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Autore: Ffransis    27/03/2011    1 recensioni
Bankotsu si salva miracolosamente dal crollo del Monte Hakurei insieme a InuYasha e compagni. Naraku ormai completamente soddisfatto del suo nuovo corpo, dopo aver affrontato le frecce di Kikyo e la tokijin di Sesshomaru, svanisce volando via.
Ormai solo, a Bankotsu non resta che seguire InuYasha e i nostri eroi nella lunga battaglia contro Naraku. Cosa accadrà al nostro intrepido eroe mercenario? Beh, per scoprirlo dovrete leggere questa fic =P
Dal numero 39 di InuYasha ecco qua come la storia prosegue secondo me.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bankotsu, Inuyasha, Jakotsu, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Bankotsu/Jakotsu, Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PARTE PRIMA

Giappone: 1476

 

È proprio vero. Le cose più incredibili capitano sempre nei momenti meno opportuni.

Bankotsu non smetteva di fissare la sua arma, saldamente impugnata nella mano destra. Guardava stancamente verso il basso, con volto triste, spossato. Un misto di compiacimento, per essere ancora vivo dopo tutto quello che era accaduto, e di insicurezza l’avevano ridotto a sentirsi il più umano tra gli umani.

« Bankotsu, ti muovi? Che hai deciso? »

Ma lui non si muoveva. Anzi, si sedette su una roccia li vicino, nel bel mezzo della terra desolata ai piedi del Monte Hakurei ormai in frantumi. Era stato distrutto da tutti loro, e fatto crollare definitivamente da Naraku. Il suo nuovo corpo aveva inglobato la montagna stessa di cui, dopo essersi formato, non ne aveva più bisogno.

« Ma sei sordo?! »

« InuYasha… per favore… » Kagome gli intimò gentilmente di lasciarlo perdere per alcuni minuti. Nonostante tutto forse aveva compreso il dissidio interiore di quello che fino a poco tempo fa era loro nemico.

Naraku mi ha fatto conoscere l’esistenza della Sfera dei Quattro Spiriti, dicendomi che era un prezioso gioiello capace di aumentare il potere degli uomini e dei demoni. Io non sono mai stato possessore di abilità magiche, né avevo l’intenzione di diventare un monaco; perciò stipulai un patto di sangue con la mia preziosa alabarda. Il prezzo di duemila vita uccise, tra umani e demoni, mi avrebbe fornito potere a volontà…

I ricordi iniziarono ad affiorare nella mente di Bankotsu. Il capo dei sette mercenari, ormai l’unico sopravvissuto, era sempre più soggetto ad una pressione enorme. Ripensava ai dialoghi tra lui stesso ed il suo rivale InuYasha… Commenti duri, racconti grevi, colmi di sforzo personale, quasi gettati in fumo per la troppa avidità.

“Idiota!” gli aveva risposto InuYasha, mentre combattevano nel monte Hakurei. “Così finirai per diventare succube del potere che tu stesso hai così tanto bramato! Sei ancora un umano, non reggerai l’influsso negativo emesso dalla tua arma! Devi allontanartene e subito!” Una nuova sferzata di colpi interruppe il discorso, che tanto pareva stupido quanto vero.

« Kagome, smettila di fermarmi altrimenti rimarrà lì tutto il giorno! Non abbiamo la nostra intera vita da mettergli a disposizione! »

« Forse InuYasha questa volta ha ragione… Maestro, che ne pensi? »

Il monaco fece spallucce, accennando quel che Bankotsu stava facendo. All’improvviso quest’ultimo si girò guardandoli per qualche secondo, per poi alzarsi e raggiungerli lentamente; non prima di aver posato la sua alabarda Banryu accuratamente a terra.

« Io… ecco… »

Allarmato dalla troppa confidenza, InuYasha scattò sull’attenti coprendo il resto del gruppo, e tenendo una mano sul fodero di Tessaiga. « Beh? Ti sei deciso spero! Che intenzioni hai? » Le spinte di Kagome gli fecero addolcire un po’ i toni, decisamente bruschi ma naturalmente comprensibili; fino a poche ore prima si stavano contendendo la vita l’un l’altro!

« Non sono molto bravo con le parole. Volevo sapere una cosa, sul serio » esordì Bankotsu, un po’ imbarazzato. « InuYasha, è vero che il potere demoniaco non può essere controllato da un essere umano? »

« No… se fosse così facile tutti si metterebbero alla ricerca delle schegge della sfera. Neanche uno come te potrebbe vincere alla fine. Resistere forse… ma hai visto con i tuoi occhi quanto è durato »

« Capisco… »

InuYasha ora era decisamente rilassato. Adesso comprendeva molto bene quello che il suo rivale stava provando fino a quel momento, come anche le gomitate che Kagome continuava a dargli da prima, e che sembravano senza motivo. Un improvviso ricordo gli si parò davanti agli occhi, l’inizio del suo allenamento con Tessaiga. Gli eventi non erano da paragonare, ma il dramma era simile. InuYasha, il mezzo demone che non era ancora in grado di usare la lama lasciatagli da suo padre, e Bankotsu, il capo di una banda di assassini che subisce la condanna a non poter utilizzare la sua arma perché impregnata di energia demoniaca incontrollabile.

