Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |      
Autore: snowbud    23/03/2011    3 recensioni
Questa fanfiction - una long o una raccolta, non ho idea, vediamo che passa il convento - sarà interamente ambientata sul periodo di Amburgo.
Ritengo che quello sia stato un periodo importantissimo per i ragazzi, di formazione, musicale e oltre.
Volevo intrappolare un po' di quella magia in qualche parola.
NOTA: c'è scritto Malinconico e Introspettivo, ma non è così tanto 'lacrimoso'. In effetti, fa anche sorridere. Boh.
Buona lettura comunque.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Te la ricordi Amburgo?

L' uomo sospirò.
Fissava la finestra con aria apatica, come a chiedere aiuto alle stelle.
Quella notte stava evocando pensieri troppo dolorosi per essere ricordati... e troppo veri per essere dimenticati.

Te la ricordi Amburgo, John?

Cinque ragazzi arrivarono nella notte.
Non c' era nessuno ad aspettarli.
Erano soli, spauriti ed infreddoliti ed evidentemente alcuni erano ancora in età scolastica.
Uno, quello che sembrava essere il capo, scese con aria determinata dal vecchio furgone malmesso.

Fredda, ostile... te la ricordi, John?

Stava per dire qualcosa, quando fu interrotto da uno dei quattro compari, che, imbracciata la chitarra, cercava di ostentare un' aria coraggiosa e risoluta che palesemente non aveva.
"Cazzo John sul parafango io non ci viaggio più. Ho il culo ghiacciato, merda."
Ad un' occhiata di John, il ragazzo impallidì.
"Zitto Stu. Ho altro da fare. Se continui, te lo infilo nel culo quel parafango." E poi: “Cazzo, ho le mutande troppo strette.”
Stu borbottò delle scuse a testa bassa - evidentemente ci teneva, al suo fondoschiena - e qualcosa di interpretabile come 'fanculo'.

Dura, solo chi aveva le palle sopravviveva là in mezzo... te la ricordi, sì?

Per sua fortuna John non lo sentì, occupato com' era a parlare con un altro del gruppo.
"Hey Macca, dov' è che era 'sto posto?"
"Non so John. Chiedi a George."
"Geo."
"Vicino ad un cinema, mi pare si chiami Bambi Kino."

“Bene. E’ laggiù, seguitemi, andiamo.”
Arrivati al Bambi Kino, videro un’ insegna lì affianco.
Indra, recitava.
“Bene. E’ questo.” Disse John, poi cominciò a picchiare i pugni sulla serranda urlando ‘Hey!’ per attirare l’ attenzione.

Rumorosa, folle, sveglia di notte, sballata… te la ricordi, John?

“Hey, dov’è Pete?” disse il ragazzo conosciuto come Macca.
“Sta trascinando la batteria, Paul.” Gli rispose quello chiamato George.
Paul “Macca” si girò verso il punto che George – attraverso l’ intercessione del suo dito indice – gli stava indicando e si fece una mezza risata.
Pete era una ventina di metri dietro a loro, intento a trascinare i pezzi più piccoli della sua batteria. Aveva un’ espressione dolente, e anche parecchio incazzata, dopo la risata di Paul.
“Su forza Pete, più grinta! Più GRINTA!”
Scoppiarono tutti a ridere, secondo l’ esempio di Macca, mentre il povero Pete imprecava.
“Zitti, idioti! Sta arrivando qualcuno!” li interruppe John, che da bravo capo sapeva quando fermare i suoi ragazzi, per riportare la pace e l’armonia nel gruppo ma soprattutto per evitare qualche rissa “E tu, Stuart, va’ ad aiutarlo.”
Stuart sbuffò e si diresse verso Pete.

Bastarda, ma sotto sotto anche solidale… te la ricordi Amburgo, John?

Intanto un vecchio scarmigliato che non doveva passarsela tanto bene arrivò con un mazzo di chiavi e l’ aria di chi era appena stato buttato giù dal letto e ora aveva voglia di uccidere brutalmente i disturbatori della sua pace notturna.
Probabilmente era davvero così.
Le chiavi gli caddero. Si chinò a raccoglierle con evidente sforzo dicendo qualcosa che in tedesco non doveva essere proprio quel che si dice gentile.
Dopo molti tentativi – era anche mezzo sordo – riuscirono a sapere che si chiamava Bruno e ad ottenere che aprisse loro il locale per farli dormire. Del resto, erano le tre del mattino.

Quella notte John si addormento russando quasi subito; prima però pensò che sarebbero stati dei grandi e che aveva davverole mutande troppo strette, doveva togliersele subito.
Quella notte Paul stette sveglio a pensare a suo padre e la sua famiglia a casa, e a sua madre che non c’era più, e al difficile cammino che li aspettava.
Poi si addormentò.
Prima, però, ricevette un paio di mutande in faccia.
 
Piango, John, cazzo, piango.
Piango, e non dovrei farlo, vero?
Piango, ed è tutta colpa tua. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: snowbud