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Autore: BurningParadise    24/03/2011    0 recensioni
"Come un film, insomma" dissi amara.
"La mia vita è un film…lo è sempre stata.."
One-Shot nata da un sogno di qualche tempo fa.
Enjoy.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nicotine Kiss.

“Sai perché prima ti ho dato quel morsetto sul collo?”
“Per vedere la mia reazione?”
“Quella era abbastanza scontata..”
“Quindi per giocare un po’ con me?”
“Lo sai, sono un giocatore”
“Tu ti stai divertendo da matti alle mie spalle.”
Mi sentivo tremendamente stupida e presa in giro.
Lui riusciva a leggermi esattamente come se fossi un libro. Era in grado di farlo con tutte le ragazze, lo sapevo. Ma non ero abituata a ritrovarmi totalmente disarmata in una situazione simile.
“A cosa pensi quindi? E perché?”
“Tu, tu lo sai benissimo”
“No che non lo so.”
“Si che lo sai, non posso nasconderti nulla! Non ci riesco!”
“In effetti, basta leggere i segni del tuo corpo, e i tuoi sguardi..ma non posso sapere cosa pensi”
“Ma tu lo sai!”
“Avanti, dimmelo, so che ti sto rendendo il gioco difficile”
“Molto, in effetti”
“Probabilmente è una specie di vendetta che mi prendo sugli altri, perché la mia vita è sempre stata difficile.”
Sapevo che non stava esagerando ma ancora non sapevo fino a che punto. Sospirai e sorrisi amara. Rimanemmo in silenzio alcuni minuti, mentre lo fissavo. Fumava la sua sigaretta tranquillo, senza nessun segno di agitazione. Lanciò a terra il mozzicone e si sdraiò appoggiando la testa sulle mie gambe.
“Eccola, che arrosisce”
Sorrise e mi tolse il fiato, arrossii ancora di più.
“Smettila” bonfonchiai fingendomi arrabbiata.
Mi ignorò e con la mano sinistra prese ad accarezzarmi un braccio. Diavolo, quanto avrei voluto poterlo leggere come lui sapeva fare con me.
“D’accordo, ti renderò il gioco un po’ più facile.”
Si alzò e si sedette affianco a me. Ora avevo più timore di prima.
“Avanti, vuoi la controprova?”
Immaginavo che si sarebbe avvicinato a me come per baciarmi e poi si sarebbe tirato indietro, tanto per dimostrarmi che in effetti sapeva benissimo a cosa pensavo ma senza ammetterlo. Ma avrei anche potuto sbagliarmi. Lo fissavo perplessa.
“Allora? Pondera bene la tua risposta…”
Tolsi lo sguardo da lui e lo puntai su un albero di fronte: “Va bene” biascicai tra me.
“Cosa hai detto?”
“Che non lo so” ridacchiai mentendo.
“Strano..io avevo sentito un “va bene”..”
“Era un “va bene”..”
“Quindi non lo sai nemmeno tu..”
Lo guardai e poi guardai nuovamente l’albero.
“Va bene, confermai decisa, dammi la controprova.”
Non esitò nemmeno un istante. Allungò un braccio e delicatamente mi voltò il viso verso di lui. Si avvicinava col viso al mio, lentamente. Il mio cervello smise di pensare in quell’istante. Avrebbe dovuto essere allerta e invece era totalmente, completamente vuoto. Avevo ragione, avrebbe tentato un bacio fasullo ma non riuscivo a fermarmi. Non riuscivo a togliere gli occhi da lui, dalle sue labbra. Mi spostavo inconsciamente verso di lui. Percepii il mio cuore palpitare più forte e inconsciamente e mi avvicinai ancora, sentendo il calore del suo respiro lieve sul viso. Arrivò con la bocca a pochi millimetri dalla mia e sentii il suo alito caldo sulle labbra. Rimase così per alcuni istanti che però a me parvero eterni. Un lieve odore di fumo salì nelle mie narici quasi come per rendermi schiava. Mi scosse un brivido ma non lo baciai. Aspettai e la sua bocca scivolò vicino alla mia, ma non sopra, e posò un lievissimo bacio sulla mia guancia sussurrando “visto, la controprova mi ha dimostrato che avevo ragione”.
Mi sentii stupida e ingenua. E totalmente imbarazzata.
