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Autore: Pikky    23/01/2006    4 recensioni
...Melissa sarebbe andata al ballo con Michael. Andrew sperava che fossero solo voci di corridoio, ma in realtà sapeva ben che non era così. [...]...il solo pensiero di vederla con un altro lo faceva impazzire... Può sembrare un pò triste, ma l'apparena inganna.. spero che vi piaccia... leggete e recensite, grazie... By Pikky91
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Melissa camminava distrattamente per il paese senza alcuna meta. Pensava a lui, ad Andrew. Sospirò. Come poteva pretendere di essere arrabbiata, se in tutti quei mesi non gli aveva detto ciò che provava per lui?

Erano amici sin da piccoli, ma circa un anno prima, lei si era accorta di provare per lui qualcosa che andava ben oltre l’amicizia. Lui la considerava la propria migliore amica con cui confidarsi e alla quale chiedere consigli sulle ragazze. A Melissa questo non andava giù. O meglio, non le andava giù che lui si confidasse con lei riguardo alla ragazze. Tutte le volte che ciò accadeva Melissa bruciava dalla gelosia, ma era costretta a fingere che non le importasse nulla, quando invece stava male per giorni. Odiava farlo, fingere ogni volta, ma non lo poteva evitare. Se avesse detto ad Andrew ciò che provava per lui, avrebbe rovinato tutto, e non voleva che questa accadesse.

Ma una settimana era successo. La loro amicizia era andata a rotoli.

Andrew era venuto da lei, tutto contento, a vantarsi che era stato a letto con July, la ragazza a cui andava dietro da tempo, e ora la frequentava da più di una settimana.

Per Melissa fu come una secchiata d’acqua ghiacciata in pieno viso. Se qualcuno le avesse detto che Andrew e July si sarebbero messi insieme, gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia. Non avrebbe mai creduto che July, abituata a frequentare i ragazzi di 19, 20 anni, avrebbe frequentato Andrew, che ne aveva 17. Oltretutto era una che collezionava i ragazzi quasi come fossero figurine. Melissa avrebbe voluto mettersi ad urlare, ma non lo fece. Si limitò a fissare il vuoto.

-Bhè? Non dici nulla?- le aveva detto lui, come se nulla fosse. Come se fosse una cosa normale spezzare il cuore alla tua migliore amica senza rendertene conto, credendo che a lei non importi nulla della tua vita sentimentale.

-Cosa vuoi che ti dica? Devi raccontarmi i particolari o posso andarmene?- aveva risposto lei con le lacrime che le pizzicavano agli angoli degli occhi per poter uscire ed essere libere di scorrere sulle sue guance. Abbassò lo sguardo per evitare di incontrare quello di lui e in quel momento una lacrima sfuggi al suo controllo. Fece per andarsene, ma fu trattenuta per una braccio da lui, che ignorava la ragione del suo comportamento freddo e distaccato.

-Hei! Ma che ti prende?

-Possibile che non te ne sia mai accorto? È da più di un anno che tu mi piaci! E ora che vieni a dirmi che sei stato a letto con quella troia là, cosa pretendi? Che sia felice per voi? Che finga come tutte le altre volte che venivi a confidarmi le tue pene d’amore? È questo che volevi? Bhè, mi dispiace deluderti, ma mi sono rotta le scatole di fingere!! E ora che hai ottenuto la tua spiegazione lasciami andare!!- disse lei, furiosamente, con le lacrime che le rigavano il volto, dopo essersi voltata. Si svincolò dalla stretta di Andrew e corse via, il più lontano possibile da lui.

Andrew era rimasto sconcertato, non l’aveva mai vista così. Non l’aveva mai vista piangere, se non quando avevano visto “Titanic”. Melissa non era un tipo dalla lacrima facile. Non aveva pianto nemmeno quando un anno e mezzo prima gli aveva detto che lei e il suo ragazzo si erano lasciati. Ora sì che quadrava tutto. Aveva lasciato il suo ragazzo perché si era accorta di non provare più nulla per lui, e perché le piaceva il suo migliore amico. Non aveva mai immaginato tutto ciò che Melissa gli aveva appena detto. Era stato uno stupido a non accorgersi che lei provava nei suoi confronti un sentimento che andava ben oltre all’amicizia e che lui ricambiava.

 

Ormai era passata una settimana da quel giorno. Ed era una settimana che melissa cercava di evitare accuratamente, per quanto le era possibile, Andrew, e la cosa non era semplice, dato che erano vicini di casa ed erano in classe assieme.

Lui, dal canto suo, aveva cercato di parlarle proponendo a Melissa di tornare amici, perché era sicuro che lei non avrebbe più voluto stare con lui. Lei, nel sentire una proposta così assurda e inverosimile dopo tutto quello che era successo, aveva fatto una risatina isterica e se ne era andata.

