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Autore: Smeralda Elesar    28/03/2011    4 recensioni
//"Saga... tu non vorresti mai provare ad essere... com'è che si dice... attivo?"
Saga arrossì in modo assolutamente poco dignitoso prima di cercare rifugio dietro un cuscino //
A metà tra fluffagine, romanticismo e psicoanalisi ecco a voi un "normale" momento di intimità tra Saga ed Aioros.
Rigorosamente post Hades
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Erastès

 

Ascoltami, ragazzo, tu che mi hai piegato il cuore:

persuasivo e grato è il mio discorso.

E cerca di capirmi: per te non c’è bisogno

di fare qualcosa che non ti è gradito.

 

Teognide - Silloge libro II

 

 

 

:-Sai, Saga, mi chiedevo… così, è solo per curiosità… ma tu  ogni tanto non vorresti che ci scambiassimo? Insomma, non vorresti mai essere… com’è che si dice... attivo?-:

 

Ecco, la fatidica domanda era arrivata nel momento meno opportuno, nel bel mezzo di un momento di  intimità, e Saga arrossì in modo assolutamente poco dignitoso prima di cercare rifugio dietro un cuscino.

 

Antefatto:

 

La vittoria di Atena contro Apollo ed Artemide aveva permesso alla dea di riscattare le anime dei suoi preziosi Saint e di riportarli nel mondo dei vivi, così si erano trovati di nuovo tutti insieme e dopo settimane di imbarazzi, incomprensioni ed attriti tutti i vecchi rancori erano stati più o meno appianati, così Saga ed Aioros avevano potuto riavvicinarsi, fino alla decisione di ricominciare esattamente da dove avevano lasciato circa quattordici anni prima.

C’era stato il momento della timidezza, poi delle coccole, poi del contatto più intimo ed infine la loro prima notte d’amore, seguita da altre per consentire ai due di recuperare il tempo perduto.

 

Fine antefatto

 

:-Saga… qualcosa non va?-:

 

Gli chiese Aioros premuroso come sempre.

Passato il momento di imbarazzo Saga si decise a scostare il cuscino e rimase a fissare il soffitto con le lenzuola tirate fino sul mento.

 

:-Scusa, non volevo turbarti, è che per me era importante chiedertelo. Ma se non vuoi non ne parliamo più, giuro-:

 

Saga prese tra le sue la mano che lo accarezzava gentile.

 

:-No, Aioros, scusami tu… ho reagito da idiota-:

Sorrise nel buio e cercò Aioros per rannicchiarsi contro il suo calore.

Per un paio di minuti la stanza cadde nel silenzio.

Saga non doveva fare altro che stare fermo ad ascoltare i loro respiri e godersi la carezza fresca delle lenzuola sul corpo nudo, oppure allungarsi appena per allacciarsi ad Aioros.

 

:-Saga…?-:

 

:-Mmh…?-:

 

:-Allora… vuoi rispondere alla domanda di prima?-:

 

Stavolta Saga si rannicchiò ancora di più contro il compagno invece di fuggire come prima.

 

:-Mi hai chiesto se vorrei provare ad essere attivo… bè… ecco… diciamo sì e no-:

 

Il silenzio di Aioros gli fece capire che si aspettava che continuasse.

Sospirò e decise di affrontare l’imbarazzo.

 

:-Non lo so, Ros, è che… non credo che ci riuscirei. Insomma, avrei sempre l’impressione di violentarti-:

 

Improvvisamente si trovò avvinghiato in una morsa strettissima, che altro non era se non Aioros che lo abbracciava come se ne andasse della sua vita.

 

:-Non dirlo mai più! Mi hai capito, Saga?! Non dire mai più una cosa così orribile!-:

 

Esclamò Aioros tremando mentre lo stringeva.

 

:-Tu non vuoi farmi male. Tu non saresti mai capace di farmi del male, io lo so!-:

 

Nella sua voce c’era una nota pericolosamente simile al pianto.

 

:-Oh, Ros, scusa, sono stato uno stupido!-:

 

Aioros gli prese il viso tra le mani.

