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Autore: ivi87    22/03/2011    15 recensioni
“Davvero non ricordi cosa ci siamo detti là dentro?”
“Castle, non ricordo nulla”
Rick e Kate affrontano a modo loro il post congelamento...
Spoiler per la 3x17
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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RICORDO TUTTO

 

Mi ricordo quella frase come se fosse ieri.

Come se fossero passati solo pochi istanti.

L’hai detta. Beh, quasi. Ma l’ho sentita. Ti ho sentita.

Ricordo tutto.

Nonostante lo svenimento. Nonostante la leggera ipotermia.

Mi ricordo tutto. Ogni tuo freddo sospiro.

Di quelle ore chiusi in quella maledetta cella frigorifera ricorderò sempre tutto.

Il freddo. La paura. La consapevolezza di stare per morire.

Di spegnersi per sempre, senza un motivo. Senza un perché.

Solo per l’essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Per lo meno avevo la certezza che Alexis e mia madre erano al sicuro.

In quel momento non potevo sapere che in realtà non lo erano affatto.

Però era abbracciato a te che stavo morendo. E mi sentivo fortunato per quello.

Anche se avrei dato qualunque cosa per riuscire a salvarti.

Mi sentivo così in colpa. Eravamo lì per colpa mia.

Colpa mia che non so stare zitto e che ti trascino sempre a fondo con me.

Chissà perché, poi, mi dai ancora retta!

Piano, ti sei voltata per dirmi che non era colpa mia.

Che avevo ragione e che avevamo trovato la bomba.

Mi hai sfiorato il mento e mi hai ringraziato per essere lì con te.

Sempre. Non posso stare in nessun altro posto se non accanto a te.

E poi prosegui con una frase che, nonostante il gelo, mi riscalda il cuore.

Almeno finché ti sento parlare.

Voglio che tu sappia quanto ti a…

Poi tronchi la frase a metà.

Il tuo braccio cade pesante sul mio petto. E i tuoi occhi non si aprono più.

Non so che altro fare se non chiamarti e implorarti di restare con me.

 

Sono passate due settimane da quando ci hanno tirati fuori da quell’inferno di ghiaccio.

E stamattina finalmente ne abbiamo parlato.

Io ci penso ogni santo giorno e mi vorrei confrontare con te.

Sapere ciò che pensi e cosa provi. Ma ti conosco e so che non me lo dirai di tua spontanea volontà.

Perciò immagino che ti sia distratta, che tu non volessi in realtà toccare l’argomento.

Ma ti sei lasciata sfuggire che da un po’ di tempo dormi poco e male.

E io ho colto subito quest’opportunità. Perché so quello che stai passando.

“Incubi sulla cella frigorifera?” ti chiedo diretto, perché non mi va di tergiversare.

Sei stupita. Mi guardi come se ti avessi fatto un torto.

Lo so che non ne vuoi parlare. È per questo che dobbiamo farlo.

Esiti incerta “Già..incubi..”

E vorrei solo abbracciarti e stringerti forte per far passare tutto il dolore.

Invece mi limito a prenderti una mano, per dirti che ci sono. Che ti capisco.

Forse incoraggiata dal mio gesto, prosegui.

“Non è solo quello però” ti sfili dalla mia presa e ti siedi, sorreggendoti la testa fra le mani.

Ti imito e mi siedo anche io. Al mio posto da ‘partner’, a fianco della tua scrivania.

“Parlamene” ti incalzo, sperando che niente e nessuno ci interrompa.

Sarebbe impossibile trovare un’altra occasione d’oro come questa.

Ti passi le mani in volto esausta.

Poi mi fissi. Con qualcuno devi pur parlare, Kate.

Probabilmente è questo che ti dice il mio sguardo. O forse te lo stai dicendo nella mente. L’importante è che funzioni.

E funziona.

“Non è l’incubo in se. Sono le sensazioni che mi infonde che mi turbano” confessi

“Che tipo di sensazioni? Paura? Claustrofobia? Perché sarebbe normalissimo dopo quello che abbiamo passato.

