Crossover
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Autore: lord Martiya    22/01/2006    0 recensioni
Cross over, ultima frontiera: là dove nessun fanwriter si era mai spinto prima. OK, questa fanfic non centra nulla con Star Trek, ma resta il fatto che ho tentato un cross over mai tentato prima: Macross-Stargate.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Se pensavate che avessi toccato il fondo, vi siete sbagliati alla grande: ora vi beccherete l’apparizione in prima persona, scritta da lui stesso e qui riportata senza modifiche, di uno dei pochissimi (forse l’unico) esseri umani che mi possano tenere testa quanto a storie folli. P.S.I:Prima che me lo chiediate, ve lo dico: Albert quasi sicuramente riapparirà.
P.S.II: Lynn Kaifun=Lynn Kyle.

CAPITOLO SPECIALE: CAMEO BY KILLKENNY



Poco dopo il tentativo di insurrezione (conclusosi con una rottura di collo da parte di un facinoroso)…
_Capitano Panasko?_ Disse Kaifun all’ufficiale…
_Sì?_
_Ho una vaga idea… forse è possibile arrivare a risolvere parte del puzzle in cui ci siamo incartati. Non è qualcosa di ortodosso, ma sono certo che funzionerà.
_Di cosa si tratta?
_Semplice: c’è un pazzoide che mi causa parecchie grane con le sue cavolate anarchiche, ma penso sia l’unico otaku all’interno della flotta a poter pensare una simile follia._ Disse il sindaco, un poco incacchiato dall’idea di ricorrere a quella grana.
_Ops… ho il vago sospetto di conoscerlo. Faccia strada, e vediamo che ne possiamo ricavare._
Poco dopo, nei quartieri ‘civili’, i due arrivarono davanti ad un ristorantino tipicamente italiano, con un cartello piuttosto strano: “CHIUSO PER MEDITAZIONE ZEN”
_Ho capito, ne stà combinando un’altra._ Detto ciò Kaifun bussò un paio di volte.
Al secondo piano si aprì una finestra e ne uscì una telecamera che si puntò sui due.
_Apra, per favore. Avremmo bisogno di un consulto…_ Manco il tempo di finire, che un tombino presso di loro si aprì.
Ne uscì un uomo sui trentaquattro, capelli castani, occhi scuri e barba incolta di almeno quattro giorni, corporatura evidentemente soprappeso e vestito con un completo mimetico grigio.
_Ah, il signor sindaco… avete bisogno di me? E chi vi dice che voglia mettermi al servizio del sistema?_ Disse lo squilibrato
_Il fatto che io ti voglia pagare con in quanto sindaco, ma come privato cittadino, forse?_ Ribattè Kaifun, per nulla turbato. Sapeva che con quel pazzo bisognava prenderlo per il verso giusto.
_… Scendete e non fate scherzi. Ah, salve Capitano. Passati i problemi d’ira?_ Fece il pazzoide, scendendo nel tombino, seguito dai due.
_Vi conoscete?_ Fece lo stupito sindaco della città all’ufficiale.
_Solo contatti vai mail. È un bravo scrittore… oltre che pensatore, ovvio!_
Dopo un poco, i tre arrivarono in uno stanzino, straripante di DVD, videogiochi, poster, manga ed un computer.
_Benvenuti nella mia tana. E d’ora in poi, datemi del tu. Allora, cosa devo fare per voi?_ Disse, mentre bussava su quello che sembrava un ripiano metallico._ Ah, tanto per le presentazioni… Albert Romano Blazic; cuoco tuttofare, anarchico/comunista e trafficante d’armi ufficioso della nave, madwriter professionista e mago a tempo perso._ Nel frattempo, con un rumore di chiavistello, si alzò il ripiano e ne fece capo la testa di una ragazza castana, occhi verdi, i cui capelli erano raccolti in una coda.
_Sì?_ Fece la brunetta, rivolta al paramilitare.
_Makoto, i soliti thermos di caffè, che sarà cosa lunga stavolta._ Disse il pazzo allungando dei thermos ed un pacco di caffè alla ragazza. _Dicevamo? Ah sì, avevate bisogno di una consulenza…_ Fece ai due, che avevano gli occhi a pizza con le pupille puntiformi.
_Ah… bhè, la situazione e questa…_ Fece Panasko spiegando il casino in cui erano capitati…
_… un vero problema… Una storia in cui ci sono le due Inverse (e una, la più pericolosa, sposata al Dragon Slayer… brr!)… avete fatto bene a rivolgervi a me, penso di esser il solo abbastanza pazzo da riuscire ad immaginare cosa possa avvenire. Per cominciare… Dalle mie conoscenze su Stargate SG1 e su Lost Universe, posso ipotizzare qualcosina… allora, supponiamo che l’alleanza Umani – Asgard batta i Goaul’d, questo aprirebbe facilmente la strada ad un’era spaziale abbastanza pacifica, da cui poi si arriverebbe al background di Lost Universe. Il problema però adesso siamo noi._ Disse l’anarchico ai due, sorseggiando il caffè.
