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Autore: BurningParadise    23/03/2011    1 recensioni
Una ragazza assiste al concerto della sua band preferita e vede quel momento come il più bello della sua vita, fino a quando...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo racconto è stato postato senza nessun scopo di lucro, i personaggi descritti sono inventati (Avenged Sevenfold a parte ovviamente) e gli eventi descritti non sono mai accaduti.
Questa è la seconda fan fiction che posto qui e spero sia di vostro gradimento :]
Mi raccomando commentate, accetto tutti i tipi di critiche ;]



La sua mano mi stringeva forte il polso mentre cercava di sollevarmi per permettermi di salire.
Girai la mano nella presa aiutata e allo stesso tempo svantaggiata dalla nostra pelle sudata e afferrai a mia volta il suo polso. Sentii delle mani afferrarmi per la vita e qualcun altro che mi spingeva la schiena, poi il suolo sparì da sotto i miei piedi.
Senza pensare, senza capire, posai una mano sulla superficie scura che mi attendeva e feci forza per sollevarmi. Le mani che mi spingevano improvvisamente si staccarono dal mio corpo nel momento stesso in cui il mio ginocchio destro trovò una superficie a cui appoggiarsi.
Tenevo la testa bassa mentre cercavo di appoggiare anche l’altro ginocchio e la presa al mio polso si allentava. Non riuscivo a pensare.
Alzai la testa, non so dire se velocemente o no perché la mia percezione del tempo era alterata.
Alzai la testa e lo vidi. Era leggermente piegato e mi sorrideva incoraggiante mentre io ero talmente emozionata da non riuscire nemmeno a parlare.
Un urlo improvviso di voci che conoscevo destò la mia mente e mi fece riprendere coscienza del mio corpo e della situazione. Tesa, allentai la presa e gli concessi di ritrarre il braccio. Mi alzai in piedi e con un profondo respiro mi voltai dandogli le spalle. Una folla infinita e urlante si stendeva davanti ai miei occhi e un brivido mi scese lungo la schiena. Fino a poco tempo prima ero laggiù anche io.
Camminando all’indietro mi avviai al centro del palco e prima che potessi vederlo un braccio possente mi strinse per le spalle. “Bene abbiamo una ragazza oggi!” esordì Matt.
Sorrisi e annuii concentrando tutte le mie forze nel controllo del mio corpo. I momenti seguenti mi sembrarono eterni. Matt si tolse gli occhiali da sole e mi liberò dall’abbraccio. Solo in quel momento realizzai davvero. Mi guardai fugacemente alle spalle dove Brian stava giocherellando con la sua chitarra, lo stesso Brian che poco prima mi aveva aiutata a salire sul palco insieme ai ragazzi della Security.
Dietro Brian notai Zacky che gli stava andando incontro sorridendo mentre indicava un punto indefinito nella sterminata folla davanti a noi.
Matt mi appoggiò una mano sulla spalla: “Fantastico, come ti chiami?” Mi porse il microfono e sussurrai appena il mio nome.
“Come hai detto? Helèna?” urlò Matt.
Sentire il mio nome urlato da lui su un palco davanti a non so quante mila persone fu come una scarica di adrenalina diritta in vena.
“Sì! Helèna!” ripetei più grintosa.
“Okay Helèna! Pronta a cantare Gunslinger con noi!?”
Oh, Gunslinger. Pensavo di dover fare Walk.
In realtà davo per scontato che avrei dovuto fare Walk…ma se era di Gunslinger che si trattava, tanto meglio! “Certamente!” risposi ormai incontenibile.
“Allora iniziamo!” disse prendendo il mio braccio destro e alzandolo al cielo come se mi stesse proclamando vincitrice di un incontro di boxe. Subito dopo il boato della folla Brian iniziò a suonare e Matt mi disse che avrebbe iniziato lui e potevo attaccare quando volevo. Lasciai a lui i primi versi per poi seguirlo cantando un’ottava più in alto tranne nel ritornello dove mantenni la sua tonalità cercando di mostrare tutta la grinta che tenevo dentro. Mi lasciò fare la voce solista in alcune parti e in altre lo lasciai fare a lui perché volevo godermi la sensazione di quella voce graffiante entrare in me e scorrere fino a ogni singola molecola del mio corpo. Urlavo le parole e sapevo perfettamente come non stonare. Non era la prima volta che cantavo dal vivo, in fondo avevo una mia band che ripensandoci in quel momento era li sotto al palco a cantare a squarciagola. La mia voce risultava più acuta di quella di Matt che prevaleva appena sulla mia. L’adrenalina mi scorreva a fiumi nelle vene, era il momento che aspettavo da anni. Cantare con loro su quel palco era un’emozione unica, indescrivibile.
A metà canzone Matt mi mise un braccio dietro il collo e mi strinse a sé sbilanciandomi vistosamente, forse perché si era dimenticato che non ero uno dei suoi quattro compagni. Mi sorrise quasi come per scusarsi e mi lasciò di nuovo libera di muovermi sul palco.
Mi avvicinai a turno ai chitarristi e poi a Johnny, sorridendo. Infine mi voltai verso Jimmy che alzò lo sguardo e mi inchinai in segno di gratitudine e allo stesso tempo per complimentarmi con lui.
Durante l’assolo chiusi un istante gli occhi e inspirai profondamente. Quando li riaprii vidi migliaia di persone urlare e centinaia di flash brillare rapidi tra la folla.
“Helèna! Helèna?” non capivo da dove proveniva quella voce che mi stava chiamando. Mi voltai più volte ma senza riuscire ad identificare l’origine di quella voce. Eppure mi era famigliare.
Improvvisamente ero di nuovo giù dal palco e la faccia di Andrew, il mio bassista si materializzò davanti al mio viso. Un sogno ad occhi aperti, tutto questo era solo un sogno? Sentii improvvisamente un moto di tristezza invadermi. Sbuffai e mi voltai, tentai di dire qualcosa ma non riuscii a dire nulla. Improvvisamente sentii le braccia di più persone spingermi verso le barriere che mi dividevano dal palco. Non capivo cosa stava succedendo. Mi sollevarono e poi sentii di nuovo il suolo sotto ai miei piedi, probabilmente avevo appena superato le transenne.
“Vai Helèna! Hanno scelto te! Fatti valere” era di nuovo la voce di Andrew.
Qualcuno mi sollevò e inconsciamente lo aiutai nel suo compito. Una mano si sporse dal palco per afferrarmi. Alzai lo sguardo verso il palco e lo vidi. Incredula voltai il capo verso la folla alle mie spalle, ormai distante almeno un metro e mezzo da me. Guardai di nuovo verso il palco consapevole che stavolta non stavo sognando.
Sì, vidi Brian che sorrideva mentre mi prendeva per un braccio tentando di issarmi sul palco.

  
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