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[198 parole]
Edoardo non si era mai sentito così felice, così in pace con se stesso, come in quel momento.
Sentiva la risata cristallina di quella fanciulla senza nome sfiorargli dolcemente le orecchie.
Bocca di rosa.
Così la chiamava in assenza di un vero nome, perché ogni volta che posava i suoi occhi su quelle labbra rosse, gli venivano in mente le rose.
Bocca di rosa vestiva sempre di nero, anche i suoi capelli e i suoi occhi erano neri, come le notti senza luna, l’unico accenno di colore era il rosso delle sue labbra, e lui l’adorava.
Era bella, così dolce e gentile, come un bocciolo che aspetta l’alba per aprirsi, era perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei, e delle sue labbra, che ora corteggiava dolcemente con l’indice.

- bocca di rosa? -
- si? -
- un giorno mi dirai il tuo nome? - sorrise lei, dolce e innamorata.
- quando la primavera risveglierà i boccioli di rosa, allora ti dirò il mio nome! -

Edoardo baciò le sue labbra di petali e così suggellò quella promessa d’amore, mentre gli ultimi raggi di sole abbracciavano amorevoli i loro corpi, racchiudendoli in un piccolo mondo col giardino di rose.

                 

 Fine.



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Chiby Rie_chan