Duecentotrentanove parole, una cosina veloce senza troppe pretese,
spero non sia così male, grazie comunque per essere passati per di qui! Aki_Penn
Tsubaki aprì la finestra con un sorriso allegro. Amava il silenzio
della mattina. A quell’ora Black*Star stava
ancora dormendo nel suo letto, piuttosto scomposto, ma per poche ore al giorno,
quasi calmo, e la sua arma aveva tutto il tempo di godersi l’alba. Il
chiarore mattutino che imbiancava Death City portandosi via le ombre. Un’atmosfera
così a Death city c’era solo quando Black*Star
era tra le braccia di Morfeo.
Il
silenzio le era sempre piaciuto, fin da piccola. Aveva ricordi silenziosi della
sua infanzia. Le piaceva così tanto, era più facile pensare,
camminare e forse perfino respirare. Gli uccellini rompevano quella patina di
quiete armonizzandola e rendendola ancora più dolce, mentre il sole,
appena sveglio, sbadigliava e non aveva neanche la forza di ridacchiare come
faceva, di solito, a mezzogiorno.
Appoggiò
le mani al davanzale e chiuse gli occhi prendendo un lungo respiro.
Fu
più o meno in quel momento che dalla stanza accanto si scatenò un
urlò immane che fece sobbalzare sia lei, che i
vicini nei loro letti.
“Tsubakiiii!! Dov’è la
colazione?! Il mio illustre stomaco deve essere
sfamato!!” sbraitò allegro Black*Star dall’altra parte della parete.
La
ragazza si voltò subito in quella direzione con un sorriso smagliante
stampato in faccia, prima di correre, pimpante, dal suo maestro.
Tsubaki adorava il silenzio, ma aveva elaborato una teoria, non lo si
può apprezzare poi più di tanto, dopo aver ceduto alle lusinghe
del caos.