reryth partiremo. Io devo andare a chiedere maggiori informazioni da alcuni amici che sicuramente sapranno aiutarmi e lei ha da sbrigare delle faccende importantissime. Resterai tu a guidare la compagnia, durante la nostra assenza.

Mi fido di te, Legolas.

Partirete il più presto possibile, non appena saprai chi ti sarà compagno in questa missione e chi, invece, deciderà di tornare a casa, anche se, dopo il tuo discorso di prima, dubito che qualcuno si tiri indietro-

Legolas sorrise

-Dimmi dove devo andare…-

-Questo è il punto. Purtroppo noi non sappiamo dove si trovi l’Unico con esattezza. Di certo è vicino al monte Fato, da dove emana un’incredibile energia maligna, ma non sappiamo altro. Anche per questo sono costretto a partire…avrei preferito di gran lunga accompagnarvi sin dall’inizio nel vostro viaggio, come anche Reryth. Dirigetevi verso il Monte Fato e cercate di raggiungerlo il prima possibile. Io tornerò non appena potrò…-

-Ci saranno molti pericoli? Cavalieri Neri e altri servi dell’Oscurità, intendo…-

Gandalf guardò l’Elfo intensamente

-Non saprei…certamente non ci sono più cavalieri Neri, sono stati tutti distrutti e Sauron non è ancora così potente da poterne creare altri…ma credo che qualche suo servitore cercherà di sbarrarvi la strada.

Bada bene, Legolas, a quello che ti dico ora…

Non mi è dato conoscere niente di preciso ma, durante il viaggio, non fidarti di nessuno! Mi hai capito? Nessuno…-

-Ho capito, ho capito…seguirò il tuo consiglio…ma non lasciarmi questa responsabilità troppo a lungo-

-Farò quello che mi sarà possibile…-

rispose enigmatico lo stregone.

Dopodiché entrambi si alzarono e si congedarono con un sorriso.

 

L’indomani, di buon ora, alla porta di Legolas bussarono i due Hobbit

-Legolas…dobbiamo parlarti…-

-Dite pure-

-Abbiamo deciso di partire con voi. Se possiamo fare qualcosa per salvare la terra di Mezzo allora tenteremo.  D’altra parte sono pur sempre un discendente di Frodo dalle Nove dita, dunque il suo sangue leggendario e coraggioso scorrerà anche in me, no?-

Disse Bilbo con un sorriso forzato.

-Conta pure su di me!- dichiarò Gindli, appena sopraggiunto.

-Vi ringrazio davvero, e spero che l’atmosfera che regni tra noi sia sempre come quella che posso percepire stamattina. Il nostro viaggio, non ve lo nascondo, sarà duro. Siete proprio sicuri di volermi aiutare?-

-Sicurissimi-

-Bene, partiremo domattina. Non possiamo permetterci di attendere oltre. Andrò io stesso, più tardi, a chiedere a Smeragorn e Areth cos’hanno intenzione di fare. Passerò da voi più tardi per gli ultimi dettagli..-

Quando i tre furono tornati nelle loro camere a preparare il loro bagaglio Legolas ancdò a cercare Elrond.

Lo trovò nel padiglione.

-Salve Legolas, cosa dicono dunque i tuoi compagni?- chiese

-I due hobbit e il nano partiranno…non ho ricevuto ancora conferme dai due uomini…-

-Oh, verranno anche loro. Smeragorn è un valoroso combattente che non si è mai tirato indietro, nemmeno di fronte alle più grosse difficoltà. Vieni con me, piuttosto. Ci sono persone che vogliono parlare con te, prima che tu parta.-

Elrond s’incamminò verso il fitto della radura. Fra gli alberi, vicino al ruscello, vi erano due figure, di un uomo e una donna. La donna prese una vasca, che luccicava, e la riempì delle acque del ruscello.

-Ricordi dunque i tuoi fidati amici di Lòrien?-

Legolas sorrise

-Come avrei potuto dimenticare Il Signore e la Dama degli Elfi?-

L’elfo s’inchinò davanti ai due

-Salute a voi, Celeborn e Dama Galadriel-

-Salute a te, Legolas. Ci dicono che anche questa volta la tua missione sarà molto pericolosa…- rispose Celeborn guardando Legolas. Galadriel taceva, guardando il riflesso che l’acqua nella vasca le restituiva.