 

:-Giurami che non lo dirai più! Anzi, giura che non lo penserai neppure!-:

 

:-Va bene, va bene… lo giuro-:

 

Solo allora Aioros si rilassò.

 

:-Mi hai fatto quasi venire un infarto, lo sai?-:

 

Lo rimproverò dolcemente.

 

:-Scusa… immagino di dovermi fare perdonare, no?-:

 

La malizia in Saga era qualcosa di adorabilmente goffo.

Aioros rise leggermente.

 

:-Immagini giusto. Stanotte per pegno sarai il mio erastès!-:

 

Di nuovo Saga arrossì.

 

:-Ma… hem… tu vuoi davvero che sia io?-:

 

:-Non potrei desiderare nessun altro-:

 

Saga non si rendeva conto di qual’era il momento esatto in cui passavano dal semplice scambio di tenerezze al complesso gioco dell’amore.

Accadeva e basta.

C’era un momento in cui Saga veniva gentilmente adagiato sulla schiena e si lasciava guidare in tutto da Aioros assumendo totalmente il ruolo di eròmenos, momento che stavolta tardava ad arrivare.

Saga capì perfettamente cosa gli stava chiedendo Aioros: gli afferrò i fianchi e strinse forte.

Premette i palmi sui glutei e tra le cosce sul membro turgido a saggiarne la consistenza, strappando sospiri di piacere ad Aioros inarcato sotto di lui.

 

“Farò piano… non voglio fargli male”

 

Iniziò a penetrarlo lentamente, mentre fremiti ardenti gli contraevano i lombi.

 

“Devo fare piano… piano”

 

Aioros gli strinse i fianchi tra le ginocchia con gemiti impazienti.

 

:-Prendimi, Saga… Fammi tuo questa notte-:

 

Poco alla volta Saga lo prese completamente e si fermò immobile per qualche secondo.

Il panico da “prima volta” lo assalì all’improvviso come se fosse stato un adolescente ed avrebbe  fatto una rapida marcia indietro se Aioros non lo avesse trattenuto.

 

:-Non temere, amore, sono io che te lo chiedo… voglio che stavolta sia così tra di noi-:

 

Si rilassò e cercò di lasciare il suo corpo libero di agire.

Per un po’ si lasciò cullare dal movimento leggero del bacino del compagno, poi anche Saga cominciò a muoversi lentamente, imprimendo timide spinte.

 

:-Come va?-:

 

:-Continua-:

 

 

Non credeva di poter provare una sensazione simile.

Aioros si fidava completamente di lui e questa per Saga era la gioia più grande.

Pian piano si lasciò trascinare in una danza selvaggia ed aggraziata scandita dal martellare del cuore nel petto, in perfetta armonia con i movimenti dell’amante.

Sentiva Aioros come mai gli era successo.

Le dita che gli conficcava nella schiena, le gambe avvinghiate ai suoi fianchi, il respiro aspro rotto dai momenti in cui chiamava il suo nome chiedendogli sempre di più.

Anche lui si trovò a chiamarlo tra un ansito e un sospiro, mentre si perdeva dentro di lui.

Poi il cielo e la terra si ribaltarono e Saga si aggrappò ad Aioros con tutte le sue forze per non essere strappato via dal proprio corpo.

Quando riaprì gli occhi era accasciato su Aioros.

Si sentiva completamente esausto e trovò appena la forza per sorridergli.

 

 

:-R… Ros…? Non ti ho fatto male, vero?-:

 

:-Assolutamente no. Sei stato bravissimo-:

 

 

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Cantuccio dell’autore:

 

Questa lemon è in cantiere da mesi e finalmente, ora che è primavera, ho deciso di farla uscire dal letargo per sottoporla alla vostra attenzione.

Saga finisce sempre a fare da uke, per questo ho deciso di fare un piccolo esperimento mettendo Saga nella parte di erastès ed Aioros in quella di eròmenos.

Piccola precisazione: nella coppia pederastica dell’antica Grecia erastès era l’amante attivo, eròmenos quello passivo, posto che nella coppia greca non esisteva il concetto dell’intercambiabilità di ruolo e della parità del rapporto.

 

Detto questo grazie per l’attenzione.

   
 
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