« Temo di dover abbandonare la mia Banryu… ma è l’unica cosa che mi rimane come ricordo dei miei fratellini e come parte della mia identità di mercenario. Il passato non si cancella mai… non so se potete capirmi, è anche la prima volta che mostro quello che penso; ma forse ne vale la pena. Questo è un momento molto delicato per me… »

In realtà non era l’unica cosa che gli serviva come ricordo dei suoi amati fratelli. Ma non voleva che gli altri scoprissero la sua natura profonda di leale e onesto compagno, nonché leader. La spilla per capelli di Jakotsu e un’inutilizzabile arma da fuoco di Renkotsu sarebbero rimaste con lui, le avrebbe portate con se nel kimono fino alla morte.

« Sei sicuro di voler lasciare qui la tua alabarda? Dopotutto fa parte di te, ti completa » azzardò Kagome, la prima volta che gli rivolgeva la parola in maniera educata.

La risposta di Bankotsu tardò ad arrivare, come se fosse caduto in un pozzo pieno di incubi, gli incubi peggiori mai sognati. Si accorse solo allora delle profonde ferite e, nonostante riusciva a tenersi in piedi, aveva bisogno di farsi medicare. Si lecco due lunghi tagli su entrambe le braccia. Il suo gesto animalesco era familiare a InuYasha, che aveva vissuto tutti quei comportamenti che agli uomini sembrano del tutto innaturali, e forse era proprio lui quello più vicino al suo rivale. Tant’è che quest’ultimo gli abbozzò un sorriso.

« Basterà tenerti lontano dalla tua arma, se ne rientri in possesso potresti costringermi a tagliuzzarti definitivamente… »

« Tranquillo, questo non accadrà mai più… » così dicendo Bankotsu si volse a raccogliere Banryu e istantaneamente i suoi occhi cambiarono espressione.

« Mi riferivo al fatto del tagliuzzarmi… non accadrà più! » Di nuovo quegli occhi di fuoco parlarono per lui. InuYasha e compagni trovavano finalmente valido il sospetto di una macchinazione astuta del nemico per distrarli, e stettero attenti a nuovi attacchi.

« Lo credevate, eh? » Bankotsu non stava affatto attaccando, voleva solo ingannare per burla. Allungò la sua pesantissima ma potente arma a InuYasha che rinfoderò la propria.

« Non farci più prendere paure simili! Tsk… cosa dovrei fare con la tua spadona? »

« Mi pare evidente… portarmela, no? Non vi dispiacerà avere un assassino professionista nel vostro gruppo fino a che la mia arma non sarà nuova di zecca, vero? »

Sguardi indiscreti si alzarono verso di lui, tanto timorosi quanto curiosi.

« Non se ne parla! Nemmeno io che sono un mezzo demone posso controllare il potere demoniaco senza rimanerne impossessato. Non posso portartela » InuYasha era abbastanza scandalizzato dalla richiesta fuori luogo di Bankotsu, però allo stesso tempo ne temeva la reazione. Era ancora in grado di provocare seri danni al gruppo.

Kagome nel frattempo si era fatta avanti per vedere se quel che stava pensando era giusto, e puntualmente lo era! Si affrettò così ad espellere le schegge dall’alabarda.

« Buona idea! Brava donna! » Bankotsu era compiaciuto. « Ora posso portarla! »

« Umpf… Il mio nome è Kagome… Voi due pensate solo a combattere e non avete il cervello per riuscire a risolvere un problema semplice con una soluzione semplice »

InuYasha stava per rimbeccarle qualcosa, decisamente offeso, mentre l’altro guerriero si limitava ad incassare l’ennesimo colpo, stavolta mentale. E quello, proprio perché non è fisico, se ben diretto può far molto più male degli altri.

« Sono un assassino in fin dei conti, che ti aspetti? Comunque… no niente »

L’orgoglio era il punto di forza di Bankotsu, mai si sarebbe abbassato a ringraziare una donna; ma lottò contro se stesso abbastanza da permettersi di cedere a Kagome le schegge della sfera che aveva addosso tranne quella nel collo, che lo manteneva in vita. Ora il gruppo era di nuovo in marcia con un potenziale assassino tra i piedi ma con un bottino decisamente soddisfacente: sei schegge Bankotsu più le due precedentemente rubate a Kagome.

« Bankotsu… non vorrei farmi gli affari tuoi, ma come mai hai deciso di seguirci? » improvvisò Miroku, rimasto del tutto estraneo e assorto nei suoi pensieri durante le vicende di prima.

« Non lo so. Ma è certo che il mio sangue ribolle di eccitazione per le sfide aperte, e devo ammettere che InuYasha è proprio una di quelle. Io non seguo voi, seguo lui… ma prima mi piacerebbe trovare un villaggio fornito di un’eccellente fucina. Come vedete Banryu cade a pezzi senza le schegge della sfera » e continuava a pensare, “il tempo è stato il mio peggior nemico… adesso non lo sarà più”.

InuYasha non dava segno di reazione poiché si trovava in posizione avanzata rispetto al gruppo e lo guidava. Ma una persona qualunque, trovatasi davanti a lui, avrebbe potuto giurare di averlo visto sorridere compiaciuto.

 

   
 
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