Andrew era distrutto. Avrebbe voluto scaricare July per andare al ballo del liceo, che si sarebbe tenuto durante il week-end, e andarci con Melissa, ma da quanto aveva capito, Melissa non voleva più saperne di lui.

 

Camminando, Melissa era giunta ad un parco, dove da bambini lei ed Andrew erano compagni di giochi. Perché ogni cosa doveva ricordargli lui? Si sedette su una panchina, senza smettere di pensare. Nonostante tutto continuava ad amare Andrew. Nonostante lui si fosse messo con un’altra, nonostante ci fosse stato a letto e nonostante glielo avesse sbattuto in faccia così come se nulla fosse, non riusciva a smettere di pensare a lui.

Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse che Michael, uno dei ragazzi più fighi della scuola, si era seduto accanto a lei.

-Ciao Melissa! Tutto ok?- disse lui notando la sua aria triste e pensierosa.

-Sì, è tutto a posto. Stavo solo pensando, tutto qui- mentì lei facendo un sorriso forzato.

-Sicura?

Lei annuì e lui, rassicurato, le disse: -Te l’avrei chiesto domani, ma visto che siamo qui… Insomma, vuoi venire alla festa con me?

Melissa rimase sorpresa dall’invito di Michael, ma prima che se ne rendesse conto le uscì un ‘sì’ dalle labbra. Forse si sarebbe distratta dal pensare continuamente ad Andrew.

 

La sera del ballo pioveva. Andrew, furioso, si mise il casco, salì sul motorino e andò verso la scuola. Quella sera sarebbe stato solo al ballo, poiché due giorni prima July lo aveva scaricato per andarci con altro ragazzo. Ma Andrew non era arrabbiato con July per questo, anche perché gli aveva fatto un favore lasciandolo. Però ce l’aveva con lei perché gli aveva detto, con perfidia, apposta per farlo soffrire, che Melissa sarebbe andata al ballo con Michael. Andrew sperava che fossero solo voci di corridoio, ma in realtà sapeva bene che non era così. Avrebbe voluto invitarla lui, non appena July lo aveva scaricato, ma poi quest’ultima gli aveva detto di Michael, e allora aveva lasciato stare. Non poteva certo pretendere che Melissa lo aspettasse in eterno, ma il solo pensiero di saperla con un altro ragazzo gli dava alla testa.

 

Melissa stava ballando abbracciata a Michael, quando si accorse che Andrew era entrato in palestra, dove si teneva il ballo. Era solo. Melissa aveva saputo che July lo aveva lasciato per andare al ballo con un altro. Avrebbe voluto correre da lui e buttargli le braccia al collo, chiedendogli di fare pace e di venire al ballo con lei, ma non lo fece. Era troppo orgogliosa. Il suo orgoglio le diceva di aspettare che fosse lui a chiederle scusa, ma non nel modo in cui aveva già tentato. Sapeva benissimo che in quel momento avrebbe voluto ballare abbracciata a lui e non a Michael. Sapeva che se lo avesse davvero voluto il suo sogno sarebbe divenuto realtà. Ma l’orgoglio era andato per la maggiore. Aveva sperato che Andrew venisse a chiederle di andare al ballo con lui, ma non successe. Lo guardò. I loro sguardi si incrociarono e lei notò che aveva una sguardo adirato, ormai lo conosceva da troppo tempo per non capire i suoi stati d’animo. Nonostante ignorasse il motivo, sapeva che era arrabbiato. Pensava che fosse ancora arrabbiato con July che lo aveva scaricato e che poco più in là stava ballando con un ragazzo, che non era quello che l’aveva invitata al ballo. Talmente era pensierosa, non fece neanche in tempo ad accorgersi che Andrew si era avvicinato a loro fino a che non tirò un pugno in pancia a Michael, facendolo piegare in due dal dolore.

-Ma sei impazzito?- gli disse Melissa, che non capiva il perché di quella reazione violenta.

Ma Andrew non rispose. Le voltò le spalle e se ne andò, uscendo dalla porta della palestra. Melissa, dopo essersi scusata con Michael, seguì Andrew. Quando lo raggiunse gli si parò davanti costringendolo a guardarla in faccia.

-Si può sapere che diavolo ti prende? Perché te la sei presa con Michael?! Non ti ha fatto nulla!! Ti conviene andare da un buon oculista perché mi sa tanto che lo hai confuso con il tipo che stava ballando con July!!

