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Autore: Kate_88    23/03/2011    13 recensioni
Mamoru Chiba, 17 anni, va incontro al suo destino. Kaspar e Zakar lo attendono alla torre di Tokyo e lui pensa solo ad una persona. Tra pensieri del passato e del presente, lui cammina...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
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Appunti dell'Autore:

Buonasera miei cari lettori.

Questa One Shot nasce dopo aver ripensato ad una puntata in particolare di sailor moon. La puntata è quella che s'intitola “La principessa della Luna”. Questa One Shot contiene dei pensieri di Marzio, solo suoi pensieri e attimi vissuti, mentre si reca da Zakar e Kaspar, ferito alla spalla.

Un piccolo appunto. Ho notato, se non ho fatto errori, un'incongruenza d'età nell'anime, relativo al film Sailor Moon R, visto che Usagi e Mamoru nell'anime si scambiano 5 anni ma nel film, visto che Mamoru finisce in ospedale a 6 anni per la perdita di Memoria, Usagi ad un anno non poteva portargli la rosa, quindi, la Shot è riferito all'episodio da voi detto, ma l'età dei personaggi sarà quella del manga, ovvero Usagi 14 e Mamoru 17.

Buona Lettura.

Kate_88

Io voglio sorridere con lei.

Sono Mamoru Chiba, ho 17 anni e sto andando incontro al mio destino.

Cammino per le strade di questa città, la spalla mi fa male, sanguina ma non importa: devo raggiungere la torre Starlight e sconfiggere il nemico, senza mettere in pericolo altra gente.

La verità è che sono un egoista. Non voglio solo sconfiggere il nemico e salvare tutti, a me basterebbe salvare una persona sola e dirle con una Rosa che la amo.

Ho vissuto fino ad un paio d'anni fa con degli zii, dopo aver perso i miei genitori in un incidente e avere perso la memoria dei miei primi sei anni di vita.

Sono particolarmente patetico, secchione, arrogante, con un solo amico e anche saccente.

Sono un concentrato di difetti che vive in questa città.

L'aver perso la memoria e i genitori, tutto insieme, ha causato in me un senso di rigetto verso tutti, schifando ogni persona su questo mondo, ignorando che anche gli altri a modo loro hanno i propri problemi.

Negli ultimi tempi ho messo in pericolo questa città e lei non lo sa ma ho messo in pericolo anche lei.

La sto tradendo?

Di notte, non so perchè accade, ma mi trasformo e corro a salvare una ragazza, porta il nome di Sailor Moon.

Scusami Testolina buffa, ti giuro che non vorrei, ma quella ragazza ti somiglia, mi ricorda te e una sera l'ho anche baciata. Siete uguali.

Vorrei che fossi tu.

Vorrei che non fossi tu perchè tutto questo mondo che a tua insaputa vivo, è molto pericoloso.

La spalla continua a farmi male, la strada sembra non finire più.

Non so davvero se questa sera tornerò a casa, non so se ti osserverò dalla finestra mentre torni dalla tua famiglia, spensierata, allegra, seguita da quella gatta che come un suddito fedele ti segue.

Tu da anni ormai sei il mio sole.

Ricordo bene quel giorno in ospedale.

Piangevo, mi toccavo la testa, sentivo d'impazzire, volevo morire. Non volevo più quel mondo perchè il destino mi aveva portato via le due persone che più amavo al mondo: i miei genitori.

Fottuto destino. Ti sei accanito contro di me, ti sei preso gioco di me e hai deciso di mettermi continuamente di fronte a troppe difficoltà.

Ho perso tutto e quando intorno a me c'era solo il buio, quando avevo toccato il fondo e riversato tutte le mie lacrime sul mio pigiama azzurro, sei arrivata tu con i tuoi buffi codini e mi hai sorriso.

Nessuno in quell'ospedale mi sorrideva veramente.

C'erano sguardo di compassione, attimi in cui arrivava una fredda carezza, d'altronde io ero il povero Mamoru che a soli sei anni aveva perso tutto.

Tu invece sorridevi felice, si perchè tua madre ti aveva appena regalato la gioia di un fratellino.

Ero invidioso ma non riuscivo ad odiarti.

Eri bella anche da piccola, con quegli occhioni azzurri, il tuo abito rosa e i capelli biondi. Mi hai dato una rosa e l'ho presa, peccato che dopo qualche giorno ha iniziato a perdere dei petali, così ho lasciato solo un pezzetto del gambo e l'ho fatta seccare tra le pagine del mio libro preferito, una raccolta di fiabe a lieto fine.

Da quel giorno non ti ho mai dimenticato e non ti ho mai perso di vista.

Mi sono sentito, giorno dopo giorno, come uno stalker che ti seguiva con lo sguardo senza importunarti, perchè avevi la tua vita e io ero solo un povero bambino orfano, che gettava la sua anima nello studio e spendeva i soldi dell'eredità in videogiochi, poi vestiti, poi auto.