-Così pare, Signore degli Elfi- rispose Legolas, avanzando e sedendosi sulla riva del fiume. Mise una mano nell’acqua, e il freschezza di questa giovò al suo animo. Ricordò le parole di Reryth

“…ti prego, Legolas, di pensare solo che il Bene è sempre mille volte più forte del Male, e che l’opera che, pare, sia stata lasciata incompiuta noi dobbiamo finirla. E la finiremo, costi quel che costi…”

e per un attimo fu sicuro che tutto sarebbe andato nel verso giusto.

Celeborn continuò

-Elrond mi ha detto che hai conosciuto Reryth… Ella è figlia del vento dell’Ovest, proviene da una stirpe elfica quasi estinta. E’ una ragazza molto particolare-

Galadriel sorrise

-…particolarissima- precisò

-…eppure puoi fidarti di lei…lo sento-

-E’ la stessa impressione che ho avuto io…- fu la risposta.

La Dama guardò ancora l’acqua, ma non vi era più ombra di sorriso sul suo volto.

-Vieni, Legolas, vieni ad osservare nello specchio di Galadriel- lo chiamò.

-Quello è il famoso specchio in cui anche Frodo si affacciò?-

-E’ proprio quello…avvicinati a guarda…-

Legolas fece quello che gli era stato chiesto.

Dapprima l’acqua rimase normale, poi iniziò a incresparsi.

Una forte luce inondò il vaso, quindi iniziarono a delinearsi delle figure confuse, in una delle quali Legolas riconobbe se stesso. Poi, all’improvviso, ci fu il buio, intorno a loro. Udiva delle grida, dei rumori confusi, delle urla. Alla fine vide Reryth. E una marea di fiori…

-Cosa vuol dire questo?- chiese a Galadriel, continuando a guardare

-Vuol dire che devi stare attento, che l’Oscurità è ovunque…- rispose lei.

Dopo il buio, nello specchio Legolas vide quello che realmente lo terrorizzò.

Come a Frodo prima di lui, nell’acqua gli apparve l’occhio.

Si ritrasse di scatto

-L’hai visto anche tu, vero?- chiese bonaria Galadriel.

-S…si! Credo di si…- rispose Legolas, ancora sotto shock.

-Vuol dire che sa che cercherete di ostacolarlo…-

-Adesso basta, Legolas, rallegra il tuo animo!- intervenne Celeborn, che fino a quel momento si era tenuto in dispare.

-Lo farò…adesso devo andare. Passerò da Smeragorn e Areth e andrò a preparare il mio bagaglio…partiremo domattina presto-

-Buona fortuna, Legolas- mormorò Celborn

-Buona fortuna- ripetè Galadriel, con lo sguardo fisso di nuovo nello specchio.

 

2.

Il sole non era ancora sorto ma la Compagnia aveva già lasciato la dimora di Elrond. Gandalf e Reryth erano partiti il giorno prima, anche loro all’alba. Legolas non vedeva l’ora che Gandalf tornasse, poiché essere responsabile della vita di tutta quella gente gli sembrava un peso troppo grosso.

Avrebbero dovuto compiere lo stesso tragitto del precedente viaggio, anche se, come Elrond gli aveva detto, probabilmente ci avrebbero messo meno tempo, poiché egli sapeva che troll e orchetti erano ancora nascosti dopo la sconfitta subita l’ultima volta. Legolas decise a priori che sarebbe stato meglio non passare dalle miniere di Moira, anche perché, come ben ricordava, un passaggio era stato bloccato l’ultima volta… “dubito che qualche nano sia andato ad aggiustarlo e renderlo praticabile” pensò. L’unica soluzione era, dunque, scalare il monte Caradhras per poi ridiscendere dalla parte opposta. Il tempo non era avverso ed Elrond gli aveva detto che sui Monti non vi erano situazioni di impraticabilità.

La scalata, tuttavia, non si presentò certo priva di difficoltà. Anche se poca, vi era neve che rendeva tutto più difficile e il vento tendeva verso il basso, facendo si che i loro passi paressero più pesanti.

Si accamparono in un tratto un po’ più riparato per la notte.

Legolas sedette accanto al fuoco acceso da Smeragorn.