Scuoti la testa “No. Magari fosse solo quello”

Mi fai preoccupare da morire così.

“Cosa provi Kate?”

“Incompletezza. Provo un costante senso di incompletezza” e fissi a vuoto la scrivania mentre lo dici.

Mi spiazzi. Completamente.

Incompletezza? Non so che dire. Non è quello che mi aspettavo di sentire.

E lo capisci anche tu, di avermi lasciato basito.

“E’ come se mi mancasse qualcosa…non riesco a inquadrare bene nella mente quello è successo nella cella frigorifera”

“Come se ce l’avessi sulla punta della lingua?” suggerisco mentre un dubbio si insinua nella mia testa.

“Già, è così anche per te? Perché io sono sicurissima che c’è qualcosa che il mio subconscio cerca di dirmi con questi incubi, ma non riesco a ricordare” tutto d’un tratto mi guardi speranzosa

”Tu ricordi qualcosa?”

E non so proprio come dirtelo, ma non posso certo mentirti.

“Kate, io ricordo tutto. Ogni singolo brivido” ti dico fissandoti intensamente.

Sei scioccata come se ti avessi detto che gli alieni sono scesi sulla terra.

“Non hai nemmeno le idee un po’ confuse?” mi chiedi ancora incredula.

Distogli lo sguardo, che torna subito perso nel vuoto.

Ed è proprio continuando a fissare il vuoto che prosegui il tuo racconto.

“Mi ricordo che faceva così freddo che ci siamo rannicchiati a terra, poi il buio e il risveglio in ambulanza, nient’altro” ammetti sollevata.

Io però sono un po’ deluso. Il mio dubbio si è rivelato fondato.

Non ricordi quello che mi hai detto. Non ne hai proprio la più pallida idea.

“Che hai?” chiedi perplessa.

Immagino di non avere una gran bella espressione ora come ora.

Credevo davvero che te lo ricordassi.

Hai parlato di dare una seconda chance al tuo rapporto con Josh e ho pensato che semplicemente, tu volessi ignorare la situazione tra noi, come del resto facciamo sempre.

Come il nostro bacio per esempio. Facciamo finta che non sia mai successo.

Apprendere che invece l’hai del tutto rimosso è una dolorosissima pugnalata al cuore.

Continui a fissarmi, attendi ancora una mia risposta.

“Perdonami, io credevo non ti andasse di parlarne e basta. Non che avessi addirittura rimosso tutto” e in risposta a quello che ho appena detto, distendi il volto in un piccolo sorriso. Non riesco proprio a crederlo.

La tua voce rimbomba prepotente nella mia testa..

Voglio che tu sappia quanto ti a…

E non resisto oltre. Te lo devo proprio chiedere.

“Davvero non ricordi cosa ci siamo detti là dentro?” 

“Castle, non ricordo nulla”

NON RICORDO NULLA

 

Com’è possibile rimuovere completamente dalla memoria un fatto.

Un avvenimento. Persone viste. Parole dette.

Come può il mio cervello farmi uno scherzo simile e lasciarmi così, al buio?

I dottori mi hanno spiegato che succede. Che il cervello rimuove il trauma per proteggersi. E hanno detto che piano piano il ricordo riaffiorerà da sé.

Anche Josh sostiene che devo solo avere pazienza.

Sono sul divano di casa mia abbracciata proprio a lui.

Stiamo guardando un film. Ma non sono molto attenta.

Ripenso alla conversazione con Castle di questo pomeriggio.

Io non ricordo nulla mentre lui si ricorda tutto.

Quindi gli ho chiesto di raccontarmelo. Il più precisamente possibile.

Ho bisogno di tutti i dettagli perché questo vuoto, quest’incertezza che mi accompagna mi sta uccidendo dentro.

 

“Dimmelo. Dimmi cos’è successo” ti ho chiesto, sollevata di poter finalmente ricomporre i pezzi.

Esiti e ti irrigidisci.