Crescevo io, crescevi tu e ti facevi sempre più bella.

Dalla finestra della casa degli zii ti osservavo sempre quando passeggiavi con la tua mamma, quando camminavi tenendo per mano il tuo fratellino.

Poi sei cresciuta e invece della mamma, correvi da sola per quella via a volte accompagnata da una tua amica, se poi capitava che qualcuno si fermasse ad importunarti, avevo l'istinto di scendere e dirgli di lasciarti in pace, che eri mia ma in realtà io restavo quel ragazzo da compatire, a cui la natura aveva dato un bell'aspetto ma gli aveva tolto ogni affetto.

Sei cresciuta ancora e all'uniforme delle scuole elementari hai sostituito quella delle scuole medie mentre io decidevo di cambiare casa, di abitare ancora più vicino alla tua, da solo, così un giorno avrei trovato il modo di parlarti con la scusa che abitavamo vicini, incontrandoci per caso mentre tornavi da scuola.

Crescendo sei diventata ancora più bella, i tuoi capelli sono cresciuti e quei buffi codini ti rendevano speciale ai miei occhi.

Dopo qualche tempo vedevo che rientravi sempre più tardi, ero geloso che qualcuno ti avesse portata via, perchè eri mia in ogni momento nei miei pensieri.

Sono un dannato stalker.

Ho scoperto che frequentavi la sala giochi, che lo studio non ti piaceva, che avevi un debole per il mio amico, ma era destino. Il destino aveva fatto si che tra me e te ci fosse un punto d'incontro, un ponte che collegasse il mondo di questo triste orfano con la principessa felice.

Sei felice amore mio? Vorrei mi rispondessi che manco solo io alla tua felicità. Chissà se ti ricordi di me.

Ho la giacca macchiata di sangue, da ieri non ho neanche cambiato i vestiti. Se muoio chi si ricorderà di me? Non ci sarà nessuno a piangere sulla mia tomba, non ci sarà nessuno a portare dei fiori e se davvero dovessi morire, spero che tu non ti ricorderai di me così da non causarti nemmeno il più piccolo turbamento.

Quanto vorrei adesso un compito di matematica in testa, una scarpa, qualsiasi tuo oggetto, perchè ti amo anche in quei nostri incontri, anche se sono un traditore.

Sogno un'altra donna e mi chiama ma io voglio solo te, come posso dire a questo sogno che il suo volto in realtà non m'interessa?

Alzo per un attimo lo sguardo al cielo ma è solo un momento perchè il solo muovere la testa mi fa male e poi arriva, quello schiaffo sulla spalla ferita, quella tua allegria ad avvolgermi.

Mi saluti, sei dolce e io ti rispondo male perchè con te ho iniziato questo gioco testolina buffa.

Mi fa male la spalla, ora più di prima e forse abbasso la guardia perchè te lo dico che sicuramente gli altri ti apprezzano ma non sai che io ti apprezzo ancora di più, anche se continuo a tradirti, costretto da questi eventi.

Vorrei tu fossi Sailor moon da egoista.

Vorrei non lo fossi per tenerti a casa e proteggerti per sempre.

Amami. Guardami negli occhi in questi attimi in cui le parole non escono, guardami e dimmi che mi ami senza che io dica nulla.

Tu taci ed è giusto così perchè sarei egoista a pretendere questa confessione, conscio che tu non pensi minimamente a me perchè bella come sei avrai già donato il tuo cuore e quella persona sarà la più fortunata di questo pianeta.

Eppure volevo essere io un po' fortunato, solo un po'.

Destino beffardo.

Ferito ad una spalla continuo a camminare, andando incontro al mio destino, forse alla morte e ad ogni passo che faccio in direzione della torre, altri mille ne vorrei fare indietro per raggiungerti, fregarmene del dolore e stringerti a me, perchè ho voglia di baciarti e amarti per tanto tempo ancora. Sono anni ormai che ti amo in silenzio e questo sentimento non ce la fa più a rimanere stretto in questo torace che come una gabbia gli impedisce di uscire.

Il cielo è sgombro da nubi.

Non so a chi rivolgermi, se c'è un Dio, un'anima o qualcuno che mi ascolti e quindi parlo al destino, quello stesso destino beffardo che mi ha tolto tutto da piccolo.

Destino, sono io, Mamoru Chiba quello stesso ragazzino pietoso a cui è stato tolto tutto, che non ricorda cosa ha fatto nei suoi primi sei anni di vita. Ecco, se ti ricordi di questo ragazzino, per favore muovi i tuoi fili e non farmi morire, non oggi, perchè devo tornare da lei. Devo assolutamente tornare da Usagi e dirle che la amo dal nostro primo sguardo, quando lei sorrideva e io piangevo.

Io voglio sorridere con lei.

   
 
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