“Anche se dovessi arrivare al Monte Fato, senza Gandalf che potrò fare…? Un accidenti di nulla! Tornasse presto, la Compagnia è quasi perduta senza di lui…”

Smeragorn lo avvicinò. Era un uomo molto alto, con folti capelli neri e una corta barba. Sembrava simpatico e affidabile…d’altra parte doveva pur fidarsi almeno dei suoi compagni di viaggio!

-Legolas, non so cosa pensare…tu sai qualcosa in più sulla nostra missione?-

-Ne so quanto te, se non di meno- rispose Legolas, senza alzare lo sguardo verso il suo interlocutore per non fargli vedere quanta angoscia albergasse nei suoi occhi.

-E’ strano…ci mandano così, allo sbaraglio, senza dirci nemmeno da chi, o cosa, dobbiamo guardarci?-

-Guardati da tutto e tutti, Smeragorn-

-Scusa, non era mia intenzione turbare il tuo animo. Immagino che il tuo fardello sia già abbastanza pesante senza che mi ci metta io con le mia lagne, vero?-

Legolas lo guardò a lungo

-Vero- sussurrò

-Legolas, magari questo non ti sarà di alcun aiuto, ma quando ti senti troppo appesantito dalle tue responsabilità scaricane qualcuna anche su di noi, che ti seguiamo. Altrimenti ci fai sentire inutili, dei pesi…-

-Grazie Smeragorn, queste tue parole sono molto importanti per me…- rispose l'elfo, sorridendo appena.

Anche questa volta la Compagnia sembrava abbastanza unita, pronta ad affrontare qualsiasi pericolo. Ma lui, Legolas, avrebbe saputo guidarla, come Gandalf prima e Aragorn e Frodo poi, avevano fatto?

 

La scalata richiese cinque giorni di cammino.

Billbo e Harton dovettero fermarsi spesso a riposare, poiché non abituati a quel tipo di vita. Legolas contava le ore, i minuti, i secondi senza Gandalf. Gli sembrava fossero passati secoli dalla data della loro partenza.

Quando furono dall'altra parte decisero di accamparsi, dato che si stava facendo buio.

Come da abitudine, ormai, il turno di guardia notturno Legolas decise di affrontarlo da solo. La notte, con la sua placida calma, era il miglior momento per pensare.

D'un tratto gli sembrò di aver scorto un'ombra, fra gli alberi. Si alzò in piedi.

-Chi va là?- urlò accarezzando il suo arco

-Chi è?-

Dal fitto del bosco venne fuori Reryth.

-Reryth? Mi hai fatto prendere uno spavento!- esclamò Legolas sorridendo. La ragazza non ricambiò il sorriso.

-Seguimi- disse torva.

L'elfo si voltò verso gli altri, che dormivano, e obbedì.

Camminarono per circa mezz'ora, in silenzio, poi lei si fermò all'improvviso.

-Perché mi hai portato qui?- le chiese Legolas, senza guardarla.

-Perché non volevo che gli altri udissero quello che sto per dirti, Legolas-

-Cosa hai scoperto, di così terribile?-

-non ho scoperto niente…ma…ma ho un dubbio. So che la Dama e il Signore ti hanno fatto visita…-

-E' vero…-

-Hai guardato nello specchio…?-

-Si…-

-Dimmi cosa hai visto!-

-Non ti riguarda…-

-TU DEVI DIRMELO!- urlò lei, senza però scomporre i lineamenti del suo bel viso.

Legolas indietreggiò

-Perché, Reryth…di cosa hai paura?-

Reryth ,lo guardò intensamente

-Forse…- iniziò con calma. Poi un urlo straziante li interruppe.

-GLI ALTRI!- urlò Legolas, iniziando a correre verso l'accampamento.

La scena che gli si prospettò era orribile.

Gindli giaceva riverso, in un lago di sangue…sgozzato.

Smeragorn e gli altri erano vicino a lui. Gli Hobbit piangevano.

-Che è successo?- chiese Legolas.

-Un…un orchetto…- disse Smeragorn, guardando fisso il cadavere.

-Un orchetto lo ha assalito…io ho sentito i rumori…sono uscito…ma quello era scappato…non ho potuto fare nulla…NULLA!-

L'uomo crollò per terra e si prese, disperato, il volto fra le mani.