_Scusa, in che senso saremmo noi il problema? E una curiosità… sbaglio o poco fa ho visto uscire una Sailor Senshi da quel ‘ripiano’?_ Fece Kaifun, ancora sbalordito.
_Penso che tu ti riferisca ai nostri armamenti…_ Fece Panasko, subito interrotto dall’otaku.
_Nonono! Anche se fosse arrivata qui n’a barchetta a remi, sarebbe COMUNQUE una grana! Il fatto è che noi non apparteniamo a questo universo! Siamo un’anomalia, così come lo sarebbe il passaggio dimensionale che ho aperto in quel ripiano. Già il nostro arrivo qui ha alterato la storyline di questo continuum, figuriamoci quello che è stato fatto!
_Temo di capire… l’aver fatto a pezzi quei vascelli Goaul’d, il nostro sbarco su quel pianeta, l’aver disintegrato la flotta Asheen – Eurondana…_ Fece Panasko.
_E non solo. In condizioni ‘normali’, uno sconfinamento dimensionale, lo so perché mi è successo con quel passaggino, comporterebbe una reazione di rigetto dall’universo di arrivo che ci rispedisce a casa l’intruso in tempi brevi, oppure che innescherebbe eventi tali da consentire al medesimo di poter tornare indietro, sempre in tempi brevi._
_Quanto brevi?_ Fece il sindaco, con al segreta speranza che la grana in cui si erano ficcati si potesse risolvere da sola.
_Parlo in termini di ore._ Fece lugubre il loro consulente, accigliandosi.
_Anche con gli scambi di oggetti ed esseri viventi tra due dimensioni è generalmente lo stesso. Vi è però un’eccezione… che si deve esser verificata.
_Quale, se si può sapere.
_Semplice: che non vi sia qualcosa da scambiarsi. I vascelli che son stati trasportati nel nostro universo son stati distrutti dalla flotta Meltran o da quello che rimaneva del Gruppo Armato presente in zona; e di conseguenza l’anomalia generata dai vascelli a “casa nostra”, e con essi la reazione di ‘rigetto’ da essi provocata, ha cessato di esistere, e per ragioni di equilibrio la reazione su di noi non si è potuta verificare._
_E quindi siamo bloccati qui._ Fece Kaifun, sull’orlo di una crisi.
_Non è detto: io parlo in termini generici. Come ricorderete, i Maou (e quindi i Demoni in generale) non hanno problemi di traslazione dimensionale. Basta trovare il Dragon Slayer, e potremmo riuscire a trovare una soluzione._ Detto ciò, il pazzo si alzò, segno che il consulto era finito.
_Scusa, ma non mi hai levato la curiosità sul ripiano…_ Fece Kaifun, stringendo la mano al grezzone.
_Ah, semplice. Esser un mago non significa dire formule da pirla ed agitare una bacchetta. Aiuta in certi universi (da quello che ho scoperto), ma non è indispensabile. No, quello che fa realmente un ‘mago’ è dialogare con le parti più profonde e nascoste della mente (o anima, se preferite) umana. Lì dimorano Dei e Demoni… o meglio, dei veri e propri sogni senzienti. E tramite essi, il ‘mago’ può fare le sue ‘magie’, che con il loro influsso sulla realtà, sia esso visibile o meno, aumentano il potere di queste entità. Grazie ad esse, ho aperto piccoli varchi, da quando ho iniziato ad occuparmi di ‘magia’. Quello lì è il varco più duraturo che sia riuscito a creare…_ Concluse il fanatico, giunto all’uscita.
_Toglimi una curiosità: cosa devi combinare in questo periodo?_ Fece Panasko prima di risalire la scaletta.
_Niente d’impegnativo: devo aiutare un gruppo di studenti ad organizzare una manifestazione… con il solito rischio che scoppi uno scontro con la polizia, ovvio!_ Fece quello, sorridente alla possibilità di far casino.
_Sei consapevole che ti posso arrestare anche subito?
_Certo, ma con quali prove? Ah, bella la presa al collo su quel cretino, anche se io non gli avrei dato una simile occasione… mi sarei limitato a gonfiarlo di botte, punto e basta! E se in futuro ci fosse da menar le mani come si è fatto dai Pokemon, chiamatemi: sono a vostra disposizione!_ Fece quello, richiudendo il tombino.
  
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