-Bhè, vedo che non ti importa nulla di me, dato che ti sei consolata in fretta andando al ballo con quello là. Sappi che non ho bisogno di nessun oculista. Ho preso a pugni la persona giusta. Solo quando abbiamo litigato ho capito quel che provo davvero per te. Se non mi avesse scaricato July, lo avrei fatto io. Ma fai finta che io non ti abbia detto nulla. Tornatene pure da quell’idiota, visto che ci tieni tanto.

Detto questo, Andrew uscì dall’edificio scolastico, salì in sella al suo motorino e se ne andò.

Melissa rimase ferma davanti alla porta a capacitarsi di quel che Andrew le aveva appena detto. Ma non poteva starsene ferma lì. Doveva seguirlo. Doveva fermarlo e dirgli che per lei Michael non contava nulla, che non aveva smesso di amarlo, nonostante avessero litigato pesantemente. Dirgli che in cuor suo l’aveva già perdonato e che avrebbe voluto essere con lui al ballo. Così uscì sotto la pioggia, incurante del fatto che si sarebbe bagnata e rovinata il vestito e la pettinatura. In quel momento la cosa più importante era raggiungere Andrew e chiarire tutto. Vide la sua moto che sfrecciava per la strada e si mise a correre per raggiungerla, conscia del fatto che probabilmente non lo avrebbe raggiunto. Ma non fu così. Lo raggiunse, ma non nel modo in cui sperava. Una macchina era andata addosso al motorino di Andrew, facendolo sbandare. Lui cadde riverso vicino al marciapiede. L’automobilista vide ciò che era successo a causa sua e sgommò via a tutta velocità. Melissa corse nel punto in cui giaceva Andrew, privo di sensi, lo issò sul marciapiede e notò che non aveva il casco, probabilmente per la rabbia e per la fretta di andarsene si era dimenticato di indossarlo. Tentò di risvegliarlo urlando il suo nome, ma invano. Scoppiò in lacrime accasciandosi su di lui, quando sentì una mano posarsi sulla spalla. Si voltò e vide Michael. Tra tutte le persone, lui e July erano quelle che non avrebbe voluto vedere in quel momento. Per quanto fosse gentile e premuroso, Michael non avrebbe potuto fare nulla per aiutarli.

-Dai, Mely. Torniamo dentro a chiamare un ambulanza… Vedrai che si sistemerà tutto…

-No!! Io non lo lascio qui da solo!! Tu non puoi capire… Vacci tu a chiamare l’ambulanza!!! Mi faresti anche un favore! Sbrigati!

Michael tornò dentro la scuola e, dopo un tempo che parve interminabile, arrivò l’ambulanza, che caricò Andrew. Melissa stava per salire, ma un infermiere glielo proibì.

Guardò l’ambulanza allontanarsi a sirene spiegate, sperando che ad Andrew non fosse successo nulla di grave. E se fosse… No, non poteva essere morto, non se lo meritava, non per colpa sua. Si sentiva terribilmente in colpa per l’accaduto. Se solo non fosse rimasta ferma a guardarlo uscire dalla porta, quando invece avrebbe potuto fermarlo e impedire che salisse su quella maledetta moto… Ma oramai era inutile rimuginare sui sensi di colpa, non sarebbe certo servito a salvare Andrew, così Melissa tornò dentro la scuola. Quando varcò la soglia fu sommersa da decine di domande, a cui non rispose. Come si spargevano in fretta le voci… Mentre stava andando a prendere la giacca, passò di fianco a July e notò che stava piangendo a dirotto, ma non erano lacrime vere, dettate dal dolore. Melissa si fermò di colpo e tirò un pugno sul naso di July, facendolo sanguinare, poi le disse: -Per carità, smettila di fare l’ipocrita. Non ti è mai importato nulla di Andrew. Te lo sei voluta portare a letto e basta. Lo hai scaricato e ora che il suo incidente in moto è sulla bocca di tutti ti metti a piangere per attirare su di te l’attenzione… Complimenti, dovresti fare l’attrice, per quanto sei falsa…

Dopodiché si diresse velocemente al guardaroba. Aveva fatto la cosa giusta. Forse aveva fatto male ad alzare le mani, ma July si meritava una bella lezione. Sapeva benissimo che non era minimamente dispiaciuta per Andrew e che non provava nemmeno un briciolo del dolore che sentiva lei. Prese la sua giacca e uscì nuovamente sotto la pioggia, dirigendosi verso casa. Camminava pensando a come stesse Andrew in quel momento, mentre la fredda pioggia le scorreva sul viso mischiandosi alla sue calde lacrime. Non aveva mai pianto così tanto in vita sua.