-Nulla…- ripeté con voce inespressiva…

Areth gli posò una mano sulla spalla.

-Non è stata colpa tua- disse fissando i suoi occhi in quelli di Legolas.

E' stata colpa tua, elfo… dicevano quegli occhi.

E dicevano la verità…se lui non si fosse allontanato l'orchetto non avrebbe ucciso il povero nano…

Lui si era allontanato per causa di Reryth…e se…?

La donna sopraggiunge solo in quel momento.

-Muovetevi a seppellirlo- disse gelida –da questo momento prendo io il comando della spedizione, come da precisi ordini di Gandalf. Ci muoveremo subito. Non voglio perdite di tempo- dicendo questo guardò gli hobbit –prima ci muoviamo, prima tutto questo sarà finito…-

Legolas fece per andare a parlare con lei, ma si fermò. Non sarebbe servito a nulla.

La guardò soltanto, da lontano.

…non devi fidarti di nessuno…

Pensò…sembrava totalmente diversa dalla donna che aveva conosciuto da Elrond.

 

Dopo essere scesi dalla Scala dei Rivi tenebrosi si trovarono accanto a fianco ad un torrente, proprio all'uscita di Moira. Legolas guardò indietro.

Ricordava quando era stato lì con Frodo e gli altri, quando credevano che Gandalf fosse morto. Fra poco sarebbero arrivato ai boschi di Lothòrien, dopodiché sarebbero giunti a Lòrien. Guardò Reryth. Avrebbe deciso di fermarsi o no?

Avevano tutti bisogno di riposare!

Come se gli avesse letto nel pensiero, lei si voltò.

-Coraggio. Ancora qualche ora di cammino e potrete riposarvi a Lòrien. Ho avvisato il Signore, sa che saremo lì, e vi resteremo per la notte. Conto di ricevere notizie di Gandalf molto presto, e di più ancora credo che fra una settimana al massimo tornerà da noi. Rinfrancate i vostri animi. La strada è ancora lunga.-

-Bel modo di consolare i tuoi compagni!- borbottò Smeragorn

-Che hai detto, uomo?- Reryth disse 'uomo' come se fosse un insulto.

-Ho detto che Legolas era molto migliore di te, come guida.-

-Bene, allora uomo, perdi ogni speranza. Sono io il capo, ora, fino all'arrivo di Gandalf. Se ciò non dovesse essere di tuo gradimento- Reryth ghignò –torna pure indietro, magari passando per Moira, così da assicurarmi di non doverti più vedere, in futuro. Se vuoi proseguire, invece, cammina e taci-

Nessuno osò parlare. L'atmosfera era tesa.

Solo dopo circa un'ora Areth disse a Smeragorn e Legolas, che gli camminava vicino

-Quando eravamo da Elrond non sembrava così…-

Smeragorn annuì, Legolas non disse nulla. Quando alzò lo sguardo vide che lei era girata, e i suoi occhi li fissavano, raggelanti.

Era vero…sembrava molto cambiata.

 

A Lòrien, finalmente, ci fu una bella sorpresa. Non solo vi erano notizie di Gandalf, ma lo stregone stesso li aveva preceduti di un giorno e li stava aspettano. Legolas sentì il proprio cuore liberarsi da un peso enorme.

Tuttavia l'umore di Gandalf non era certo dei migliori.

-Siete partiti in sei..- disse burbero

-Adesso siete cinque, se non contiamo Reryth…che fine ha fatto Gindli? Legolas!?-

-E' morto, Gandalf. Siamo stati attaccati a tradimento da un orchetto, sul monte Caradhras, e Gindli è stato ucciso…-

-Un orchetto? E' impossibile! Non ne ho visto nemmeno uno, durante il mio viaggio! Sono nascosti…sono deboli…come può essere possibile?-rispose lo stregone, più parlando a se stesso che a loro.

-Non so Gandalf, come sia stato possibile, ma ti assicuro che è così. Ho visto la ferita. Solo l'ascia di un orchetto avrebbe potuto fare una cosa del genere…è stato orribile…-

Gandalf non rispose. Mugugnò qualcosa tra se e se e poi sorrise.

-Va bene, vorrà dire che dovremo stare più attenti- sentenziò.

