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Autore: TokioFastFood    26/03/2011    3 recensioni
Eravamo vicinissimi. Il mio sguardo ingenuo incontrò il suo, così intenso. Le nostre labbra si sfioravano, sentivo il suo respiro farsi più affannato ed il mio cuore perdere qualche battito..
“Non voglio essere una delle tante!” mi strinse a se “Non potresti mai essere una delle tante!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, io sono Schrei e questa è la mia prima fanfiction. Il primo capitolo è un pò corto, ma prometto di rimediare nei prossimi. E per favore siate clementi... Bene, vi lascio alla lettura, spero vi piaccia!



 
***



 
Essì, finalmente era arrivato quel giorno tanto atteso, il giorno del meet con il mio gruppo preferito, i Tokio Hotel..
Finalmente avrei potuto incontrarli, finalmente avrei potuto respirare i loro profumi.
Ma in particolare uno, il suo, quello di Tom: l’essere, a parer mio, più perfetto al mondo.
Mancavano pochi minuti all’inizio di quel meraviglioso sogno da cui, ovviamente, non volevo svegliarmi così controllai di aver portato tutto: la fotocamera c’era, le foto per gli autografi anche e soprattutto c’era la lettera, la lettera per Tom.
Ero emozionatissima, ci fecero entrare in una sala abbastanza grande da farci entrare tutte, mi tremavano le gambe ed il mio sguardo era fisso sulla porta quando quattro splendidi ragazzi, a me molto familiari, la varcarono lasciandomi senza parole.
Per primo c’era Bill, poi Georg e Tom e poi Gustav, erano bellissimi, tutti e quattro. Ancora non riuscivo a crederci, i miei amati Tokio Hotel erano lì davanti a me, e soprattutto, c’era Tom..
Presi la macchina fotografica e cominciai a scattargli delle foto, cominciarono il giro degli autografi, io ero nel centro, non vedevo l’ora che arrivassero da me. I flash delle macchine fotografiche scattavano neanche fossimo paparazzi, finalmente Bill si avvicinò a me e con un sorriso dolcissimo mi salutò: “Hi!”, io risposi tremate: “Hi Bill, I’m Simona!” “Oh, hi Simona”, (ero sconvolta, Bill Kaulitz aveva pronunciato il mio nome) mi firmò la foto e passò avanti sorridendo alla ragazza al mio fianco che per poco non gli saltò in braccio, Georg arrivò davanti a me con un espressione assolutamente seria: “Hi” mi salutò ed io con un sorriso da ebete ricambiai il suo saluto, firmò anche lui e passò avanti. Vidi arrivare Tom e per qualche secondo mi mancò il respiro, era bello, troppo.
“Hi Tom!” sussurrai impaurita, “Hi!” mi rispose educatamente, il mio cuore batteva a tremila quando continuai a parlare: “This is for you, please read it! It’s really important for me!” mi guardò vago e poi sorrise “Oh, yes. I promise!” e con un ultimo sguardo si allungò verso la ragazza al mio fianco che gli sorrise..
Gustav mi si piazzò davanti facendomi fare un salto dallo spavento, ero ancora molto presa da Tom, scoppiò a ridere ed io con lui, mi firmò la foto e ridendo ancora passò avanti. Continuarono il giro di autografi mentre i flash delle fotocamere mi accecavano da ogni lato.
Finalmente il momento delle foto, ero ansiosa, non vedevo l’ora di abbracciarli, dopo vari scatti arrivò il mio turno, diedi la mia fotocamera ad un tipo alto 1.80 circa che si mise in posizione per scattare, mi avvicinai ai quattro ragazzi, c’erano a sinistra Gustav e Bill e a destra Tom e Georg, mi intrufolai in mezzo a Bill e Tom e li abbracciai. Ero una nana in confronto a loro, la mia mano cinse la vita di Bill e con l’altra tentavo di tenere Tom stretto a me, mi sorrise, un sorriso che mi fece girare la testa, sentii lo scatto della foto ma non mi importava, continuavo a fissare Tom, che continuava a sorridermi. Ci scattarono un’altra foto e così ci sciogliemmo da quell’abbraccio che mi era sembrato un’eternità. Presi la mia fotocamera e controllai le foto, in una delle due io e Tom ci guardavamo, eravamo meravigliosi, peccato che per lui questo non sarebbe significato niente. Terminarono di fare le foto ed i miei angeli sparirono in meno di un secondo, cominciai a piangere quasi senza accorgermene ed una delle ragazze affianco cercò invano di consolarmi, “Dai non fare così, tra poco li rivedremo. Abbiamo un concerto ed un soundcheck che ci aspettano!” ma io continuavo a piangere come non mai, era tutto finito.
  
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