Non capisco. Qual è il problema?

“No” rispondi secco.

Spalanco la bocca. Che significa no?

Perché mi fai questo? Ti confido che sto male, tu hai la cura e che fai? Me la neghi?

Poi tenti di riacquisire un tono benevolo.

“In questi casi è più sicuro se la memoria ti torna da sola”

Poi il telefono squilla. Un uomo è morto.

E la mia giornata è volata tra indagini e sopralluoghi.

 

Le luci sono tutte spente. Solo la tv ci illumina appena.

Alzo il volto verso Josh. È preso dal film.

Non ha idea della confusione che ho in testa.

Ma sa degli incubi. È difficile nasconderli all’uomo che dorme nel letto accanto a te.

Ha voluto che glieli raccontassi, ma nemmeno a lui ho saputo bene cosa dire.

Fa freddo e mi sento mancare, voglio parlare, voglio dire qualcosa a Castle, ma quando ci provo dalla mia bocca non esce niente. Neanche un suono.

Allora ci riprovo. Urlo più che posso. Ma niente.

Lui non sente la mia voce, come se non esistessi.

E tutto d’un tratto infatti non ci sono più. Castle è nella cella frigorifera da solo.

E poi mi sveglio di soprassalto, sudata e angosciata, quasi ogni notte.

E dopo oggi, sono ancora più sicura che il mio subconscio sta tentando di dirmi qualcosa. Di ricordare quello che ci siamo detti mentre eravamo in trappola.

Davvero non ricordi cosa ci siamo detti là dentro?

Dalla faccia che avevi intuisco che deve essere qualcosa di  molto importante.

E che ti dispiace che io l’abbia dimenticata.

La frustrazione mi assale.

È una cosa che odio non ricordare le cose!

Come quel motivetto che ti ronza in testa. Lo conosci, magari l’hai sentito giusto il giorno prima. Ma non esiste che ti venga in mente il titolo.

E quello che io non ricordo purtroppo non è un banale motivetto.

Sento che è vitale.

Il mio istinto, i miei incubi, il mio subconscio mi dicono che è vitale che io ricordi.

Anche solo per toglierti quell’espressione triste dal volto.

Mi appoggio completamente alla spalla di Josh e chiudo gli occhi.

Mi stringe un po’ di più cullandomi.

Esattamente quello che volevo. Voglio dormire.

Rilasso ogni muscolo del mio corpo e cerco di respirare profondamente.

Non oppongo resistenza alla stanchezza di queste due settimane che in pochi attimi si impadronisce di me e mi assopisco.

Mi rendo conto di non essere del tutto addormentata, ma tanto basta per cominciare a sognare.

Sento il freddo. Siamo abbracciati. Cerco di dirti qualcosa e stavolta ci riesco.

Lo so perche mi sorridi. Il tuo splendido sorriso mi riscalda completamente e non ho più freddo.

Però io non ho sentito la mia voce.

Tu si e sei il ritratto della felicità. Ma io ancora non so cosa ti ho detto.

All’improvviso mi sento strattonare e mi sveglio di colpo.

La televisione è spenta e io sono sul divano da sola.

Sono scomodamente semi sdraiata perciò mi metto a sedere riordinando le idee.

Sento Josh vicino al mobile alla mia destra prima che la luce violenta mi colpisca.

Mi strofino gli occhi un po’ stordita.

“Che succede?”  domando sbadigliando

Josh non si avvicina, resta dov’è e mi fissa incavolato.

Parecchio incavolato.

“Non lo so, dillo tu a me!”

Non che ci tenessi particolarmente a chiudere così la giornata, ma visto che ci tiene…

“Forse eri troppo preso dal film per accorgertene, ma io stavo dormendo!”

“Oh si me ne sono accorto e stavi pure facendo un bel sogno erotico magari!!” sbraita convulso

“Scusami???” penso di avere lo sgomento dipinto in volto.

“Parlavi nel sonno..e non potevi essere più chiara di così!” e mentre lo dice va in camera e comincia ad afferrare i suoi vestiti dai cassetti.