Arrivò a casa e si accasciò sul divano, frugando nella borsa per cercare il cellulare e chiamare l’ospedale, ma trovò una busta bianca intestata a lei. L’aveva trovata nella buca delle lettere prima di andare al ballo, ma l’aveva infilata frettolosamente in borsa, senza nemmeno chiedersi chi fosse stato a mandargliela. La aprì e nello spiegarla riconobbe la calligrafia di Andrew, e ciò provocò in lei un’altra ondata di lacrime. Si affrettò a leggerla.

 

Cara Melissa,

non so nemmeno da dove cominciare! Innanzitutto ti chiedo scusa per averti fatto soffrire così tanto. Non volevo, davvero. Come avrai saputo July mi ha scaricato per andarsene al ballo con un altro, ma poco importa perché ho capito ciò che provo realmente per te. Con July era solo attrazione fisica, ma con te è diverso. Da quando abbiamo litigato sto malissimo, soprattutto ora che non mi parli più e mi tratti con indifferenza. Ho saputo che vai al ballo con Michael. Non so se leggerai questa lettera, ma se lo farai, questa sera, al ballo, vorrei parlarti. Abbiamo molte cose da dirci a da chiarire. E poi voglio scusarmi di persona.

Ti amo,

                        Andrew

 

Il senso di colpa di Melissa si fece ancora più acuto. Se solo avesse letto prima quella lettera, lei e soprattutto Andrew non si sarebbero trovati in quella situazione. Magari sarebbero ancora a scuola a ballare, dopo aver chiarito tutto. Se lui fosse morto, sarebbe stata tutta colpa sua. Non poteva starsene lì con le mani in mano, così uscì ed iniziò a correre più velocemente che poteva verso l’ospedale. Quando arrivò chiese ad un infermiera se sapeva qualcosa di Andrew. Le disse di aspettare un attimo, e una manciata di minuti dopo, che a Melissa sembrarono interminabili, tornò dicendole che era stato portato in traumatologia e che non aveva subito nulla di grave. Aveva subito una frattura al braccio destro, si era slogato una caviglia, aveva un taglio alla tempia e qualche altra lesione, ma per il resto se l’era cavata abbastanza bene.

Melissa si sentì immensamente sollevata, ma continuava a sentirsi in colpa.

-Dove si trova adesso?- chiese all’infermiera.

-E’ nella stanza 24, ma ora è ancora incosciente per via degli antidolorifici e della botta che ha preso in testa.

L’infermiera se ne andò e Melissa cercò la camera 24, infilandovisi dentro di soppiatto, per vedere ed essere sicura che Andrew stesse bene. Lo trovò che dormiva adagiato nel letto. Si avvicinò lentamente per evitare di svegliarlo, poi si sedette sulla sedia accanto al letto, guardandolo dormire, dopodichè cadde anche lei nel mondo dei sogni esausta.

 

Andrew si svegliò e trovò Melissa appisolata sulla sedia accanto al suo letto. Ricordava bene ciò che era successo al ballo e l’incidente. Quando era caduto dal motorino aveva perso conoscenza, ma sentiva che Melissa lo stava chiamando. Lei si svegliò e quando lo vide con gli occhi aperti gli sorrise, poi lo abbracciò.

-Ahi! Sono un po’ ammaccato…- disse lui.

-Oddio, scusami. È tutta colpa mia se tu ti trovi qui e…- non fece in tempo a finire la frase perché la sua voce fu rotta dai singhiozzi e le lacrime ricominciarono a scorrerle sulle guance, come era successo la notte precedente.

-No! Non è colpa tua…- disse lui prendendole la mano e cercando di calmarla.

-Invece sì! Se avessi letto la lettera prima di andare al ballo, anziché dopo, o ti avessi fermato prima che tu potessi salire su quella moto, a quest’ora non saresti qui in questo letto d’ospedale… E poi le ultime cose che ci siamo dette sono state orribili…

-Non dire mai più una cosa simile. Ormai è successo e per fortuna si è risolto tutto, non è necessario stare qui a colpevolizzarsi. Guarda che se fossi stato meno impulsivo e non avessi preso a pugni Michael, non avremmo litigato e non sarei scappato…

-Non sei arrabbiato con me, quindi?

-E perché dovrei esserlo? Non mi hai fatto nulla… Guardiamola dal lato positivo… Non avresti mai saputo quel provo per te…

Melissa abbozzò un sorriso, poi disse: -E non avrei spaccato il setto nasale a July…

-Tu…Coosa?- disse lui sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato una reazione simile da Melissa.

-Dopo che sei stato portato va in ambulanza sono tornata a scuola e l’ho trovata che piangeva… Le ho tirato un pugno e le ho detto che era un’ipocrita, poi me ne sono andata…

Andrew si mise a ridere, poi Melissa si avvicinò a lui e lo baciò, sussurrandogli un “Ti amo”.

-Anchio…-le disse lui, poi la baciò nuovamente.

 

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