-Reryth, a te come è andata?- chiese improvvisamente alla donna-elfo, che non aveva aperto bocca

-Male, molto male- rispose questa –non mi hanno detto nulla che già non sapessi…-

-Nessuna novità sull'Oscuro?-

-no-

-beh, nessuna nuova buona nuova…-

-Se lo dici tu…-

Gandalf annuì. Poi si voltò verso Legolas

-Seguimi, elfo, devo parlarti- gli disse.

Uscirono assieme. Reryth li seguì con lo sguardo.

 

-Io ho saputo qualcosa…- sussurrò Gandalf.

Legolas sentì che l'angoscia lo stava prendendo di nuovo.

-Purtroppo non ho belle notizie…pare che l'Oscuro abbia degli alleati, più pericolosi ancora dei cavalieri Neri…-

-Più pericolosi dei cavalieri Neri? Mi sembra impossibile!- rispose l'elfo. Ricordava quegli esseri. Il solo guardarli incuteva timore.

-E' così…-

-Beh, dimmi come posso riconoscerli, così li eviterò!-

-E' impossibile…sono del tutto normali…sono elfi, nani e uomini normali. L'Oscuro si è appropriato della loro mente, ma sapeva di non poter renderli completamente suoi schiavi. Lui è debole, sarebbero stati sconfitti…quindi ne ha fatto delle spie, degli assassini. Incontrarne uno vuol dire morire…o essere assoldati da Sauron. Infatti si moltiplicano a vista d'occhio. Ognuno di loro può contagiare migliaia di persone, senza che nessuno si accorga di nulla…-

-e non si può far nulla per questi poveri sventurati?-

-No, il loro destino è la morte. Verranno consumati dall'Oscuro fino a morire oppure, se la nostra missione riuscisse, morirebbero non appena il potere dell'Unico fosse esorcizzato…-

-E' possibile…è possibile che uno di loro sia tra noi?-

-Ne dubito, ma non posso essere certo di quello che ti dico…tu hai notato qualche strano cambiamento nel comportamento di qualcuno della Compagnia?-

Legolas stava per dire di no quando un viso gli si stampò in mente.

-Allora?- chiese Gandalf.

Legolas si alzò

-No, in nessuno…- mentì, prima di andarsene.

 

Reryth, rimasta sola con Galadriel, taceva, fissando il pavimento.

La Dama la chiamò, sorridendo.

-So che ti è successo…- le disse

-ma nulla è irreparabile…-

-Cosa vuoi saperne tu?- le rispose acidamente Reryth.

-RERYTH!- disse Galadriel senza scomporsi –bada a come parli con me…seguimi, ti farò guardare nello specchio…forse questo potrà salvarti…-

'ne dubito' pensò la donna-elfo, tuttavia decise che non era conveniente contraddire ancora la Dama, scatenando la sua ira, e la seguì.

 

-Chiamate Reryth. E' tardi, dobbiamo partire- fece Gandalf a Smeragorn e Areth. I due si voltarono, ma non ebbero bisogno di muoversi. La donna-elfo giungeva in quel momento, assieme a Galadriel.

Era bianca in viso, pervasa da un'angoscia che non riusciva a nascondere, i suoi occhi erano lucidi.

-Che è successo, Galadriel?- chiese lo stregone

-Nulla, mio buon Gandalf- rispose la Dama dolcemente –questa donna ha avuto una dura lezione che non si aspettava…-

Poi Galadriel si avvicinò al Bianco e gli disse all'orecchio

-Forse è troppo tardi…-

-Adesso andate!- riprese poi ad alta voce –che il tempo è nostro nemico! Di nuovo buona fortuna compagnia…ne avrete bisogno…-

 

Il cammino, nei giorni che seguirono, non fu poi troppo arduo. La strada era libera e, a parte qualche animale selvaggio, nulla minacciò la loro missione.

Quando furono nei pressi ormai del Monte Fato Gandalf chiamò a sé Reryth, e con lei si allontanò. Sembrava molto teso.

Smeragorn si avvicinò a Legolas

-Quella donna non mi convince per niente…- disse. Bilbo annuì.

-Anche a me sembra strana, molto strana…non ebbi avuto questa impressione quando la incontrai da Elrond…- sentenziò, mentre stava preparando un po’ di erba pipa.