“Ma si può sapere che ho detto, per farti reagire così?”

Sono agitatissima, il collegamento al mio sogno mi balena fulmineo in testa.

Possibile che nel sogno non sia riuscita a sentire cosa stessi dicendo a Castle, mentre nella realtà invece lo dicevo ad alta voce?

Mi accorgo inoltre che non lo sto affatto fermando.

Può andarsene anche subito, basta che prima mi dica cosa diamine ho detto!

“Davvero vorresti farmi credere che non te lo ricordi?” mi risponde sprezzante

Ma che avete tutti oggi? Come ve lo devo dire che non me lo ricordo????

Ora basta. La nostra seconda chance finisce qui.

Ryan ed Esposito direbbero che la mamma si è incazzata!

“Dimmi subito cos’ho detto” sibilo come se fossi davanti ad un criminale da torchiare

Mi guarda attonito. Forse ho esagerato. Ma basta giochetti.

Ne va della mia sanità mentale.

“Castle, voglio che tu sappia quanto ti amo” dice rassegnato

“Questo hai detto, e non mi dire che era solo un sogno perché tanto non ci credo” continuando a radunare le sue cose.

“Non lo dirò” rispondo subito. Negare sarebbe inutile.

Mi sento strana. Sono sconvolta e sollevata allo stesso tempo.

Non ci credo e contemporaneamente so che è vero.

Attimo dopo attimo l’incubo prende forma correttamente nella mia mente e finalmente sento la mia voce risuonarmi in testa mentre ammetto i miei sentimenti.

Ha fatto alla svelta a fare i bagagli. Non mi ero resa conto che ci fossero così poche cose sue in casa mia.

Si avvicina con il borsone a tracolla e mi posa un lieve bacio sulla fronte.

“Cerca di essere felice”

La sua ultima perla di saggezza prima di lasciare definitivamente la mia vita.

 

 

*****

 

Busso freneticamente alla tua porta.

Non è così tardi. Guardo l’orologio. Mezzanotte.

Non puoi essere già a letto.

Mi sono scapicollata fin qui, mi devi aprire!

Sto seguendo l’ottimo consiglio del mio ex ragazzo.

Sto cercando di essere felice perciò apri la porta e fatti baciare, Richard Castle!

Busso nuovamente e finalmente la porta si apre.

Per qualche secondo temo che possa essere Martha o Alexis.

Ma sei tu. Sei tu alla porta, con i capelli arruffati e solo i pantaloni di una tuta addosso.

Sei mezzo addormentato ma come mi vedi ti risvegli di colpo preoccupato.

“Kate, è successo qualcosa?”

L’estensione del mio sorriso si espande a dismisura e ti divoro con gli occhi.

I tuoi addominali mi hanno momentaneamente distratta dal mio scopo.

Saltarti addosso e baciarti.

Appunto, esattamente quello che faccio. Nonostante tu sia lì impalato come un ebete.

Ti trattengo il viso tra le mani, perché ebete o non ebete, ormai sei mio.

Finalmente mi stringi e assecondi i miei baci. Con una spinta chiudi la porta dietro di noi.

Ed è solo adesso che sono tra le tue braccia, che te lo dico “Ricordo tutto”.

Sorridi come nel mio sogno “Davvero?”

Ma non mi lasci il tempo di rispondere. Le nostre labbra sono troppo impegnate per poter parlare.

In effetti credo che non ci diremo altro per il resto della nottata.

 

FINE

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Eccomi nuovamente con i miei schizzi mentali!! Più la ff a capitoli (che sto tentando di scrivere) mi da problemi, più mi escono queste oneshot!!

Vabbè, sopportatemi!! XD

Allora, ovviamente spero che vi piaccia, e se vi sembra che il finale si un pò ooc..bè si, me ne sono resa conto, ma è così che l'ho immaginato e non sono proprio riuscita a cambiarlo!!

Buona lettura a tutti. XD

   
 
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