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Autore: _Irene    23/03/2011    1 recensioni
Il viaggio fra dinosauri, tempo, cielo, nuvole e creature è in serbo per sei ragazzi. Una leggenda, che narra di Robin e Lorenz li perseguita, e forse non hanno tutti i torti, dato che c'è un misterioso straniero appena arrivato in città. Ma i ragazzi intraprendono un pericoloso viaggio senza ritorno in mare, in cielo e in terra per riappacificare Lorenz e Robin, ormai senza cuore, e la bella Rosanne.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Capitolo - Parte Uno - Prefazione

Okay, sia chiaro: la fata in questione, cioè me, NON E’ UNA POSTINA e ci tengo a sottolineare il NON.

Sono solamente un’insegnante originale che non ha proprio voglia di sprecare francobolli.

Oh no, oh no, no, no, no, (nda dice isterica) non solamente o semplicemente! Oh, oh no tappatemi la bocca!! (nda inizia a blaterare a raffica cose in un’altra lingua e totalmente indecifrabili. Si capisce solamente il suo nome seguito da versacci di ogni genere).

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1 Capitolo - Parte Due - Dagli Oak

L’essere alato si ritrovò davanti ad un vastissimo giardino con ogni tipo di piante e fiori.

Oltrepassò il cancellino di legno, appena verniciato di un marrone scuro come la quercia lì vicino. Il cancello era molto “elegante” e ricoperto di strani disegni intagliati. Lesse se la famiglia era quella giusta e, per sua fortuna fortunata, c’era scritto in bella vista, vicino alla campana, FAMIGLIA OAK. Lo stile di scrittura riusciva ad essere in qualche modo stupendo e misterioso. Le due parole erano incorniciate da un continuo intreccio quadrato. Le prime alunne a lei affidate per mandare la lettera di ammissione, già le piacevano.

Suonò il campanello con grazia una volta, poi due.

E tre, e infine quattro. Allora provò a suonare più forte, due o tre volte. Poi iniziò a suonare a raffica  ma nessuno rispose o aprì la porta.

Stava tornando indietro perdendo ogni speranza e pensiero positivo e pronta ad accogliere la rabbia, quando  qualcuno tossì per richiedere la sua attenzione. Si girò e si ritrovò davanti una ragazza, a dir poco, stupenda.

La folta capigliatura mora e riccia ricadeva spesso sul suo volto bellissimo e inutilmente la ragazza cercava di tirarsi i ciuffi dietro le orecchie.

-Sono Maya- formulò la sua voce che più femminile non si poteva.

Poi tirò fuori un sorriso stupendo incorniciato da due labbra perfettamente carnose e delineate.

Sembrava quasi un disegno.

La fata per tutta risposta sfoggiò il sorriso più bello e accogliente che poteva.

Dietro, un’ombra formava il corpo femminile di una quindicenne.

La ragazza dietro Maya soffocò una risatina così leggera che scomparve come fumo tra le dita e subito dopo la fatina poté vedere una ragazza che era totalmente diversa da Maya: aveva occhi azzurri e lunghi capelli lisci e rossi legati disordinatamente in una treccia.

Maya le tirò una leggera gomitata sulla pancia e lei ricambiò con la stessa moneta.

-Lei è Sibilla- si fece sentire Maya nascondendo un piccolo gridolino di dolore.

-Non c’era bisogno di presentare anche me, per cui … io sono Sibilla- ripeté la sorella “gemella”.

-Io sono Sole, la vostra futura insegnante.- disse Sole.

-Scusa per l’abbigliamento di mia sorella- continuò Sibilla scrutando Maya con occhio critico.

Solo allora Sole si accorse che Maya portava addosso una maglietta che tanto “ietta” non era. In effetti    era una maglia gigante che le arrivava fin poco sopra il ginocchio.

Maya tirò una risatina timida che diventò a poco a poco un ghigno che ritraeva le seguenti parole: -Dopo io e te facciamo i conti, Sibilla.-

Poi riportò lo sguardo alla fatina sfoggiando sorrisi totalmente innocui e iniziò a giocherellare con i sui lunghi capelli ribelli.

Sorridendo, la fata, porse alle due ragazze le lettere che aveva scritto di suo pugno con tutto l’occorrente che avrebbero dovuto portare tra tre giorni, il primo giorno di scuola. Perlomeno lo era per lei: per loro iniziava solamente il terzo anno di scuola, e lei era la nuova insegnante. La precedente l’avevano fatta talmente arrabbiare -era quasi impazzita- che se ne era ritornata da dov’era venuta. Aveva insegnato loro per due anni di fila.

-Ebbene?- domandò Sibilla squadrandomi dalle ali ai piedi

-Oh, sì. Perdindirindina, devo proprio fuggire care. Ci vediamo tra tre giorni!- dissi eccitata e volai due case più in là.

Poi, mentre stavano per aprire le lettere ed entrare, si girò e volò da loro più veloce che poteva e si fermò a pochi centimetri da loro e disse facendo gli occhi dolci:- Avete una cantina o un luogo tranquillo dove potrebbero stare circa 10 persone?

-Sì, perché?- risposero in coro le due.

-Bèh, non ho un posto dove fare lezione e …- poi le guardò speranzosa.

E loro: -Ma certo, non c’è problema!- e Sibilla corse dentro ad avvisare.

Solo Maya era rimasta fuori e dolcemente le disse:- Ciao a dopo dopodomani!- e balzò dentro casa raggiungendo Sibilla che stava già raccontando l’accaduto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Corner:

Salve! Avrete notato che è un pò ispirato a Fairy Oak di Elisabetta Gnone.  Ci tengo a dire che non ho copiato l'idea a questa fantastica autrice, ma ho solamente preso un pò di ispirazione. Chi altro potevo mettere, se non una fata insegnante, in una storia piena di draghi, viaggi nel tempo, dinosauri, elfi e animali parlanti?

Ecco, ho detto ciò che dovevo dire: questa è una storia fantastica.

 

 

 

 

Anticipazione:

Dal "Capitolo 2 - Casa Logan"

"Sole battè la porta più volte, su quella c’era infissa una targa in ottone con scritto “Famiglia Logan”.  Sbuffò: era mezzogiorno passato e nessuno si azzardava (per la seconda volta) ad aprire."

   
 
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