Legolas non disse nulla.

Poteva esprimere loro la sua più grande paura, che era ormai quasi una certezza?

-E comunque io direi di guardarci da lei…potrebbe sempre essere…un'emissaria di Sauron, per quanto ne sappiamo…-

Areth guardò Smeragorn

-Dici sul serio?-

-Nulla è certo…- disse l'uomo.

Legolas stava per parlare quando udirono un ringhio sommesso. Un lupo, assieme ad un troll, sbucò da dietro un pendio.

-Maledizione!- imprecò Legolas mettendo mano alle frecce

-Non ci voleva proprio, adesso!-

Smeragorn e Areth presero le spade, Bilbo e Harton sguainarono i loro pugnali.

Ma i due non sembravano interessati a loro.

-Il Bianco…- disse il troll.

Per tutta risposta Smeragorn lo aggredì con la spada, ma quello fu più veloce e si spostò. Poi gli assestò un gran colpo, e lo mise a tappeto.

Bilbo e Harton partirono alla carica, ma non fu difficile per il troll, atterrarli, vista la loro inesperienza nella lotta.

Areth perse il controllo e si avventò anche lui sul troll, che aizzò il lupo.

L'uomo dovette combattere contro la bestia, mentre Legolas avanzava, tenendo il nemico sotto mira.

-Chi ti manda?- gli chiese, senza ottenere risposta.

Nel frattempo il lupo aveva avuto la meglio, Areth era svenuto per terra. Anche l'animale si avvicinò a Legolas, ma questi fece partire la freccia che con un sibilo si conficcò nella sua gola, uccidendolo.

Un'altra freccia era già pronta.

L'Elfo decise che uccidere quel troll era più importante che avere informazioni da lui, anche perché probabilmente quell'essere era troppo stupido per dargliele. Stava per tirare quando percepì un fortissimo dolore alla testa e cadde a terra. Qualcuno lo aveva colpito a tradimento. Prima di chiudere gli occhi vide  confusamente un'alta ombra, e sentì una risata.

 

Quando riacquistò coscienza di sé, Gandalf era seduto vicino a lui.

-Te la sei vista brutta, amico mio… se non fossi arrivato in tempo probabilmente sareste morti tutti…- mormorò lo stregone.

-Reryth…dov'è Reryth?-

-Non lo so…dopo che le ho parlato…lei è scomparsa…mi aveva appena detto che…-

La discussione fu interrotta da Smeragorn.

-Ho trovato un cadavere- annunciò, scavando.

Gandalf si avvicinò. Era un nano, che stava già iniziando a decomporsi.

All'improvviso Reryth spuntò dagli alberi

-Fermi! Non toccatelo!-

Gandalf guardò prima lei, poi il nano.

Al dito aveva l'Anello.

 

3.

Smeragorn aggredì Reryth

-Tu sei una traditrice! Tu sei stata contagiata dall'oscuro! Và via, o mi costringerai ad ucciderti!-

Reryth non rispose

-Non prendete l'Anello- disse –lasciatelo a me!-

Legolas non sembrava rendersi conto di quello che accadeva. Fissava un punto fra gli alberi, senza parlare.

"…Tu sei stata contagiata dall'Oscuro…"

Areth sguainò ancora la spada

-Traditrice, non avvicinarti a Smeragorn o morrai per mano mia!-

-Maledetti stupidi! DATEMI L'ANELLO!-

"…potrebbe sempre essere…un'emissaria di Sauron" Legolas ricordò le parole di Smeragorn…

Gandalf e l'uomo si avvicinarono all'Anello.

"…come faceva a sapere degli emissari di Sauron se…"

Smeragorn prese l'Anello.

"…se lui stesso mi rivelò di non sapere nulla della missione?"

-NOOOOOOOOOOOOO!!!- urlò Reryth, mentre Smeragorn s'infilava l'Unico. Fatto questo l'uomo sorrise.

"E' LUI IL TRADITORE!!!" realizzò Legolas, troppo tardi.

Il Traditore aveva puntato la spada contro la gola di Gandalf.

Bilbo e Harton guardarono Smeragorn

-Per tutto questo tempo tu…tu ti sei preso gioco di noi…ci hai fatto pensare…che la traditrice fosse Reryth!- mormorò Bilbo con rabbia.