“Vedi, io vi piaccio, in generale perché sono un ragazzo che sta solo alle proprie regole, perciò vi intrigo. Ma io non posso dare sicurezze e prima poi questo vi allontana da me. Per cui divento il ragazzo da una notte e via. Per me il bacio, ha il significato di un bacio, cioè dimostra affetto. Ma non vuole dire che da quel momento si è fidanzati. Sono stato molte volte, anzi sono ancora quello da una botta e via, non posso permettermi di essere diversamente. Di punto in bianco potrei sparire e ricomparire un sacco di tempo dopo o addirittura mai più. Io non sono il ragazzo perfetto, non posso dare sicurezze.”
“Mi sento terribilmente stupida sai? Comunque tu meriteresti molto di più di ciò che ti è concesso, forse non sei perfetto ma sei migliore di tantissimi altri che conosco…”
“Purtroppo non otteniamo sempre ciò che meritiamo ma semplicemente ciò che ci capita e dobbiamo tenerci stretto quello, non ho ancora fatto la prima mossa oggi perché ragiono come voi donne. Sto giocando con te da quando ci siamo salutati ma probabilmente non te ne sei mai accorta.”
“No, in effetti no..”
“Se ci pensi io in realtà non ho fatto nessuna mossa…tranne quella di farti venire allo scoperto..”
“Ripensandoci hai ragione…mi hai fregata e non me ne sono accorta..”
“Tesoro io sono maledetto, so che oggi non posso permettermi di legarmi a nessuno e probabilmente sarà cosi ancora per molto tempo…ormai l’ho capito e l’ho accettato..”
“Sei secoli avanti qualsiasi ragazzo della tua età..”
“Sono dovuto crescere in fretta, quando ero ancora bambino e avevo circa otto/nove anni, pensa che a dodici rientravo già solo oltre l’una di notte..”
Non dissi nulla per evitare di dire cavolate.
Continuò la frase: “Se non ho ancora fatto la prima mossa è per proteggere entrambi”.
Non dissi nulla, cercando di elaborare ogni singola parola. Pochi istanti dopo iniziò a piovigginare e ci allontanammo dalla panchina dove eravamo seduti, forse per cercare riparo o forse per esporci ancora di più a quelle piccole gocce di vita. Passammo un po’ di tempo a parlottare del più e del meno sulle scalinate che scendevano dalla collinetta godendoci l’acqua sulla pelle. Appena la pioggerella cessò ci spostammo di nuovo su un’altra panchina.
Tornò a farmi il solletico come prima di iniziare quel discorso e riuscì di nuovo a togliermi la scarpa e a farmi il solletico al piede sinistro. Cosa che odio profondamente ma non riuscivo a odiarla stavolta.
Riuscii a rimettermi la scarpa e tornò all’attacco sulla pancia. Mi ritrovai tra le sue braccia col viso a pochi centimetri dal suo, non riuscivo a ignorarlo dannazione.
“Sei in soggezione” disse, “vuoi ancora baciarmi non è vero? Ma vuoi anche restare mia amica..e non sai come agire”
“Hai colto nel segno vedo.”
“Vuoi davvero un bacio, dopo tutto questo discorso? Non voglio illuderti, sai che non possiamo stare insieme.”
“Sìsì, lo so…Vorrei entrambe le cose…ahh non so nemmeno io cosa..”
Mi prese per il mento con una mano facendomi sussultare il cuore e bloccare le parole in gola.
Il mio cervello era di nuovo off.
Si avvicinò alle mie labbra ma stavolta non le evitò, poggiò le sue in un contatto fresco e umido. Mi baciò dapprima con impercettibili movimenti della bocca, poi i movimenti si fecero sempre più frequenti e più grandi, dischiudemmo le labbra e sentii la sua lingua scivolare appena sul mio labbro inferiore.
Sfiorai quindi la sua lingua a mia volta, facendogli capire che poteva, che mi andava bene. Sentii allora il suo sapore un misto di menta e fumo, qualcosa che poteva davvero provocare assuefazione. Mi persi in quel sapore. Gli accarezzai un braccio mentre le nostre bocche lavoravano ancora in sincronia. Credo che sia stato il “primo bacio” più lungo che io abbia mai vissuto.
Era come se una parte di lui stesse lentamente danzando in me, procedendo fino al centro della mia vita e cercando di renderlo schiavo. Esattamente come il fumo si insinua nei tuoi polmoni e una sigaretta dopo l’altra ti rende dipendente. Quando le nostre labbra si staccarono ritornai un po’ in me stessa ma capii di non esserci davvero. La mia testa era altrove e si vedeva palesemente.
“Piccola però, devi farmi una promessa. Non dire a nessuno di tutto questo, oppure solo a persone di cui ti fidi davvero, la tua amica più intima al massimo…non voglio che si sappia, perché correresti dei pericoli..”