-Voi mi avete creduto? Poveri stupidi…può lasciarsi corrompere, forse, la principessa elfica dell'Ovest?-

-La principessa Elfica dell'Ovest?- ripeté Legolas. Reryth lo guardò con rabbia

-Come puoi aver pensato che vi avessi tradito? COME?- gli gridò contro

-Ma tu…ti comportavi in modo così strano…mi hai allontanato tu, quando Gindli fu ucciso!-

Smeragorn rise.

-Bella idea vero? Io ero sveglio, e vidi tutta la scena. Così uccisi Gindli con la sua stessa ascia…sembrava proprio una ferita da orchetto no? D'altronde le asce dei nani e quelle degli orchetti cono così simili!-

-Che tu sia maledetto, Smeragorn!- sibilò Gandalf.

-Perché eri così diversa? Perché volevi sapere cosa avevo visto nello specchio???Perché hai guardato nello specchio anche tu?- continuò Legolas, disperato

Reryth fissò lo sguardo su Smeragorn

-Avevo saputo da mio padre che nella compagnia vi era un traditore, per questo trattavo tutti con freddezza…non potevo permettermi di accordarvi fiducia…Pensai che forse, nello specchio, tu avevi visto qualcosa che mi avrebbe permesso di scoprire la verità. Poi vidi io stessa in quelle acque…e vidi il volto di Smeragorn…per quello ne parlai con Gandalf. Ma udii rumori di lotta e, dopo avergli rivelato la verità, tornai qui…giunto in tempo per vedere Smeragorn che ti colpiva alle spalle…poi è arrivato Gandalf…e il resto lo sai…-

-Scusami…- mormorò Legolas con voce triste

Lei non lo guardò nemmeno. Annuì e si lanciò contro Smeragorn.

 

Per il potere della principessa degli elfi

Chiamo a me la luce del sole,

il chiarore delle acque,

la brillantezza delle stelle…

POTERI ELFICI,

aiutatemi a sconfiggere l'Oscuro!

 

Una forte luce inondò la spada di Reryth, che l'alzò verso l'alto e, con sguardo determinato, la lasciò ricadere su Smeragorn, a cui tranciò di netto la mano. Costui, non curandosi del dolore, si gettò a terra per riprendere l'anello, ma Reryth si gettò su di lui e iniziarono a combattere.

Gandalf prese in fretta l'Anello e lo strinse fra le mani.

Legolas lo udì pronunziare un lungo incantesimo di purificazione.

Il Bianco alzò le mani al cielo.

Proprio mentre un fulmine lo colpiva, Smeragorn estrasse un pugnale.

-IO TI PURIFICO!- urlò Gandalf, mentre il pugnale del Traditore si conficcava nel petto della Principessa Elfica. Smeragorn iniziò a urlare, poi scomparve.

 

EPILOGO:

 

-E' sempre triste dire addio a qualcuno…- disse Bilbo, posando un fiore sul corpo di Reryth

-Soprattutto quando questo qualcuno è morto per causa tua…- mormorò Legolas guardando il cadavere della donna.

Sorrideva, aveva lo stesso dolce sorriso di quella volta da Elrond

"Abbiamo bisogno di te, abbiamo tutti bisogno di te" gli aveva detto, ma quelle parole le aveva portate via il vento…

Quando lei aveva avuto bisogno del suo aiuto, della sua comprensione, lui le aveva voltato le spalle.

Gandalf gli mise una mano sulla spalla, amichevolmente

-Non caricarti di responsabilità che non sono tue, Legolas…-

Gli disse sorridendo

-Lei è morta, ma sapeva che sacrificandosi avrebbe salvato tutti noi…per lei questo era essere parte della Compagnia…ricordi? Ti disse che avrebbe concluso questa missione costi quel che costi. L'ha fatto…è morta in pace…è morta sorridendo…-

-Già…- rispose malinconico l'Elfo, mentre un leggero venticello riempiva di petali l'aria.

Un petalo di rosa rossa si posò sulle guance di Reryth per un attimo, poi volò via.

-Possa la tua anima riposare in pace…- sussurrò Legolas, gettando sulla ragazza l'ultimo fiore…

 

 

  
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