L’odore della sua sigaretta era intrappolato tra i miei capelli mischiato alla sua vera essenza, qualcosa che sapeva di una vita che non poteva essere vissuta a mille, ma costantemente in guardia.
Non mi piace di solito l’odore di fumo, ma il suo fumo mi piaceva.
“Certo, te lo prometto!”
“è per proteggerci entrambi sai? Ti ho già detto che ci sono persone che mi vorrebbero più di la che di qua…e il modo migliore per incastrarmi, quale è?”
“Prendere qualcuno a cui tieni per obbligarti ad affrontarli.”
“Esattamente.” Fece una pausa, come per cercare le parole giuste: “Finora si sono sempre presentati in pochi, due al massimo tre per volta…sono cinque anni che va avanti questa storia e se io sono ancora qui vuole dire che sono loro a volermi lasciare qui. Non so chi siano i mandanti ma se fossi obbligato a vedermela con tutti in una volta sola non ne uscirei vivo, sono  in tanti. Come l’altra sera, ricordi? Quando ti dicevo che ero per strada con la ragazza che finge di essere la mia morosa e un nostro amico? Bhe, a un certo punto ho sentito dei passi dietro di noi, li ho fatti andare avanti e mi sono spostato dietro ai cespugli che fiancheggiavano la strada. Erano in due quei bastardi. In pochissimo li ho atterrati e ne sono uscito con un semplice rivolino di sangue sul labbro. Ma prima o poi si stancheranno di farle prendere ai loro e verranno tutti, e non saprò più uscirne. È tutto iniziato poco prima della denuncia ai miei, prima scappavo, poi ho iniziato a difendermi. Ho seguito un corso di arti marziali e ora so come risolverla in poco senza farmi troppo male. Non so di chi posso fidarmi nemmeno io, per questo ti chiedo di mantenere il segreto. Anche io vorrei poter tornare dai miei amici e parlare loro di questa giornata ma non posso permettermelo.”
Rimasi a guardarlo come una povere ebete senza sapere cosa dire. Non conoscevo altre situazioni del genere e non sapevo cosa fare. Tentai con una risposta neutra.
“Al di là di tutto, del bacio…io ci tengo a te, e se hai bisogno di qualcosa per quanto poco probabilmente io possa aiutarti, bhe ci sono, sai dove trovarmi..”
“Piccolina il modo migliore che hai per aiutarmi, per aiutarci, è non illuderti e non fare parola di questo a nessuno. Non posso proteggerti, perché comunque abitiamo abbastanza lontani. Per proteggere davvero una persona dovrei viverci assieme e nessuno qui è ancora abbastanza grande per vivere con l’altro. È per questo che non posso avere storie serie, è per questo che ancora non ho conosciuto l’amore vero. Forse non lo conoscerò mai, forse invece sì…ora devo limitarmi a non stancarmi di questa guerra. Finirà solo quando loro si stancheranno di attaccare perché io non posso smettere di difendermi. Non posso nemmeno rivolgermi alla polizia perché metterei nei casini loro ma poi, loro mi tirerebbero con sé.”
Annuii in segno di comprensione. Non avevo parole per tutto quello, non conoscevo quella vita.
Ripensavo alle stronzate per cui io mi lamentavo o stavo male, che al confronto davvero non erano nulla.
Avrei voluto dargli la felicità in quell’istante, avrei voluto farlo sentire bene ma non sapevo come fare.
Sorrideva ma sapevo che dentro era freddo, c’era dolore, rammarico.
Volevo dargli qualcosa che lo proteggesse da chiunque volesse nuocergli se non potevo dargli la felicità, ma non potevo. Non sapevo cosa fare.
Vedevo quegli occhi marroni con quei magnifici riflessi verdi osservarmi. Un’altra boccata di fumo, un altro po’ di vita che se ne andava.
“Ora sei triste, ma sei anche felice”
Che sapesse leggere nella mente?
“Me lo dicono i tuoi occhi piccolina…perché sei triste?”
“Vorrei poterti aiutare, ma aiutare davvero.”
“Ti ho già detto tutto quello che puoi fare e ti prego sta fuori da tutto questo..”
“Non preoccuparti per me..”
“Se dovessero venire a sapere qualcosa e riuscissero a prenderti, andrei da loro per affrontarli, chiedendo te in cambio di me stesso ma non avrei nemmeno la certezza che alla fine ti lasciassero libera..”
“Come un film insomma” dissi amara.
“La mia vita è un film…lo è sempre stata..”

  
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